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Gay & Bisex

Io e Andrea - Inviti, trasgressioni e confessioni torbide


di Difficilissimo
27.08.2012    |    9.834    |    2 9.3
"All’orgasmo urlò come non lo avevo mai sentito, un “si” deciso a cui seguì una spermata pazzesca dentro al mio culo..."
Trascorsi un paio di giorni dall’ultimo episodio, quello del pompino in spiaggia, avevo deciso di farmi un po’ desiderare e di non accondiscendere a tutte le richieste di Andrea. Per questo ignorai palesemente nelle due sere che seguirono i suoi eloquenti gesti che mi invitavano ad un rapporto sessuale in spiaggia. Avevo riflettuto e pensato che se lui ci avesse tenuto a me mi avrebbe dimostrato in qualche modo il suo affetto mentre se lo avessi nuovamente assecondato probabilmente avrebbe potuto pensare che non ero altro che la sua troia, proprio quello che non volevo essere. Anche perché i miei sensi di colpa verso Pier non si erano affatto attenuati nonostante nella nostra prima storia insieme era stato proprio lui a tradirmi, mettendo fine alla nostra relazione. Ma non ero un tipo vendicativo e sicuramente non lo stavo facendo per questo né la consapevolezza di questo ricordo mi alleviava i sensi di colpa. Dopo un’intera mattina di lavoro, tornai a casa stanco e con l’assiduo bisogno di riposarmi un po’, per cui mangiai in fretta e mi misi un po’ sul letto. Non feci alcuna fatica a prendere sonno, tuttavia il mio riposo fu disturbato attorno alle 4 del pomeriggio dal suono di un sms in arrivo sul mio cellulare. Mi sorprese leggere che si trattava proprio di Andrea, non mi scriveva mai messaggi e difficilmente aveva soldi al cellulare. Ma ancor più sorprendente fu per me leggere il contenuto: “Ti aspetto a casa mia adesso, sto da solo, per favore vieni”. Mi aveva invitato a casa sua! Ci ero stato al massimo due volte in questi tre anni e sempre per motivi fugaci e ora mi chiedeva di andare a passare il pomeriggio da lui! Non era il caso di continuare a fare il prezioso, rischiavo di giocarmi questa grande occasione, anche perché avevo una voglia pazzesca di Andrea, per cui mi limitai a dare l’ok ,a infilarmi rapidamente i vestiti e a correre in macchina a casa sua. Andrea mi attendeva sulla porta, indossava solo un paio di boxer rossi piuttosto attillati che non nascondevano la sua forte erezione. Mi baciò sulle labbra e poi mi condusse in camera sua, dove si tuffò subito sul letto, chiedendomi di spogliarmi lentamente per lui. Cercai di assecondare la sua richiesta, sfilai la maglia, poi tolsi le scarpe e le calze, infine i jeans e i boxer, rimanendo tutto nudo dinanzi a lui, che non aveva smesso un secondo di accarezzarsi dall’esterno delle mutande il pacco. Andrea mi guardò, si passò la lingua tra le labbra e disse che ero meraviglioso e che avevo un culo da favola e voleva farmi suo. Lo raggiunsi sul letto e ci baciammo per diversi minuti poi puntai finalmente i suoi piedi. Li sognavo da anni, erano perfetti seppur maschili nell’aspetto e nella dimensione ma veramente di una perfezione unica. Andrea era un amante del feticismo, lo sapevo dai nostri mille discorsi sul sesso e pertanto sapevo che non avrei avuto alcuna difficoltà a passarci la lingua. Effettivamente sembrò da subito gradire il trattamento, tant’è che iniziò a sua volta a leccare i miei piedi. Mentre sentivo inumidirmi le dita, a mia volta passai la lingua sulla sua piante e tra le sue dita. Adoravo leccare quei piedi, mi davano un senso di animalità incredibile e pensai di poterlo fare per un tempo indeterminato. Non so quanto tempo passammo a leccarci i piedi, forse 15 minuti, forse 20 ma entrambi non riuscivamo a staccare le lingua