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La piccola Annie - Racconto 1 - Annie vuole uscire.


di Mesx
01.05.2018    |    25.352    |    0 8.6
"Silenziosamente andò a prendere uno specchietto che teneva in bagno e si piazzò sull'angolo della porta..."
Questa è la storia di Annie.

la piccola Annie era definita così non perché fosse giovane. Ella infatti era ormai abbastanza grande da guidare una macchina!
Era definita tale per via della sua statura...infatti Annie era alta solo un 1 metro e 45, una vera "tappetta".
Nonostante il suo essere minuta, Annie era una ragazza decisamente formosa e attraente.
Ella infatti aveva dei lunghi capelli ricci di un rosso naturale ed un viso cosparso da lentiggini, sul quale risaltavano due occhi verdi come smeraldi.
Una quarta di reggiseno, che quasi stonava sul suo corpicino, ed un sedere un po' sporgente come quello di una ballerina formavano il suo splendido corpo formato mignon.
Annie aveva tutto ciò per pura e semplice fortuna, la sua mamma era meravigliosa da quanto diceva sempre il suo papà. Di foto in giro non ce ne erano molte e purtroppo la donna era venuta a mancare poco dopo la sua nascita, pertanto lei aveva solo una vaga idea di come fosse fatta.
Agli occhi di chiunque Annie era una ragazzina d'oro.
A scuola era sempre stata elogiata dai professori per i suoi alti voti e per il livello di impegno che metteva in qualsiasi cosa.
Era piena di amiche, anche se molte di esse la invidiavano per quanto fosse bella e, pertanto, su quante attenzioni ricevesse dai ragazzi più belli nei corridoi durante gli intervalli.
Ma anche all'esterno dell'istituto ella era amata e ben voluta da tutti; la sua gentilezza era contagiosa ed il suo prodigarsi per il prossimo esemplare.
In tutto ciò, la piccola Annie nascondeva una grande vergogna, nonostante non fosse realmente colpa sua.
La povera fanciulla era stata violentata quando aveva solo 13 anni, macchiando così la sua verginità e la sua psiche.
In pochi lo sapevano, giusto il papà e la sua migliore amica.
Tuttavia, Annie nascondeva un segreto ben peggiore.
Come vi ho già detto, la sua psiche ne uscì alterata, nel modo peggiore possibile. Ella era divenuta ninfomane sin dalla giovane età per via del trauma subito.
Quando lo desiderava, poteva trasformare l'angioletto in una vera e propria succube.
La piccola e docile Annie infatti si riguardava dal far scoprire questo suo lato, ma andava con uomini di tutte le età e, da quelli più anziani o sposati, si faceva pagare cifre spaventose per non rivelare a nessuno quanto accaduto in quella camera d'albergo.
Nascondeva ingenti quantità di denaro nella sua stanza e badava bene a non spenderlo in maniera vistosa, così da non destare sospetti.
Il giorno di cui vado a raccontarvi, Annie fece il primo passo falso verso quella che sarebbe stata la fine della sua reputazione da ragazzina perfetta.
Quella sera ci sarebbe stata una festa a cui praticamente tutte le sue amiche sarebbero andate.
"Annie, davvero, non puoi non esserci!"
"Ragazze, lo sapete che abito distante...e mio papà non mi lascerebbe la sua macchina nemmeno sotto tortura."
Il papà di Annie era decisamente protettivo nei suoi confronti, ma mai in maniera eccessiva...tuttavia, l'uso della macchina non le era consentito, nonostante fosse ormai patentata.
Le sue amiche insistettero su quanto fosse davvero importante quella festa:
"Annie, saresti la ciliegina sulla torta, tutti ti adorano, non sarebbe la stessa cosa senza di te! e poi sono sicura che Jim sarebbe molto felice di vederti..."
Jim.
Dannato Jim.
Se c'era una cosa che faceva perdere il controllo ad Annie sulla sua vita perfetta era quel ragazzo. Il desiderio che aveva di scoparselo era così intenso e così forte che solo un saluto da parte sua le faceva inzuppare le mutandine.
"Pensa..." le disse un'altra delle ragazze "Stasera potresti trovare modo di stare un po' sola con lui..."
Quella frase fu l'inizio della fine.
"Farò il possibile ragazze...mandatemi l'indirizzo per messaggio, ok?"
Tornata a casa, Annie salutò in maniera solare il suo papà e lo abbracciò come era solita fare.
Il suo babbo lavorava principalmente da casa, era raro che uscisse se non per l'incontro con alcuni clienti.
"Bentornata tesoro! Ti ho preparato il riso al curry!"
"Ooooh papà, ti adoro!" era il suo piatto preferito e le dava tanta felicità mangiarlo.

