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Gay & Bisex

DUE FAVE CON UN (IM)PICCIONE


di Foro_Romano
04.04.2019    |    12.724    |    6 9.2
"Ancora qualche tempo e mi giunge voce che si era messo con Renato..."
Mauro l’avevo conosciuto anni prima, prendendomi una settimana di vacanza, nel suo paesino in Umbria. Era il compagno di un mio più vecchio amico che si era trasferito lì per lavoro. Era un ragazzo molto prestante, era massiccio, con un fisico temprato da generazioni di contadini. Appena l’ho visto le nostre due nature fecero scintille. Lui naturalmente attivo ed io naturalmente passivo (ero pure un bel ragazzo). Mentre il mio (e suo) amico era al lavoro noi scopavamo come ricci. Ovunque. Non solo a casa del mio amico (Mauro abitava coi suoi), ma anche negli anfratti che la campagna, da lui ben conosciuta, offriva. La sua attrazione maggiore era un cazzo veramente monumentale.
Una volta, tra l’erba in un posto sperduto dietro il muretto di confine con un grande terreno di un convento francescano. Dopo che abbiamo fatto (ma proprio fatto) ci siamo accorti che un giovane frate ci aveva visto, il quale, quando si è accorto che ce ne eravamo accorti (troppo ripetitivo?) è scappato a gambe levate. Non credo che sia rimasto scioccato, sennò non sarebbe rimasto a vedere (uffa ‘ste ripetizioni!). La nostra relazione era durata solo quella settimana. Puro sesso e nient’altro.
Renato, invece, l’avevo conosciuto una sera in un gay-bar. Non ci eravamo rimorchiati. Era amico di un altro mio più vecchio amico (eh, se ne hanno di amici quando si è giovani!). Dopo qualche frequentazione ed esauriti gli argomenti di cui parlare, avevamo cominciato a scopare, anche perché anche lui attivo, con buona soddisfazione di ambo le parti (a letto non ho mai deluso nessuno). La storia è durata un paio di mesi ma mai ufficializzata.
Passati alcuni anni, vengo a sapere che Mauro, lasciatosi col compagno, si era trasferito a Roma in cerca di lavoro. Ancora qualche tempo e mi giunge voce che si era messo con Renato. Come è piccolo il mondo: tutti con tutti. Evviva! Che facevano insieme non so, ma credo che Renato, vista la dotazione dell’altro, aveva ceduto alla tentazione, almeno con lui.
Li ho incontrati insieme una sera al gay-bar, abbiamo chiacchierato molto e mi sono divertito a tenere nascosti i precedenti dell’uno con l’altro. Si, perché erano (o si mostravano) molto gelosi, anche per il passato. Se già la gelosia è una stupidaggine distruttiva, essere gelosi di storie precedenti è ancora più stupido. Contenti loro. E’ la prima causa di separazione tra le coppie e deriva da una malata ed atavica convinzione sociale: la fedeltà. Se non si pretendesse la fedeltà a tutti i costi, si vivrebbe molto più serenamente. Gli appartenenti alla categoria dei più intelligenti lo sanno, ma la massa popolare continua ad ammazzarsi per questioni di onore.
Ma torniamo al mio racconto. Il giorno dopo, ho ricevuto la telefonata di Mauro che mi ringraziava di non aver detto a Renato delle nostre scopate. Ma perché avrei dovuto? Non mi piace mettere zizzania tra le persone. Per gentilezza (vi giuro non avevo altre intenzioni) l’ho invitato a casa mia un pomeriggio per un thè. Quando è venuto, mi ha parlato dell’estrema gelosia di Renato e che lui se ne sentiva soffocato. In breve è di nuovo scoccata tra noi la scintilla della Natura e ho avuto ancora il culo ripieno del suo cazzo che, dopo avermi squartato per un bel po’, mi ha riempito con abbondanti ondate del suo adorabile sperma provinciale. E’ chiaro che ho ceduto solo per gentilezza verso un amico. Non vi sembra?
