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Le due mediocri amiche


di Difficilissimo
28.09.2013    |    8.701    |    1 9.4
"Quella visione aiutò il mio cazzo a tornare prontamente in erezione e la mia pomiciata con Sonia si fece sempre più spinta..."
Fin da ragazzino mi era sempre stata riconosciuta una qualità: quella di essere un’abile consigliare riguardo le vicende amorose dei miei amici. Non so fino a che punto questo fosse un vantaggio, in quanto mi toccava spesso sorbirmi lunghi e noiosi discorsi. Avevo anche notato che, mentre fino a qualche anno fa mi veniva anche naturale dare consigli e cercare di tirare su il diretto interessato, ormai mi era venuta una sorta di rigetto verso questa pratica e mi limitavo più che altro ad ascoltare. Fu così che Sabato 21 Settembre, mentre ero ben intento a sorseggiare una birra in un noto locale di San Benedetto, fui chiamato un momento fuori dal mio amico Matteo. Io e lui siamo amici da parecchi anni e devo ammettere che è uno dei ragazzi più belli che io conosca, sempre circondato di belle ragazze e decisamente bravo nel rimorchiarle. Il suo problema è che quando si innamora diventa decisamente “pesante” sia con la diretta interessata, sia purtroppo col sottoscritto, costretto ad assorbirsi qualsiasi novità sulle sue vicende. E anche stavolta capì che il motivo di questo invito ad uscire era proprio questo, in quanto si era appena lasciato con la ragazza, col quale stava già da diversi mesi. Non sto a dileguarmi troppo sui motivi per cui si era lasciato con lei poiché sono del tutto futili ai fini del racconto, tuttavia notai immediatamente che rispetto al solito, quando si lasciava prendere dalla più totale disperazione, stavolta sembrava totalmente sereno e anche d’accordo con la decisione di chiudere la sua storia. Tirai un bel sospiro di sollievo in quanto mi sarei evitato una serata, o comunque buona parte di essa, all’insegno della depressione. Praticamente felice di essere tornato single, mi comunicò la sua volontà ferrea di concedersi un bel periodo di libertà e divertimento e mi elesse a sua compagno di avventure. E si perché questa era un’altra caratteristica di Matteo, oltre a quella di rendere tutti partecipi delle sue storie: adorava, nei periodi libertini, accollarsi a qualcuno che potesse accompagnarlo in questa peripezie. Io le altre volte ero sempre riuscito a tirarmi indietro, poiché non è che amassi molto il suo modo di fare, diciamo troppo diretto, con le ragazze e mi sentivo tremendamente a disagio quando si comportava così, per questo ero sempre riuscito a scaricare il ruolo a qualche altro amico. Tuttavia questa volta decisi di ascoltare bene le sue “proposte” in quanto, effettivamente, sentivo di averne un immenso bisogno anche io. Mi ero da poco lasciato con la mia ragazza dopo pochi ma intensi mesi, avevo chiuso quella che, irrimediabilmente era stata la storia più importante che avessi avuto, non in termini di tempo ma di sentimento vero. Per lei avevo rinunciato a tutto, compresa la mia amata bisessualità e ora mi ritrovavo con un pugno di mosche in mano, pieno di corna, di delusioni, di dubbi e di voglia di rinascere. E quale migliore occasione se non quella di accollarmi alle avventure schiaccia chiodo di Matteo? Mi fece presente che era già tutto organizzato e che non potevo assolutamente tirarmi indietro. Il fatto che, come dicesse lui, era già tutto concluso, mi diede ulteriore convinzione in quanto mi sarei dovuto risparmiare la parte che odiavo di più in generale, specialmente se fatta assieme a lui, cioè quella della caccia. Perché già non ero uno a cui piaceva “molestare” ragazze, figuriamoci farlo con Matteo, che aveva smisurate manie di grandezza e amava tenersi tutto per sé, lasciandoti al limite le briciole. Mi disse che, terminata la serata con il resto del gruppo, ci