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Gay & Bisex

SON DUE PICCOLI PORCELLIN…


di Foro_Romano
05.03.2020    |    19.252    |    13 9.1
"Maggiorenni ma dimostravano meno della loro età, forse perché biondi, bassini e minuti..."
Una cittadina di provincia. Alla piccola stazione di Polizia sono arrivate voci preoccupanti. A quanto pare, di notte, nel parco pubblico ai margini dell’abitato, si possono vedere scene poco edificanti. Così è stato deciso di andare a controllare e i due che erano di turno, un agente scelto ed un agente, avrebbero dovuto eseguire le direttive.
L’agente scelto era un bel pezzo di maschio alfa, napoletano, quasi cinquantenne, alto, con baffi pronunciati e ben curati, pelo che gli usciva da ogni spiraglio della camicia. L’altro, l’agente, era anch’egli un bel maschio massiccio, forse siciliano, non ricordo, una ventina di anni più giovane ed anche lui non poi tanto da meno in fatto di pelo, anche se rasato anche sulla testa.
Era d’inverno, ma un inverno mite, con temperature piacevoli. I due, quindi, nel tardo pomeriggio, quando il sole era già tramontato, si incamminarono lungo i vialetti del parco. Naturalmente erano in abito borghese per non allarmare i delinquenti.
Ad un certo punto sentirono dei gemiti e si avvicinarono con cautela, nascondendosi dietro una grossa siepe. I suoni sicuramente non erano prodotti da una sola persona, ma dovevano essere anche più di due. Allibirono quando videro che due uomini maturi, col cazzo fuori dei pantaloni, stavano scopando due ragazzi molto giovani. Uno di questi era inginocchiato davanti ad un uomo e gli stava facendo un gustoso pompino, mentre l’altro era piegato a novanta su una staccionata e l’altro uomo se lo fotteva con veemenza. I maschi, tra un grugnito e l’altro, coprivano di insulti e volgarità i due ragazzi, mentre questi gemevano di goduria. Uno in maniera forte, incitando anche il suo inculatore a sfondarlo sempre di più, l’altro piano, avendo la bocca occupata dal grosso cazzo.
I due militari giunsero nel momento che gli accoppiamenti erano giunti alla fine. L’uomo che inculava, con un grido gutturale dette una potente spinta ed esplose nelle viscere del ragazzino appena svangato, che miagolava di piacere. L’altro si svuotò sparando numerose bordate di sperma nella bocca accogliente, che assaporò ed inghiottì tutto di gusto, attenta a non perdere nemmeno una goccia dell’agognato nettare virile.
La scena, incredibilmente, eccitò i due poliziotti che, per dovere, dovettero intervenire. Chiesero a tutti i documenti e ne appuntarono gli estremi.
“Dovrete rispondere di atti osceni in luogo pubblico. Aspettatevi una chiamata del giudice”, dissero agli uomini, che cercarono di giustificarsi dicendo che erano stati i due ragazzi ad adescarli. Ma era una giustificazione palesemente assai puerile. Se ne andarono via piuttosto preoccupati, specialmente pensando ad una scusa plausibile da dare alle loro mogli. I due giovani, invece, presero la cosa con più leggerezza, quasi divertiti.
Erano due gemelli identici (anche nei gusti, a quanto pareva). Maggiorenni ma dimostravano meno della loro età, forse perché biondi, bassini e minuti. Avevano poi due facce dolci ed infantili, ma gli occhi vispi erano maliziosi e tradivano una forte lussuria.
“Per voi non sarà facile quando lo sapranno i vostri genitori”.
“Abbiamo solo papà. Nostra madre se n’è andata via quando eravamo molto piccoli”.
“Beh, ci dispiace, ma vostro padre sarà dispiaciuto di sapere che i suoi figli sono dei pervertiti”.
“No, affatto. E’ lui che ci manda qui”.
“Come! Lui?! Come è possibile! Qui c’è reato di avviamento alla prostituzione”.
“No – disse uno dei due – Noi non ci facciamo pagare, quindi non è prostituzione. Lo facciamo solo perché ci piace farci sottomettere dagli uomini”.
“Lo fate perché vi piace…?! E vi manda lui? Non capisco”, disse l’egente scelto.
“Ha detto che non ce la fa più a soddisfarci, perché vogliamo sempre scopare”.
“Cosa?! Vostro padre vi… Ma questo è incesto”.
“Infatti, è anche per questo. Perché non vuole più farlo. Si è trovato una fidanzata e si dedica quasi solo a lei. Così noi veniamo qui e ci divertiamo anche a fare a gara su chi rimorchia di più”.
