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Gay & Bisex

Se il destino ha voluto questo...Capitolo 1


di Difficilissimo
05.11.2011    |    9.618    |    0 9.7
"Non enorme, ma piuttosto grosso e mi parve anche abbastanza in tiro tant'è che non riuscì più a resistere e mi portai la mano nei boxer..."
Ho sempre odiato i locali dove si balla, non intendo le discoteche ma quei mezzi pub dove a una certa vanno via i tavoli e un gruppo di ragazzini scalmanati si butta in "pista": cioè non mi sa di niente, o apri un pub o una disco...sta di fatto che contro la mia volontà, trascinato da amici di bevute, ci siamo ritrovati a tracannare birra in uno dei pochi tavolini rimasti in questo locale. Nel resto dell'ambiente c'è una massa di ragazzetti che si sta dando da fare attorno alle poche ragazze che ballano in una sorta di caccia. Li osservo con distacco, spero quanto prima di finire questa birra e di uscire ma i miei amici non sembrano dello stesso parare e nel frattempo hanno anche ordinato da bere. Leggermente scocciato, ma leggermente, mi alzò per andare in bagno e fare due passi con la scusa. Con un pò di fatica finalmente trovò l'indicazione per le toilette e mi imcamminò quando improvvisamente sentò chiamarmi "Marco, che sorpresa". Chi diavolo è che mi chiama in un locale fuori città, dove non sono mai stato e non sapevo nemmeno che fosse frequentato da miei conoscenti? Ci metto alcuni istanti a capire bene da dove arriva la voce. E' un ragazzo di statura normale, muscolissimo e vestito tutto attillato, con dei ridicoli pantaloni di pelle. Non ci metto molto a riconoscerlo: e' Luca, un mio vecchio compagno di scuola che avevo un pò perso di vista. Ci mettiamo un pò a parlare e mi invita a prendere una birra con lui, accetto subito la cosa visto che i miei amici al tavolo sembrano ormai in letargo e stanno quasi dormendo sulle loro sedie. Mentre parliamo mi viene spontaneo chiedergli qualcosa di lui, non ci vediamo da molto e mi rivela di essere un ballerino, di fare anche gare e di continuare comunque a fare palestra e nuoto, come si vede chiaramente dal suo fisico. A me i palestrati non sono mai piaciuti, sono il totale opposto del ragazzo che piace a me e quindi nemmeno Luca fa eccezione. Eppure sono consapevole che tra me e lui ai tempi del terzo anno di superiori c'è stato qualcosa, qualcosa di molto approssimato ma comunque sia qualcosa. Ma andiamo con ordine: io e Luca ci siamo conosciuti in primo superiore, subito amici fin dall'inizio, mi sembrava un ragazzo simpatico, faceva spesso battute stupide da idiota ma era la stessa cosa che facevo anche io e quindi trovammo subito un filo conduttore tra di noi. Subito compagni di banco, non ci volle molto che iniziammo a frequentarci spesso anche nel pomeriggio, andando a giocare alla play e a fare i compiti a casa dell'uno o dell'altro. Al tempo Luca era molto diverso da ora, era magro, senza muscoli e un pò più basso. Fisicamente era il mio tipo ma non mi piaceva comunque, non mi attirava il suo viso e non lo presi mai realmente in considerazione nei miei sogni erotici e nel mondo di fantasia bisex che mi ero costruito. Notavo però che era un ragazzo particolare, parlava pochissimo di donne, direi quasi mai e le rare volte che lo faceva si lasciava andare ad espressioni alquanto bizzarre del tipo "mi piacerebbe pisciarle in bocca" oppure "chissà quanto arrapa mentre caga". Facile dedurre che mi sembrò da subito un ragazzo sessualmente disturbato ma non approfondivo mai molto l'argomento, tuttavia notavo che il suo modo di fare lo aveva reso antipatico, in poco tempo, a tutto il resto della classe e praticamente si ritrovò quasi subito con solo me come amico. Più passava il tempo e più questa amicizia iniziava a dare fastidio anche a me ,era un ragazzo noioso, desideroso di primeggiare sempre e comunque sugli altri a discapito di qualsiasi senso di giustizia. Però non riuscivo a liberarmene per il semplice fatto che mi dispiaceva, ero fatto così di carattere e vuoi o non vuoi decisi di rimanergli amico per non lasciarlo solo. Giungemmo così al terzo anno di superiori, lui sempre più solo e io sempre più perplesso dalle sue bastardate, dalle sue manie di protagonismo e