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Con Eleganza - Prima Parte.


di Mesx
17.03.2017    |    9.188    |    1 9.1
"Non mi trovavo male con lei, ma i suoi genitori si facevano sempre più opprimenti sulla nostra già proibitiva relazione..."
Tempo fa ero fidanzato con una ragazza con la quale stavo ormai già da parecchio tempo. Non mi trovavo male con lei, ma i suoi genitori si facevano sempre più opprimenti sulla nostra già proibitiva relazione.
Man mano che il tempo passava le cose che potevamo fare si stringevano sempre di più, un vero peccato.
Non mi sentivo di lasciarla ma l'ultima novità da parte dei suoi era stata davvero grossa.
Le impedivano di venire a casa mia perché "Li nessuno vi controlla e potete fare sesso".
Stavamo insieme da più di un anno e loro non volevano che noi avessimo rapporti...fuori di testa, sul serio.
Sin da quando avevo conosciuto la mia ragazza parlavo spesso con una sua amica di infanzia, una ragazza che chiamerò V.
V era una ragazza non stupenda, di più. Bella come persona e davvero gnocca di aspetto oltre che ricca sfondata. Mi stava sempre accanto e mi ascoltava nei momenti di bisogno, oltre sostenermi pienamente nella mia situazione dandomi ragione piena su tutto. Spesso ultimamente mi ripeteva quanto io avrei dovuto lasciare la mia ragazza che ormai non si meritava più di stare con me, che per lei avevo fatto troppo ecc.
Risollevava il mio umore parlare con lei, davvero tanto.
Quando uscì l'ultima novità, ovvero il divieto di mettere piede a casa mia, la contattai come facevo di solito.
Le spiegai l'accaduto e lei era incredula tanto quanto me ovviamente. Mi consolò come poteva. Poi mi fece presente di quello che sarebbe stato il weekend a casa sua.
"Dato che i miei vanno via giovedì e tornano la settimana prossima, sabato darò una festa con un bel po' di gente che conosco bene e di cui mi posso fidare, faremo festa fino a che ci va e ci si potrà fermare a dormire qui...mi farebbe piacere se venissi anche tu! Almeno ti sfoghi...e poi non ti vedo da tanto!"
"Si ma con lei come faccio? Sono sicurissimo che non la lasceranno venire."
"Beh, non dirle nulla allora. E' brutto, ma è anche giusto che per una volta pensi a te stesso, no?"
"Sai che ti dico? hai ragione."
Mi spiegò bene dove abitava, come arrivare e a che ora presentarmi.
"Oh A, ti chiedo solo una cosa...vestiti elegante! giacca e cravatta se possibile! Sarà una festa in gran stile."
"Farò del mio meglio V."
Aspettai trepidante quel fine settimana tra una litigata e l'altra con la mia ragazza e finalmente il giorno giunse.
Mi procurai il necessario, un bel vestito elegante, un paio di stivali che si adattavano allo scopo e misi un papillon. Non mi piacciono un granché le cravatte. Mi feci anche sistemare il taglio di capelli.
Mi feci accompagnare da mio padre quel giorno, purtroppo non avevo ancora la patente. Quando giungemmo davanti alla casa rimanemmo entrambi a bocca aperta.
"Mi avevi detto che era piena di soldi ma qua si esagera! mi disse mio padre.
"Si esagera si, non me lo aspettavo!"
Una villa da film, giuro...con tanto di giardino enorme di fronte e viale ciottolato fino all'entrata della casa.
Ci salutammo, scesi dalla macchina e suonai al citofono.
"Chi è?"
"Sono io V!"
"Oh ciao! Ti apro il cancello, vieni sempre dritto ti aspetto all'ingresso."
Giunto all'entrata mi aspettò davanti al portone di ingresso, chiuso.
Lei era bellissima.
Indossava un lungo tubino nero con brillantini che faceva risaltare ogni sua singola curva. Si vedeva tutto il fisico da ballerina classica quale era. Tacchi neri e lunghe calze slanciavano le sue lunghe gambe toniche e snelle.
Un rossetto rosso scuro rendeva giustizia alle sue labbra carnose e accompagnava i suoi lunghi capelli castani con meches rossicce. Occhi verdi come smeraldi ed un anellino al naso dorato chiudevano uno dei visi più belli che io abbia mai visto in una ragazza.
"Che figurino! mi disse. "Stai davvero molto bene vestito così!"
"Non posso che dire lo stesso, sei splendida!"
Ci demmo un grosso abbraccio molto stretto, poi lei si voltò ad aprire il portone.
Un'enorme hall con due scalinate si stagliava dinanzi a me, decorata di rosso e di bianco in ogni minimo dettaglio. Grossi lampadari di cristallo illuminavano il tutto. Era incredibile.
"Benvenuto nella mia umile dimora, alcuni degli invitati sono già alla sala dei ricevimenti."
"Hai pure una sala ricevimenti V? cazzo se vuoi ti dono un euro" le dissi scherzando.
"E' per questo che ti ho invitato, sapevo che ti saresti sentito a tuo agio nonostante tutto!" disse ridendo.
