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Gay & Bisex

Se il destino ha voluto questo...Capitolo 2


di Difficilissimo
05.11.2011    |    7.034    |    0 9.7
"Gli svuoto tutto il mio sperma nel culo, rimanendo alcuni secondi fermo dietro di lui per far uscire anche l’ultima goccia, poi ci scambiamo la posizione..."
Luca mi offre la seconda birra della nostra serata e devo dire che mi ha fatto piacere incontrare lui, quantomeno per il fatto che sto facendo qualcosa, cioè parlare con un mio vecchio compagno di scuola, anzichè il niente che mi avrebbe prospettato questa squallida serata. Luca mi dice di non avere la ragazza attualmente, ma che strano! Io sono sempre più convinto che a lui le donne non siano mai piaciute e tutt'al più ha sperimentato il sesso etero, ma sicuramente non è un qualcosa che lo attira. Mi chiede se ho voglia che mi riaccompagni lui, al termine della birra, e accetto volentieri anche perchè i miei amici sono ancora là intendi a ordinare alcolici e a sbavare dietro alle ragazzine in minigonna. Quando arriviamo in macchina mi riassopisco nei miei ricordi...

Tornati dalla gita del terzo anno, mi sentì fin da subito strano, non avevo voglia di continuare quello che avevo fatto con Luca in quei due giorni, anzi ero pentito e per i primi giorni lo evitai, mettendo scuse dinanzi ai suoi continui inviti. Tuttavia sapevo che avrei solo potuto rimandare ma che prima o poi mi sarei trovato ad affrontare quella maledetta situazione e la cosa avvenne a fine mese, quando fui costretto ad accettare il suo invito. Giunsi da lui alle tre del pomeriggio, gli suonai e mi aprì il cancello, arrivai dinanzi alla porta che trovai aperta ed entrai, chiudendola alle mie spalle. Mi disse che era in camera e di raggiungerlo, andai e mi ritrovai Luca in accappatoio, aperto tra l'altro, sul letto in una posizione sensuale che mi indicava il posto accanto al suo. Rimasi qualche secondo immobile, che fare? dovevo lasciarmi andare o rimanere nella posizione che ormai avevo deciso di assumere? Nell'indecisione mi accorsi che il mio pene non era rimasto insensibile a quella scena. Caspita se era bello, i muscoli che sembravano quasi strappare quell'accappatoio tanto erano prorompenti, l'abbronzatura incredibile poi gli dava quel tocco esotico che mi attirava, per non parlare del corpo ancora bagnato dalla doccia appena fatta. Lo raggiunsi e mi sussurrò di spogliarmi, tolsi tutto, compreso il suo accappatoio e gli salì sopra a cavalcioni. Sentivo il suo uccello premere contro il mio, mi attaccai alla sua bocca e pomiciammo, pomiciammo così a lungo che trascorse metà del pomeriggio, poi ci afferrammo i cazzi, ormai pronti a esplodere dalla voglia, e ce li segammo fino a venirci addosso, rimanendo poi abbracciati e stremati sul suo letto. La cosa accadeva, non con regolarità estrema perchè riuscivo a evitare i suoi inviti abbastanza spesso, ma comunque accadeva fino a che le sue richieste non iniziarono a farsi sempre più insistite. Un pomeriggio stavamo giocando a wrestling in mutande in camera sua, eravamo sudati e ci piaceva stringerci nelle prese e sbatterci sui letti quando improvvisamente mi mise a novanta sul letto e iniziò a puntarmi il cazzo sul sedere. Sentì subito qualcosa di duro dietro, lui si iniziò a muovere strusciando e io, pur perplesso, lo lasciai fare. Ansimava forte e capì che stava per venire, continuò a strusciarsi come un pazzo e improvvisamente si sborrò nelle mutande, poi si stese sul letto. Capì che voleva dell'altro e fu lui stesso a chiedermelo poco dopo "Marco, non sarebbe bello farlo senza mutande?". Presi tempo nella risposta e riuscì a divincolare l'argomento. Un altra volta, sempre da lui, mentre riposavamo sul letto dopo una sega, mi poggiò nuovamente il cazzo vicino alla bocca esortandomi a succhiarlo. Stava andando sempre più oltre e iniziavo a temere questa "relazione". La decisione di chiudere la presi uno degli ultimi giorni di scuola, era la fine di Maggio ed eravamo rimasti il pomeriggio in classe per un corso di giornalismo. Durante la pausa pranzo ci ritrovammo da soli e mi chiese di accompagnarlo al bagno, io andai e lui mi spinse dentro al cesso, chiuse la porta a chiave, si sfilò le scarpe da tennis, fece scivolare jeans e mutande alle caviglie. Poi con forza mi fece spogliare nudo e sedere sulla tazza e mi puntò nuovamente il cazzo davanti alla bocca. Pensavo volesse ancora convincermi a succhiarlo e invece mi inondò di piscio il viso e il corpo, poi me lo avvicinò ulteriormente e mi disse "dai ora ripuliscimelo". Mi incazzai come una bestia, gli diedi una sberla e uscì fuori, mi diedi una pulita nel lavandino e con della carta, mi rivestì e andai via. Da quel giorno non ci parlammo per quasi un anno, solo alla fine del quarto tra noi tornò un rapporto normale ma non ci frequentammo mai più al di fuori della scuola e fu inevitabile perderci di vista alla fine degli esami.
