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Gay & Bisex

Le nuove leve


di Difficilissimo
16.03.2017    |    20.141    |    8 9.4
"Era stremato ma sorridente e allo stesso tempo desideroso di terminare il suo lavoro..."
Ciao ragazzi, finalmente torno a scrivere un racconto dopo diversi mesi di stallo. Non ho avuto vicende reali su cui basarmi né il tempo materiale per poter inventare qualcosa di fantasioso, come qualche rara volta ho fatto. Durante gran parte di questo periodo ho continuato a vivere intensamente la mia storia con Mario, il ragazzo 18enne del quale vi ho parlato in molti dei miei ultimi racconti. Vi ho scritto “gran parte di questo periodo” perchè da poco più di un mese io e Mario non stiamo più insieme. E' stata una decisione presa in comune accordo, senza alcuna discussione e per una serie di motivi che capirete durante questo racconto. Chiaramente, come al solito, mi baso su fatti reali ma ci aggiungo sempre qualcosa di fantasioso per renderlo meno chiaro a chi magari può conoscermi, essendo non dichiarato e vivendo la mia vita omosessuale assolutamente in assoluto segreto. Segreta è stata la storia con Mario e devo dire anche molto bella. Probabilmente non ci siamo mai davvero amati ma stavamo benissimo insieme. L'ho visto cambiare tanto in oltre un anno di relazione: era un ragazzino che viveva il sesso in maniera sua, aveva un terrore pazzesco di essere scoperto dai genitori e forse anche per questo, nell'intimità sembrava sempre un po' frenato. Pian piano si è sbloccato, ha iniziato a rilassarsi in mia presenza, a concedermi più spesso il sesso in auto quando non avevamo un posto migliore per farlo, a farmi andare a casa sua quando non c'erano i famigliari. Tutte cose che lo hanno fatto crescere sessualmente, così che del Mario del quale mi sono invaghito è rimasto sempre meno. Ultimamente era diventato un porco, passavamo ore a fare sesso e sembrava non bastargli mai. Sembravano lontani anni luce i momenti in cui mi diceva che per lui il sesso non era prioritario e che poteva stare a lungo senza farlo: con me aveva completamente perso il lume della ragione per il piacere. Abbiamo fatto di tutto nel rapporto di coppia, senza remore e senza vergogna. Mario era insaziabile e soprattutto aveva coltivato una grossa passione per l'essere passivo: amava essere scopato con forza e spesso veniva senza nemmeno che io lo toccassi. Tuttavia ci furono una serie di episodi che pian piano ci hanno portato a questa decisione. Non è stata sofferta perchè non vi nego che tuttora ci continuiamo a vedere, intimamente parlando, ma è una cosa senza complicazioni e dettata solo dall'attrazione fisica, probabilmente quella che in fondo è stata sempre la chiave di lettura del nostro rapporto. Ci siamo lasciati per aver conosciuto altre due persone che, in un certo senso, hanno sconvolto i nostri sensi. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di rendere più chiara la vicenda. Devo assolutamente iniziare con una piccola parentesi calcistica per far comprendere meglio alcuni passaggi e alcuni termini che userò. Come detto tante volte gioco a calcio in una società dilettantistica abruzzese di discreto livello. Nei nostri campionato vige la regola dei fuoriquota: per chi non segue questo sport magari il termine può risultare complicato da capire. Si tratta di un'imposizione della federazione ad ogni società per dare spazio ai giovani. Praticamente, in base al campionato che disputi, c'è un obbligo di schierare un tot numero di ragazzi di età inferiore ai 20 anni (ad esempio un 97, un 98 e un 99). Questo, chiaramente, può considerarsi un vantaggio, o comunque un agevolazione, per quelle società, come la mia, che hanno a loro disposizione un settore giovanile dal quale attingere. Lo scorso anno da qui venne pescato, tra gli altri, anche Mario, che anche in questa stagione fa parte della squadra, essendo anche