La sala dei ricevimenti era uno stacco non indifferente all'occhio di chi entrava in casa. Si passava da rosso e bianco ad un celestino che accompagnava verde acqua e bianco ovunque.
Mi presentò agli invitati, tutta gente molto cordiale e vestita bene. Un sacco di ragazze tra l'altro.
Fece anche che farmi fare un tour della casa.
Era davvero enorme come sembrava. Ogni stanza sapeva di lusso, per non parlare della piscina interrata grossa quanto le terme poco distanti dal paese in cui abito.
Mi mostrò praticamente tutto tranne la sua camera, giocò sulla scusa degli invitati da accogliere.
La festa iniziò una mezz'oretta dopo. Musica ad alto volume, alcool un po' ovunque e tanta gente che si divertiva.
Chiacchierai davvero con un sacco di gente quella sera. L'unica pecca erano i messaggi che arrivavano dalla mia ragazza, chiedendomi dove fossi. Non sapevo cosa risponderle, quindi non lo facevo.
Poi iniziò a telefonarmi a ripetizione. Dopo quasi 30 minuti di telefonate risposi disperato uscendo all'esterno.
Litigammo furiosamente e fu una di quelle liti che ti rovinano la serata. Spensi poi il telefono.
Mi sedetti sugli scalini con il mio bicchiere di vino, da solo.
Poco dopo giunse V da me.
"Ehi ti ho cercato ovunque, che ci fai qua tutto solo? non ti va a genio la festa?"
"No cara, è che purtroppo E mi ha telefonato un centinaio di volte...le ho risposto e abbiamo litigato di brutto."
Lei si sedette accanto a me e mi appoggiò la testa sulle sue gambe, accarezzandomi i capelli.
"Se hai bisogno di sfogarti fallo...piangi se necessario, io non ti giudico..."
Parlai soltanto, spiegandole di quanto fossi stufo di quella situazione e di quanto ormai non provassi neanche più lontanamente ciò che provavo per lei. Lei rimase in silenzio tutto il tempo ad ascoltarmi.
"Non ne posso più di lei V...probabilmente dopo stasera la lascio...di motivi ne ho a centinaia."
Lei rimaneva in silenzio, guardandomi con i suoi occhioni verdi.
"Ehi...scusa se ti sto rovinando la serata..." le dissi vedendola un po' con la testa tra le nuvole.
"Non me la stai rovinando...potrei restare ore a fissarti, stasera sei davvero...bello."
Ci fu un lungo silenzio e due sguardi persi l'uno nell'altro.
"V..."
"Dimmi..."
"Anche tu sei bellissima."
Lei fece un bellissimo sorriso. Poi la vidi che chiudeva gli occhi e piano piano si avvicinava.
Ci demmo un bacio, di quelli semplici.
Poi un altro, ed un altro ancora...e sfociammo in un bacio passionale.
"V...io...non so cosa fare...non posso..."
Lei mi zittì: "Non c'è bisogno che tu decida nulla, voglio solo che tu stia bene stasera..."
Mi fece tirare su dalle sue gambe, e mi prese per mano.
"Vieni, andiamo in camera mia."
"E gli altri?"
"Non ti preoccupare, ci sono più di quaranta persone, sapranno divertirsi anche senza di noi."
Entrammo in camera sua, e non mi sembrò vero ciò che vedevo.
Una camera padronale decorata in stile classico con tonalità scure. Parquet in quello che sembrava essere mogano ed un grosso orso di finta pelliccia steso a terra, dinanzi ad uno splendido caminetto. Sapevo che era finto dal fatto che lei era un'animalista convinta.
La aiutai ad accendere il fuoco, poi le spense le luci, creando un atmosfera indescrivibile.
"Aspettami qui, vado a prendere una cosa in cantina."
Ci mise circa 5 minuti a tornare, ma passarono in fretta...ero davvero perso nel guardare la vivida luce del camino illuminare i dettagli di quella stanza.
Tornò con una bottiglia in mano e chiuse la porta a chiave dietro di se, poi si sfilò i tacchi.
Prese due bicchieri che teneva su un cassettone in legno e si sedette accanto a me dinanzi al fuoco.
"Questa mi costerà cara coi miei, ma fanculo...per un sera faccio ciò che voglio."
Guardai la bottiglia, ma non ne capii molto. Era uno champagne molto pregiato da quanto sembrava.
Ne versò un po' nei bicchieri e ci lasciammo ad un brindisi. "Ad una splendida serata tutta per noi" disse lei alzando il bicchiere. Bevemmo quello champagne rapidamente, poi lei si avvicinò di nuovo a baciarmi.
Mi lasciai andare, e la passione fluì in noi.
Si sedette tra le mie gambe e si lasciò tra le mie braccia.
Tirai giù lentamente le spalline del vestito, baciandola sul collo e scoprendo un reggiseno in pizzo nero.
Le massaggiai le spalle e la riempii di baci, volevo farla sentire come una principessa, nonostante lei lo fosse già a modo suo.
