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Lui & Lei

Primo vero assaggio di Selena la porca


di Difficilissimo
26.04.2014    |    6.579    |    0 9.8
"Poi lo prese nel palmo della mano e proseguì a “ispezionarlo” con la lingua in tutta la sua lunghezza, soffermandosi nella fattispecie sulle cappella..."
Proseguo del racconto precedente. Come previsto, Selena non tardò a farsi viva stavolta e mi chiese, tramite sms, di poterci vedere da soli che aveva bisogno di stare un po’ con me. Ci accordammo di vederci inizialmente per un aperitivo, che consumammo con calma colossale tanto da trasformarla praticamente in una cena, con qualche bicchiere di troppo soprattutto da parte sua. Notai forse per la prima volta da quando la conoscevo, una luce diversa nel suo sguardo, un’aria di voglia sessuale chiara, sembrava quasi volermi mangiare con gli occhi e mentre mi osservava, quasi in silenzio e con un sorriso alquanto ambiguo in viso, iniziò a mordersi il labbro. Capendo chiaramente le sue intenzioni le chiesi dove voleva andare e, assodato che non avevamo un posto dove consumare, decidemmo di appartarci con la macchina in una sorta di piccolo stagno dove non andava mai nessuno se non appunto coppie ma essendo all’incirca l’ora di cena non trovammo nessun altro, per cui parcheggiammo l’auto in modo da tale da avere il fronte pronto a uscire e la iniziai a baciare in maniera intensa con la lingua. Aveva il fiato che sapeva di alcool ma la sua lingua era morbidissima e si faceva strada coraggiosamente dentro di me. Dopo alcuni minuti di limonata, in cui avevo timorosamente appoggiato una mia mano sul suo seno, mi spostò un istante e si sfilò la maglietta, liberando i suoi grossi seni che saltarono fuori come due cocomeri e subito dopo fece lo stesso con il reggiseno, mostrandomi di nuovo quegli immensi capezzoli. Avendo ormai scoperto nel nostro precedente appuntamento che il seno era il suo punto sensibile, mi tuffai avaramente su di esso e iniziai a palparlo, succhiarlo e leccarlo come meglio potessi. Selena gemeva senza ritegno, aveva alzato lo sguardo verso l’alto e si godeva il mio lavoro tenendomi la testa sulle sue tette. Con l’altra mano iniziò a frugarmi nei jeans e io agevolai il suo compito abbassandomeli da solo e liberando il mio cazzo, ormai totalmente eretto e voglioso di esplodere. Selena si avventò rapidamente su di esso, accucciandosi verso di me e diede un primo assaggio con la lingua che mi mandò in estasi al solo tocco. Poi lo prese nel palmo della mano e proseguì a “ispezionarlo” con la lingua in tutta la sua lunghezza, soffermandosi nella fattispecie sulle cappella. Lentamente, senza smettere di leccarlo, iniziò una lenta e curata sega e io mi sentì mancare il fiato tanto stavo impazzendo di piacere. Piacere che divenne impressionante quando accolse finalmente l’intero mio cazzo nella sua bocca, stringendolo tra le sue morbide e carnose labbra, senza tuttavia smettere, con la mano, di segarmelo. Vedevo soltanto la sua testa che si muoveva sul mio cazzo ad un ritmo sempre maggiore e avvertivo brividi ogni qual volta arrivava con le labbra alla cappella. Non era il miglior pompino che avessi mai ricevuto, questo no perché ne avevo ricevuti di magnifici, ma sicuramente era un signor pompino e poi la situazione mi eccitava in maniera impressionante. D’altronde Selena era stata sempre una sorta di sogno erotico, avevo sempre considerato quella formosa nanetta di un metro e 58 dai lineamenti arabi e dalla carnagione scura, dal prorompente seno e dal sedere brasiliano una vera e propria macchina da guerra sessuale e lei stava, lentamente, dandomi tutto ciò che avevo desiderato. Sentendo che l’orgasmo non mi era lontano la avvertì ma lei non sembrò dare molto peso alle mie parole, anzi le prese come un incentivo per aumentare ancor di più il ritmo e in poco tempo sentì lo sperma salirmi in direzione del cazzo, alzai leggermente il bacino dal sedile della macchina e le svuotai in bocca una quantità notevole di schizzi, che bevve di pieno gusto. Quando si alzò dal mio cazzo aveva ancora la bocca sporca e mi sorrideva con sguardo malizioso, poi si passò la lingua tra le labbra a pulirsi e fece un “mmm” come a farmi capire che il sapore le era particolarmente gradito. Non ebbi tempo di domandarle nulla, aprì lo sportello e uscì con le tette ancora al vento, poi aprì la