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Lui & Lei

La profuga - Prima Parte.


di Mesx
04.01.2018    |    7.197    |    0 6.2
"Ecco come iniziò il viaggio che cambiò radicalmente la sua vita..."
ATTENZIONE: IL TIPO DI RACCONTO CHE ANDRETE A LEGGERE NON VUOLE OFFENDERE NESSUN TIPO DI RELIGIONE O DI USANZA.
IL RACCONTO SARA' DI TIPO NARRATIVO E A SFONDO SESSUALE, SE NON APPREZZATE, SIETE LIBERI DI NON LEGGERLO, GRAZIE.


Stava accadendo tutto troppo velocemente.
La confusione, le grida e quella specie di barca che era stata additata da tutti come "salvezza."
Farah non ci mise molto a comprendere cosa stesse accadendo, ma semplicemente non riusciva a farsene una ragione.
Farah aveva 24 anni, non era molto alta ed il suo corpo era magro ma con un seno prosperoso ed un sede un po' grosso. Il suo viso era tondo ma con alcuni tratti piuttosto squadrati, tipici di una ragazza araba, proprio come la carnagione un po' scura. Il suo vero punto di forza erano i suoi bellissimi occhi, verdi come il più prezioso e brillante degli smeraldi. Farah, nonostante la sua giovane età, era una donna indipendente (per quanto si potesse parlare di "indipendenza femminile" nel suo paese) con tanti sogni e speranze....speranze che sciamarono dinanzi ai suoi occhi dopo l'ennesimo boato che creò quella spaventosa cortina fumogena. La guerra aveva raggiunto anche quell'oasi di pace che credeva essere il suo luogo natio, costringendola ad una fuga immediata con i primi oggetti che era riuscita a recuperare.
Una valigia, una barca ed un destino del tutto incerto...ecco come iniziò il viaggio che cambiò radicalmente la sua vita.
Erano passati giorni ormai da quando la nave aveva preso il largo, molti erano già stremati sotto il sole cocente e lei, nonostante potesse vantare un'ottima resistenza, era ormai al limite delle sue forze.
La situazione non migliorò, portando aria di tempesta che, se inizialmente fu vista come fonte di benessere ed un dono del loro dio, successivamente si trasformò nell'incubo che sconvolse del tutto la vita della giovane.
Il mare era ormai agitato, il vento urlava e la barca oscillava sempre più forte.
Fu durante uno di quei continui sbalzi che Farah mollò, contro il suo volere, la presa dalla ringhiera del barcone, cadendo in acqua.
Si agitò e urlò come più poteva, ma nessuno era in grado di sentirla.
Combatté con le poche forze rimanenti, per poi lasciarsi andare a quelle dannate acque. Nella sua testa, ricordi veloci come fulmini...i suoi genitori, la scuola, le amiche...quella dannata colonna di fumo. Si lasciò andare mentre nella sua testa pensava:
"Non è giusto, io non merito tutto questo."
Quando riaprì gli occhi il sole era alto e si ritrovò a gettare l'acqua presente nei suoi polmoni con non poca sofferenza...ma una cosa era certa, era ancora viva.
Quando riuscì nuovamente a mettere a fuoco la vista dinanzi a lei un uomo burbero la stava osservando.
Lei non sapeva come comportarsi, si mise in ginocchio come per pregare quello che era stato il suo salvatore.
Lui disse qualcosa e rise, ma lei non era in grado di capirlo. Dove si trovava, dove stava andando?
Il burbero uomo la aiutò ad alzarsi e le offrì dell'acqua potabile per aiutarla a riprendersi. Egli cercava di comunicare, ma lei purtroppo non capiva assolutamente nulla di ciò che diceva.
Quando egli finalmente comprese la situazione (probabilmente dopo aver osservato meglio gli indumenti fradici della ragazza) si sedette dinanzi a lei e, indicandosi con la mano sul petto, disse "Eduardo".
Lei, nonostante fosse ancora molto scossa, colse al volo il gesto, replicando a sua volta.
"Farah".
L'uomo tornò ad occuparsi della barca, lasciandole tempo di riprendersi e di inquadrare meglio in che situazione fosse.
Una bandiera spagnola svolazzava dal pinnacolo ed ella riuscì a riconoscerla grazie agli studi che i suoi genitori le avevano permesso di ottenere tramite mille sacrifici.
Cercò di sforzarsi a dire all'uomo l'unica cosa che sapeva in spagnolo.
"Yo...Yo no hablo español, p-perdóname!"
L'uomo si voltò e le rispose a sua volta con quello che lei intuì essere un "non importa."
Dopodiché si avviò all'interno della cabina e le fece cenno di seguirlo.
Una volta all'interno, prese una coperta e gliela passò, dopodiché la fece avvicinare ad una vecchia carta nautica.
Puntò con il suo dito calloso su un punto della mappa:
"Aquì."
Indicò la Spagna ed una città.