Ci siamo rivisti molte altre volte, sempre con l’esclusivo intento di godere. Il suo cazzo mi piaceva prenderlo in tutte le posizioni, particolarmente quelle col maschio che mi domina: a pecorina o alla missionaria. Mentre mi fotteva, mi diceva che sono la più grande troia del mondo e vi assicuro, ragazzi, che è la verità, o almeno ce la metto sempre tutta per esserlo. L’importante, per lui, era che l’altro non lo venisse a sapere. Quello era il compagno e io l’amante ed essere l’amante è il mio ruolo preferito. Con quello faceva all’amore mentre a me era destinato il sesso più sfrenato e, quando il sesso ha quelle dimensioni, non gli si può rinunciare per nessun motivo. Però… alla faccia della fedeltà! Affari loro.
Ci siamo incontrati altre volte al gay-bar, io e loro, e non ho mai fatto trapelare il segreto. Non l’ho mai detto neanche a nessuno degli altri amici. Anche Mauro ha trovato il modo, in un momento che eravamo soli, di ringraziarmi per la mia discrezione.
Se avesse saputo cosa tenevo nascosto di ben più recente! Insomma, non so come, ma anche Renato mi è venuto a trovare a casa e… anche lui ha mandato affanculo la fedeltà. Nel mio di culo, naturalmente. Sicché, per un periodo, mi alternavo tra i due gelosissimi (!) ed allegri compagni. Mi ci divertivo pure nel sostenere la situazione.
Poi venni a sapere da tutti e due che la loro relazione si stava un po’ ammosciando. Certo, se il sesso lo facevano quasi solo con me e tra loro erano rimaste solo coccole vuote! Mi dispiace quando una coppia si separa e (vi sembrerà strano) ma mi dispiaceva anche per loro. Bisognava fare qualcosa. Bisognava almeno che prendessero coscienza della situazione e che, in qualche modo, il nodo si sciogliesse. Poi… affari loro.
L’occasione venne un giorno che uno dei due, non ricordo chi, mi telefonò per dirmi che il giorno dopo l’altro sarebbe stato impegnato, così che potevamo vederci. Gli diedi quindi appuntamento per il giorno dopo. Nemmeno un’ora che mi telefona l’altro per dirmi che sarebbe stato libero (certo, l’amico veniva da me!). L’idea mi scattò improvvisa e la trovai divertente. Così ho dato appuntamento anche all’altro, ma con mezz’ora di differenza.
Puntuale, Renato ha suonato alla porta. L’ho fatto entrare e ben presto eravamo nudi a letto a coltivare i preliminari. Che pompa, ragazzi! Ad un certo punto suonano alla porta.
“Chi sarà?”, dico falsamente, ben sapendo chi era.
“Aspettavi qualcuno?”
“No, ma non ti preoccupare. Aspetta qui”. Indosso solo la giacca da camera e vado ad aprire.
“Vedo che sei già pronto”, dice Mauro. Chiusa la porta, mi abbraccia e va subito al sodo. Nel senso che mi afferra saldamente le chiappe. Ci baciamo, lo prendo per mano e lo conduco in camera da letto.
Colpo di scena. I due della “fedele” coppietta hanno gli occhi sbarrati dallo stupore. Uno appena arrivato e l’altro nudo nel mio letto. Intervengo immediatamente.
“Ragazzi, non facciamo scenate, perché non è il caso. Questa è la situazione ed è il momento di farvene una ragione”.
Mauro ha uno scatto e fa per andarsene. Lo stoppo. “Stai calmo. Non c’è motivo di arrabbiarti. Siete tutti e due colpevoli, diciamo così. Prendetevela pure con me, ma guardate il lato positivo. Ormai siete qui, perché non facciamo qualcosa a tre?” ho detto sdraiandomi nudo accanto a Renato, aprendomi una chiappa per mostrare il mio buco voglioso.
Momento di silenzio. Si sono guardati ed hanno scelto di stare al gioco. Mauro si è spogliato e si è unito a noi col suo cazzo enorme già in tiro. Chissà se per effetto della situazione o del mio buco? Poco importa. Di fatto, se la sono presa veramente con me. Hanno riversato la loro rabbia su di me scopandomi come furie. Che goduria! Ora l’uno e ora l’altro. Uno in bocca e l’altro in culo, alternandosi.