dai nostri arti inferiori. Poi con la mano destra gli abbassai i boxer fino a sfilarglieli e misi a nudo le sue parti intime, con quel bel cazzo che saltò subito in aria, pronto a essere preso in bocca. Tuttavia decisi di provare prima il suo culetto, non ero mai riuscito a leccarlo nei nostri due incontri in spiaggia e volevo anche testare la sua eventuale reazione, per cui mi spinsi in direzione del suo buchetto e senza troppi fronzoli lo allargai un pò con le dita e ci infilai dentro la mia lingua. Non aveva affatto un buon odore, non era particolarmente pulito e ebbi subito la sensazione di rigetto, ma strinsi i denti e continuai nel mio lavoro. Andrea ebbe un sussulto di piacere, evidentemente gradiva il trattamento all’inverosimile poiché a sua volta iniziò a cercarmi il buchetto del culo. Sentì il suo dito farsi spazio nel mio ano, poi iniziò a muoverlo sopra e sotto fino a che non aggiunse anche la lingua al lavoro che stava svolgendo. Era una piacevole sensazione farsi leccare il buco del culo da Andrea, soprattutto vedere che lo stava facendo con gusto estremo e non sembrava volersi minimamente staccare. Pensai a godere io, per cui mi staccai dal suo culo maleodorante e accentuai i versi di godimento per fargli capire che stavo gradendo e che avrei voluto perdere il controllo totale insieme a lui. Andrea captò in pieno il mio messaggio e dopo avermelo leccato alla stragrande per diversi minuti, sempre con l’aiuto delle dita, staccò la bocca ed esclamò “quanto cazzo è buono mmm”, buon pretesto per prendermi una piccola rivincita e rispondergli con un filo di cattiveria “già, poi se pulito ancora meglio”. La mia frase non sembrò fare particolare breccia nell’orgoglio di Andrea, che mi posizionò a pancia in su sul letto, mi salì sopra e fece entrare il suo cazzo nel mio culetto. Ce l’avevo finalmente e nuovamente dentro e gli chiesi di scoparmi alla morte, senza badare alla durata perché tanto l’avremmo rifatto ancora e Andrea non si fece pregare due volte, iniziò a montarmi come un toro mentre non staccavamo mai gli sguardi l’uno dall’altro, con il sudore che ci colava dalle fronti e non faceva che unirci ancora di più. Amavo il modo in cui mi scopava, era un vero animale da letto, il maiale che forse cercavo da sempre e che non sembrava provare alcun senso di disgusto verso niente di quello che avrei voluto fare. Andrea mi scopava sempre più forte, vedevo i muscoli delle sue braccia farsi sempre più tesi per sostenere il peso del suo corpo e il sudore colargli in maniera sempre più decisa su di me, non facendo altro che scatenare ancora di più i miei sensi. Gli afferrai le chiappe e lo tirai ancora di più dentro di me, ora eravamo veramente scatenati e Andrea, solitamente molto contenuto in tutti i suoi rapporti, conseguenza del suo freddo carattere, perse ogni contegno e iniziò a gemere e a sussurrarmi che ero fantastico. Cercai la sua bocca e mi baciò con passione, sentì la sua lingua intrecciarsi alla mia, mi assaporai tutto il sapore del suo fiato e le sua ansimate che si facevano sempre più intense. Stava ormai per arrivare all’orgasmo e controllava a fatica ciò che diceva e ciò che faceva: chiuse gli occhi e in viso si stampò un espressione di assoluto godimento, poi iniziò a dirmi una serie di frasi sconce del genere “ora si che ti sfondo”, “ti piace il mio cazzo” e altre affermazioni del genere. All’orgasmo urlò come non lo avevo mai sentito, un “si” deciso a cui seguì una spermata pazzesca dentro al mio culo. A fatica si spostò da me e crollò sul materasso, era stremato e sudatissimo, io invece ero ancora in tiro, provai a mettergli il cazzo vicino alla bocca ma evidentemente ancora