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Gay & Bisex

RUSPANTE È MEGLIO - 2


di Foro_Romano
24.01.2019    |    3.504    |    3 9.9
"“Mi dispiace, devo tornare subito in ufficio..."
(Racconto n. 98)

L’estate scorsa ho fatto una conoscenza che non dimenticherò per tutta la vita. Come tutti gli anni, con i miei genitori, mia nonna materna e il mio fratellino, più piccolo di me di ben 12 anni, andiamo in vacanza in un paese della Toscana. Andiamo sempre nello stesso alberghetto a conduzione familiare.
Avrà avuto quasi 50 anni, pelato ma con due grossi baffi e la barba non rasata, due mani che erano due palanche, la pelle ruvida ed arsa dal sole, tutto muscoli e pelo che gli uscivano dalla canottiera lercia, slabbrata e zuppa di sudore. Mi ha guardato ancora e si è portato una mano a sistemare il pacco. Sicché lo sguardo mi è caduto lì, sui suoi jeans logori e stragonfi nel punto giusto.
“Grazie, ma non sono un ragazzino. Ho 19 anni”.
“Claudio”.
“Io Bruno”.
“Sai, Claudio, io non sono sposato. Sono stato fidanzato per alcuni anni ma poi non si è concluso. Tu sei molto bello”.
Sorride. Poi solo silenzio. L’auto si è inerpicata per certi tratturi sterrati fino ad arrivare ad una piccola cascina con annessi recinti di animali: galline, pecore, maiali.
“Abiti qui?”, domando.
Ha una forza che potrebbe stritolarmi in un secondo ma, invece, è delicato, dolce, come se avesse paura di farmi male.
Una dura sferzata di cazzo mi arriva sul viso, col suo particolare odore di sudore, di piscio, di sesso, di maschio.
Non mi aspettavo proprio che fossi così bravo, con questa faccia da angioletto che hai” e mi passa una mano tra i capelli.
La barba non rasata mi graffiava la pelle delicata.
“Cazzo, come sei stretto! Ma è entrato. Non riesco a credere ai miei occhi: è enorme a confronto del tuo sederino eppure è entrato. Vado avanti?”.
Ci siamo frequentati tutti i giorni fino alla fine della vacanza, durante quella che era ufficialmente la mia passeggiata pomeridiana. Mi ha portato a casa sua, sul suo grande letto, dove mi ha posseduto in tutte le posizioni, sempre sborrandomi dentro anche tre volte di seguito. Che maschio! Adesso sono tornato in città con un perenne ricordo di lui: un buco completamente spanato. Ci sentiamo la sera per telefono prima di andare a dormire. Dovrò aspettare le prossime vacanze per rivederlo. Intanto vado avanti a seghe, ma non faccio altro che pensare a lui.