Tutti e due mi sono venuti abbondantemente dentro, ma le loro minchie sono rimaste rigide come tronchi ed hanno continuato a sventrarmi. Erano proprio arrabbiati di brutto! Ahhh, che goduria! Non vi dico quante volte sono venuto di culo, perché è lì che mi esplode l’orgasmo quando vengo scopato. Avevo addosso due maschi incazzati (è proprio il caso di dire) che non sembrava volessero finirla mai.
Ad un certo punto, ero seduto su Renato che mi spintonava da sotto il suo bel cazzo in culo. Il mio buco era ormai una voragine spanata carica dei loro succhi che colavano fuori ad ogni spinta. E’ stato in quel momento che è arrivata la vendetta finale contro di me. Anche Mauro, da dietro, ha puntato la sua monumentale minchia sulla mia fighetta fradicia e me l’ha sprofondata dentro di colpo, con ferocia, a far compagnia a quella dell’amico. Avevo due fior di cazzi dentro di me. Ho gridato, ma il grido mi è rimasto strozzato in gola.
Forse un secondo di pausa per assestarsi bene e poi hanno cominciato a scoparmi con forza a ritmi diversi, tanto che a volte quando uno rinculava l’altro mi sfondava ed altre volte agivano all’unisono, spaccandomi letteralmente le budella. Ci davano dentro senza trovare nessun ostacolo, pensando solo a soddisfarsi la voglia e, contemporaneamente, a soddisfare la loro rabbia, mentre io ero ormai in un altro pianeta, e godevo… godevo… godevo.
Mi dicevano che ero una lurida troia, una puttana rottainculo, una fottuta zoccola, una mignotta spanata. Mi piaceva sentirmelo dire perché è quello che sono veramente, specialmente mentre vengo sbattuto contemporaneamente da due manzi come quelli.
Renato, che stava sotto, è stato il primo a venirmi dentro, inarcando il suo petto villoso e strabuzzando gli occhi, emettendo un grugnito sordo. Appena ebbe finito, è toccato a Mauro piantarsi in fondo e scaricarsi i grossi coglioni di tutto il loro succo che, schizzo dopo schizzo, si è di nuovo mescolato dentro di me con quello dell’altro. Ero talmente pieno di sborra che mi sembrava mi stesse uscendo dalla bocca.
Mauro si è accasciato per un momento su di noi con tutto il suo non lieve peso. Sentivo i suoi peli sudati sulla mia schiena. E’ durato poco perché ha capito che Renato sarebbe rimasto schiacciato. Così, si è tirato sulle braccia e ha lentamente sfilato il bigolo ancora barzotto, lucido di umori. Un rivolo bianco lo ha seguito lungo la parte fuori dell’asta dell’amico fino a perdersi tra i peli dei coglioni.
Rientrato in me stesso, anch’io mi sono alzato, cercando di trattenere lo sperma che mi riempiva ma inutilmente, tanto era slabbrato il mio buco, e me lo sentivo scivolare lungo le gambe impiastrandomi i peli. Ero disfatto ed ho avuto qualche difficoltà iniziale a stare in piedi. Mi girava la testa. Si sono puliti alla bell’e meglio con alcuni asciugamani che avevo preparato. Mentre si rivestivano, ho dato loro un appassionato bacio. Se ne sono andati senza dire una parola.
Per un po’ non li ho più visti. Ho saputo che si erano lasciati. Mi dispiace esserne stata la causa ma non amo l’ipocrisia. Li ho incontrati in diverse occasioni anni più tardi, quando si erano messi con altri compagni. Ci siamo amichevolmente salutati e raccontati qualcosa ma nessun accenno a quell’incontro a tre. Per quanto mi riguarda, è stata una cosa fantastica e, a ricordarlo, mi sento di nuovo boccheggiare il buco. Che goduria, ragazzi!

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha lo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).

P.S. – Anche il mio precedente racconto non è stato pubblicato. E siamo a tre di seguito. Non so se ce l’anno con me per un qualche motivo che non capisco o per mettermi un freno, visto che ne ho scritti troppi. Dovrei fermarmi? Che dite miei lettori?

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