doveva riprendersi del tutto, visto che ignorò la mia richiesta. A quel punto posizionai un suo piede sudato sul mio cazzo e iniziai a strusciarmi, lui stavolta capì la mia esigenza e iniziò a sua volta a muoversi. Stavo impazzendo di piacere, era una sensazione bellissima farsi segare dal suo piede sudato, che scorreva in maniera meravigliosa sul mio cazzo, riuscendo a scappellarmelo in pieno e provocandomi tanto godimento. Venni in un forte e intenso orgasmo, nel quale contorsi i muscoli del corpo prima di scaricare tanta di quella sborra che non avrei mai immaginato sul suo piede, sul lenzuolo e sulla mia pancia. Senza farsi molti scrupoli Andrea mi puntò il piede vicino alla bocca, facendomi chiaramente capire che avrei dovuto ripulirglielo dalla mia sborra con la lingua. Non avevo voglia di farlo perché per alcuni minuti dopo l’orgasmo solitamente mi passano gli stimoli ma non riuscì a tirarmi indietro e pur con un senso di voltastomaco non indifferente, riuscì nel compito. Non era una bella sensazione sentire in bocca il sapore della mia stessa sborra in un momento di così scarsa voglia, tuttavia il mio lavoro contribuì a far tornare duro il cazzo di Andrea, probabilmente super eccitato nel vedermi fare quello che avevo fatto. A questo punto il diciannovenne mi puntò il cazzo verso la bocca, non ero il tipo che si schifava nel succhiarlo dopo avercelo preso nel culo, sinceramente di questo me ne era sempre fregato poco visto che sono una persona pulita, per cui non feci altro che accogliere dentro il suo pene. Gustai il sapore e l’odore, Andrea aveva una pelle profumatissima, un profumo inebriante che si sentiva chiaramente anche sul cazzo e per questo rendeva il pompino ancora più gustoso. Dopo qualche minuto di pompino, Andrea mi fermò e chiese di cambiare posizione, mettendosi a 69 e prendendo a sua volta il mio cazzo in bocca. Ce lo succhiammo a vicenda con passione e gusto e io feci anche un paio di capatine in direzione del suo culo. Venimmo così, ognuno nella bocca dell’altro e assaporano i nostri nettari, più denso il mio e più acquoso il suo. Eravamo stremati, sia per il caldo che per la fatica e Andrea mi portò sotto la doccia: aveva ancora in mente un ultima cosa da fare. Mi fece accucciare, mi puntò l’uccello sul viso e mi pisciò senza ritegno su tutto il corpo. Sapeva che amavo il pissing e per questo mi fece questo “regalo”. io cercai di berne il più possibile, il resto me lo spalmai sul corpo ormai fuori da ogni contegno. Ci facemmo la doccia insieme e poi finimmo a parlare in camera sua, ancora semi nudi e bagnati.
- Ma cosa siamo ora io e te? – gli chiesi in maniera un po’ stupida
- Che siamo? Siamo sempre amici, mica deve per forza cambiare qualcosa
- Ma per te cosa significa quello che facciamo ?
- Che palle, ma che deve significare? Ci fa di scopare e lo facciamo, ci piacciamo e sta apposto così
Non so cosa mi passò per la mente ma di gettò gli dissi di Pier, gli dissi di essere fidanzato e che quello che facevamo per me era una tortura perché mi faceva venire mille dubbi sulla storia col mio ragazzo. Andrea rimase da cazzo, a lui Pier non era mai piaciuto, non aveva mai apprezzato come mi si fosse legato fin dal giorno che lo conoscemmo e ora non riusciva proprio a entrare nell’ordine di idee che quello era il mio fidanzato. Tuttavia disse che lui non voleva perdere il rapporto che si era creato e che non avrebbe assolutamente mollato. Non riuscì ad aggiungere altro e quando andai via fui preso da altri sensi di colpa per aver raccontato ad Andrea di Pier…potevo fidarmi? O mi ero andato a cacciare nell’ennesimo guaio??
CONTINUA
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