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Gay & Bisex

Amici per la pelle, parte 1


di Difficilissimo
21.06.2015    |    27.013    |    4 9.3
"Divenne una vera e propria abitudine tra noi e coinvolgemmo anche un altro nostro amico in quel “rito”..."
Fabio è da tantissimi anni uno dei miei migliori amici. Ha 5 anni meno di me ma il nostro legame è sempre stato molto forte. Ci conoscemmo giocando a pallone insieme, cosa successa per alcuni anni fino a che lui non smise per ragioni di studio. All'epoca Fabio aveva 15-16 anni ed era un ragazzino simpatico e rispettoso ma anche molto curioso riguardo il sesso e non perdeva occasione per farmi tante domande su di un mondo che ancora non esplorava completamente. Notavo, con piacere, che rimaneva assolutamente entusiasta quando gli parlavo della mia passione per il fetish, soprattutto per i piedi ma anche per la pipì a volte. Fu probabilmente questo argomento che ci diede il primo vero appiglio per costruire un bel rapporto. Negli anni l'ho visto crescere, sempre al mio fianco, e farsi un ometto. Bello, forse bellissimo, sempre circondato da tante ragazze e non perchè attratte da un modo di fare sbagliato come spesso succede, ma proprio dai suoi modi gentili, dalla sua dolcezza e dal suo aspetto. Infatti Fabio è un ragazzo di poco sopra l'1,80, carnagione olivastra per via della cittadinanza sudamericana della madre, bel viso da ragazzino (forse il naso leggermente grande), bellissimi capelli mori e lisci, quasi del tutto glabro, spalle larghe pur non avendo quasi mai fatto palestra, belle cosce da calciatore, un culetto da urlo sodo e carnoso e soprattutto un gran bel pezzo di carne tra le gambe: oltre 20 centimetri di cazzone scuro, con cappella rossastra, largo e succoso. Il culmine, da un punto di vista intimo, del nostro rapporto di amicizia, lo raggiungemmo all'incirca quando lui aveva 17-18 anni. In quel periodo, per circa un anno e mezzo iniziammo con frequenza a masturbarci a vicenda. Tutto nacque da una serata passata a parlare di sesso in cui eravamo in vena di confidenze e lui mi rivelò di aver avuto un rapporto di masturbazione reciproca con un nostro compagno di squadra (che comunque non mi piaceva) per diverso tempo e di averlo interrotto attorno ai 15 anni perchè entrambi iniziavano a vergognarsene. Col mio savoir faire ero riuscito a far volgere la situazione a mio favore e a convincerlo che non ci fosse assolutamente nulla di male in quella pratica tra amici. Divenne una vera e propria abitudine tra noi e coinvolgemmo anche un altro nostro amico in quel “rito”. Quando capitava che avevamo alzato troppo il gomito con l'alcool, a volte, finivamo per lavorare anche di bocca ma era una cosa rara e che, per l'appunto, succedeva soltanto da ubriachi. Questo periodo di appagamento reciproco si concluse con il trasferimento di Fabio a Roma per motivi di studi universitari. A Roma conobbe il vero amore, si fidanzò con una ragazza del posto e mi chiese cortesemente di non fare più certe cose. Ovvio che una parte di me era delusa e sentiva la mancanza di quel bel cazzo ma poi in fondo avevo tanti intrallazzi anche io e quindi accettai la situazione. Io e Fabio ci vedevamo quando lui tornava, a dire il vero non spessissimo, e lo vedevo crescere e diventare sempre più un ometto dal punto di vista del carattere. La storia con la ragazza di Roma finì dopo un anno e qualche mese e lui trovò subito consolazione in un'altra tipa, stavolta delle nostre parti. Per questo quando tornava da Roma, solitamente trascorreva il suo tempo con la nuova fidanzata e pertanto il nostro rapporto perse un po' di mordente. Purtroppo per lui, però, conobbe anche la delusione, la rabbia e l'umiliazione di subire un tradimento, lo scoprì e la sua storia ovviamente terminò. Questo alcuni mesi fa e Fabio ha preso molto male la cosa, tanto da cadere quasi in depressione. Ci siamo riavvicinati molto e anche grazie ai miei consigli è leggermente rifiorito, iniziando finalmente a pensare di nuovo alle altre ragazze. Lui non è il tipo che le prende in giro, che ci si diverte e le lascia, non è lo stronzo di turno ma un bravissimo ragazzo che cerca sempre la storia seria e, se per ipotesi si accorge di non provare comunque amore, certamente non si proclama con “ti amo” gratuiti. Come detto, ci siamo riavvicinati, così un paio di settimane fa circa mi ha comunicato, via Whatsapp, che stava ritornando da Roma per il week-end e mi ha chiesto se volevamo trascorrere il pomeriggio in spiaggia. Avendo lui casa libera ci siamo accordati per uno dei nostri classici “menù”: spiaggia, doccia e cena a casa sua, uscita fino a tardi e di nuovo a dormire da lui. Adoravo dormire da lui perchè aveva un letto da una piazza e mezza che implicava il dover stare sullo stesso materasso, in mutande in una situazione che mi eccitava molto. Pertanto uscì di casa portandomi dietro una borsa con il cambio per la sera e con qualcosa da toilette, lasciai il tutto in macchina e lo raggiunsi al mare. Fabio era là, steso a terra su un asciugamano, che mi aspettava, occhiali da sole e cuffiette, boxer stretto e carnagione già di suo abbronzatissima: uno spettacolo!! Mi accomodai al suo fianco e subito partirono i nostri discorsi un po' deprimenti: io gli raccontavi dei miei problemi che stavo vivendo con la mia donna, lui delle ultime novità sulla sua ex, che a quanto pare, nonostante l'avesse tradito, non si ostinava a lasciarlo in pace. A interrompere il nostro discorso ci fu l'arrivo di due ragazze brasiliane che si vennero a mettere a pochi metri da noi. Fabio fu il primo a vederle arrivare e chiamò subito la mia attenzione con una gomitata. Soprattutto una delle due era un vero spettacolo: mulatta, seno gigantesco e sodo, culo da urlo tipicamente brasiliano, sulla trentina ma un vero sogno. Anche l'altra non era malaccio, meno vistosa e meno bella di viso ma comunque anche lei molto stimolante. Le due brasiliane ci sorrisero e, per nulla intimorite dalla nostra presenza e dai nostri sguardi, si misero comodamente in topless. Fabio aveva la passione sfrenata per i seni giganti, soprattutto con i capezzoli in vista come quelli della brasiliana più dotata e lo vedevo quasi sbavare. Per cercare di non dare troppo nell'occhio provammo a riprendere il discorso ma ci accorgemmo che le due ragazze ci stavano ascoltando e ridacchiavano tra di loro. L'imbarazzo, almeno per me, era tangibile e Fabio tirò fuori il cellulare, mandandomi un messaggio su whatsapp, in modo da poter comunicare senza farci sentire da loro. Mi scrisse che stava impazzendo, che aveva il cazzo in tilt totale e che se gli davo il mio consenso ci avrebbe provato. Io, che volevo farmi anche due risate, gli dissi subito di si e lui, davvero in maniera comica intervenne:
- Hola Chicas, como estas?