saremmo gentilmente sganciati dalla compagnia per raggiungere quelle che lui definì “due fighe spaziali” che già sapevano tutto e con le quali ci saremmo intrattenuti fino al mattino seguente a casa di una di loro, rimasta totalmente sola per via delle vacanze a sorpresa dei genitori. Mi sembrava un ottimo quadro per cui rientrai soddisfatto e sollevato dalla conversazione e ripresi a tracannare birra per rendere ancora più soft la serata e soprattutto il dopo serata. Soltanto al pensiero che Matteo avesse definito le due tipe delle fighe spaziali provavo una forte erezione. E si perché sapevo le cocche allucinanti che si sbatteva quel tipo di solito, soprattutto all’università, e già pregustavo una nottatina con i fiocchi. Matteo era un ragazzo meraviglioso, alto circa 1,84-1,85, magro e slanciato, bei capelli neri sempre curatissimi così come la sua barba, tenuta sempre al giusto livello, un viso bello e regolare e soprattutto decisamente ben dotato, il che in fondo mi poteva anche causare una sorta di problema di confronto con lui. Non perché io stessi messo male, anzi mi ritengo decisamente nella media con i miei 18 centimetri abbondanti, ma lui sfora decisamente il muro dei 20 e non di pochissimo. Per tutto questo attendevo con impazienza di poter vedere le due tipe che ci saremmo sbattuti per ore e quando con il gruppo si decise di rincamminarci verso casa incontrai lo sguardo di Matteo e ci scambiammo un sorriso di intesa. Liquidati tutti, appresi da Matteo che avevamo appuntamento con le due tipe in piazza e che ci stavano già aspettando là da qualche minuto per cui accelerammo le operazioni e in breve tempo raggiungemmo il luogo. Da lontano guardai e le uniche due ragazze che erano là e in atteso tutto erano meno che fighe spaziali. Le conoscevo, erano due tipe che ogni tanto bazzicavano dalle parti del nostro gruppo, non dico cesse ma certamente e decisamente lontane dalla definizione, per quanto soggettiva, di fighe spaziali. Prima di scendere dall’auto chiesi spiegazioni a Matteo e mi disse di avermi mentito perché altrimenti pensava che non avessi accettato il suo invito e che ci teneva particolarmente che fossi io ad accompagnarlo in questa esperienza perché non aveva mai avuto l’occasione di fare una cosa del genere con me al suo fianco. Ormai ci stavo dentro fino al collo, le due tipe sapevano già che il compagno di Matteo ero io, lui si era mostrato felice della cosa e io ero già arrivato là con la macchina, quindi tanto valeva andare fino in fondo. Appresi anche che erano già state definite le “coppie”, ovviamente in base alla scelta di Matteo. A me sarebbe toccata Sonia, una ventenne decisamente bassa e un po’ in sovrappeso. Aveva un bel viso, occhi azzurri, capelli biondi ma aveva dei chili di troppo e oltretutto aveva anche la reputazione di non essere propriamente una regina dell’igiene personale. Nel complesso diciamo che se avesse perso una decina abbondante di chili e si fosse curata un po’ di più, sarebbe anche potuta essere considerata una ragazza carina, allo stato attuale era una tipa un po’ cessetta ma forse passabile. Matteo invece si era scelto Debora, coetanea di Sonia ma decisamente più fisicata. Alta quasi un metro e ottanta e con delle belle gambe, fisico abbastanza sportivo anche se non molto formosa, tuttavia aveva un viso a mio avviso piuttosto bruttino, con capelli corti mori e qualche brufoletto di troppo, lineamenti leggermente mascolini. L’avrei definita anche meno bella di Sonia se non fosse stato per il fisico che probabilmente, anzi sicuramente, la rendeva più appetibile agli occhi dei ragazzi e infatti Matteo non aveva perso tempo a farla sua. Con un po’ di imbarazzo feci salire le due tipe in macchina, Sonia al mio fianco, mentre Debora e Matteo si misero nel sedile posteriore e senza perdere tempo iniziarono subito a limonare. Io, con un po’ di vergogna, scambiai qualche parola con Sonia ma anche lei sembrava, come Debora dietro, poco propensa al dialogo e presto, nonostante stessi guidando, mi iniziò a massaggiare il pacco e a dirmi quanto avesse voglia di scoparmi. Le due tipe erano decisamente ubriache e nell’osservare lo specchietto notai come Matteo e Debora si stessero avvinghiando e palpando in maniera piuttosto spinta. Arrivammo a casa di Debora e ci fiondammo di corsa in camera di lei, dove c’erano due letti singoli. Già pregustavo una furiosa orgia a quattro ma i miei piani furono per il momento bloccati da Debora, che manifestò le sue vergogne nel mostrarsi nuda di fronte a me e specificò subito di voler fare l’amore solo con Matteo. La sua affermazione creò un momento di disagio in tutti noi e lo stesso Matteo si sentiva forse in difetto nei miei confronti, visto che mi aveva garantito che era già tutto deciso e certo. A rompere il disagio ci pensò Sonia, che prendendo per prima l’iniziativa, si tolse la camicetta e il reggiseno, mettendoci a nudo un seno abbastanza grosso, dei bei tettoni bianchi come il latte, come era la sua carnagione ma con due grossi capezzoli rosa. Senza perdere ulteriore tempo, Sonia si sfilò gli stivaletti e tolse anche la minigonna di pelle, rimanendo con le calze a rete e le mutandine. A questo punto di sedette sul letto come ad aspettare una nostra mossa di risposta. Matteo si sfilò la maglia, poi slacciò la cinta dei jeans e a quel punto presi coraggio anche io e feci lo stesso. In pochi istanti sia io che Matteo restammo in boxer e calzini di fronte alle due ragazze. Visto che Debora non sembrava scuotersi dal suo torpore, me ne fregai di lei e mi andai a stendere al fianco di Sonia e in poco tempo le nostre lingue si intrecciarono. Devo ammettere candidamente che le leggende sul suo igiene non erano del tutto infondate e infatti, oltre che ad un certo odore comprensibile di alcool che emanava il suo fiato e che potevo tollerare, ci aggiungeva un odore forte e tutt’altro che gradevole di sudore. Preso dall’eccitazione sorvolai anche su questo punto e continuai a slinguazzare con la tipa che si vedeva chiaramente che con i ragazzi ci sapeva fare. Non perse tempo e infilò una mano nei miei boxer, giungendo subito al cazzo e sussurrandomi all’orecchio di desiderarlo tutto dentro di lei. Quella frase, così spinta e scandita con voce da porcona, fecero scattare il mio lato animalesco e me ne fregai di tutto e tutti. Con foga iniziai a baciarle il collo, ero scalmanato, la mia respirazione si faceva sempre più intensa e iniziai a scendere. Giunsi ai suoi tettoni, prima li leccai, poi succhiai, quasi mordendoli, i suoi grossi capezzoli. La sentivo dimenarsi e portai una mano in basso, tra le sue cosce. Avvertì subito quanto fossero letteralmente zuppe le sue mutande e ne testai lo stato con un contatto diretto, oltrepassando il solco della seta. Aveva un bel figone peloso, che collegato al suo non eccezionale stato igienico avrebbe dovuto farmi desistere da quella che sarebbe stato il mio successivo passo ma mi lasciai guidare dalla voglia immensa e dal mio cazzo che picchiava violentemente contro i miei boxer come a supplicarmi trasgressione. Per cui, nonostante tutto lo feci, scesi tra le sue cosce, tirai via di scatto le sue mutandine e mi trovai di fronte alla sua figa bionda. L’odore era forte, lo avvertì subito, un mix abbastanza sgradevole di piscio, sudore e vagina, ma decisi ugualmente di farlo e l’assaggiai con la lingua. Il primo assaggio andò decisamente bene, non ero ancora svenuto!!! Per cui valeva la pena testare la cosa con una seconda passata di lingua, che fu ancora più lunga e dettagliata e giunse fino al suo grosso clitoride, che sporgeva gonfio all’infuori, pronto per essere ciucciato. Sonia mi aveva afferrato per i capelli e stava perdendo il controllo, la figa le umorava a grandinelle e iniziava a contorcersi per il piacere. Non faceva nulla nemmeno per nascondere i forti gemiti di piacere che le uscivano e allo stesso tempo sentì suoni simili provenire dall’altro letto e capì che anche Matteo era riuscito a sbloccare la spilungona stronza. Troppo preso da quello che stavo facendo pensai di rimandare a dopo la sbirciatina verso gli altri due e continuai a leccare e succhiare quella figa e quel clitoride con tutta la foga e la bravura che avevo. Sonia mi venne in bocca, almeno un paio di volte e io bevvi, bevvi di gusto a dispetto dell’odore, a dispetto della mia ex, di tutto quello che avevo passato e di questa situazione al limite del paradossale che stavo vivendo. Poi mi alzai in piedi e sfilai le mutande, metto a nudo il mio cazzo che era eretto come un palo verso l’alto, era un mattone pronto a esplodere, già avvertivo la presenza di qualche goccia di sperma sulla cappella e senza pensarci molto lo puntai verso il viso di Sonia. Lei lo guardò, lo prese in mano e lo assaggiò con la sua lingua. Ebbi un sussulto di piacere e lei, apprezzando ciò che stava facendo, iniziò a succhiare e leccare come una scannata. Sono sempre stato un fermo idealista della teoria secondo il quale i maschi lo succhiano decisamente meglio delle ragazze ma qui dovevo rivedere i miei studi di anni e anni. Ragazzi questa col cazzo ci sapeva fare in una maniera unica. Succhiava, succhiava e risucchiava con un’avidità che difficilmente avevo riscontrato in altre ragazze, era un vero e proprio massaggio fatto ad arte con le labbra che stringevano il cazzo e la lingua che lo spazzolava in tutta la sua lunghezza. Approfittai del momento per concedermi una panoramica generale della situazione: prima abbassai lo sguardo sul viso di Sonia. La luce nella stanza non era molta, Debora aveva preteso di spegnere la luce del lampadario, quindi l’illuminazione era data da un’abat jour piccola posta a terra e dal leggero bagliore che si intravedeva dalla finestra, lasciata aperta. Tanto bastava comunque per notare il viso paonazzo di Sonia e il suo sguardo da porcona mentre mi stantuffava il cazzo con la bocca e tanto bastava per notare, al mio fianco, che gli altri due si stavano concedendo un ispezionato e decisamente gradito, a giudicare dai gemiti, 69, con Debora che si trovava sopra a Matteo. Decisi di tornare a concentrarmi su Sonia, anche perché il mio orgasmo si avvicinava inesorabile per cui le afferrai la testa con vigore e la iniziai letteralmente a scopare in bocca senza che lei mollasse un solo centimetro. Anzi sembrava quasi voler rispondere al mio segnale di sfida e iniziò a succhiare ancora con più forza, quasi fino a farmi male, quasi fino a volermelo aspirare via. Pensai che fosse cosa buona e giusta avvertirla che stavo venendo, che tra poco avrei schizzato fiumi di sborra calda ma nemmeno per il cazzo quella troia si spostò. Continuò imperterrita nel suo lavoro e io venni, tirai la testa indietro e gemetti di piacere, scaricai non so quanta sborra nella sua bocca e Sonia bevve tutto, fino all’ultima goccia. Non ebbe un sussulto, non un solo colpo di tosse né un minimo senso di disgusto, assaporò tutto, compresa una lunga e ispezionata leccata finale sulla cappella, a non volersi perdere niente. Si alzò ancora rossa in faccia, si continuava a leccare le labbra e mi ringraziò, aveva proprio bisogno di una bella bevuta di quelle! Ci mettemmo entrambi a ridere, poi mi stesi al suo fianco e riprendemmo a baciarci. Mi sentivo un po’ in dovere di farlo, anche perché, svuotato il cazzo, mi era anche passata la foga animalesca e mi stava salendo quel senso di disgusto verso di lei, tuttavia non ero il tipo che si sarebbe permesso di usare in quel modo una ragazza. Decisi di pomiciarci ma non la guardai, avevo lo sguardo fisso su Matteo e Debora, che nel frattempo avevano iniziato a scopare. Debora era a cavalcioni sul letto, non gliene fregava un cazzo di mostrarsi ora. Aveva fatto tante storie e ora era proprio dritta a me, completamente nuda e a pecora con Matteo che da dietro la stava chiavando a sangue in figa. Gettai uno sguardo accurato sul corpo di Debora, a mio avviso non era molto eccitante. Tette pressochè nulle, magra in maniera eccessiva, lasciava decisamente poco spazio all’immaginazione. Tuttavia era la classica cavalla a cui per forza di cose dovevi dare una bella dose di cazzo e Matteo gliela stava fornendo tutta. Il mio amico era ben noto, oltre che per le misure, anche per la qualità delle sue prestazioni. Tutte le sue ex non avevano mai perso occasione per ricordare le grosse scopate che si concedevano con lui e infatti stava decisamente tenendo alta la sua fama. Sentivo i colpi delle palle di Matteo che sbattevano sulle chiappe di Debora, guardai la ragazza in faccia ed era una vera maschera di piacere. Lei notò che la stavo osservando e nostri sguardi si intrecciarono per alcuni secondi. Così, mentre io pomiciavo ancora con Sonia, Debora mi sorrise e poi si passò avidamente la lingua tra le labbra, riprendendo subito a gemere come una cagna mentre Matteo non dava alcun cenno di cedimento. Quella visione aiutò il mio cazzo a tornare prontamente in erezione e la mia pomiciata con Sonia si fece sempre più spinta. La feci girare in posizione missionaria e le salì sopra, poi pian piano portai il mio cazzo, dopo averlo strusciato per un po’ sulla sua pancia, all’altezza della sua figa. Avvertì la sensazione del suo pelo sul mio pene e lo strusciai nuovamente su di lei. Per alcuni istanti stavamo letteralmente scopando a secco e già questo bastava per udire nuovamente i gemiti decisi di Sonia che mischiati con quelli di Debora e con quelli più mascolini di Matteo facevano da colonna sonora all’ambiente, andando anche a coprire il ridicolo sottofondo di Celine Dion che aveva messo nello stereo la tipa prima appena entrati in camera. Sentendo che la figa di Sonia grondava umori nuovamente a livello rubinetto, posizionai la punta del mio cazzo in direzione del suo buco e con un colpo secco, senza preservativo, lo spinsi dentro. Iniziai a stantuffare a mille, la cosa mi stava iniziando a piacere sempre di più e dentro di me mi sentì in dovere di dover ringraziare Matteo per la splendida nottata che mi stava regalando. Spingevo quasi a volerle fare male ma la sua figa era larga, calda, elastica, accoglieva il mio cazzo come un guanto e più aumentavo il ritmo e più lei gradiva. Inizialmente mi accarezzava con dolcezza il culo con la sue mani, ora invece stava perdendo il controllo e iniziava a graffiarmelo, a conficcarmi le sue unghia nella carne. La sentivo gemere sempre di più, ogni tanto mi infilava la lingua in bocca per poi riprendere presto ad alitarmi sulla spalla. Al mio fianco Matteo continuava a sua volta a spingere come un indemoniato e Debora a gemere come una puttanella in calore. Scopai a lungo, forte del primo orgasmo avuto, mentre Sonia venne almeno un paio di volte, cosa che a sua volta faceva Debora affianco. Dopo una mezz’ora di spinta devastante sentivo giungere il mio orgasmo per la seconda volta, lo tenni nella figa calda di Sonia fino all’ultimo momento, poi lo tirai fuori e lo portai alla sua bocca, pronta ad accoglierlo. Mi afferrò per le chiappe e se lo spinse tutto in gola e io venni, venni gridando il mio piacere, venni godendo come un matto, venni scaricandole tutto in bocca per la seconda volta. Ero distrutto e mi accasciai al suo fianco a riprendere fiato, godendomi assieme a lei la spettacolare chiavata tra Matteo e Debora, incredibilmente ancora vigorosa e in piena corsa, nonostante fosse iniziata prima della nostra. Matteo l’aveva messa a smorza candela e stava continuando nel suo ritmo forsennato, poi lo vidi irrigidirsi e sborrò. Non riuscì a vedere dove ma non lo vidi spostarsi, quindi pensai fosse venuto in figa salvo scoprire poi che era venuto, incurante di tutto, sul materasso. Debora si alzò in piedi, mostrandosi stavolta senza patemi nuda dinanzi a me e andò verso il bagno a darsi una sciacquata mentre Sonia, mostrando tutta la sua porcaggine, si alzò scostandosi da me e si andò a mettere al fianco di Matteo. Senza dire nulla prese in bocca l’uccello del mio amico e iniziò a rianimarlo e lo stesso Matteo non proferì parola ma afferrò la troia bionda e grassoccia per i capelli, tenendola ben ferma sul suo enorme cazzo. Qualche istante dopo rientrò Debora che, vedendosi detronizzata, anziché fare polemica come mi sarei aspettato, feci spallucce e mi raggiunse sul letto. Iniziammo a pomiciare e lei fece un gesto apparentemente inutile ma che mi scatenò totalmente le fantasie. Al contrario di Sonia infatti, che rimase con le calze a rete tutto il tempo, Debora era totalmente nuda e strusciò più volte il suo piede nel mio interno cosce. Io da feticista convinto, specialmente amante dei piedi, provai un piacere immenso e senza farmi problemi andai a leccarli. Non disse nulla la tipa e se li lasciò succhiare per alcuni minuti mentre al nostro fianco Matteo non aveva perso tempo e si stava chiavando a pecorina Sonia con un ritmo altissimo. Pensai di imitarlo ma prima volevo testare la bravura nel sesso orale di Debora, per cui improvvisammo un fugace 69 in cui leccai la sua fighetta depilata e mi gustai un pompino fatto abbastanza bene, anche se non ai livelli supremi di quelli di Sonia. A questo punto me la feci salire a cavalcioni sopra, lei si impalò il mio cazzo tra le cosce e iniziò a muoversi a ritmo. Inizialmente i suoi movimenti erano lenti e calibrati, mi osservava reggendosi con le mani sul mio petto e mi sorrideva. Poi pian piano iniziò ad aumentare il ritmo e presto rividi in lei quella troia scatenata che pochi minuti prima si era fatta sbattere da Matteo davanti ai miei occhi. Era indemoniata, spingeva come un’assatanata e io non sapevo più dove palparla, le infilai le mani ovunque e mi lasciai andare al piacere più estremo. Gettai un ultimo sguardo al mio fianco, udendo che le urla di Sonia si erano fatte molto più forti, quasi di dolore e capì presto che il motivo era semplice: Matteo aveva cambiato buco, passando a scoparle quello del culo, probabilmente provato dalle dimensioni monster del mio amico. Quella scena, quelle urla, il ritmo indiavolato di Debora e quel sorrisetto che aveva sempre stampato sul viso mi fecero perdere i sensi, iniziai ad ansimare e avvisai la troia del mio orgasmo. Il problema fu che anche lei, praticamente in simultanea, giunse al suo di orgasmo e quindi nonostante il mio avvertimento, non si spostò e si fece venire totalmente in figa. Eravamo talmente distrutti e appagati che per qualche minuto nemmeno notammo l’enorme cazzata, rimanendo quasi senza fiato ad attendere l’orgasmo di Matteo, che senza pudore venne nel culo di Sonia urlando di piacere. Tutti stremati, sudati e stanchi, ci lasciammo prendere dal sonno e, nuovamente con Sonia al mio fianco, mi addormentai, promettendo a Debora che il mattino seguente l’avrei accompagnato a rimediare di quell’imprevisto avuto. Non vi nascondo che la mattina, prima di uscire di casa, ci regalammo nuovamente un altro bel giro di scopate, felici di quella che sarebbe potuta diventare una situazione sicuramente interessante per la settimana che stava arrivando, l’ultima di Matteo qui prima del ritorno all’università!!! Mi scuso per la lunghezza del racconto ma essendo tutto vero era impossibile renderlo più snello! Se il racconto vi piace ci sarebbe un seguito, ma soltanto se gradite!
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