Farah accennò ad un si con la testa per dimostrare di aver compreso la loro destinazione.
La giornata passò velocemente, facendo calare la notte sull'imbarcazione...e fu solo in quel momento che Farah capì realmente chi era il suo salvatore.
Vi erano due letti sull'imbarcazione, uno dinanzi all'altro...lui le aveva indicato quello di sinistra, pertanto lei si sdraiò su di esso.
Una sola fioca luce illuminava lo stanzino.
L'uomo si sedette sul letto di destra, guardandola.
Lei sorrise al suo benefattore, i vestiti erano ormai asciutti.
Lui continuava a fissarla con faccia compiaciuta...una faccia che ben presto accompagnò quel gesto che fece capire a Farah che la situazione stava rapidamente degenerando.
Iniziò a toccarsi il pacco da sopra i pantaloni insistentemente senza mai distogliere lo sguardo. Dopodiché si sbottonò i pantaloni e tirò giù le mutande appresso ad essi, lasciando così in bella mostra un grosso cazzo venoso ed eretto. Si sfilò del tutto i pantaloni che ormai erano solo un intralcio e si avvicinò a lei toccandosi e scappellandosi.
Disse qualcosa con tono poco rassicurante, il che fece indietreggiare la ragazza, poi si chinò e le accarezzò il viso, per poi strapparle brutalmente un bacio.
Lei scattò nuovamente all'indietro, finendo contro la parete dell'imbarcazione, agitatissima...era senza via di fuga e ormai sapeva cosa Eduardo volesse da lei in cambio della sua "gentilezza".
"No...no.." fu l'unica cosa che riuscì a pronunciare.
Lui la afferrò per le guance e disse qualcos'altro che lei non riuscì a comprendere...ma subito dopo le spinse la faccia contro il cazzo, facendole ben intuire il suo compito.
Farah non aveva alcun tipo di esperienza, ma non aveva scelta...erano nel bel mezzo del mare.
Aprì leggermente le sue labbra, facendo scivolare la cappella in bocca...fu schifata dal gusto.
Senza troppi complimenti Eduardo spinse giù la sua testa, provocandole così un conato di vomito che lo costrinse a spostarsi.
"Aaaah, qué lástima."
La prese di forza e la trascinò giù dal letto, facendola inginocchiare girata di culo su di esso, dopodiché spostò il lungo vestito ed andò diretto alle mutandine, toccandole la figa da sopra di esse mentre si segava.
Non tardò a proseguire, tirandole giù e scoprendo così la folta figa di Farah; non era usanza depilarsi per lei e soprattutto non aveva mai avuto un rapporto sessuale.
In quel momento, ella si arrese alla presa del suo aguzzino, d'altronde egli era anche la sua unica via di fuga.
Chiuse gli occhi e successivamente gridò forte...Eduardo l'aveva appena penetrata.
La afferrò solidamente dai fianchi e prese a fotterla senza pietà, facendola gridare molteplici volte.
Non le risparmiò nulla, le fece cambiare posizione svariate volte e le infilò anche un dito nel culo, facendola sentire così doppiamente violata.
Quella scopata sembrò durare un'eternità per la povera Farah, ma non durò più di 20 minuti.
Al culmine dell'atto Eduardo accelerò ancora di più, dopodiché si sfilò, la afferrò per il velo e sborrò sul suo bel faccino rigato dalle lacrime.
Concluse pulendosi il cazzo sul velo e gettandosi a letto dicendo ancora una volta qualcosa che lei non comprese.
Farah si sdraiò e iniziò a riflettere ancora una volta prima di addormentarsi.
Pensò di tutto, compreso che forse era un destino peggiore della morte quello che le era toccato.
Ma la cosa che la spaventò è che nonostante sapesse di essere appena stata violentata, una parte di lei aveva provato piacere da quell'atto...dopodiché, lentamente, si addormentò.
Il giorno dopo Eduardo le fece trovare del pane e della marmellata al risveglio.
"Forse non è cattivo dopotutto, forse voleva solo essere ripagato ed io non l'ho capito" pensò mentre si nutriva.
Una serie di rumori accompagnarono lo spuntare sulla porta di Eduardo.
"Chica, Vamos." accompagnato da un gesto per farle comprendere che era ora di uscire da quella stanzina.
Una volta all'esterno, Farah vide finalmente la terra fera dinanzi a loro...erano arrivati.
20 minuti dopo attraccarono...quando scese a terra l'uomo la salutò con un cenno di mano.
Era giunti in città, si...ma ora era completamente sola, senza un soldo e senza la minima idea di cosa ne sarebbe stato di lei. Si incamminò verso la città, forse nel mentre avrebbe ottenuto una risposta ai suoi dubbi.

Fine della prima parte.
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