Gay & Bisex

MARCHETTA


di Foro_Romano
12.10.2016    |    19.577    |    2 9.2
"Posso dirgli di no? Anche lui è entusiasta di me..."
Sono un ragazzo giovane, ho 20 anni ma, riguardo al sesso, sono più che svezzato. Sono gay passivo ma non lo do a vedere perché sarebbe difficile farlo digerire ai miei genitori. Di nascosto, però, non ho remore. Sono sempre affamato di cazzi e quindi mi sono specializzato. Durante l’adolescenza ho spompinato e mi sono fatto scopare praticamente da tutti i miei amici e compagni di scuola (quelli che mi piacevano o erano super dotati, naturalmente). Sono però sempre stato attratto più dagli uomini maturi. Hanno dei cazzi fantastici. L’ideale per me sono quelli tra i 30 ed i 55 anni. Mi piace farmi usare per potermi sentire una vera troia.
Da quando ho compiuto 18 anni, cioè da quando si dice che un giovane “è scopabile”, ho deciso di mettermi in attività e mi prostituisco, così unisco l’utile al dilettevole. Non lo faccio per comprarmi droga o alcool ma proprio perché così il maschio si sente autorizzato a usarmi a suo piacimento. Mi piace da morire. Non faccio grandi spese e nessuno si può accorgere di niente ed i soldi li verso su un conto in banca che ho aperto di nascosto dei mei.
Ho messo il mio profilo in internet ed ho un grosso successo sia perché sono, modestamente, un bel ragazzo e sia perché faccio dei buoni prezzi al di sotto di quelli “di mercato”. Mi sono fatto una bella clientela anche nell’alta società. Lavoro solo di giorno perché la sera devo tornare ad essere il bravo figliolo di casa.
Ho deciso di stare a riposo qualche giorno dopo quello che mi è successo ieri pomeriggio. Un ricco americano sui 50 anni, alto e massiccio, un militare, credo un generale, mi ha portato nel suo attico da dove ho potuto ammirare un bellissimo panorama mentre, appoggiato alla spalliera del divano, mi sventrava il culo col suo cannone. Dopo avermi scopato per mezz’ora, mi è venuto abbondantemente dentro. Poi ha voluto che glielo ripulissi con la lingua col risultato che gli è rimasto duro come il marmo e mi ha voluto inculare ancora, questa volta sul grande letto. Essendo già venuto, c’è voluta almeno un’altra ora prima che mi riempisse di nuovo. Mi ha posseduto in tutte le posizioni possibili e, quando ha sparato il carico dei suoi coglioni, ero alla pecorina e mi è crollato addosso. Ragazzi, è stata una cosa indimenticabile ma ho il buco spanato e in fiamme ed un po’ di riposo non gli farebbe male.
Invece, quando si dice il destino! Mi squilla il cellulare ed era un mio vecchio cliente di cui vado pazzo. Ha 43 anni, un corpo alto e prestante perché fa il magazziniere, un cazzo da sturbo e lo usa in maniera fantastica. Se non fosse già sposato con figli me lo sposerei io. Posso dirgli di no? Anche lui è entusiasta di me. Dice che, quando mi sbatte, non riesce a credere ai suoi occhi nel vedere il suo grande cazzo che svanga con facilità nel mio piccolo culetto e che io ci godo pure. Ci godo si: è un maschio puro al cento per cento. Poi, mentre scopa, mi dice le peggio porcate e io ci godo il doppio. Dice che quello che fa con me non lo può fare alla moglie, mentre a lui piace tanto. Figuratevi a me!
Oggi però mi fa una richiesta particolare: dovrei soddisfare anche un paio di suoi amici. Tanto ha parlato bene di me che ha fatto venire la voglia di provare anche a loro. Ci mancava anche questa, col culo rotto che mi ritrovo! Pattuito il prezzo, accetto di incontrarli “ob torto collo” e culo sfondato.