portiera posteriore e si andò a sedere sui sedili di dietro, sfilandosi velocemente i pantaloni e le scarpe e invitandomi a raggiungerla. Senza perdere un solo istante mi lanciai in sua direzione e al mio arrivo si era tolta anche le mutandine, mostrandomi per la prima volta la sua figa, che era abbastanza pelosa e di color castano ma chiaramente impregnata dei suoi umori. Scivolai tra le sue gambe, inginocchiandomi tra i sedili e le spalancai le cosce per poi cercare la sua figa con la bocca. Iniziai a leccarla con avidità, aveva un sapore forte ma decisamente gradevole, almeno a gusto mio e oltretutto la trovai particolarmente fradicia di umori rispetto alle precedenti ragazze che mi erano capitate. Mentre leccavo iniziai frequentemente a gettare uno sguardo in direzione dei suoi piedi, che erano ancora coperti da un paio di calzini. Da buon feticista avevo un grande voglia di assaggiare quei piccoli piedini numero 35 che non avevo mai avuto modo di vedere scalzi ma decisi di tenermi questa perversione per me, almeno per questa volta visto che era di fatto il nostro primo vero incontro sessuale e non volevo mi etichettasse come un deviato. Selena era totalmente scatenata, allargava le cosce a più non posso e mi spingeva la testa sempre più dentro, fosse stato per lei se la sarebbe infilata tutta in figa e gemeva ,gemeva e sbrodava umori a raffica. Era talmente bagnata che ci sarebbe stato quasi da avere il voltastomaco per la quantità di liquido che stavo ingerendo ma invece la cosa non fece che eccitarmi oltremodo e permettere al mio uccello di tornare duro come il marmo. Feci un movimento per alzarmi, volevo fare sesso ma Selena mi trattenne verso il basso supplicandomi di finire il mio lavoro mentre continuava a gemere stropicciandosi con forza gli enormi seni e leccandosi le labbra. La accontentai e proseguì il lavoro, aiutandomi anche con un dito, decisione che la ragazza gradì particolarmente, specialmente quando spostai le mie attenzioni sul pronunciato clitoride. La mia mossa a sorpresa le fece perdere anche l’ultima fettina di contegno, ormai era un cagna abbandonata ai suoi istinti e al suo piacere, mi prese per i capelli e iniziò a gridare “si, godo, cazzo godoooo” e, inarcando la schiena all’indietro, mi sparò tanto di quel liquido in faccia da considerarlo quasi uno squirt. Ero sporco, eccitato e alo stesso tempo ammaliato da quella ragazza, non avevo mai visto una donna godere così tanto se non in video porno e non osavo nemmeno immaginare cosa sarebbe stato scoparla. Tornai sul sedile e iniziai a baciarle il collo notando che l’orgasmo che aveva avuto, violentissimo, l’aveva decisamente fiaccata e se ne stava abbastanza immobile e totalmente sudata quasi senza rispondere alle mie nuove sollecitazioni. Mi disse all’orecchio che per quel giorno bastava così ma le feci notare che il mio cazzo gridava ancora vendetta e lei, senza scomporsi minimamente, lo prese in mano e iniziò a segarmelo con discreta abilità. Avrei voluto obiettare, avrei voluto farle notare che non mi accontentavo solo di una sega ma non volevo forzare nulla per cui mi lasciai andare al piacere. Quando mi accorsi che la sega mi stava nuovamente facendo impazzire di godimento, tentai , in preda agli istinti, un nuovo gesto. Le spostai lentamente il piede, con tanto di calzino, che era poggiato affianco alla mia coscia sul sedile, sopra il mio pisello, facendole chiaramente capire di cosa avevo voglia. Selena non ebbe alcun tipo di reazione, con tutta la naturalezza del mondo mise la mano con il quale mi stringeva il pisello, in maniera tale da creare una sorta di sandwich col suo piede e me lo iniziò a segare così. Era una visione paradisiaca e neppure la presenza del calzino mi impedì di eccitarmi all’ennesima potenza, cercai con foga la sua bocca e limonammo furiosamente fino a che non giunsi all’orgasmo, tentando nuovamente e inutilmente di avvertirla. Evidentemente la mia sborra le piaceva anche addosso, non solo in bocca, perché si fece schizzare senza problemi sulla mano, sul calzino e, complici i getti, anche sulla gamba. Selena sorrise nuovamente, poi passò la lingua lungo la sua mano in modo da ripulirla tutta e mi disse “quello dell’altra sera era l’aperitivo, questo è l’antipasto…la prossima volta avrai il primo”…poi scese a sistemarsi….
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