Intanto noto che con l’auto si sta infilando in un parcheggio deserto, si posiziona nel punto più buio e spegne il motore. Gli provo a chiedere spiegazioni ma afferma di voler parlare, mi confida di essere gay, cosa che ovviamente avevo sempre saputo, e di aver avuto una marea di esperienze con uomini, soprattutto nel mondo del ballo. Con le donne, che sicuramente non gli mancavano attorno, ci aveva provato ma si era accorto che non faceva per lui. Mi chiede quali siano i miei gusti e le mie esperienze sessuali e gli spiego che sono totalmente bisessuale, che amo andare con entrambi i sessi e ho una discreta esperienza con entrambi. Mentre finisco il discorso si è sbottonato i pantaloni di pelle e se li è calati alle caviglie, mostrandomi di nuovo, dopo alcuni anni, quel turgido cazzo. Mi chiede se voglia provare e, un po’ per la birra e un po’ per un’effettiva voglia, mi lascio andare e mi accuccio su di lui, prendendo in bocca la sua verga. Sono bravo a succhiare cazzi, i miei partner occasionali mi avevano sempre lodato per come lavoravo di bocca e lui dai sui gemiti e dal suo inarcamento sembra chiaramente gradire ciò che sto facendo. Mentre continuo a succhiare furiosamente, gustandomi quell’asta rigida e lunga, lui ha portato una mano sulla mia cerniera, e dopo alcuni istanti è riuscito a tirarmi fuori l’uccello e me lo sta segando. Continuo a succhiare, leccare e gustarmi quel ben di dio quando sento che è al limite, aumento l’intensità della leccata e lui inizia a stropicciarmi i capelli con la mano sinistra e a segarmi a tutta birra con l’altra. Anche io sono al limite ma mi concentro sul suo cazzo e in poco tempo sento gonfiarlo nella mia bocca e poi esplodere in uno schizzo furioso di sperma, che accolgo con grande soddisfazione nella mia bocca. E’ uno dei liquidi seminali più buoni che abbia mai assaggiato e anche il suo urlo liberatorio mi ha provocato una certa eccitazione, tant’è che mi basta qualche colpo della sua mano per giungere anche io all’orgasmo e riempirgli la mano della mia sborra. Lui non si scompone, si ritira su i pantaloni e ripartiamo con l’auto ma dopo alcuni minuti rompe il ghiaccio “Marco, tu mi piaci…”. Cavolo, non male per rompere il ghiaccio…rimango in silenzio e lui aggiunge “mi sei sempre piaciuto e so che anche io ti piaccio”. A questo punto mi sento chiamato in causa e non so bene come ribattere alla sua affermazione “Luca se non ci fossimo piaciuti non sarebbe successo nulla tra di noi. Ne oggi né a sedici anni”. Mi chiede se voglia passare la notte con lui e non me la sento assolutamente di rifiutare l’invito, non è un periodo molto positivo per me e questo sfogo sicuramente può farmi bene. Accetto e lui mi accompagna leggermente fuori città, arriviamo davanti a un piccolo condominio, mi spiega di avere un piccolissimo appartamento in affitto che gli pagano i genitori con la scusa dello studio ma che in realtà è il suo luogo di perdizione, dove porta i ragazzi che rimorchia, i gigolò che chiama e a volte anche le ragazze che per questioni di facciata è costretto a chiavarsi. Saliamo e dentro c’è un ordine maniacale, tipicamente suo, c’è un piccolo divano con una tv e un tavolo con quattro sedie, poi una minuscola cucinetta, un bagno e la sua camera. Mi