Ci diamo un appuntamento e mi viene a prendere con la sua auto per portarmi a casa di uno dei suoi amici. Quando ci aprono la porta e ci fanno entrare rimango di stucco. Il cosiddetto paio di amici erano diventati cinque, a forza di passa-parola che, col mio cliente, sono sei e tutti sposati (ho subito notato le loro fedi al dito). Sei maschi maturi carichi di voglie da soddisfare da solo. Io povero piccolo ventenne indifeso.
Non ero mai andato oltre il trio, ma può una troia come me tirarsi indietro in una simile occasione? Benché il culo mi facesse già male dal giorno precedente, accettai con gioia, lasciando interdetto anche il mio accompagnatore.
Mi fece spogliare completamente e feci una specie di passerella davanti a loro, ancora vestiti, seduti quattro sul grande divano e due in poltrona. Apprezzarono il mio piccolo corpo, le mie labbra che sembrano fatte apposta per fare pompini, il mio culetto così eccitante che tutti cominciarono a cacciarsi fuori i cazzi dai pantaloni ed a smanettarsi. A quel punto fui io ad eccitarmi. Erano tutti, e dico tutti, veramente ben dotati, chi in lunghezza e chi in larghezza. Uno, poi, di 38 anni, aveva una sleppa, che non dico mai vista perché ne ho viste tante, ma veramente gigantesca.
Avvertii il buchino che mi si stringeva, non so se per ricordarmi le sue condizioni o se dalla voglia pazzesca che mi prese a quella vista. Mi tuffai in ginocchio con la bocca sul più grosso e inizia a spompinarlo furiosamente.
“Ahhh” fece il padrone di quell’attrezzo e buttò la testa all’indietro.
“Che vi avevo detto? ’Sto ragazzino è una vera puttanella. Guardate… Gli piace proprio… Non è una semplice mignotta fredda e professionale. Questa è proprio affamata”.
Pur essendo così impegnato con la bocca piena, io grugnisco per confermare quello che aveva detto il mio accompagnatore. Tutti cominciano a spogliarsi gettando i vestiti alla rinfusa dove capitava.
“Eh no, bellezza… Ci siamo pure noi” dice uno e mi tira via dalla mia prelibatezza per sostituirla con la sua e subito mi fotte duramente la gola. Da quel momento non ho capito quasi più niente. A cazzo spompinato se ne sostituiva subito un altro da spompinare. Chi era seduto e chi in piedi e io venivo sbatacchiato da uno all’altro, sempre con la bocca piena.
Un grande specchio sulla parete del salotto rifletteva l’immagine di un povero ragazzo usato da sei maschi maturi infoiati. Mi sembrava di vedere un film porno ma in quel momento avevo altro da fare.
Mentre stavo a leccare e succhiare con avidità la minchia dura di uno seduto sul divano, una minchia di quelle tozze, qualcun altro mi posizionò a 90 gradi e mi infilò la lingua bagnata nel buco che si era completamente dimenticato il suo problema e boccheggiava voglioso pieno di saliva.
“Lascia perdere, usa questa” e il padrone di casa mi ci mise sopra una buona quantità di crema specifica per lo “scopo”. Usò due dita che poi mi infilò e rigirò dentro.
Non appena le estrasse un palo di carne mi si infilò dentro fino al pelo. Era uno di quelli lunghi, sicché arrivò dritto dritto e mi sfondò. Mi liberai la bocca e lanciai un urlo ma subito la mano dello spompinato mi spinse la testa in giù e mi tappò di nuovo la bocca. Emisi un gorgoglio soffocato.
“E vacci piano, ’che dobbiamo godercelo tutti”, disse uno.
“Macché, dacci dentro che a ’sta troia gli piace e ci eccita di più sentirlo strillare”, aggiunse un altro.
L’inculatore dette ragione a quest’ultimo e, presomi per i fianchi, s’impegnò a fottermi con tutta la forza che aveva ed a velocità massima. Urlavo con la minchia in bocca e si sentivano solo i miei lamenti strozzati ed i colpi di bacino sulle mie chiappe, mentre tutti tenevano il fiato sospeso in assoluto silenzio.
