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Gay & Bisex

L'obiettivo - capitolo 8 (Fine)


di Difficilissimo
23.02.2012    |    6.219    |    7 8.9
"Ero perplesso per la cosa, non sapevo se fosse la cosa giusta e nemmeno perchè avevo accettato, tant'è che mi ritrovai al tavolino con lui, che non vedevo..."
Quando finisce una storia la cosa più dura è riuscire a perdere le tante abitudini che essa di crea. E fu proprio così il primo periodo dopo che tra me e Pier era finita. Mi mancavano quei sabati sera conclusi a fare sesso o al campo sportivo del suo paese o in qualche angolo della sua immensa casa, mi mancava accompagnarlo a fare spese e mi mancavano tutte le sue telefonate e i suoi messaggi. Ma ormai era finita e dovevo farmene una ragione, lui si era comportato di merda e anche per questo non feci nulla per cercare di contattarlo mentre i mesi trascorrevano velocemente. Non lo incontrai mai in quel periodo, mi limitavo semplicemente a controllarlo tramite facebook, scoprendo presto il suo fidanzamento con una ragazzina di 16 anni, cosa che ovviamente mi provocò un senso di tristezza notevole. Dopo 8 mesi di lontananza iniziavo a pensare sempre meno a lui, controllavo ormai di rado la sua bacheca e avevo ricominciato a divertirmi, sessualmente parlando, a tempo ormai pieno quando un giorno di metà Gennaio, improvvisamente non sentì il suono della chat di facebook. Chiusi il programma che stavo usando e andai a vedere chi fosse a scrivermi. Mi si gelò il sangue dall'emozione e dalla sorpresa quando notai che si trattava proprio di Pier.
- Ciao, è tanto che non ci sentiamo...come stai? Tutto bene??
- Si io tutto ok, si tira avanti, tu invece come stai? - risposi io abbastanza freddamente
- Io sto bene, sei ancora arrabbiato con me?
- Mah, tralasciando il semplice fatto che mi hai preso in giro, direi di no!
- Eddai su non fare così, voglio solo che ci riparliamo, mi dispiace questa situazione.
Insomma dopo un patetito tira e molla andando avanti a lungo in chat, Pier mi convinse a prendere un caffè il giorno dopo con lui in un bar. Ero perplesso per la cosa, non sapevo se fosse la cosa giusta e nemmeno perchè avevo accettato, tant'è che mi ritrovai al tavolino con lui, che non vedevo ormai da 8 mesi. Pier aveva ormai 20 anni ma se possibile dimostrava ancora meno di quando ci eravamo lasciati. Se prima gli davo a malapena 16 anni, a vederlo così non gliene davo più di 15, forse per via del nuovo taglio di capelli, rasati ai lati con una specie di cresta centrale abbastanza folta, che gli metteva ancor più a fuoco il viso da bambino. Non posso dire che stesse male, per carità, ma sicuramente al posto suo non avrei optato per un taglio da ragazzino sbandato visto che non era nemmeno minimamente parte del suo carattere. Ci salutammo e mi accomodai dinanzi a lui, poi bevendo un cappuccino, parlammo veramente a lungo e Pier mi raccontò che aveva quasi smesso di giocare a pallone ormai per via dei tanti impegni universitari, che con Stefano aveva troncato subito dopo che tra noi era finita perchè lui aveva avuto problemi personali in famiglia (pensai a ciò che gli avevo fatto) e che ora stava con una ragazza di cui mi fece vedere le foto. Gli dissi che erano una bella coppia, poco da dire, poi gli raccontai qualcosa di me e mi accorsi che si era fatto veramente tardi, per cui pagai io il conto nonostante le sue lamentele e poi, fuori dal bar, lo salutai:
- Beh, mi ha fatto piacere Pier, ci sentiamo ogni tanto dai
- Ma te ne vai così??
- Non vedo che dovrei fare
- Non me lo dai un bacio? Dai su!
- Senti non scherziamo, è meglio che io vada Pier...Ciao... - Ed entrai in macchina ma lui mi fece cenno di abbassare il finestrino, poi si affaccio all'interno della mia vettura e mi disse:
- Non mi dire che non ti piaccio più perchè non ci credo
- Ma la vita non è fatta solo di ciò che ci piace, lo capisci si? Se non la pensassi così tu forse ora staremmo ancora insieme, non credi?
- Lo so che ti piaccio ancora, ne sono sicuro...anzi io stasera dalle 2 in poi ti aspetto al nostro posto
- Pier io non vengo, non ci andare perchè è tempo perso
- Io ci vado lo stesso, male che va mi faccio una sega nello spogliatoio, ma tanto lo so che verrai!