Le afferrai il seno e lo massaggiai leggermente, mentre il suo respiro si faceva più caldo ed intenso.
Sfilai piano piano il resto del tubino con il suo aiuto, scoprendo le mutandine in corredo con il reggiseno ed i reggicalze. Io adoro i reggicalze, li trovo sexy da morire e molto classy.
Lasciai scivolare una mano lungo il suo corpo lentamente. Potevo sentire le curve che la segnavano...scesi lentamente fino alle mutandine, sfiorandola leggermente tra le gambe.
"Mi stai facendo impazzire A...sei così delicato e le tue mani sono così calde..." disse lei con tono molto eccitato.
Si girò e mi diede un bacio lento e gentile. Poi mi sbottonò la giacca.
Mi fece stendere a terra e slacciò anche la camicia, per poi baciarmi sul petto, lasciandomi col rossetto il segno delle sue labbra. Mi baciava sugli addominali, sulla pancia...ovunque. Sbottonò la cintura, con la quale le diedi una mano.
Tirò via lentamente i pantaloni, lasciando scoperti i boxer dal quale poteva notare quanto io fossi già eccitato di mio.
Salì su di me e dopo essersi spostata i capelli mi baciò di nuovo, lasciando la lingua contorcersi nuovamente con la mia. Si muoveva su di me nel frattempo, facendo strusciare le sue mutandine contro i miei boxer.
"V...così mi fai...impazzire..." le dissi. Ero davvero molto preso in quel momento.
Lei aumentò il ritmo e vidi poco per volta la sua espressione contorcersi fino a raggiungere la goduria, accompagnate da un piccolo grido di piacere. Era riuscita a venire strusciandosi...segno di forte sensibilità da parte sua. Dovevo stare attento.
"Ti desidero A...con tutta me stessa..."
Rimase sopra di me ancora un istante e si slacciò il reggiseno, scoprendo quel tipo di tette che sono definite perfette. Quelle che "stanno in una coppa di champagne".
Mi tirai su, facendola sedere su di me e gentilmente presi a succhiarle i capezzoli, sfiorando il suo corpo per darle piccoli brividi di piacere.
Prese poi l'iniziativa. Scese dalle mie gambe e tirò fuori il mio cazzo, durissimo.
"E' così spesso e...venoso..." iniziò a segarlo con due mani, ma sempre delicatamente. Mille baci nel frattempo. Risposi facendola stendere e infilando una mano nelle sue mutandine. Era davvero tanto bagnata, ma optai per un approccio delicato.
Ci masturbammo reciprocamente, poi lei si sfilò le mutandine ma tenne le calze...poi aprì le gambe.
La luce del camino la illuminava quanto bastava. Era splendida sotto ogni aspetto.
La afferrai e mi gettai a leccargliela come meglio sapevo fare. Lei avvolse le gambe attorno al mio corpo.
Era delicata anche nel godere. Non mi sbagliavo tuttavia sulla sua sensibilità, ci misi meno di 10 minuti a farle avere un altro orgasmo molto potente.
"Dio sei così bravo..." era una delle tante frasi che diceva in quel momento. Mi elogiava un sacco e mi faceva sentire totalmente a mio agio. Io cercavo di farla sentire tale anche nel migliore dei modi.
Mi sfilai definitivamente i boxer e lei capì subito che era ora di ricambiare.
Mi fece stendere di nuovo e iniziò baciandomi le gambe. Andò sempre più su e aprì il pompino con una leccata che andava dalla riga delle palle fino alla cappella. Lo succhiava in maniera delicata ma decisa, andando molto giù nella gola. Era una continua sorpresa, davvero.
La lasciai fare accarezzandole i capelli...e poi finalmente decidemmo che era ora.
Lei prese il bicchiere e lo riempì di champagne, poi lentamente me lo verso sul petto ed iniziò a "berlo" leccandomi. Feci la stessa cosa facendolo cadere sulle tette e succhiandole.
Poi salì sopra di me.
"V...niente preservativo?"
"Niente...prendo la pillola e ne ho una del giorno dopo così non dovrai nemmeno trattenerti."
Iniziò a muoversi ritmicamente accarezzandomi il petto. Poi si mise le mani tra i capelli dalla goduria.
L'atmosfera era tutto. La luce che tremava dal caminetto creava un gioco di luci perfetto sul suo corpo.
Lei raggiunse un altro orgasmo in nemmeno 5 minuti. Io ne durai altri 10.
"V...vengo!"
Lei si sedette bene con la sua figa contro il mio pube, ed io la riempii con la mia sborra.
Tremava, probabilmente era venuta di nuovo.
Si sfilò lentamente, ed un po' di sborra colò fuori, ma non mi importò.
Si sdraiò accanto a me, appoggiando la testa sul mio petto.
"Ti batte forte il cuore..."
Io la baciai sulla testa.
"Grazie a te, si."
Rimanemmo su quel tappeto/pelliccia per almeno un'ora, scaldati solo dal fuoco che scoppiettava dalla bottiglia di champagne che finimmo.
La serata, tuttavia, era appena iniziata.

Continua nella seconda parte.
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