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Gay & Bisex

LA FORMAZIONE CULTURALE - 2


di Foro_Romano
16.08.2015    |    10.650    |    6 9.8
"Non rovinatevi la vita, godetevela..."
2. L'epilogo

Il povero ragazzo, con le lacrime agli occhi per il dolore provato, non sapeva che il custode, uscito dal bagnetto, fece segno a due muratori che, capito di cosa si trattava, lasciarono il lavoro e si presero una pausa distensiva.
Così, non appena si era tirato su i pantaloni e prima ancora di allacciarseli, se li vide entrare nel piccolo spazio che quasi non li conteneva tutti e tre. I due, infatti, erano alti e di corporatura robusta. Avevano circa 40 anni, la pelle chiara e, tra loro, parlavano una lingua dell'est Europa, forse erano albanesi. Uno di loro aveva due grossi baffi e tutti e due erano piuttosto pelosi. Indossavano delle canottiere bianche che mettevano in mostra una selva di ricci sul petto e sulle spalle.
Il baffuto gli dette una manata sulla chiappa che gli stampò il segno, sporca com'era di polvere bianca. "Dove credi di andare? Non è mica finita", disse in un buon italiano ma stentato. Il ragazzetto ebbe paura. Non era ancora finita? Che intenzioni avevano quei due? La sua preoccupazione era evidente. L'uomo gli sollevò il mento e vide i segni delle lacrime ormai asciutte. "Stai tranquillo. Non ti uccidiamo mica. Vogliamo solo divertirci un po'. E' giusto che due poveri lavoratori come noi, che lavorano pesante tutto il giorno, si prendano qualche diversivo, ogni tanto".
Gli calò facilmente i pantaloni non ancora completamente chiusi, assieme alle mutande, e mise una mano sotto il suo sederino. Con un dito andò a controllare il buco, che trovò ancora largo e tutto bagnato. Se lo portò al naso e lo annusò. Non c'erano dubbi. "Vedo che anche tu ti sei divertito. O si è divertito solo lui?".
Un'espressione strana comparve sul suo visino. "Di' la verità! Anche tu ti sei divertito! Ti è piaciuto, vero? E allora, perché non ci fai divertire pure a noi?". Non attese risposta, che comunque non sarebbe arrivata. Un groppo gli bloccava la gola. Gli infilò subito lo stesso dito nel buco, questa volta fino in fondo, facendolo gemere. "Vedo che ti piace". Lo studente provò ad accennare un no con la testa ma fu poco credibile, anche a sé stesso, e rimase immobile.
I due maschi si calarono i pantaloni e già così mostrarono di avere degli attributi invidiabili, più di quelli del custode, nonostante fossero mascherati dai boxer dai colori improbabili. Subito scesero anche quelli e gli apparvero due cazzi ancora barzotti ma già spaventosi, sotto i quali pendevano grandi coglioni pelosi. Il ragazzo ne rimase affascinato e sentì subito salirgli la bava alla bocca. Loro se li presero in mano e dettero qualche colpo per intostarli di più ma anche per mostrarglieli orgogliosi e per fargli capire bene cosa gli sarebbe successo.
Il secondo muratore, che fino ad allora non aveva parlato, forse perché non conosceva l'italiano, gli prese la testa, lo piegò a novanta e glielo ficcò in bocca. Il baffuto, invece, gli abbrancò il culetto con le sue grosse mani sporche, con i due pollici gli allargò lo spacco e rimase un po' ad osservarlo. In mezzo a due chiappette rosee, in mezzo ad una piccola selva di peletti biondastri, spiccava un buco un po' largo, arrossato, che aveva evidentemente perso la verginità da poco. Era ancora tutto da approfondire. Il buco e i peletti erano tutti impiastricciati di sperma in parte secco ed in parte ancora umido. La visione era super eccitante e lo avrebbe fatto rizzare ad un morto. Infatti la nerchia del muratore ebbe un'impennata immediata tanto che questo pensò di non essersi mai eccitato di più in vita sua.
