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Biglietto prego.


di Mesx
13.02.2017    |    18.087    |    4 7.0
"Il porco mi aveva sborrato sul culo..."
Premessa: Il racconto di oggi non sapevo sotto che categoria metterlo.
Premessa 2: Il racconto è reale solo per metà. Sta a voi, stabilire dove la fantasia prende sopravvento.

Giornata di pioggia estiva. Mi fiondo in stazione per raggiungere il treno che mi porterà a casa dopo un'estenuante giornata sui libri.
L'assenza dell'ombrello si è fatta sentire, sono fradicio.
Salgo sul treno di corsa. Ho anche rischiato di perderlo.
Mi vado a piazzare nell'ultimo vagone infondo, come ho preso a vizio nell'ultimo periodo.
Non perché io odi la gente, ma perché sentivo il bisogno del proibito.
Ebbene si, vado nell'angolino più nascosto al solo scopo di tirarmi giù i pantaloni e segarmi in treno. Solitamente, sborro anche sul sedile. Tanto fan così schifo che la gente nemmeno se ne accorge.
Il viaggio non è particolarmente lungo, ma si presta bene ad una piacevole sega rilassante, solitamente.
Quel giorno non era diverso. O almeno, così credevo.
Inoltre il treno era ben più vuoto del solito.
Ben tre vagoni vuoti prima di me. Sarà stato l'orario, ma la cosa era particolarmente apprezzata.
Decisi quindi di strafare.
Mi tolsi la maglia e i pantaloni, rimanendo in boxer.
Con la scusa, li misi sul sedile accanto ad asciugarsi. Pioveva si, ma faceva comunque un gran caldo sul treno.
E poi, non appena il treno iniziò a muoversi, iniziai a segarmi.
Ero particolarmente stressato quel giorno, quindi ci davo bello deciso con la mano.
In più, data la mia certezza di 3 vagoni vuoti, ero completamente staccato dal mondo, immerso nella mia sega.
Non ho ben idea di quanto tempo passò, prima del fattaccio.
Ormai in procinto di sborrare, la mano andava ancora più veloce.
Quando all'improvviso...
"E-ehm. Biglietto, prego."
Penso di aver avuto un infarto in quel momento.
"Merda." Pensai. "Ora si che sono davvero fottuto."
Mi girai e vidi il controllore.
Un uomo sulla cinquantina, brutto come poche cose e anche abbastanza fuori forma.
Rinfoderai il cazzo nelle mutande, e cercando di non incrociare troppo il suo sguardo, cercai il biglietto.
Cercai.
Cercai.
Continuai a cercare. Del biglietto, nemmeno la traccia in quei dannati pantaloncini.
Avevo inoltre speso i miei ultimi soldi per il pranzo. Ora si che ero davvero fottuto.
Cercando di recuperare la situazione per quanto possibile mi girai verso di lui.
"Senta...non so che fine abbia fatto, ma l'ho fatto poco fa alla stazione, non ho idea di come l'ho perso. Ero totalmente sicuro di averlo in tasca."
"Beh, certo, dicono tutti così. Sono 5 euro per il biglietto, può evitare la multa."
"Ecco si, non ho nemmeno quelli. Non è proprio la mia giornata, penso lei mi capisca..."
"No, sinceramente non posso comprendere un ragazzo senza biglietto e che si stava facendo letteralmente i cazzi suoi su un mezzo pubblico. Lei sta rischiando parecchio."
"Lo so, ma la prego...non so come fare..."
Il controllore si guardò intorno più volte, dopodiché posò la sua valigetta sui sedili dall'altro lato dei miei, e si sedette di fronte a me e ridacchiò.
"Beh caro mio, non è proprio la tua giornata."
Iniziò a sbottonarsi i pantaloni e tirò fuori il suo cazzo. Peloso ed anche un po' corto, non di certo un bello spettacolo.