La volta scorsa vi ho raccontato di come ho passato bene le ultime vacanze estive con la mia famiglia e del fantastico contadino 50enne che ha sfondato regolarmente il mio culetto (fortunatamente già sverginato in precedenza) da 19enne in perenne ricerca di maschi maturi (e di cazzi). Vi ho detto pure che, tornato in città, sono rimasto in contatto telefonico con lui. Quasi tutte le sere ci sentiamo prima di andare a dormire e, regolarmente, poi ci tiriamo una sega pensando l’uno all’altro.
Non so dire se il nostro sia amore, piuttosto si tratta di una questione di puro sesso. A lui piacciono i ragazzi come me da spupazzarsi a piacimento ed a me gli uomini maturi, forti, pelosi come lui che mi sottomettono alle loro (ma anche mie) voglie. Oltre al fatto che lui rappresenta il mio ideale fisico, lo è anche dal punto di vista sessuale perché ha un cazzo veramente grosso che mi fa godere solo a vederlo (ed a ricordarlo) ed una resistenza che gli permette di scoparmi per due ore ed anche più e sborrare più di una volta, anche fino a tre. Veramente lui dice che, se mi potesse avere per una notte intera, mi fotterebbe anche dieci volte e non mi farebbe dormire.
Di fatto, da dopo l’estate ho il buco veramente largo e sfatto. Il suo trattamento “estetico” me lo ha devastato. Adesso non ho più alcun problema a prendere cazzi del suo calibro; è solo puro godimento. Lui dice che un maschio così fornito ha bisogno di buchi larghi perché, seppure è bello sverginare un cucciolo, comporta tanta fatica e tanta delicatezza che bisogna pensare più a quello che a sé stesso, mentre è molto più piacevole fare una monta animalesca di uno come me, che gode a far godere lui. Ed è vero, sia per lui che per me.
All’inizio ho pensato che potesse essere amore tra noi ma poi, parlandone con lui telefonicamente, siamo arrivati alla conclusione che forse si tratta solo di un’infatuazione, della ricerca di piacere reciproco e, in questo, ci siamo trovati molto bene. Ciò non toglie che non potevamo non avere altre avventure e così è stato, ma tra noi è tutta un’altra cosa. E’ stato tutto molto di più.
Il primo mese qui in città è stato molto difficile. Avevo bisogno di cazzo ma non mi sentivo di cercarne. Mi sembrava di tradirlo. Poi, dopo quel colloquio chiarificatore, ho deciso di lanciarmi di nuovo nella ricerca e, un pomeriggio, sono andato nell’unico cinema a luci rosse che c’è qui. Non c’ero mai stato, ma alcuni uomini in chat me ne avevano parlato come di un luogo dove si poteva fare sesso a volontà.
Temevo che alla cassa mi facessero delle obiezioni perché non dimostro la mia maggiore età, invece tutto è filato liscio. Mi ha dato però un certo fastidio il fatto che ci fosse una donna anziché un uomo a staccare il biglietto. Sono entrato in sala con un certo timore, non conoscendo le regole del gioco. Intorno il buio più assoluto. Stavano proiettando un film dove si vedeva un salotto molto elegante dove alcune persone stavano parlando. Gli uomini erano abbastanza belli ma un po’ troppo palestrati per i miei gusti, mentre le donne, molto prosperose, erano proprio delle autentiche mignotte che non riuscivano proprio a recitare la parte di dame dell’alta società. Il colloquio, poi, era dei più scialbi e stupidi che avessi mai sentito. Il film mi è parso subito una cagata. Ma non ero lì per vedere il film.
L’ingresso era centrale, con lo schermo di fronte. Davanti le file delle poltrone erano circondate da un ampio corridoio, mentre altri due le spartivano in tre blocchi. Il buio mi impediva di fare un passo, così mi sono subito addossato al muro perimetrale alla mia destra, in attesa di riuscire a vedere qualcosa. Ogni tanto qualcun altro entrava e si trovava nella mia stessa situazione, sicché mi sono spostato sempre più a destra per lasciare loro spazio.
Ad un certo punto ho cominciato a distinguere qualcosa ed ho visto che, alla mia destra, c’era un uomo maturo, ben vestito in giacca e cravatta scuri, forse blu. Mi ha guardato ed io l’ho guardato. Niente male! Era alto, pochi capelli ma con una barba folta ma non grossa.
Sono tornato a guardare lo schermo ma quella vicinanza mi faceva battere forte il cuore. Devo essergli sembrato una eccellente preda perché subito ho sentito la sua mano passarmi dietro a tastarmi una chiappetta. Era grossa e ci entrava tutta dentro. In quel momento, sullo schermo si vedeva un maschio veramente bono (purtroppo senza pelo) che stava inculando a pecorina una zoccola che gemeva senza partecipazione e il contatto con quella mano mi ha fatto sciogliere dalla voglia di essere posseduto.