Ci sputò sopra. Bisognava pur inumidirlo un po' e lui non avrebbe mai leccato la sborra, né sua e né di nessun altro. Bagnò anche la grossa cappella violacea, la puntò e spinse piano. Il giovane ebbe un sussulto quando entrò per il nuovo allargamento dello sfintere ancora dolorante ed emise un gemito soffocato dalla presenza dell'altro cazzo, ormai completamente intostato, che andava su e giù nella sua bocca. La spinta proseguì lentamente permettendogli di sentirne ogni centimetro, tutto, fino in fondo.
"Ahhhhh", emise il maschio quando arrivò alla fine. Lentamente riuscì fino a tenere dentro solo la cappella e riaffondò deciso. "Siiiii... che culo!". Per Mino, questa volta, fu solo piacere puro. Non ebbe più alcun dubbio sui suoi gusti sessuali. "Siii... cucciolo... sei nato per prenderlo al culo", disse l'uomo quasi gli leggesse in mente. Cominciò ad andare sempre più veloce fino a pompare senza ritegno in quel corpicino sottomesso. Sudava e nella stanzetta si poteva sentirne l'odore, unito al profumo di cazzo e ai rumori provocati da una potente scopata in quel culetto già bagnato di sborra.
L'altro muratore gli disse qualcosa nella loro lingua e lui gli rispose, con la voce spezzata dal piacere e dallo sforzo. Poi si chinò e gli disse in un orecchio: "Dice che vado troppo forte, che così ti sfondo, ma è così che ti piace, vero? E' così?... Dillo!". "Mmmmm". Il ragazzo emise un gemito indistinto. Non poteva far altro con la bocca occupata ma era chiaramente un segno di ammissione.
"Ti piacciono i maschi, vero?. Dillo!", "Mmmmm".
"Ti piace il cazzo, vero? Dillo!", "Mmmmmm".
"Ti piace fatti fottere il culo, vero? Dillo!", "Mmmmm",
"Allora sei proprio troia, una gran troia" e giù, colpi se possibile sempre più veloci e profondi, con una foga incredibile.
Il compagno, nel vedere quella scena, non resistette. Tolse il tappo da quella gola affamata, se lo prese in mano e lo smanettò un po', giusto il tempo per schizzare a fiotti nella piccola bocca, spezzando l'urlo di godimento che ne stava uscendo. "Aaahhhhhrrgggg". La richiuse subito, piena com'era, e mandò giù, assaporando per la prima volta l'essenza di maschio. Anche lui era venuto per terra.
Il baffuto ci dava ancora dentro come un matto. Nella loro lingua chiese all'amico ancora ansante se il ragazzo aveva veramente mangiato tutto lo sperma. Quello, che ancora non riusciva a parlare, fece segno di si con la testa. Tanto bastò per fargli superare il punto di non ritorno. "Porca troia... prendi troiona... prendi anche la mia... direttamente in pancia... prendi... prendi... prendiiiiiii" e si scaricò completamente dentro quel tenero budello, continuando a montarlo ma con ritmo più lento e profondo.
Quando ebbe finito, con un fazzolettino accompagnò l'uscita del suo uccello da quella tana che aveva appena sfasciato. Lentamente, per godersi bene l'incredibile vista del suo grosso attrezzo che riappariva da quel piccolo culetto. Quasi non credeva che fosse stato possibile.
Il giovane si rialzò, ancora tremante per il godimento avuto. L'inculatore lo girò verso di sé e gli dette un tenero bacio sulla fronte. "Grazie - gli disse - Non è facile per noi stranieri trovare un po' di sfogo. Sei stato grande, veramente. Grazie" ed ancora un bacio. L'altro lo carezzò con le dita nei capelli. Mino fu orgoglioso di aver dato tanto godimento a maschi come quelli, oltre che averne ricevuto, naturalmente.
Si asciugò alla bellemmeglio la sborra che gli colava fuori, si ricomposero ed uscirono. Fuori c'era il custode che, sorridendogli, prima gli pulì la forma di mano che aveva sul culetto poi gli mise un braccio intorno alla spalla e lo riaccompagnò per le sale, fino a dove era il resto della scolaresca.
"Ti senti meglio, adesso?" gli domandò la professoressa.
"Si, si, molto meglio, molto, grazie" e si girò a confermarlo al bel custode che ricambiò ancora con un sorriso, pienamente soddisfatto anche lui.

(fine)

Si tratta di un racconto di fantasia. Non fate mai l'amore senza il preservativo. Non rovinatevi la vita, godetevela.
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