Non feci in tempo a ribattere che si allontanò urlando "Bussami mi raccomando" ed entrò di corsa in auto. Ero assolutamente deciso a non andare, anche se avevo una voglia tremenda di riaverlo, di ritoccarlo, di riassaporarlo. Per scacciar via il pensiero uscì tutta la sera con gli amici, poi verso l'1 e 40, mentre mi trovavo ancora in un pub con loro a bere qualcosa, mi arrivò un sms di Pier "io sto andando, ti aspetto!". A quel punto non ragionai più con la testa, il pisello mi premeva follemente nei jeans e la voglia di riavere quel ragazzo era immensa per cui dissi a tutti che andavo a dormire perchè mi sarei dovuto svegliare presto e invece guidai fino al paese di Pier, parcheggiai vicino allo stadio, che per chi non si ricordasse era proprio il luogo della nostra prima volta e quindi come disse lui "il nostro posto", avendo consumato la maggior parte dei nostri rapporti sessuali proprio là. Giunto dinanzi alla porta di ingresso, feci uno squillo a Pier e poi bussai, ero in leggero ritardo ma ero sicuro che lui, puntualissimo di solito, si sarebbe trovato già là. E infatti pochi istanti dopo sentì girare la chiave dall'interno e la porta si aprì. Pier indossava un accappatoio e mi invitò a entrare nello spogliatoio. Mi si mise davanti, poi si lasciò scivolare l'accappatoio ai piedi, restando nudo dinanzi a me. Era esattamente come me lo ricordavo, abbronzato nonostante fosse Gennaio, bello magro e leggermente scolpito come piaceva a me. Gli presi la testa con le mani e lo baciai, sentendo subito la sua lingua in risposta. Rimanemmo in quella posizione a lungo, poi io portai la mia mano sul suo cazzo, che era rimasto piccolo come al solito, lo afferrai e iniziai leggermente a segarlo, con lentezza. Pier mi ansimava nell'orecchio e mi sussurrò anche "Amore, sapevo che saresti venuto, ti ho aspettato per 8 mesi". Intanto mi tolse la maglia e mi iniziò a baciare il petto, sentivo la sua lingua scorrere sui miei addominali e arrivò fino all'orlo dei jeans, poi sbottonò la cerniera e me li abbassò facendoli scivolare verso il basso. Tolsi le scarpe aiutandomi con il piede opposto, poi scalciai via i pantaloni e Pier mi tolse subito le mutande, mettendo a nudo il mio cazzo arrapato, che scattò subito in alto come una molla. "sei fantastico come sempre" mi disse, poi me lo leccò facendomi rabbrividire per il piacere. Passò più volte l'intera lingua per tutta l'asta del mio cazzo, poi mi succhiò un pò le palle prima di prendermi l'uccello in bocca. Pier si reggeva sulle mie chiappe e intanto mi sbocchinava alla grande, era veramente bravo, anche più di quanto mi ricordavo e io pensai solo a godere. Gli stropicciai un pò la cresta, accarezzandola con forza, poi rovesciai la testa all'indietro e iniziai a mugulare di piacere, mentre lui continuava a pomparmi il cazzo con la sua magico boccuccia. Io venivo in avanti col bacino e lui lo prendeva tutto dentro, fino alla gola fino a che non sentì giungere l'orgasmo e gli sborrai tantissimo in bocca. Pier bevve tutto di gusto, poi attese ancora qualche secondo con il mio cazzo tra le labbra per farmi svuotare ogni goccia che avevo ancora dentro. Terminata la bevuta si alzò in piedi e mi baciò, passandomi il sapore della mia sborra in bocca, a quel punto lo presi e lo stesi sul lettino dei massaggi. Puntai subito i suoi piedini, li leccai con cura, mi erano mancati così perfetti e così regolari, poi salì verso l'alto, passai solo di sfuggita sul pisello anche se lui si aspettava che mi fermassi là ma continuai a salire sui suoi addominali, i suoi pettorali, i suoi capezzoli fino ad arrivare alla sua meravigliosa e carnosa bocca. Dopo averlo baciato per diversi minuti tornai in basso e stavolta mi concentrai sul suo cazzo, ormai sul punto di esplodere. Non era mai stato uno scopatore duraturo e sapevo che anche stavolta sarebbe venuto quasi subito per cui lo presi in bocca e lo pompai con foga. Pier contraeva i suoi muscoli, scalciava un pò con le gambe verso il mio petto, era scatenato e non faceva nulal per trattenersi. Prese i miei capelli, chiuse gli occhi e cambiò la sua faccia in un espressione di puro godimento, accompagnando il tutto con gemiti di piacere piuttosto intensi. Quando mi tirò forte verso il suo cazzo sentì che si stava contraendo ancor di più e giunse infatti all'orgasmo, venendomi corposamente tra le labbra. Ci baciammo qualche altro secondo mentre il mio cazzo era tornato duro e turgido e voleva soltanto cercare sfogo in quel suo fantastico culetto liscio e sodo. Purtroppo faceva molto freddo e non saremmo potuti andare a scopare in campo come ci piaceva fare, ma questo non mi impedì di regalarmi una chiavata da serie A. Tirai Pier verso di me, in modo tale che il buco del culo uscisse fuori dal