L’uomo deve aver percepito questa mia voglia e si è girato ponendosi davanti a me, mi ha schiacciato contro il muro e si è abbassato a baciarmi. La sua lingua ha preso rapido possesso della mia bocca, mentre due grosse mani mi tenevano saldamente il culetto e potevo sentire il suo bozzo sempre più duro contro la mia pancia.
Con forza mi ha prima sollevato da terra per baciarmi più a fondo e poi mi ha fatto accovacciare davanti a lui. Si è aperto i pantaloni e, senza perdere tempo, me lo ha ficcato in bocca pompandomelo dentro fino in fondo e oltre. Io non potevo reagire, stretto come ero tra lui e il muro. Mi sono appoggiato alle sue cosce ed ho cercato di allontanarlo per avere un po’ di respiro, ma lui era molto più forte di me. Pompava, pompava, pompava senza tregua e, dall’alto, mi diceva sottovoce delle oscenità.
“Succhia, troia, puttana, succhia. Sei una troia di ragazzino. Succhia pompinara, dai, sei brava, succhia che ti affogo di sborra. Cazzo, sei proprio brava”. E’ andato avanti così per almeno cinque minuti. Quando ho sentito che il palestrato sullo schermo urlava, certamente sparando sborra addosso al culo della “attrice”, anche quel signore si è lasciato andare e, grugnendo un “Azz… Uhhh…”, mi ha riempito la bocca di gustoso sperma. Era buono e l’ho assaporato ed ingoiato tutto con piacere. Appena il tempo di ripulirglielo per bene con la lingua che se lo è rimesso nei pantaloni.
“Mi dispiace, devo tornare subito in ufficio. Spero di incontrarti ancora” e se ne è andato.
Mentre mi tiravo su leccandomi le labbra, mi sono accorto che si era formato un capannello di uomini attorno che si erano eccitati a vedere la scena, altro che il film. Tutti col cazzo di fuori che se lo menavano, come ad aspettare che io scegliessi qualcuno di loro. Uno sui trent’anni, con la faccia da delinquente, non ha aspettato. Mi ha preso per un braccio e mi ha trascinato verso l’ultima fila di poltrone. Mi ha appoggiato alla spalliera di una e mi ha piegato in avanti. Mi ha tirato giù i pantaloni della tuta che indossavo (senza mutande) ed ha messo a nudo il mio culetto, alla vista di tutti gli altri.
L’ha aperto con le due mani infilate nel solco, uno sputo sul buco e via. Me lo sono ritrovato tutto dentro, con una mano che mi tappava la bocca. Mi ha scopato divinamente, con metodo. Prima con spinte centrali poi, quando mi ero rilassato e allargato, in tutte le direzioni per aprirmi ancora di più. Sarà durato una decina di minuti durante i quali un altro signore sulla sessantina ha fatto il giro della fila e mi si è messo davanti piantandomi il cazzo in bocca e tenendomi la testa con le mani per non farmi sfilare. Non ci pensavo proprio. Avevo due mazze che mi fottevano contemporaneamente i due buchi e non ho potuto (o voluto) far altro che venire contro la spalliera della poltrona.
Quello dietro ha dato un paio di spinte secche e, ululando, mi ha sborrato dentro, tremando e piegandosi sopra di me qualche secondo per riprendere fiato. Non ha fatto a tempo ad uscire che, mentre quello davanti mi teneva ancora saldamente e mi fotteva in bocca, è stato sostituito da due amici, credo egiziani, giovani sui 28 anni, che evidentemente non scopavano da tempo. Uno per volta mi hanno sbattuto con forza i loro grossi cazzi nel culo e mi sono venuti rapidamente dentro anche loro. Alla fine anche il signore davanti si è chinato e mi ha detto:
“Sei una lurida cagna da monta, ragazzino. Bevi anche questa” e mi ha schizzato tutto in gola.
Si è sfilato e ricomposto giusto in tempo che si sono accese le luci in sala. Mi sono tirato subito su i pantaloni. Ero sconvolto. Stavo tornando alla realtà. Mi girava la testa e mi sono seduto per riprendere fiato. Lo stupido film è ricominciato e l’ho guardato giusto il tempo di ritornare in me, poi me ne sono andato. Che avrà pensato la cassiera vedendomi uscire con il fondo della tuta completamente zuppo della sborra che mi usciva dal sedere?
Ero talmente sconvolto che ci ho pensato dopo, quando sono tornato a casa e quando la sera ho parlato al telefono con Bruno e gli ho raccontato quello che mi era successo. Ci ha riso su.
“Beh, hanno capito che razza di troia sei”.
“Non so se ho fatto bene ad andare”.
“Tutta pubblicità. Vedrai quanti ti saranno addosso la prossima volta che ci andrai! Almeno hai goduto? Allora ti piace farti montare da più maschi?”
“Si tanto ma mai quanto con te”.
“Lo dici così per dire”.
“No, no, te lo assicuro”.
Era vero e sapevo che questo gli faceva piacere. Da questa avventura sono rimasto con l’amaro in bocca, anche se ammetto che è stata molto soddisfacente e… riempitiva. D’altronde, ruspante come lui è meglio.


(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha lo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma godetevela il più possibile. Buona sega a tutti).
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