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CONSEGUENZE DI UNA VISITA AMBULATORIALE


di Foro_Romano
08.06.2016    |    26.077    |    5 9.4
"Quando ho ripreso fiato mi sono sfilato lentamente ed ho potuto vedere quello che rimaneva del suo buco, ormai diventato un voragine che tentava di..."
Ho poco più di cinquant'anni e da trenta sono addetto alle pulizie di un grande centro ambulatoriale al centro di Roma. Faccio sempre le stesse cose: spazzo tutto il giorno e, nelle ore di chiusura, spolvero le scrivanie dei dottori e lavo i pavimenti. Sono di costituzione robusto e il lavoro non è certo pesante. Qualche volta mi chiedono di spostare un macchinario ma non è certo un problema per me: ho dei muscoli forti e tonici che non mi hanno mai deluso (né hanno deluso mia moglie o qualcun'altra). Per finire di descrivermi vi dico che ho una folta barba e sono coperto di pelo fino alle nocche delle mani. Molti peli, come anche molti capelli, sono ormai bianchi che si mescolano a quelli neri naturali, specie sulle tempie. Ma dicono che il brizzolato piace e lo capisco dagli sguardi di molte donne in attesa nelle apposite sale prima della visita specialistica. Molte donne ma anche molti uomini, anche se faccio finta di niente. Non sono e non mi sento bisessuale. A me piacciono solo le donne o, almeno, ne ero sicuro fino a pochi giorni fa.
Mi è capitato che passando a spazzare in una sala di attesa sono stato rapito dalla bellezza di un ragazzo che avrà avuto venti anni o poco meno. Quello splendore non ha colpito solo me ma anche "quello" che tengo tra le gambe, nascosto nelle mutande. E' da questo eccezionale interessamento che ho capito la stranezza della situazione.
Di solito mi piace scambiare qualche parola con i pazienti in attesa. Mi distrae un po' dalla monotonia del lavoro. Istintivamente ho cominciato a parlare con lui, a dirgli che ormai non ce la facevo più, che stavo lavorando dalle sei della mattina e che stavo per finire il turno.
Notai anche che il mio interessamento era contraccambiato. Mi disse di sé, di dover fare una visita dermatologica per controllare un neo che gli sembrava strano. Il discorso poi andò sulla difficoltà oggi di trovare un lavoro, infatti gli dissi che mi reputavo fortunato ad averne uno ed al fatto che avevo potuto così tirare avanti la mia famiglia, composta da mia moglie e due figli: la femmina ormai di 20 anni ed il maschio di 10. Che mia figlia adorava il fratellino sin dalla nascita, eccetera.
Insomma parlammo un po' e poi, a malincuore, proseguii lungo il corridoio tirandomi dietro il carrellino con gli attrezzi per le pulizie. Gli ripassai davanti al ritorno, spingendo lo stesso carrello. "Nella mia vita ho spinto più questo carrello che mia moglie" gli dissi sorridendo. Non so se lo dissi involontariamente o meno, lasciando spazio ad un certo doppiosenso. Mi rispose con un sorriso devastante per la mia virilità. Era bello come un angelo disceso in terra.
Il fato (forse) ha voluto che lui finisse la visita proprio mentre mi accingevo a staccare dal lavoro e ci ritrovammo davanti all'ascensore. Gli domandai come era andata e mi disse che il medico non gli aveva riscontrato niente di anomalo. Parlavamo tranquillamente ma gli sguardi che ci lanciavamo dicevano molto di più sicché, entrati dentro, lo guardai e premetti il pulsante del piano interrato, anziché quello dell'uscita, senza che lui dicesse niente. Arrivati giù raggiungemmo una stanza dove lo feci entrare e gli dissi di aspettarmi li, poi andai a timbrare l'uscita e salutare gli altri colleghi. Tornai da lui e, di soppiatto, lo condussi in una stanza lontana dove nessuno ci avrebbe disturbato e chiusi a chiave la porta.
Eravamo soli con i nostri sguardi pieni di desiderio. Non ci fu bisogno di dirci nulla. Lo appoggiai al muro e mi abbassai a baciarlo. Le nostre lingue si intrecciarono, umide, nella sua bocca, oltre quelle meravigliose labbra dolci come il miele. Le mie mani raggiunsero il suo sederino e cominciarono a lavorarselo con sua piena soddisfazione perché si lasciò andare alla passione, stretto tra le mie forti braccia.
Non ci fu bisogno di dire nulla nemmeno quando, finito quel bacio così passionale, scivolò in basso lungo il muro fino a premere la faccia contro la patta dei miei pantaloni ormai stragonfia. Fu lui, che con le piccole mani, mi slacciò la cintura, fece scendere la zip e mi abbassò i pantaloni fino alle ginocchia. Dopo essersi strofinato contro i miei boxer, abbassò anche quelli liberando dalla sofferenza la mia nerchia in tiro, che gli andò a sbattere impunemente ed impudicamente contro la faccia.
Non ebbe il tempo di ammirarla che gliela ficcai in bocca. Le rosee labbra gli si strinsero subito intorno e la piccola lingua cominciò a saettarci intorno. Ci sapeva fare il ragazzo. Eccome! Pochi secondi e gli afferrai la testa spingendogli la mazza fino in gola provocandogli un conato. La tolsi subito. Non volevo fargli male. Ma lui la riprese e se la piantò fino in fondo da solo. Cominciò a pomparla con una maestria che mi tolse il respiro. Durai poco. Lo bloccai con le mani, mi inarcai gettando la testa indietro e gli scaricai tutto dentro. Quando ebbi finito e mi ripresi mi accorsi che aveva ingoiato tutto e si andava leccando le labbra. Alzò gli occhi e mi sorrise, si sollevò e mi si strinse al petto, me lo baciò (lì arrivava la sua testa) e mi disse "Grazie". Lui a me!
Essendo in estate, abbiamo atteso che qualche giorno dopo mia moglie coi figli andassero in vacanza nella nostra villetta al mare, così ho potuto portarmelo a casa. Avevo una voglia pazzesca di scoparmelo. Non capisco ancora che mi è preso ma questo è quello che volevo da lui. E oggi è successo. Gli ho dato un appuntamento e l'ho fatto salire in macchina per portarlo da me. Già lì mi ha messo una mano sulla coscia ed ha cominciato ad apprezzarmela dicendo che è grossa, che ho delle cosce da calciatore. Le mie mani così grandi e il mio pelo abbondante che lo fa impazzire, i miei muscoli, la mia altezza che lo sovrasta di molto, la mia barba ed i capelli brizzolati, la mia età perché gli sono sempre piaciuti i daddy, forse perché non ha mai avuto un padre, che aveva abbandonato la madre quando era appena nato. Mi ha detto che apprezzava tutto di me. Mi ha fatto sentire un superuomo proprio quando cominciavo a sentirmi vecchio. Che avrei dovuto dire io di lui! E' perfetto. Sembra una delicata statuina di bisquit e mi viene voglia contemporaneamente di accarezzarlo e di distruggerlo con la mia forza. Insomma, prima di entrare in casa avevo già il cazzo che stava per spaccarmi la lampo dei pantaloni.
Una volta dentro mi ha abbracciato forte e ci siamo dati uno stupendo bacio che mi ha fatto provare sensazioni ormai sopite da tempo. Il profumo della sua giovane pelle mi ha fatto salire il sangue al cervello (e non solo lì).
"Andiamo sul tuo letto matrimoniale?".
Mi venne un'idea. "No, andiamo su quello di mio figlio".
"Perché? Non sarà troppo piccolo?"
"No tutti e due i miei figli hanno letti ad una piazza e mezza. Ci staremo".