dalla sua "anormalità" su tutto: passioni strane, discorsi inadatti a ragazzi sedicenni e un interesse pressochè nullo per il sesso. Il terzo anno di scuola era anche il più difficile e fui costretto a raddoppiare le ore di studio pomeridiane, così da riuscirmi in minima parte a staccare da Luca, il quale decise di darsi alla palestre e alla piscina e iniziò ben presto (anche grazie a qualche sostanza dopante) a mettere una notevole massa muscolare. Si arrivò ad Aprile, momento delle gite scolastiche, e la nostra classe si sarebbe recata a Torino per tre giorni, quindi due notti da trascorrere. Inutile dire che nessuno volle andare in camera con Luca e per una questione numerica l'unica camera doppia fu la nostra, dal momento che solo io avrei avuto il coraggio e il fegato di sopportarlo realmente. Entrammo in camera e mi trovai sorpreso dal vedere che anzichè i due lettini, avremmo dovuto dormire in un letto matrimoniale, cosa che non mi era mai capitata di fare con un maschio. Io ero bisessuale ma di esperienza ne avevo pochissime, giusto qualche sega reciproca con un paio di amici ma nulla più però questa situazione mi sembrava da subito strana. A me Luca non piaceva, era un bel ragazzo ma non il mio tipo, eppure l'idea di dividere il letto con lui stava iniziando a eccitarmi. Permisi a lui di fare la doccia per primo e colto da un'irrefrenabile desiderio decisi di andarlo a spiare allo spioncino della porta. Non l'avevo mai visto tutto nudo e la curiosità di vedere come era messo si era fatta troppo forte per cui, con indosso solo le mutande, mi accucciai sulla porta e osservai. Era nudo a pochi metri da me, gran fisico, scultoreo e messo in risalto dalla carnagione, perennemente abbronzata grazie alle lampade cui faceva spesso ricorso. Lo stacco con la zona inguinale, rimasta bianca, era piuttosto netto e mi pose ancor più l'attenzione sul suo cazzo. Non enorme, ma piuttosto grosso e mi parve anche abbastanza in tiro tant'è che non riuscì più a resistere e mi portai la mano nei boxer. Mi segavo mentre lo vedevo sotto la doccia, mentre osservavo il suo sedere muscoloso e in pochi istanti sentì giungere l'orgasmo, ansimai trattenendomi un pò per non farmi scoprire e scaricai una quantità pazzesca di sperma sulla mia mano e sui miei boxer. Cercai di pulirmi, poi quando uscì, con il solo asciugamano in vita, ne approfittai per entrare immediatamente in bagno e lavarmi. Scendemmo per cena, poi facemmo un giro con i compagni per locali e alle due di notte circa rientrammo in camera. Era una nottata calda, quasi estiva come temperatura e entrambi ci stendemmo sul letto in mutande, spegnemmeno la luce e iniziammo a parlare. Io ero veramente eccitato e presi subito il discorso del sesso per vedere come reagiva e stranamente sembrava, per la prima volta, interessato ai miei argomenti. Fu una piacevole chiacchierata sulle forme delle ragazze della nostra classe, sulle loro abitudini sessuali e sulla frequenza delle loro scopate quando entrambi ci trovammo al culmine dell'eccitamento. Ci stavamo accarezzando i cazzi da fuori le mutande e decisi di prendere iniziativa e proposi una sega. Lui non fece alcuna storia e ci sfilammo entrambi le mutande. Il buio impediva di vederci bene nudi e soltanto una leggere luce che sbucava dalla finestra ci metteva leggermente in risalto le sagome. Ci stavamo segando da qualche istante quando mi accorsi che lui si stava avvicinando, sentivo la sua gamba a contatto con la mia e poco dopo il suo piede iniziò a strusciarsi al mio. Continuai a fare quello che stavo facendo cercando di non dare troppo peso alla cosa e intanto sentivo Luca affianco a me che mugulava di piacere e faceva sempre più insistente le sua strusciata col piede. Improvvisamente mi accorsi che si era girato di fianco dalla mia parte e aveva puntato il suo uccello sulla mia coscia e pensai che forse era il caso di fare questo benedetto passo e di fregarmene di tutto, d'altra parte volevo quello e quello dovevo ottenere. Allungai la mano e gli arrivai all'interno cosce, lui non disse nulla ma si limitò a divaricare un pò le gambe per farmi agira meglio, così decisi di sferrare l'attacco decisivo e gli sfiorai un paio di volte il cazzo con