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IL NUOVO ARMADIO (terza parte)


di Foro_Romano
17.10.2013    |    15.886    |    7 9.4
"Così Andrea, passato il primo periodo di scatenamento adolescenziale, pian piano andava comparando i due modi di fare sesso..."
Dopo quel giorno la vita del giovane Andrea cambiò completamente. Non solo per essere stato così duramente sverginato e definitivamente sfondato, ma perché, avendo quasi sempre a disposizione la casa quando i due uomini staccavano dal lavoro, questi potevano andare da lui per dar libero sfogo alla loro sessualità, l'uno per essere sempre pronto e dalla voglia prepotente e l'altro perché poteva prendere da lui quello che la moglie non aveva mai voluto fare.
A volte erano in due ma, per i diversi impegni, spesso capitava ora l'uno ed ora l'altro da soli. Così Andrea, passato il primo periodo di scatenamento adolescenziale, pian piano andava comparando i due modi di fare sesso. Tutti e due erano forti, aitanti, focosi maschi indiscussi, però erano nettamente diversi. Vincenzo, il quarant'enne, bello e affascinante (specie quei due bei baffi neri!), era prepotente, volgare, violento, spesso doloroso nel soddisfare, ma proprio per questo realizzava nel giovane i suoi sogni più sfrenati, quelli che ancora andava facendo quando i suoi ormoni lo spingevano ad una sega solitaria. Giulio, invece, il cinquantenne, era più dolce. Indendiamoci, nel fare sesso anche lui non aveva limiti, anche lui ricorreva alla forza virile e alle parole volgari ma, raggiunto l'appagamento, cercava di darlo anche al ragazzo e poi lo carezzava e si preoccupava di non avergli fatto troppo male.
Il dopo con Giulio era sempre così tenero! Andrea gli si accoccolava sulla spalla, nella sua ascella, avvolto dal poderoso braccio muscoloso da operaio e si rilassava. Anzi erano tutti e due a rilassarsi insieme. Il giovane passava felice la sua mano sul gran torace peloso del maschio, ancora ansimante per l'amplesso, godendo nel sentirsi entrare l'aria nel buco da poco riaperto e umido della crema che vi aveva appena ricevuto, mentre l'uomo lo carezzava e lo stringeva a sé. Era ancora incredulo per la fortuna che gli era capitata nella vita. Si rendeva conto che era da pochi aver avuto un'iniziazione così fantastica.
Quasi sempre, quando scopava con tutti e due, dopo che si erano goduriosamente alternati nel fotterlo, finiva col prenderli dentro il suo buco spanato contemporaneamente, dove sborravano in abbondanza. A volte, poi, non si limitavano a venire una volta sola: le altre le riceveva in bocca od in faccia. Quella sua bella faccia di angelo così apprezzata, anche perché fornita di una bocca da pompinara sempre più ineguagliabile.
Troia, zoccola, puttana, bagascia rottainculo, baldracca sfasciata, mignotta erano i temini con la quale veniva usato, specialmente da Vincenzo, ma erano anche i termini che più adorava sentirsi dire mentre veniva fottuto con forza dai due maschi. In fondo era vero. Era proprio tutto quello che loro gli dicevano. E a lui faceva piacere. Lui, appena diciottenne, con quei due maschi già maturi.
Spesso nelle sue seghe Andrea rivedeva la faccia di Vincenzo, stravolta dalla libidine mentre lo inculava dal davanti, con le sue gambe aperte ed avvinghiate a quelle portentose cosce pelose. Lo insultava e lo fotteva duro, senza sosta, col suo grosso cazzo nodoso, mentre il ragazzino sbavava di godimento sotto di lui e la stanza risuonava dello sciacquio nel buco rotto e della tenera carne delle sue chiappette sbattuta all'impazzata. Dopo una buona mezz'ora di quel trattamento, l'uomo aumentava i suoi grugniti e con suono animalesco si inarcava all'indietro sparandogli a raffica dentro tutto il suo piacere, per poi ricadergli sopra, continuando un andirivinieni sempre più lento.
Col tempo anche Giulio, all'inizio piuttosto silenzioso, si lasciava andare di più agli insulti per poi, dopo, scusarsi, ma sempre sapendo che invece questo piaceva al "dolce cucciolo", come amava chiamarlo, a differenza della "piccola troia", come lo chiamava il collega. Quello era sposato ma non se ne curava e tradiva la moglie con chiunque gli capitava, spesso stupide ragazzine. Lui invece sentiva di essere un capo famiglia che doveva proteggerla e mantenerla unita. Amava la moglie ma il sesso era un'altra cosa. In fondo i suoi due figli erano ormai grandi: la femmina, più piccola, aveva 25 anni ed era omai sposata; il maschio ne aveva quasi 27, non ne voleva ancora sapere di matrimonio ed era sempre in giro coi suoi amici. Già, lui aveva 52 anni e se la faceva con un diciottenne, più piccolo dei suoi figli! Quel "cucciolo" gli dava tutto ciò che cercava e che non gli era stato mai permesso di fare.
Andrea aveva capito che un certo scombussolamento nella vita di Giulio lo aveva portato, ma non gli diceva niente. Si sentiva forse un po' in colpa e non voleva intromettersi nella vita di quell'uomo dal quale era sempre più attratto. Da tutta quella attività sessuale spuntava pian piano un sentimento diverso: per la prima volta si stava innamorando dell'uomo che gli trasmetteva, oltre ad un forte rapporto carnale, anche un senso di dolcezza e protezione. Ma era sposato, aveva una famiglia, dei figli, e lui non voleva essere causa di disastri.
Anche Giulio era cosciente di questo ma era sempre più coinvolto e cercava sempre di più la sua vicinanza. Non era geloso del fatto che il ragazzino se lo scopava anche Vincenzo, in fondo era grazie a lui che la storia era cominciata, perché lo sentiva sempre più emotivamente e sapeva di dargli qualcosa di diverso in più. Imparò ad apostrofarlo volgarmente perché sapeva che gli piaceva. Ogni tanto si presentava con qualche oggettino in regalo, anche solo un fiore, che la natura femminile del ragazzo sapeva apprezzare molto. Il massimo fu quando, un giorno che erano soli, si presentò con l'inizio di quelli che sarebbero diventati un bel paio di baffi, che sapeva piacergli molto e che crearono un certo sconcerto agli occhi della moglie, a cui non piacevano. D'altronde i rapporti con la moglie si erano fatti sempre più distaccati. Col tempo, e forse non solo per colpa di Andrea, i loro rapporti sessuali si erano andati diradando fino a scomparire del tutto.
Il giovane si meravigliò di sé stesso il giorno che, aprendogli la porta, lo trovò ancora più affascinante del solito. Fu subito uno sguardo d'intesa, come un colpo di fulmine, anche se in ritardo forse, ma era decisamente un qualcosa di diverso. Quel giorno i sensi di tutti e due sembrarono ancora più scatenati e, quando gli sborrò nel culo fottendolo intensamente, proprio in quel momento, quell'animale tenero e potente disse "Tieni cucciolo, prendilo tutto, fino in fondo. Vengooooo. Ti amo, piccolo mio. Ti amoooooo.... aahhhhh".


(continua... forse)
Che faccio? Proseguo? Ditemi che devo fare.

N.B. Il racconto è di fantasia. Non scopare mai senza preservativo.


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