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Gay & Bisex

NON VOGLIO FARLO


di Foro_Romano
03.11.2016    |    27.844    |    14 9.6
"“Quale ti è piaciuta di più”, disse scherzosamente Michele..."
(Racconto n. 70)

Era un periodo che avevo una voglia di culo che non potete immaginare. Il mio cazzo faceva scintille solo all’idea di poterlo affondare in un tenero culetto voglioso, possibilmente già sfondato, per poterlo usare a piacimento senza troppi problemi.
Ho 45 anni ed un fisico piuttosto robusto e virile, coperto di abbondante pelo nero. Ho un po’ di chierica in testa ma non mi importa. So incutere paura anche con uno sguardo e la folta barba mi facilita le cose. Checchine che vogliono essere sbranate da me non me ne sono mai mancate. Poveri agnellini che vogliono andare volontariamente al macello. E non ne ho mai deluso nessuno. Nonostante questo, il sesso è come la droga: più se ne fa e più se ne ha bisogno.
Quella sera, però, chissà perché, avevo voglia di qualcosa di diverso. Volevo qualche ragazzo poco pratico di arti erotiche in cui inculcare… qualcosa di solido… Non so se mi capite.
Essendo di sabato, decisi di andare in discoteca, che è sempre così piena di troiette scatenate. Purtroppo alla mia età ci si sente come un pesce fuor d’acqua o, meglio, una vecchia balena circondata di pesciolini guizzanti. Fortuna che non sono l’unico nella stessa situazione. Ci trovo sempre qualche altro matusa e noi degli “anta” facciamo sempre combriccola per non sentirci soli.
Quella sera ci incontrai Ciro, un tozzo e rozzo napoletano molto simpatico, e Michele, un gigante di un metro e 90, un fascio di muscoli che con uno schiaffo potrebbe uccidere qualcuno. Fortuna che è un buono che fa male solo quando spacca il culo a qualche giovane ninfomane. Siamo tutti e tre esclusivamente attivi quindi eravamo lì solo per una battuta di caccia… al finocchietto. Non ci facciamo mai concorrenza e ci mettiamo sempre d’accordo sulla diversa scelta delle prede.
Ad un certo punto Michele mi fa: “Hai notato quel ragazzetto laggiù? Mi pare proprio che non ti ha mai staccato gli occhi di dosso. Secondo me gli piaci”.
“Ma chi? Dove?”
“Là. Ma non vedi? Appoggiato al muro. Guarda quanto è carino. Vedi? Ti sta guardando”.
Semplice per lui. Dalla sua altezza, notava tutto con facilità. Girai lo sguardo nella direzione che mi indicava con la testa ed effettivamente vidi un bel giovane. Molto giovane e molto carino che guardava verso di me.
“Ma sei sicuro che guardi me? Non sarà interessato invece ad uno di voi due?”
“Ma no, scemo. L’età ti ha rincoglionito. Vai, provaci. Io dico che ci sta. E’ un bel bocconcino”. Così mi decisi. Attraversai la bolgia di gente e mi avvicinai a lui che sembrò felice di vedermi.
“Ciao cuccioletto. Sei da solo?”
“Si. Cercavo un po’ di compagnia e sono venuto ma sono tutti della mia età”, disse quasi sconfortato.
“Se non ti piace la compagnia di quelli della tua età ci sono qui io”, gli dissi con un bel sorriso. Sorrise anche lui ma abbassò la testa come per timidezza. Nel buio schizzato di luci della discoteca potrei scommettere che era arrossito.
“Perché fai così? Ti vergogni? E di che? Che ti piacciono gli uomini maturi? Ma non c’è niente di cui vergognarsi. A me, per esempio, piacciono i giovani come te e non me ne vergogno affatto”. Sorrise di nuovo alla mia battuta. Ed aggiunsi:
“Anzi, posso dire che tu mi piaci proprio”. Mi avvicinai a lui e mi chinai a dargli un bacetto sulle labbra. Rispose con impeto e mi si strinse addosso. Io, di rimando, gli ficcai tutta la lingua in bocca e cominciai a limonarlo, mentre le mie mani gli stringevano con forza le chiappette. Anche quando ci staccammo dal bacio rimanemmo così avvinghiati. Lui sentiva certamente il mio bozzo contro la sua pancia. Gli pastrugnai con decisione quelle delizie che tenevo in mano: sode e tenere nello stesso tempo.