lettino, poi gli feci alzare le gambe sulle mie spalle e, dopo una veloce leccata tra le sue chiappe, che lo fece sussultare di piacere, lo penetrai deciso. Scopavamo a ritmo, io me lo tiravo contro e lui mi veniva addosso, voleva il mio cazzo fino allo stomaco e io cercavo di accontenterlo, davo colpi fortissimi ma piuttosto lenti come ritmo e lui sembrava gradire. Mi guardava con i suoi fantastici occhioni scuri e con quel sorriso malizioso che mi aveva sempre fatto impazzire come a chiedermi di continuare in quel modo, che stavo eseguendo al meglio il mio lavoro. Dopo qualche minuto decisi di aumentare un pò il ritmo e, mantenendo i colpi decisi e potenti, iniziai a scoparlo anche velocemente e lui sbarrò gli occhi dal piacere e si iniziò a leccare un dito. Ormai ero imminente all'orgasmo, tirai ancora di più Pier verso di me e iniziai a baciare qualsiasi cosa riuscivo a cogliere di lui ,petto, ascelle, capezzoli, collo, bocca, occhi, naso, tutto fino a che non scaricai una quantità industriale di sperma nel suo culo. Rimasi qualche secondo col cazzo ancora dentro a riprendere fiato, avevo sudato ed ero ormai privo di energie. Ora toccava a Pier regalarmi il suo pisello, ci cambiammo posizione e lui con molta più delicatezza e pazienza di quanto avessi fatto io mi iniziò a leccare il culo. Lo faceva con gusto, probabilmente ancora con la passione e l'amore che ci aveva quasi sempre contraddistinto. Devo dire che in quel momento mi passarono davanti tutte le immagini, soprattutto lui che mi possedeva davanti alla finestra del nostro Hotel di Barcellona, con lo sguardo su quella meravigliosa città. Quando ritenne di avermi umidificato per bene il culo, mi tirò verso di lui e, nella medesima posizione in cui me lo ero scopato io, mi penetrò. Andava molto molto piano, infilava dentro il suo cazzo senza dare nemmeno troppo forza e, dopo averlo tenuto diversi secondi, lo tirava verso l'esterno, il tutto accompagnato dai suoi profondi respiri. "Ti piace amore?" mi domandò..."Si Pier, sei fantastico". Poi si scatenò, quasi improvvisamente iniziò ad aumentare il ritmo, mi dava colpi sempre più veloci e il suo respiro si faceva sempre più affannoso come si facevano sempre più spinti i suoi commenti "Che cazzo di culo, ti sfondo amore, si ti scopo, dillo che ti è mancato il mio cazzo, diloooo" e io che meccanicamente rispondevo "sisi mi è mancato siiiiii" mentre attesi che Pier venne all'orgasmo. Si fermò di colpo con il cazzo dentro al mio culo, mi guardò sudato e sorridente e poi mi scaricò una quantità pazzesca di sborra dentro.."ahhhhh siiiii ti amoooo" mi disse. Presi Pier per la mano, lo baciai e poi finimmo in doccia. Passammo l'intero lavaggio a baciarci e accarezzarci con dolcezza, esplorai con le mie mani, la mia lingua e la mia pelle tutto il suo magnifico corpo liscio e abbronzato, tutta quella perfezione in soli 168 centimetri. Venimmo una terza volta in doccia, quasi senza toccarci i cazzi, bastarono pochi colpi di mano e quella sega ci fece sborrare ancora una volta. Non avevo voglia di lasciarlo, non avevo voglia di andare via da lui e infatti restammo non so quanto, forse due ore, forse di più, abbracciati su una panchina a baciarci, a coccolarci, poi inevitabile arrivò il confronto:
- Pier, e ora? - mi venne subito in mente quella domanda simile che gli avevo fatto ormai oltre un anno fa con lui che mi disse che mi amava e che stavamo insieme, sperai nella stessa risposta ma...
- L'hai visto come scopiamo, è tutto come prima ma non possiamo ricominciare, non sarebbe giusto e poi non voglio più una storia segreta e penso nemmeno tu
- Pier io con te sto bene, lo sai...
- Anche io sto bene, ti voglio ancora...cioè vabbè lo sai ti amo ancora...ma non possiamo, amici e basta
- Io e te amici? Dopo quello che è successo stanotte tu pensi di poter rimanere solo amici?
Mi guardò per qualche istante, poi si avvicinò e mi baciò con passione, sentì la sua lingua più passionale che mai, non aggiungemmo altro, ci rivestimmo e uscimmo, poi io andai verso la macchina ancora più confuso, Pier mi corse dietro e mi prese per un braccio "Ehy"
- Dimmi...
- Non lo saluti il tuo ragazzo? Te ne vai così??? - Mi lanciai verso la sua bocca, ci attaccamo a pomiciare in una maniera furiosa, lui mi invitò a entrare nella mia auto e mi salì a cavalcioni sopra. Era quasi mattina ma ce ne fregavamo delle macchine che passavano, Pier mi alzò la maglia e con la mano mi sbottonò i jeans. Pomiciammo in maniera furiosa mentre con la mano destra mi segava sempre in maniera decisa fino a farmi sborrare per aria. Sporcai tutto, i miei jeans, i sedili ,lui ma non me ne fregava niente, io e Pier eravamo di nuovo una cosa sola!!!! FINE
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