Vedendo la ferocia con cui venivo scopato, l’uomo che stavo sbocchinando non resistette più ed esplose nella mia bocca grugnendo come un maiale.
“Puttana lurida bocchinara” esclamò.
Il mio cervello accantonò il dolore che stavo provando dietro e si concentrò a bere tutto quello che mi veniva schizzato in gola, senza perdere niente. Era sola la prima delle tante altre bevute di quel giorno.
Non feci a tempo a finirla tutta che la bestia che mi montava me la sparò tutta in fondo al culo, contorcendosi e guaendo dal piacere. L’ho sentita schizzarmi dentro bordata su bordata. Circondato da tutti quegli uomini, mi sono sentito completamente in sintonia con la mia natura di puttana. Mi tirai su e li incitai.
“Forza maschioni, datevi da fare, svuotatevi le palle” e mi gettai addosso al più peloso perché adoro il pelo. E’ sinonimo di virilità quanto un bel cazzo duro. Lo abbracciai e gli leccai il petto villoso. Lui alzò un braccio e mi precipitai con la bocca a leccargli il sudore dell’ascella. Quel sudore mi inebriava, pieno com’era di testosterone. Passai di nuovo sul petto per leccargli un capezzolo, immerso dal pelo, ed avevo intenzione di passare all’altra ascella quando le due grandi mani del più dotato mi allargarono le chiappette e, approfittando del mio buco aperto e viscido di sborra fresca, piegandosi sulle ginocchia, mi impalò dal basso. Ci vollero tre spinte decise perché tutto il membro mi entrasse dentro completamente.
Rimasi schiacciato tra i due. Il peloso mi teneva forte mentre l’altro mi fotteva a velocità diverse. Prima piano, poi forte, poi ancora piano, poi ancora forte, poi sempre più forte fino a svuotarsi le palle dentro di me con un lungo grugnito animalesco.
Intervennero quindi tutti gli altri che, costringendomi in posizioni diverse, mi fotterono bocca e culo senza sosta, almeno per me. Di schiena sul divano, a pecora sul divano, di schiena sul tappeto, a pecora sul tappeto, di sponda sul tappeto, schiacciato sul tappeto. E non vennero solo una volta ognuno perché, una volta finito, si eccitavano di nuovo nel vedere quello che mi facevano gli altri e tornavano ad infilarmelo dentro non appena un mio buco veniva liberato.
Non ho idea di quante sborrate fui oggetto da parte di quei sei maschi ma, quando furono tutti spompati, giacevo a terra con la pancia piena di sperma, tantissimo era finito nel mio stomaco e ne avevo su tutto il corpo, la testa, il viso, i capelli ne erano intrisi. Personalmente ho perso il conto di quante volte io stesso ero venuto, godendo come una scrofa in calore. In realtà, non me ne accorsi nemmeno. Io ero al settimo cielo per questa mia prima esperienza di essere al centro di una gang-bang ma anche tutti gli altri avevano potuto soddisfare le loro perverse fantasie con un tenero cucciolotto.
Mi rialzai da terra e mi vidi allo specchio. Ero un giovane ragazzo estremamente felice e completamente coperto di sperma che andava seccandosi. Una vera troia diplomata col massimo dei voti. Certo la più sfondata della città.
Il padrone di casa ci lasciò fare la doccia a tutti: saremmo dovuti rientrare a casa puliti ed innocenti. Loro dalle mogli che li credevano stanchi del lavoro ed io dai miei per la cena, da bravo ragazzo senza grilli per la testa. Non sapevano quanti uccelli per il culo avevo avuto.
Ci salutammo tutti con affabilità, esprimendo l’intenzione di ripetere l’esperienza altre volte. Comunque, tutti mi chiesero il numero di telefono per eventuali (ma certi) incontri privati. Mi sono divertito, ho goduto come mai prima, ci ho guadagnato un bel gruzzolo ed ho allargato la clientela. Che posso volere di più?


(Le stesse cose si possono fare con le precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela).

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.2
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per MARCHETTA:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni