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Gay & Bisex

La comunità di recupero - attività notturne


di Difficilissimo
08.09.2013    |    11.958    |    1 9.5
"Giunto in clinica con un grande senso di colpa, con un vuoto interiore che lo logorava, consapevole che aveva buttato i migliori anni della sua vita per..."

La vicenda che vado a raccontare riguarda ciò che è capitato ad un mio caro amico, Davide, del quale ho già narrato in altri racconti. Ovviamente non avendola vissuta io in prima persona e conoscendo le situazioni solo per racconto, romanzerò un po’ la vicenda al fine di cercare di renderla il più esaustiva possibile. Davide è un mio caro amico, è colui col quale ho avuto le mie prime esperienze gay ed è un bellissimo ragazzo che purtroppo negli ultimi anni ha preso strade sbagliate. Una di queste lo ha portato per diverso tempo nel baratro della droga e, come conseguenza, ad inizio 2012 si è visto rinchiuso in una comunità privata di recupero dove è stato per circa un anno, forse un po’ di più. Tornando al lato sessuale, Davide è sempre stato un gran porco e soltanto sulle sue esperienze potrei scrivere decine di racconti. Fin da ragazzino ha vissuto il sesso come un’ossessione, non si è mai voluto far mancare niente e ha fatto esperienze di ogni genere. Appoggiandosi con forza sul suo lato estetico e sul suo sguardo affascinante ha sempre fatto strage di ragazze, anche quando era fidanzato e assieme alle sue partner sperimentava le cose più estreme: amante del pissing, del fetish e del sadomaso nonché dell’essere inculato con lo strap on, Davide aveva un’incredibile capacità di convincere le proprie compagne a provare qualsiasi cosa lui volesse. Tuttavia il sesso etero, seppur estremo, non gli era mai bastato e non si era mai fatto mancare un discreto numero di scopate gay, molte delle quali col sottoscritto. Quando poteva sperimentare il sesso gay amava fare il passivo, amava farsi sfondare quel bel culetto che si ritrovava con forza e vigore e non faceva poi nemmeno tanto per nascondere la sua bisessualità. Per questo gli era anche piuttosto facile riuscire a rimorchiare anche ragazzi e aveva esperienze con molti insospettabili, del quale io, da suo intimo confidente, ne ero spesso a conoscenza. Allo stesso modo Davide nel corso dei suoi anni aveva sperimentato anche il sesso con i trans, che lo aveva fatto impazzire e nel quale aveva speso diversi soldi, una serie di scopate incestuose col fratello Luca (più piccolo di 4 anni di lui e ugualmente splendido), alcune orge e addirittura, nel suo periodo buio della droga, una brutta parentesi di prostituzione. Ero stato l’ultima persona a farci sesso prima della partenza, poi non avevo saputo praticamente più nulla su di lui se non qualche sporadica informazione dal fratello quando mi capitava di incontrarlo per strada, anche se sembrava sempre poco propenso a prendere il discorso. Tutto ciò che vado a raccontare l’ho saputo da lui appena tornato rispondendo ad una mia precisa domanda su come lui, da autentico malato di sesso, avesse fatto a mantenere i suoi animaleschi istinti nel corso di quel lungo anno, cosa che ovviamente non era riuscito a trattenere. Giunto in clinica con un grande senso di colpa, con un vuoto interiore che lo logorava, consapevole che aveva buttato i migliori anni della sua vita per quella merda che si prendeva, notò subito che l’ambiente era notevolmente diverso dalla comunità dove era già stato in cura un paio di anni prima, quando era cascato per la prima volta nel baratro. Si capiva subito, soltanto a guardare la struttura, che si trattava di una clinica privata e si accorse che qualsiasi decisione era ponderata per il bene del paziente. Anche la scelta dei compagni di camera non era casuale, infatti si cercava di far appoggiare i nuovi arrivati con pazienti che erano là da qualche mese in più in modo che potessero aiutarli nell’ambientamento e, allo stesso tempo, aiutarli ad affrontare con più esperienza le ovvie crisi di astinenza che ci sarebbero stato, cosa che soprattutto nei primi giorni provocò più di un disagio a Davide. Che però si accorse di aver avuto fortuna nel finire in camera con Michael, un ragazzo di un paio di anni più grande di lui, un punk che aveva avuto problemi gravi con l’eroina e si trovava là da diversi mesi. Michael era decisamente carino, anche se dimostrava notevolmente meno rispetto ai suoi 24 anni: di ridotta statura, con un bel fisichetto adolescenziale e glabro, aveva anche un bellissimo viso; inoltre aveva un numero elevato di tatuaggi e piercing. Tuttavia i due fecero subito amicizia anche se Davide iniziò subito a captare qualcosa di strano in Michael, soprattutto nella maniera in cui il punk lo osservava. Il primo episodio di rilievo avvenne dopo un paio di giorni, quando Davide era in procinto di farsi la doccia e si accorse che Michael non aveva alcuna intenzione di uscire dal bagno e oltretutto mostrava, dal pigiama, un certo rilievo all’altezza del pacco. Davide è sempre stato un tipo un po’ vergognoso a primo acchitto nel mostrarsi nudo e tentò inutilmente di far capire a Michael che non gradiva la sua presenza in bagno. Fu quindi costretto a spogliarsi e a farsi la doccia dinanzi agli occhi vigili e chiaramente eccitati del punk. Anche perché Davide è veramente un bello spettacolo: alto 1,90, snello, senza peli, con un viso bellissimo e dei fantastici capelli lisci castani; tra le gambe, invece, ha un grosso cazzone leggermente scappellato in punta. La sera, dopo la doccia, i due compagni di stanza di misero nei rispettivi letti, divisi tra loro soltanto da un comodino e attesero parlando l’ora di chiusura obbligatoria delle luci. Poco dopo Davide iniziò a sentire un rumore piuttosto famigliare e, approfittando della leggera luce che usciva dagli infissi, riuscì a vedere chiaramente che Michael si stava furiosamente masturbando e poco dopo udì anche alcuni respiri profondi del ragazzo, che durarono un paio di minuti, poi probabilmente ci fu l’orgasmo visto che nella camera iniziò a regnare il silenzio. Nelle notti a seguire la cosa si ripeteva con frequenza e a Davide venne voglia più volte di emulare il compagno di camera ma lui non era un amante della masturbazione e inoltre si era sempre vergognato di farlo assieme ad altri. Anche quando faceva la doccia era assolutamente impossibile riuscire a svuotare le sue palle piene poiché Michael era sempre presente a mangiarselo con gli occhi. Un difetto che Davide aveva sempre avuto era quello di non avere sostanzialmente carattere, era uno che bene o male aveva paura di tutti nonostante la sua statura e non riuscì mai a dire al compagno di camera con convinzione che quella sua presenza nel bagno gli dava un certo fastidio nonché gli impediva di masturbarsi, cosa che il suo corpo iniziava a chiedergli sempre con più insistenza. Non era abituato a non giungere all’orgasmo per più di un giorno visto che quando stava a casa sua era tutta una gara tra ragazze, ragazzi e trans stessi per poterselo scopare. Vi assicuro che a letto con lui ci si divertiva alla grande perché era proprio maiale ed era disposto a qualsiasi forma di sesso gli si proponeva. Mentre le giornate scorrevano via tutte uguali, tra lavoretti, metadone, crisi di astinenza e nostalgia della sua famiglia, durante le sere si consolidava l’amicizia con Michael. I due erano legati da gusti simili sulla musica e si raccontavano spesso le loro brutte esperienza nel mondo della droga. Dopo un paio di settimane dal suo arrivo, con i coglioni pieni e con la voglia che cresceva, Davide spinto dall’eccitamento, prese per la prima volta il discorso del sesso con Michael. Gli domandò come si potesse fare, in quell’ambiente a fare sesso e Michael gli spiegò che era un po’ come il carcere e, non avendo mai durante il giorno possibilità di staccarsi dagli altri e dai controlli delle infermiere, i rapporti avvenivano soprattutto di notte con i rispettivi compagni di camera. La cosa iniziò a eccitare Davide, che per la prima volta in questi giorni, immaginando che quello che gli stava spiegando Michael in realtà assomigliava ad una proposta, si infilò una mano nel pigiama e si iniziò a massaggiare con foga il pacco. Nel tentativo di far fare il passo al proprio compagno, Davide gli domandò se lui avesse mai provato questo metodo e Michael, che a sua volta si stava toccando, gli raccontò che col precedente “coinquilino” lo faceva sovente. Dopo questa confessione ci fu un piccolo silenzio poi Davide udì il rumore di Michael che si alzava dal letto, lo sentì arrivare di fronte al suo letto e scoprire le lenzuola. Spingendo con la schiena Davide verso l’esterno gli fece capire che doveva fargli spazio e si infilò al suo fianco, sussurrandogli all’orecchio di non fare rumori perché non voleva essere scoperto dalle infermiere. Fece girare Davide sul fianco, in modo che gli desse le spalle, poi abbassò i pantaloni dell’amico fino alle caviglie e fece lo stesso con le mutande. Fece lo stesso con i suoi indumenti e poi, in maniera piuttosto meccanico e senza alcuna voglia di preliminari o altro, lo schiaffò nelle chiappe del 22enne. Davide ebbe un sussulto di piacere ma trattenne il gemito e iniziò a gustarsi il movimento di bacino di Michael, che con il suo cazzo di circa 18 centimetri e piuttosto largo, se lo stava letteralmente scopando. Michael faceva entrare e uscire il suo uccello nelle natiche di Davide e si accorse chiaramente che non era la prima volta che lo prendeva nel culo vista la facilità col quale stava riuscendo ad avere il rapporto. Sussurrò all’orecchio dell’amico che lui era solo attivo e che non avrebbe rimediato nemmeno una sega quindi gli conveniva fare da solo durante la scopata. La notizia deluse alquanto Davide che già sognava di ricambiare il favore a Michael, tuttavia decise di iniziarsi a segare per non rimanere in bianco anche quella notte. Era eccitato al culmine, mai era stato tanti giorni senza sborrare e sentiva il suo cazzone pulsare, sentiva gonfiarlo sempre più e gli giungevano brividi lungo tutta la schiena. Stava godendo come un maiale, adorava il modo in cui Michael se lo stava scopando, con forza e foga e amava anche l’unico rumore che si udiva chiaramente nell’ambiente, che era quello delle palle dell’amico che sbattevano con vigore sulle sue chiappe lisce. Si toccò per meno di un minuto, poi sentì giungere l’orgasmo e si lasciò trasportare dal piacere, morse il cuscino per non gemere ma non trovò niente di meglio da fare che sborrare (e che sborrata!) sul materasso. Gli schizzi di sperma macchiarono tutto il copriletto e alcuni schizzi gli giunsero anche sul pigiama e sulle gambe, poi rimase senza forze e senza fiato, col cazzo ancora in mano e gocciolante, ad attendere che Michael finisse il suo lavoro. Era decisamente un discreto scopatore e la sua prestazione, considerando anche l’alto ritmo che teneva, poteva definirsi più che buona. Sentì che i colpi di Michael si facevano più forti e anche il suo respiro e capì che stava per giungere all’orgasmo. Pentito del fatto di aver macchiato il letto, pensò che forse non era il caso di farsi sborrare tra le chiappe visto che poi i fiotti di sperma sarebbero finiti nuovamente sul copriletto, sporcandolo ulteriormente, pertanto chiese, con voce flebile se volesse venire in bocca, cosa che Michael accettò di buon grado. Tolse rapidamente l’uccello dal culo di Davide e si mise in piedi, attendendo che l’amico glielo prendesse in bocca da seduto. Bastarono pochi colpi di lingua e Michael iniziò a contorcere tutti i muscoli del corpo, tirò la testa all’indietro e, trattenendo verso di se con forza la nuca di Davide, gli scaricò una quantità industriale di sborra in bocca. Soddisfatto se ne tornò a letto senza aggiungere una parola mentre Davide, pensieroso, rimase sveglio per quasi tutta la notte. Al mattino non fu facile giustificare con le infermiere il motivo per il quale il letto era ridotto in quel modo!!! CONTINUA
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