- Deficiente, sono brasiliane, parlano portoghese, non spagnolo – gli sussurrai io
- Vabbè capiranno anche lo spagnolo – rispose goffamente lui, imbarazzato
- Se capiscono lo spagnolo capiscono pure l'italiano, genio!! - aggiunsi
E loro due giù a ridere. Ci parlammo per un po' di minuti e io capì subito che erano due prostitute e che ci stavano dando corda in maniera palese ma facendo anche chiaramente capire che si potevano prendere accordi solo per soldi. Invece Fabio, ancora ingenuo su queste cose e forse un po' trasportato dalla situazione, non si era minimamente accorto della chiara professione delle due tipe e stava continuando, infervorato come poche volte lo avevo visto, nel tentativo di organizzare un'uscita serale con loro. A interrompere i suoi sogni di gloria ci fu l'arrivo di due signori abbastanza avanti con gli anni, che si misero affianco alle brasiliane e le salutarono con un caloroso bacio con la lingua. Ora non so se fossero i compagni o due clienti, sta di fatto che avevano il doppio dei loro anni e la cosa gelò Fabio mentre a me fece piuttosto ridere. Scocciato per l'accaduto, mi chiese se mi andava di andare in acqua a fare un bagno. Sapevo che era un pretesto per parlarmi senza far sentire a loro, per cui pur non avendo voglia, accettai. Chiedemmo, sfacciatamente, alle due troie brasiliane se ci potevano guardare la roba mentre eravamo in mare e loro annuirono, molto più distaccate di prima. In acqua Fabio era scatenato, mi iniziò a dire che aveva il cazzo che gli stava per esplodere, che non ce la faceva più e aveva una voglia matta di farsi una sega. La sua eccitazione iniziò a coinvolgere anche me e sentivo il mio cazzo gonfiarsi nel costume. Fabio continuava a parlare di tette, culi, seghe, scopate e io provavo un piacere immenso solo a sentirlo pronunciare quelle parole e nel continuare a ripetere che aveva il cazzo duro. Capì che forse non erano elementi sufficienti per farmi pensare di poterci segare a vicenda, ma mi sarebbe bastato segarmi insieme a lui, ognuno per conto suo così da poter rivedere il suo cazzone arrapato e il suo sperma. Pertanto colsi la palla al balzo e gli dissi che anche io avevo una voglia matta e gli proposi di tornare a casa perchè rimanere là e non poterci toccare stava diventando una tortura, oltre a poter diventare imbarazzante qualora qualcuno ci avesse visto le evidenti erezioni. Lui sembrò entusiasta della cosa e prima di uscire dall'acqua mi disse “fanculo alle brasiliane” e scoppiammo a ridere in maniera fragorosa. Radunammo le nostre cose, salutammo sarcasticamente le due troie e, ognuno nella sua auto, raggiungemmo la sua abitazione, distante circa 10-15 minuti. Ci recammo subito in bagno dove ci facemmo rapidamente la doccia per sciacquare via la sabbia e la salsedine. Riuscì a vedere un attimo il suo cazzo quando uscì dalla doccia per lasciarmi il posto ed era in erezione totale, gonfissimo. Anche il mio non era da meno e appena terminammo ci recammo subito in camera sua dove Fabio, senza perdere tempo, mise nel lettore DVD un film porno. Andando a memoria andò un po' avanti nei capitoli col telecomando e mise la scena di una coppia che parlava spagnolo con lei bionda e super tettona che chiavavano in tutti i modi. Entrambi nudi ci stendemmo sul suo letto e iniziammo a menarcelo, ognuno per conto suo. Fabio era scatenato, non l'avevo mai visto così eccitato, nemmeno in tutto il periodo in cui avevamo sperimentato tra di noi l'arte dell'omosessualità. Stava a cosce spalancate e gemeva segandosi a mille. Presi coraggio e pensai che era quello il momento per provare quantomeno a rifare quello che facevamo in passato per cui glielo chiesi. “Ma se ci seghiamo a vicenda? A me andrebbe...”. Lui si limitò subito ad annuire e trasferì la sua mano sul mio cazzo, e io feci lo stesso. Iniziammo a segarci a tutta birra e io sentivo l'orgasmo vicino e infatti venni quasi subito nella sua mano ma continuai a segarlo per portare anche lui al piacere. Il suo cazzo mi pulsava nella mano, era una sensazione bellissima che non provavo da tempo con lui; se possibile mi sembrava ancora più grosso, ancora più gonfio, ancora più duro di come me lo ricordassi Lo vedevo rantolare di piacere e mi strofinava la gamba sulla mia, poi lo vidi puntare il piede sul materasso, inarcò la schiena e urlò di piacere, scaricandomi una quantità mostruosa di sperma sulla mano. Alcuni schizzi finirono sulla sua pancia, altri sul letto. Rimanemmo là stesi qualche minuto, Fabio era senza fiato e si limitò ad accendersi una sigaretta, poi si alzò, mostrandomi il suo favoloso culetto, e andò verso il bagno ma prima di uscire dalla stanza mi disse, sorridendo: “Ci voleva proprio!!”
CONTINUA
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