"E così ti piace farti le seghe sui treni eh? che pervertito." Disse iniziando a scoprirsi la cappella guardandomi il pacco.
Io ormai, avevo capito dove sarebbe andato a parare.
"Senta, cosa vuole? cerchiamo di capirci subito che il viaggio non dura ancora molto."
Mi afferrò la mano e la mise sul cazzo.
"Dai, fammi sborrare, pervertito."
Ero abbastanza schifato, sono bi, ma non di certo per gente come lui. In generale, con i maschi è raro che io faccia qualcosa per davvero.
Iniziai quindi a fare ciò che andava fatto. Distogliendo lo sguardo, in attesa di intravedere il paese spuntare dal vetro del treno.
Ad un certo punto lui si fece più insistente.
"Sisi bel lavoretto di mano, ora fammi sentire la bocca, scommetto che succhi come una troietta."
Gli strinsi il cazzo forte da fargli male.
"Non sei proprio nella posizione di farmi incazzare."
"Nemmeno tu. Vedi di succhiarmi l'uccello o giuro che oggi non te la cavi con 500€."
Più riluttante di prima, iniziai a muovere la lingua sulla sua cappella.
Nemmeno tanto pulita per giunta. Peggio di così.
Dopo qualche minuto sentii il treno fermarsi.
"Ok, è stato bello, ma io vado eh!"
Presi la mia roba in fretta e furia, ma quando giunsi davanti alla porta notai che non eravamo arrivati in paese.
Il treno era fermo.
La voce del capotreno si fece sentire:
"Ritarderemo di circa 15 minuti, purtroppo vi è stato un problema sui binari."
"Non ci credo." dissio tra me e me.
Mi sentii afferrare dalle spalle.
"Vieni zuccherino vieni, adesso ci godiamo questi 15 minuti."
Il vecchio porco si era spogliato.
Mi appoggiò contro il vetro e mi tirò giù i boxer.
"oh ma guarda che bel culettino da ragazza."
"Scommetto che ne hai visti a centinaia eh brutto porco?"
Mi tirò uno schiaffo sul culo.
Non lo ritenevo nemmeno uno stupro, ma più una immensa botta di sfiga. Inoltre a metterlo nella merda non ci avrei guadagnato nulla, ci sarei finito anche io per atti osceni in pubblico.
Sentii le sue dita bagnate avvicinarsi al mio buco. Le sentii entrare.
Il mio cazzo si irrigidì. Non perché stessi godendo, ma perché la prostata sappiamo tutti dove è situata.
Mi sfilò le dita e sentii la sua cappella bagnata.
La fortuna fu dalla mia almeno in quel momento dato che era troppo corto per farlo entrare. La pancia ed il cazzo corto non fanno una grande coppia.
Il treno riprese a muoversi, grazie al cielo.
Lui a quanto pare godeva a strusciarmelo tra le chiappe a dirmi "Ah si ti piace eh?!?". Buon per lui, per me erano semplici struscini.
Approfittai per finire di segarmi, il movimento stimolava la sega, anche se la situazione era alquanto strana.
Sborrai sul pavimento del treno senza troppi complimenti.
Poi sentii bagnato dietro.
Il porco mi aveva sborrato sul culo.
"Aaah si. aaaah."
Si allontanò e si andò a sedere.
"Allora, ti è piaciuto?"
"Una cifra guarda." Risposi con tono estremamente sarcastico.
Lui si rivestì, prese la sua roba e si allontanò.
Io mi sedetti al mio posto ancora mezzo nudo.
Il treno era ormai prossimo a destinazione.
Nel frattempo mi pulii e rivestii.
Una volta giunto a destinazione, dopo essere sceso dal treno sentii bussare dal vetro.
Il controllore stava sventagliando il mio biglietto facendomi il dito medio ed emulando un pompino.
Mi girai e andai via senza dire nulla.
D'ora in poi, il biglietto, lo terrò stretto.



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