“Che si deve sentire”, disse l’agente.
“Che possiamo farci? Abbiamo sempre voglia di cazzi maturi che ci usano a loro piacimento”, fece uno.
“Cazzi, tanti cazzi”, aggiunse l’altro.
“In bocca e in culo”, l’uno.
“Già, bocca e culo”, l’altro.
“Ci piace essere pompati con forza e decisione fino a farci sborrare dentro”.
“Adoriamo la sborra”.
“Tanta sborra”.
“Abbiamo sempre sete di sborra”.
“Ma ne vogliamo anche tanta nel culo”.
“Io la preferisco nel culo”.
“Adoro far godere i maschi”.
“I maschi veri”.
“Più sono maschi veri e più ci piacciono”.
“Vogliamo essere usati come svuotapalle di maschi arrapati”.
“Maschi come voi”.
Nel dire questo si avvicinarono ai due poliziotti che, a sentire quelle frasi, si erano evidentemente eccitati. I loro pacchi erano diventati così voluminosi che sembravano voler strappare i pantaloni. Misero le loro piccole mani su quelle grandi protuberanze, afferrando saldamente, attraverso la stoffa, le loro verghe dure come il marmo, e muovendole lungo tutta la loro non indifferente lunghezza.
I due uomini si guardarono come per chiedere all’altro cosa fare. Ambedue sapevano cosa il dovere imponeva loro di fare ma la situazione si era così caricata di erotismo che il sangue aveva abbandonato il cervello per andare a gonfiare inesorabilmente i loro attributi.
Il primo a capitolare fu l’agente semplice che, afferrata la testa della piccola troia, gli ficcò in bocca tutta la lingua. Quella gli si aderì addosso ricambiando come poteva con la sua linguetta. La mano dell’uomo scese a strizzargli una chiappa ed a stringerlo ancora di più a sé, facendogli così sentire ancor più la presenza del suo bozzo contro la pancia.
L’agente scelto, quello più anziano, rimase a bocca aperta a quella vista e si accorse che la sua troietta si era invece accovacciata davanti e gli stava aprendo la cintura e tirando giù la zip. Gli abbassò pantaloni e mutante a metà coscia (e che coscia!) facendo prendere aria alla sua minchia eretta. Ma fu un attimo e la sua cappella venne risucchiata dalle morbide labbra del ragazzo, che se la ficcò subito in gola con decisione.
“Aaahhhzzzoooo” fu il flebile grido che emise. Fu istintivo per lui afferrare quella testolina e dagli il ritmo della pompa. Abbassò lo sguardo e vide il suo grosso cazzo sprofondare completamente fino a che il naso del frocetto era immerso nei folti peli inguinali per poi ritirarsi fino alla punta, slinguazzata con maestria e di nuovo affondata dentro a ritmo sostenuto. Incrociò lo sguardo del ragazzino che voleva avere la soddisfazione di vedere sul suo viso gli effetti del suo esperto lavorio. Era stravolto. Continuò a fottergli la testa chiudendo gli occhi e inarcandosi in avanti.
Nel frattempo, anche il suo collega si ritrovò nella stessa situazione. In breve tempo, l’aria si riempì di gemiti, risucchi e odore di sesso. Tutti erano sempre più eccitati. Le due giovani troiette erano veramente brave e portarono facilmente i due poliziotti quasi al punto di non ritorno, ma se ne staccarono appena in tempo. Una si mise a pecorina a cavallo della staccionata, mentre l’altra si sdraiò di schiena su una panchina senza spalliera e alzò le gambe, invitandoli a scopare i loro morbidi, rosei ed attraenti forellini spanati.
L’agente semplice ficcò di botto tutta la sua grossa nerchia, facendo emettere un lungo gemito di dolore e piacere al ragazzino. Gli si adagiò sopra, gli afferrò saldamente i biondi capelli e prese a fotterlo con forza al solo scopo di ricavarne maggior piacere possibile, senza pensare che, così facendo, stava dando un piacere immenso anche alla puttanella.
“Prendilo, prendilo tutto, cagna schifosa”.
Anche il suo capo fece lo stesso in una posizione diversa, afferrando il ragazzo per le caviglie e sprofondandogli dentro senza pietà. Lo sventrava con decisione, grufando e rantolando di piacere.
“Si, si, così. Forte, più forte, così, cosììì… AAAAHHH” e l’angioletto se ne venne quasi subito sulla pancia. Ma il maschio non si fermò di certo, forse non se ne accorse nemmeno, preso dalla voglia di raggiungere il proprio piacere.
Andarono avanti così per un bel po’, gli uomini mostrando una notevole resistenza mentre i due gemelli adolescenti cedettero eiaculando più volte.