“Ho una gran voglia di aprirtele per bene e di infilarci dentro la mazza”, dissi senza mezzi termini.
Ed il vergognosetto se ne uscì con uno sfrontato “Io invece ho voglia di farti un pompino. Sono bravo sai?”
Hai capito il ragazzino? Voleva comandare sul da farsi. “Beh, certo, cominciamo con un bel pompino. Quelle tue labbra devono essere fantastiche ma non mi vorrai negare il “boccone del prete”!?”
“Ecco, io… non l’ho mai fatto e non voglio farlo. Ho paura”.
“Paura di che?”
“Del dolore”.
“Certo che dipende dalla grossezza dell’attrezzo ed il mio è piuttosto grande, ma è solo iniziale e dopo proveresti solo tanto piacere. Non vedi quanta gente lo fa?”
“Si però io non me la sento. Per questo ho imparato a fare molto bene i pompini, anche ai cazzi grossi. Riesco a prenderli tutti dentro fino in gola. E poi mi piace bere la sborra”.
“Mmmm, così mi fai scoppiare i pantaloni. Sei proprio un bel maialino. Proprio quello che vado cercando. Peccato che sei vergine di culo. Vabbè, non tutte le ciambelle vengono… col buco”.
Ci siamo dati un altro bacio profondo ma questa volta era la sua mano a tastarmi la mazza, trovandola già bella che pronta per la sua boccuccia.
“Accidenti, è proprio grosso! Dovrò faticare parecchio”.
In quel mentre si avvicinarono i miei amici. “Beh, non fai le presentazioni?”
“Veramente non le abbiamo fatte neanche noi. Loro sono Ciro e Michele, io Achille e tu?”
“Piergiorgio. Piacere” e ci strinse la mano. Com’era piccola! Ho avuto paura che Michele, senza pensarci, gliela stritolasse.
“Mi stava dicendo che lui è bravissimo a fare bocchini, anche con l’ingoio, ma che non lo ha mai preso dietro: è ancora vergine. E quel che è peggio è che non lo vuole fare”.
“Che peccato… Un così bel ragazzo…”, fece Ciro quasi con aria di sfottò. Ci guardammo e qualche ideuzza ci balzò per la testa. “Come è possibile che un bel ragazzo come te che ama i cazzi ancora non lo ha preso in culo?”
“E’ una sua decisione. Lascia perdere”, feci io.
Intervenne Michele. “Non è che oltre che a questo bellimbusto ci faresti anche a noi dei ricchi bocchini? Siamo tutti ben dotati, se ti interessa”.
Le mani della troietta erano già sulle loro patte a soppesare gli attributi. “Lo sento! La cosa mi stuzzica. Non mi è mai capitato di spompinare tre maschi maturi insieme. E così forniti, poi”. Hai capito l’angioletto? E’ proprio vero che dietro le facce più dolci si nascondono le puttane più perverse.
“Andiamo nei bagni?”
“No, ho un’idea migliore”, fece Ciro. “Mia moglie è andata dalla madre e ho la casa libera. Venite da me, ‘ché sto vicino”.
Così, tutti d’accordo, andammo con la sua macchina a casa di Ciro. Appena entrati cominciammo a palpare Piergiorgio dappertutto, specialmente sul culetto prominente, mentre ci avviavamo rapidamente nella stanza da letto. Si mise seduto sul bordo con noi tre davanti con le patte già piuttosto gonfie. Ad uno ad uno ci strofinò il viso sopra, constatandone le dimensioni e la consistenza. Lo si vedeva sempre più eccitato. Figurarsi noi! Cominciò ad aprire la cinghia dei pantaloni di Ciro e a sbottonarglieli.
“Ma perché non ci spogliamo completamente tutti? Staremo più comodi”, disse Michele. Fummo subito d’accordo e ognuno si spogliò per conto suo, buttando i vestiti dove capitava. Anche il ragazzo, naturalmente. Oddio quanto era bello: un fisico piccolo ma perfetto nelle proporzioni ed una pelle liscia e profumata, ricoperta di una leggera peluria sulle gambe. Un culetto da sbavarci sopra. Peccato non poterlo usare. Preferimmo metterci tutti sul grande letto. Noi tre sdraiati l’uno accanto all’altro e lui che si dedicava a spompinare per un po’ ognuno di noi prima di passare ad un altro. Ci faceva grufare come maiali.
“Guarda che non ti basterà farci venire una volta. Noi possiamo farlo anche più volte di seguito. Stasera ne dovrai bere di sborra, bel pompinaro!”, feci io.
Mi rispose un mugolio di approvazione dal ragazzino con la bocca occupata sul lungo cazzo di Michele. Ce li ripassò tutti con un’abilità incredibile fino a che Ciro gli mise le mani sulla testa per piantaglielo bene dentro ed esplose contorcendosi tutto dal piacere. Deve avergliene sparata tanta, vista la durata del suo urlo, ma il ragazzino riuscì ad ingoiarla tutta senza perderne una goccia. Poi glielo lappò per pulirglielo bene ma noi altri due non potevamo aspettare oltre e, prima Ciro e poi io, gli sparammo il nostro carico in bocca ed anche di noi la zoccoletta bevve tutto. Poi tirò su il busto e ci guardò soddisfatto leccandosi le labbra bagnate di sborra. I nostri cazzi erano rimasti barzotti.
“Quale ti è piaciuta di più”, disse scherzosamente Michele.
“Sono buonissime tutte e tre anche se di sapore diverso. Adesso potrei riconoscervi anche solo assaggiando lo sperma, ad occhi bendati. Ci ridemmo sopra.
“E dei nostri cazzi che dici?”
“Sono tutti e tre bellissimi e grandi. Questo di Michele ha un diametro consistente, poco più del normale, ma è il più lungo. Quanti sono? 22-23 centimetri? Questo di Ciro è meno lungo ma è notevolmente più largo. Questo di Achille è più lungo e più largo del normale anche se non raggiunge le dimensioni di voi due. E’ più proporzionato e, direi, maestoso”.
“Eh si. Il bambino se ne intende proprio. Che ne dici di fare un altro giro sulla giostra?”, fece Ciro che sembrava ancora ancora più allupato di prima, col cazzo che gli era tornato duro come il marmo. Quello non se lo fece ripetere e si ributtò a bocca aperta sull’osso che gli veniva offerto.
Ciro mi fece un cenno mettendo le mani sulla testolina che faceva su e giù, accompagnandola ma facendo in modo che non si sfilasse mai. Avevo già capito l’antifona e, approfittando del fatto che il succhiacazzi era a pecorina, presi della crema dal comodino e me la spalmai abbondantemente sulla mazza dura poi mi piegai a leccare ed insalivare il buchino vergine. Il ragazzo ebbe un sussulto lamentandosi a bocca piena.
“Non ti preoccupare”, gli fece Ciro. “Achille sta solo facendoti provare un piacere in più”. Sembrò tranquillizzarsi e cominciò a godere anche delle mie leccate. Quando la sua attenzione si concentrò decisamente sul pompino che andava facendo, misi abbondante crema anche sul suo forellino roseo. Ciro gli bloccò la testa, io puntai la cappella e detti una prima leggera spinta.
Il ragazzino cercò di reagire ma anche le braccia gli vennero tenute ferme da Michele. Altra spinta e la cappella entrò dentro. Il suo urlo fu attutito dal grosso cazzo che aveva in bocca. Andai avanti lentamente con piccole spinte aspettando ogni volta che il suo culetto si adattasse alla nuova invasione. Man mano che entravo in lui si andò calmando e, quando gli fui completamente dentro, era chiaro che la novità gli stava piacendo molto. Ciro gli liberò la testa.
“Ahhh… Siii… Che bellooo!”
“Visto? Il nostro Achille ti ha sverginato senza troppo dolore e ti sta piacendo”.
“Siii… ancora… ancora… di più…”
Aumentai il ritmo fino a fotterlo duramente e lui, abbandonato il bocchino, godeva e si agitava come un matto. Il suo culetto era ormai aperto. “Siii… scopamiii… Ahhh… forteee”.
Ciro mi venne vicino e si incremò l’attrezzo. Voleva prendere il mio posto ed io mi sfilai.