la mano. Anche in questo caso nessuna risposta negativa da parte sua, così glielo impugnai e lui fece lo stesso col mio. Mi misi nella sua medesima posizione, di fianco, sempre con i nostri cazzi nelle mani e mi ritrovai attaccato alla sua bocca e senza pensarci un attimo lo baciai. Lui mi spostò e mi disse sottovoce "che cazzo fai?" io lo accarezzai e gli dissi "sciogliti". Ci baciammo e capì ben presto che mi aveva fermato perchè era il suo primo bacio e non sapeva nemmeno come fare. Lo guidai, lui seguiva il movimento della mia lingua e ben presto prese il giusto ritmo e la cosa iniziò a piacerci, tant'è che dopo qualche minuto ci svuotammo i nostri cazzi sborrando all'aria come cammelli. Nemmeno la venuta placò la nostra foga e continuammo a limonare per quasi tutta la notte, segandoci ancora un paio di volte a vicenda. La mattina fummo svegliati dal telefono dell'albergo, che ci ricordava dell'ora delle colazioni, così mi ritrovai sul petto muscoloso di Luca, entrambi ancora nudi. Non sapevo che fare e che dire, ma a rompere il ghiaccio ci pensò lui, baciandomi in bocca poi mi disse "ma dobbiamo proprio uscire? vorrei stare qua con te tutto il giorno". Risposi con un altro bacio, poi gli dissi di alzarsi e ci facemmo la doccia insieme. Mi sentivo strano, non so che mi prendeva ma mi piaceva baciarlo sotto la doccia e insaponarlo, sentirmi a contatto con quei muscoli possenti, difficili da vedere in un ragazzo di sedici anni, che fino a qualche ora prima avevo sempre disprezzato e ora stranamente mi piaceva osservare. Notammo che la nostra doccia si era prolungata, anche perchè non avevamo potuto fare a meno di masturbarci a vicenda e liberare i nostri cazzoni ritti, e pertanto l'ora delle colazioni era vicina alla scadenza. Così ci vestimmo in fretta e furia e riusciammo a mangiare qualcosa proprio al termine dell'ora. La giornata trascorse normalmente, io e Luca ci mischiammo alla classe e non ci concedemmo nulla di diverso da quello che era la solita routine almeno fino al ritorno in albergo, dove fummo nuovamente colti da una vampata di passione e finimmo a segarci nuovamente sul letto. Sentivo il suo cazzo duro come un mattone nella mia mano e la sensazione mi piaceva, così come mi piacque quando venne nuovamente all'aria, sporcando qualsiasi cosa il suo spruzzo intercettasse durante la traiettoria. Stremati dalla furiosa sega ci trascinammo fino a dentro la doccia, non smettendo mai di pomiciare quando sentì qualcosa di caldo sulla gamba e mi accorsi che mi stava pisciando addosso. Un altro si sarebbe arrabbiato ma era una passione che in fondo ci accomunava e quindi mi eccitai e ricambiai il favore: ci segammo nuovamente, poi improvvisamente poggiò le sue mani sulle mie spalle e mi spinse in ginocchio, poi mi mise il suo cazzo, duro come la pietra, dinanzi alla bocca e mi disse di succhiarglielo. RImasi immobile, sinceramente la voglia c'era ma non l'avevo mai fatto e non mi sentivo pronto per fare il passo con lui, pertanto rifiutai. Provo a chiedermi se poteva farlo lui a me ma rifiutai anche quest'altra proposta e venimmo nuovamente con la sega. Scendemmo per la cena, poi uscimmo un pò con la classe ma decidemmo di rientrare prima degli altri perchè non ci stavamo divertendo e avevo voglia di svuotarci un pò le palle, quindi ci spogliammo nudi e ci tuffammo nel letto, rimanendo anche quell'ultima notte a pomiciare e segarci fino a tardi. Il mattino mi ritrovai nuovamente sul suo petto, lui era sveglio e mi accarezzava i capelli, lo guardai e non seppi resistere dal chiedergli "Luca ma tu sei gay?". Lui mi guardò, sorrise e mi disse "e tu?", gli risposi che ero bisex o almeno pensavo e lui mi disse "Anche io!". Non aggiungemmo altro, mi rimisi sul suo petto e iniziai a riflettere. Mi stavo già pentendo di quanto fatto e non osavo immaginare come sarebbe cambiata la mia vita al ritorno, consapevole del fatto che, conoscendolo, mi avrebbe dato il tormento in questi mesi, cercando sempre e comunque il rapporto fisico tra di noi. Intanto ci stavamo strusciando i piedi e senza nemmeno rifletterci avevo impugnato il suo uccello e lo stavo nuovamente segando...CONTINUA
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