“Ti sborro nel culo, puttanaaa”, gridò l’agente. “Prendi, prendi, prendi…” gli urlava ad ogni affondo, ad ogni scarica sparata.
“Cazzo, cazzo, cazzo… Eccoti la sborra che volevi, lurida vacca”, gli fece presto eco l’altro, facendo seguire un lungo grido gutturale che accompagnò lo svuotamento completo dei suoi coglioni dentro quel piccolo corpo.
Ripresero fiato e, lentamente, si sfilarono da quelle morbide carni sorprendendosi di avere i piselloni ancora quasi completamente in tiro. La situazione li eccitava moltissimo e non migliorò di certo quando i due ragazzi glieli presero in bocca per ripulirglieli, anzi, erano tornati duri come l’acciaio.
“Sentite, perché non ci scopate scambiandoci di posto. Così potete vedere se anche i nostri culetti sono uguali o no”.
“Eh, già… - fece l’agente scelto – però stavolta lo facciamo diverso. Tu ti sdrai sulla panchina e tuo fratello sopra di te ma sottosopra, così da fare un 69 e vi succhiate reciprocamente gli uccellini, lasciando a nostra disposizione i vostri culetti”.
“Ottima idea, capo”.
I ragazzini “obbedirono” immediatamente, mettendosi come era stato loro detto. In un attimo, i due uomini ficcarono fino in fondo, senza alcuno sforzo, le due minchie dentro di loro. Il capo a pecorina in quello di sopra e l’altro, alzategli le gambe, alla missionaria in quello di sotto. I due sfinteri, già sfasciati dalle precedenti invasioni ed ancora pieni di quanto c’era stato scaricato, non fecero alcuna resistenza e fu subito piacere per tutti che, ognuno a suo modo, emise sospiri, gemiti e rantoli.
Le robuste verghe, sprofondando dentro, fecero fuoriuscire lo sperma su tutta la circonferenza dei buchi, che andò ad insozzare i biondi peletti che li circondavano. Questa volta, la monta fu più lunga a causa del tempo di ricarica delle palle svuotate dei maschi e, se possibile, ancora più goduta. Benché coperti di abbondante pelo, si poteva vedere lo sforzo che usavano nel fottere. Le cosce si tendevano e le natiche si affossavano ad ogni spinta. I frocetti s’ingozzarono più volte dei loro succhi sparati nella bocca del gemello.
“Te lo ficco dentro, puttana troia”.
“Ti sfascio le budella, zoccoletta”.
“Te lo faccio sentire fino in gola”.
“Sono sicuro che stavolta schizzerò così forte che ti uscirà dalla bocca”.
“Cazzooo, che buco fantastico!”.
Frasi a cui i due fratellini non potevano rispondere se non con gemiti soffocati e rantoli di approvazione, avendo la bocca occupata. Ma godevano, eccome se godevano!
Anche stavolta i due tori dilaniarono i culetti, si svuotarono e scaricarono completamente dentro la loro viscida crema, urlando e ululando al vento come animali.
Quando, ormai mosci, sgusciarono fuori, i succhi li seguirono ma furono prontamente leccati e ingurgitati dalle due cagnette, l’una dal culo dell’altro.
Quando si ripresero, ci fu qualche momento di imbarazzo da parte dei poliziotti.
“Che ne facciamo di loro? Li denunciamo?”
“Direi che non è il caso. Diremo che sono scappati e non siamo riusciti a fermarli”.
“Grazie, anche perché così evitate guai per nostro padre”.
“Si, però non dovete più farlo. Non potete più venire qui a trovarvi maschi che vi soddisfino”.
“E come facciamo? Noi non ne possiamo fare a meno”.
“Già, hai visto che buchi rotti che c’hanno!”
“Beh, a questo potremmo pensarci noi. Potreste rimanere a nostro uso esclusivo”. Poi, rivolto al sottoposto “Si potrebbe usare la tua casa al mare. Potremmo inventarci turni di lavoro”.
“Bene, buona idea capo, anche perché sono due troie favolose e, a questo punto, credo che anche io non ne posso fare a meno. Ce li potremmo scopare insieme”.
“E magari, col tempo, si potrebbe coinvolgere segretamente qualche amico o collega e farceli tutti assieme”.
“Waw”, gridarono i ragazzi. “Magari ci scapperà anche qualche doppia penetrazione. Non l’abbiamo mai fatta e la sognavamo da tempo”.
“Siete decisamente due troie affamate”.
“Meglio per noi” disse l’agente.
E vissero tutti felici e soddisfatti.

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha il solo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).

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