“Nooo… ancora… per favore… ancoraaa”
“Si tesoro, adesso entro io e col mio cazzo largo ti aprirò ancora di più il buco e te lo spacco per bene”. Non finì la frase che forzò l’apertura e gli entrò dentro, fottendolo subito con intensità.
“Aaahhh… Oddiooo… Ohhh… Mi stai rompendo tuttooo”.
“Si tesoruccio, certo. Non era possibile che un amante dei cazzi come te rimanesse vergine. Capisci? Ma ci pensiamo noi a colmare questa lacuna. Tu preoccupati solo di godere, troietta”.
“Siii… ahhh… scopatemi… scopatemi… sfondatemi tuttooo… ahhhiaaa”
“A sfondarti per bene ci penserà il lungo cazzo di Michele”. Detto questo si fece sostituire dall’ultimo di noi che, con un secco affondo, glielo fece arrivare allo stomaco per poi continuare con pompate sempre più veloci.
“Aaagrrr”. Il ragazzino era ormai nel paradiso del piacere, col sedere in alto e la testa sul cuscino, sul quale sbavava abbondantemente, con gli occhi persi nel vuoto.
Ci alternammo più e più volte in quel buco fantastico, grugnendo e fottendolo come animali tra i gemiti e le grida sommesse del giovane. Dopo almeno mezz’ora di quel trattamento, quando fu completamente spanato, uno per volta gli sborrammo tutto dentro. Continuammo a fotterlo fino a svuotarci completamente le palle mentre il nostro sperma gli schizzava fuori e gli colava lungo le cosce.
Alla fine, coi cazzi ormai flosci, restammo ad ammirare quel capolavoro di voragine in cui avevamo trasformato quel buchino non più vergine che andava lentamente richiudendosi. Ci sdraiammo tutti per riprenderci un po’. Piergiorgio ruppe il silenzio.
“Sapete? Ho detto che non avrei mai dato il culo ma in realtà sognavo di farlo per la prima volta con un uomo maturo e gentile che non mi avrebbe fatto male ed è andata proprio così. Grazie Andrea”.
“Il piacere è stato tutto mio”, gli dissi ridendo.
“Poi noi abbiamo approfittato e ti abbiamo aperto in due come veramente voleva la troia che è in te. Non è così?”. Aggiunse Michele con poca gentilezza. Ma il ragazzo ammise.
“Si è vero e incontrare tre bei maschi come voi e ben dotati è stata una fortuna”.
“Puoi dirlo forte”, aggiunse quell’allupato di Ciro. “Anzi, se tre sborrate in bocca ed altrettante culo non ti bastano, cara puttana, qui ce n’è ancora una pronta per te” e scrollò il suo cazzo tornato completamente rigido.
Appena due succhiate e il ragazzino venne messo a gambe all’aria e inforcato fino in fondo dal grosso palo di quel porco. “Prendilo tutto, cagna bastarda. Ormai sei un perfetto rottinculo”. Lo fotteva con forza e più ce ne metteva e più quello ne chiedeva.
Con quella scena davanti, sia a me che a Michele tornò duro come il marmo. Non avendo altro modo di sfogarci, glielo infilammo a turno in bocca senza preoccuparci di sfondargli la gola ma il ragazzo non si lamentava, anzi godeva come un maiale.
Appena dopo che Ciro svuotò completamente le palle in fondo a quel culetto rotto noi gli coprimmo di sborra il faccino angelico che, a bocca aperta e lingua di fuori, cercava di mangiarne il più possibile.
Alla mia età venire tre volte di seguito è stata un’eccezione ma la voglia che aveva quel bel porcellino ce le tirò fuori senza difficoltà. E non finì lì. Lo abbiamo incontrato altre volte, in luoghi diversi, dove era possibile, tutti e tre insieme oppure in due o da soli. Non ci ha mai deluso ed ogni volta ci ha spompato fino all’ultima goccia con immensa goduria nostra e sua. Ce lo siamo fatto anche in due insieme nel culo. Però adesso gli è diventato veramente una voragine svuotacazzi. Alla faccia del verginello che voleva essere.

(Le stesse cose si possono fare con le precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela).


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