Non ha obiettato e mi ha seguito. Lì gli ho praticamente strappato i vestiti lasciandolo completamente nudo. Lui mi ha lasciato fare senza obiezioni. Un attimo per ammirarlo in tutta la sua bellezza, la sua delicatezza adolescenziale, la poca leggera lanugine che gli copriva solo le gambe ed il culetto sodo e prominente, poi l'ho preso di peso e gettato sul letto. Mi sono fiondato su di lui per un nuovo intensissimo bacio. Poi mi sono alzato e mi sono spogliato anch'io.
Quando ho finito ho trovato che si era messo sdraiato, con le gambe alzate trattenute con le braccia, mettendo oscenamente in mostra il suo roseo forellino tra le chiappette.
"E' questo quello che volevi? Eccolo. E' tutto tuo. Prendimi".
Credo di non aver mai avuto un'erezione più repentina in tutta la mia vita. Mi sono fiondato con la bocca a leccarglielo, graffiandogli le cosce con la mia barba dura. Gli ho ficcato dentro alcuni centimetri di lingua. L'ho tirata fuori e rimessa più volte per bagnarlo più che ho potuto. Gemeva, si contorceva, mi ha istigato a scoparlo il più presto possibile.
"Ti prego, entrami dentro, scopami, voglio essere tuo, tutto tuo".
Mi sono tirato su, in ginocchio, ho bagnato di sputo più volte la mia mazza che credo di non aver mai visto più eccitata. Non volevo fargli male o forse si, ma il meno possibile. Di fatto sono entrato con un solo colpo, fino in fondo, spaccandogli il forellino.
Ha cominciato ad urlare come un agnellino sgozzato tanto che mi sono immediatamente fermato. "No, no, non ti fermare... scopami... scopami... sbattimi... sfondami..." e io l'ho sfondato. Letteralmente. E' quello che mi ha chiesto, che mi ha supplicato di fare, contorcendosi e gemendo come una cagnetta in calore. Mi è sembrato un sogno, uno splendido sogno. Non capivo più niente. Ho continuato a martellarlo senza tregua, in tutte le posizioni. Gliel'ho fatto sentire fino alla bocca dello stomaco. Come non mi sono mai fermato io, lui non ha smesso di gemere, gridare di dolore, di piacere, incitandomi a farlo mio sempre più forte.
"Ti piace, vero?"
"Si, si".
"Sei una vacca, una zoccola, una troia..."
"Sono la tua troia" ha sottolineato.
Ce l'avevo sdraiato sotto di me, schiacciato da tutto il mio peso, tenendogli ferme le mani con le dita intrecciate alle sue per quanto possibile data la differente grandezza quando, con uno scatto, gli ho piantato il cazzo fino in fondo e sono esploso in lui, sparandogli dentro una prima bordata di sperma. E' seguita una serie di altri affondi secchi ad ognuno dei quali corrispondeva un'altro potente schizzo fino a riversargli dentro l'intero succo dei miei coglioni.
Durante tutta la sborrata lui protendeva, per quanto possibile, il culetto contro di me facendosi aprire completamente. Gli sono caduto addosso sfinito mentre lui è venuto contro le lenzuola. Quando ho ripreso fiato mi sono sfilato lentamente ed ho potuto vedere quello che rimaneva del suo buco, ormai diventato un voragine che tentava di richiudersi, mentre un filo della mia sborra gli colava fuori a bagnargli le cosce e i coglioncini.
Mi sono sdraiato accanto a lui che, con un braccio, ha avvolto il mio torace ancora ansimante e mi ha detto una cosa che ancora mi ronza in testa. Una cosa che lì per lì mi ha sconvolto ma poi ne ho preso atto senza drammi. "Hai voluto farlo sul letto di tuo figlio perché è lui che tu avresti voluto scopare. Vero?"
Forse non ha tutti i torti. Forse è così, però è lui la mia troia personale ed è lui che mi scopo con grande soddisfazione di entrambi e la famiglia è salva.

(Non fate mai l'amore senza il preservativo: non rovinatevi la vita, godetevela)

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