Seduta al tavolo con la TV di sottofondo, Annie rifletté su cosa poteva dire o fare per farsi accordare il permesso di andare a quella straordinaria festa, ma soprattutto per farsi prestare la vettura.
Pensò alle cose più classiche, come implorarlo o promettere di fare i lavoretti in casa per il mese successivo, ma penso anche a soluzioni ben peggiori, come scappare direttamente dalla finestra dopo avergli dato del sonnifero.
"Nah...sarebbe troppo." disse tra se e se, non cosciente che l'idea che partorì dopo sarebbe stata ben peggiore.
Mise il piatto vuoto nel lavandino e andò al piano di sopra, dove stava l'ufficio del padre.
Quando si avvicinò alla porta aperta sentì rumori diversi dal solito provenire dall'interno, pertanto decise di fermarsi poco distante dall'uscio.
Sembravano sospiri interrotti, ansimanti.
Silenziosamente andò a prendere uno specchietto che teneva in bagno e si piazzò sull'angolo della porta...lo specchio all'interno dell'ufficio le avrebbe fatto da complice.
Ed ecco che riuscì a intravedere quel movimento di braccio che avrebbe riconosciuto tra mille.
"Bingo." disse sottovoce.
Aveva trovato l'idea su come convincere il suo caro papà a prestarle la macchina.

Ore dopo, Annie chiamò il papà nella sua stanza.
Quando l'uomo entrò sussultò un attimo alla vista della figlia.
Ella si era preparata di tutto punto, facendosi trovare con indosso solo una magliettina, un paio di mutandine di pizzo e un paio di calze lunghe fino al ginocchio...oh, aveva anche legato i capelli in una coda alta.
"Dimmi tesoro..." disse il papà con voce calma.
"Siediti qui accanto a me, ho bisogno di parlarti di una cosa, papino."
L'uomo si sedette sul letto come mille altre volte aveva fatto, senza malizia alcuna.
Annie cominciò a parlare, con tono seducente, della festa che ci sarebbe stata e di come le sarebbe servita la macchina.
"Annie, lo sai...non voglio che usi la macc..."
La piccoletta spinse un piede sul pacco del padre.
"Vedi papino...potrei fare una bella cosa per te se me la prestassi..."
Il padre sgranò gli occhi e si alzò di colpo, rosso in viso.
"Annie! Sei impazzita?!?"
Lei si mise in ginocchio sul letto e continuò spietata le sue avance.
"Avanti papà...ti ho visto prima, nel tuo studio..."
Il padre si fece ancora più rosso e non seppe più cosa ribattere...lei colse la palla al balzo per appoggiare le mani sulla patta dei pantaloni.
"Immagino tu ti senta molto solo da quando la mamma non c'è...in fondo se non sono 18 anni che non fai nulla, saranno 7-8...da quando uscivi con Katy..."
Il padre era immobile ed esterrefatto, non sapeva come reagire alle mani della figlia che sbottonavano i pantaloni e lentamente afferravano il suo membro turgido.
"A quanto pare la mia idea ti sta piacendo, eh papino...?" disse lei mentre a rilento scopriva la cappella del padre.
"Non...non dire certe cose." disse lui imbarazzatissimo.
Lei diede il primo colpo di lingua sulla punta, facendolo sobbalzare.
"Annie...Annie fermati! Ti prego..."
Ormai era troppo tardi, la bocca della ragazzina stava già avvolgendo la cappella dell'uomo e stava andando giù ad ingoiare quanto più cazzo possibile.
Ogni uomo cede prima o dopo quando il suo pene si indurisce...pertanto, di li a poco si ritrovò a spingere la testa della figlia per farglielo succhiare di più.
Quando si staccò dal suo cazzo la sua faccia era perversa e soddisfatta.
Iniziò a spogliarsi, lasciando le sue belle tette al vento e sfilandosi poi le mutandine.
Il padre ormai era partito per la tangente e la gettò sul letto per succhiarle le tette e successivamente leccarle la figa, bagnata dall'emozione.
Quando allargò le gambe il padre sussultò ancora un istante.
"Beh? Che fai, non ti godi la portata principale?" disse lei con fare più sexy possibile.
Lui fece un sorriso malato e la penetrò senza nemmeno usare il preservativo, il che la sorprese.
"Oh! ehi...piano, mi fai male così..." disse lei tutta allegra.
Si lasciò scopare per quasi mezz'ora, godendo quanto più poteva, anche se in realtà non provava chissà quale piacere.
Il padre ormai era nella piena eccitazione.
"E' proprio come quella di tua madre, dovremmo farlo più spesso!"
"Ehi, occhio a non venirmi dentro eh!" il modo di fare di lui la stava preoccupando.
Lui aumentò il ritmo e non accennò minimamente a fermarsi.
"Ehi! ehi ti ho detto di non venirmi dentro!" la situazione le era ormai sfuggita di mano.
Cercò di fermarlo spingendolo ecc, ma ormai il padre era in un mondo tutto suo.
"Papà, PAPA' FERMATI!"
Lui aumentò ancora e finì col riempire la sua figa di calda sborra.
Lei aveva sbarrato gli occhi, suo padre aveva appena sborrato dentro di lei, oltre ad aver riportato alla mente quei terribili istanti di quando era bambina.
Lui si appoggiò con la testa sul suo seno e lei prese la sua testa tra le braccia come se fosse un bambino, anche se avrebbe voluto strangolarlo con tutte le sue forze.
"Annie...Annie dio mio cosa ho fatto..."
Lei rimase in silenzio per un attimo...l'angioletto sparì del tutto per fare posto alla succube.
"Sarà meglio che io possa andare a quella festa stasera...papà."

Fine primo racconto.

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