invita ad entrare e iniziamo subito a limonare in piedi, per poi denudarci a vicenda. Gli sbottono la camicia e saltano fuori i suoi possenti muscoli e la sua carnagione abbronzata, che esploro centimetro per centimetro con la mia mano. In questo momento Luca mi fa impazzire e in men che non si dica siamo totalmente nudi sul letto a baciarci. Lo lecco, partendo dalla testa fino ad arrivare ai piedi, è la mia passione e lui gli ha sempre avuti molto delicati e ben fatti. Ci facciamo veramente di tutto, lecchiamo ogni centimetro del nostro corpo, poi me lo ritrovo a gattoni sul letto e mi invita a penetrarlo, cosa che ovviamente faccio con estremo piacere e con semplicità, capendo subito che è più che abituato a ricevere cazzi nel culo. Mi piace enormemente scoparmelo e mi piace soprattutto la situazione: lui, così muscoloso e possente, sottomesso a me che geme con la sua tipica vocetta da donna, sicuramente inadatta al suo aspetto. Gli piace e deciso di aumentare ulteriormente il ritmo e lui sembra impazzire dal godimento, mi incita senza ritegno “scopami, cazzo sfondami il culo Marco, sfondameloooo” e io lo accontento in tutto e per tutto fino al mio orgasmo, violento e fantastico. Gli svuoto tutto il mio sperma nel culo, rimanendo alcuni secondi fermo dietro di lui per far uscire anche l’ultima goccia, poi ci scambiamo la posizione. L’operazione in questo caso risulta un po’ più difficile perché il mio culo non è vergine ma nemmeno così abituato a ricevere cazzi per cui Luca è costretto prima a lavorarlo un po’ con le dita e la saliva, poi a sputarsi anche un po’ sulla punta dell’uccello. Quando riesce nel suo intento sento un po’ di dolore ma poi mi inizia a piacere e lui mi stantuffa da dietro, ansimando e facendomi suo con i suoi possenti muscoli e la sua costante e vigorosa spinta. Mi scopa come si scopa una puttana, mi incita, mi tiene per i fianchi e spinge come un toro e la cosa mi sta piacendo, tant’è che mi abbandono e mi lascio andare anche ad alcuni gemiti, per me non proprio consueti. Dopo una decina di minuti di furibonde spinte, sento che il suo respiro si fa sempre più affannoso, i suoi mugugni sempre più intensi e il suo ritmo sta calando, è ormai prossimo all’orgasmo. Mi getta una marea di sborra nel culo, poi rimane qualche altro secondo a fare lenti colpi, come a volersi completamente svuotare e poi cadiamo in un profondo sonno, abbracciati. La mattina ci svegliamo tardi, facciamo una doccia insieme e mi propone di fare qualcosa con il piscio e con le feci. Accetto la prima opzione mentre rifiuto categoricamente la seconda, quindi in doccia ci pisciamo addosso, poi ancora sporchi della nostra urina ci inculiamo. Al termine vado per rivestirmi ma Luca mi porta vicino ad un cassetto, lo apre ed è pieno di mutande, calzini, maglie e oggetti appartenenti a ragazzi con cui ha scopato e mi chiede se posso lasciargli anche io qualcosa come trofeo per quanto fatto. Deciso di lasciargli le mie mutande e lui con una penna ci scrive le mie iniziali e le ripone nel cassetto, poi ci rivestiamo e mi riaccompagna a casa. Quando scendo dalla sua auto mi accorgo che non ci siamo nemmeno scambiati i numeri di telefono e forse è meglio così…
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