discretamente bravo. Proprio questo può essere un punto cardine: trovandosi i club costretti a far giocare i ragazzi e non a farlo per scelta, spesso vengono portati su anche giocatori meno bravi che magari poi si bruciano e smettono subito. Mario invece, dopo le buone sensazioni date lo scorso anno, è stato riconfermato e ha iniziato anche a trovare più spazio in campo. Come ogni anno, al primo allenamento, mi sono presentato con la curiosità di conoscere i nuovi. Non vi nego che un pensiero sessuale ce lo metto sempre, amando da morire i ragazzi di quella fascia di età. E' sempre un piacere poterli conoscere e soprattutto osservarli nudi mentre fanno la doccia. Tra i nuovi di questa stagione diversi erano decisamente carini ma uno in particolare iniziò a incuriosirmi sempre di più. Fabio, per tutti Fabietto per via della sua ridotta statura, era decisamente quello più vicino in assoluto al mio ideale di ragazzo. Come detto tante volte, a me piacciono i classici teen boy, quei ragazzini attorni ai 18-20 anni con i visetti perfetti e i corpi adolescenziali. Lui era, per me, perfetto: viso bellissimo con lineamenti molto delicati, con degli espressivi occhi azzurri, biondino, sul basso e decisamente magro, completamente glabro. Fabietto ha spalle piccole, senza muscolatura particolare e dimostra molto meno di quello che ha. Nessuno gli potrebbe mai dare i suoi reali 18 anni, pensandolo sicuramente come un 14-15enne. Fu proprio questa la prima reazione che avemmo io e altri miei compagni nel vederlo entrare, rimanendo decisamente sorpresi quando scoprimmo la reale età. Fabietto finì subito sotto la mia ala protettiva, avevo un debole per lui e cercavo di farlo ambientare al meglio. Di lui mi sorprese una particolarità, un gesto che faceva (e fa tuttora) praticamente tutte le volte che rientrava nello spogliatoio a fine allenamento: puntualmente, appena rientrato, toglieva immediatamente pantaloncini e mutande, restando a cazzo all'aria. Manteneva addosso perfino le scarpette, poi con tutta la calma del mondo iniziava a spogliarsi, chiacchierando tranquillamente con tutti, ridendo e scherzando. Per me era un vero piacere, visto che avevo più tempo per osservare il suo meraviglioso culetto liscio e tondo da ragazzino e quel gran bel cazzo che si trovava stranamente tra le gambe. Quello fu un particolare che mi colpì molto la prima volta, sembrava il classico ragazzo col pene piccolissimo e invece nascondeva un gran bell'uccello, particolarmente largo ma anche molto gradevole da guardare. Della mia passione per Fabietto se ne accorse immediatamente anche Mario ma non se la prese nonostante la sua permalosità e spesso capitava che tra di noi ne parlassimo. Lui si diceva convinto del fatto che Fabietto fosse quantomeno bisessuale, sosteneva che mi guardasse in maniera particolare e che anche i suoi sensori gli dicevano che ci sarebbe stato. Un giorno, verso fine Settembre, Fabietto finì di fare allenamento un po' prima per alcuni impegni in famiglia. Solitamente chiedeva spesso il passaggio a qualcuno di noi, quasi sempre a me. Quella sera invece, si fece venire a riprendere dai genitori. Poco dopo che se ne andò, mi suonò il telefono ed era proprio lui: mi chiese se gentilmente potevo riprendergli la busta con la biancheria sporca che aveva dimenticato sulla panca dello spogliatoio. Già in macchina, mentre riaccompagnavo Mario e altri 2 ragazzi, il mio pensiero era fisso su quel sacchetto di roba intima sporca che avevo nel bagagliaio. Non seppi resistere: appena arrivato a casa, parcheggiai l'auto in garage e mi chiusi dentro, tirai fuori la busta dal bagagliaio e la portai sui sedili posteriori della macchina, dove mi coricai. Tirai fuori i suoi calzini impregnati di sudore e mi inebriai dell'odore, poi finalmente le sue mutande. Odoravano fortemente di cazzo e di palle sudate, le leccai accuratamente. La mia erezione era notevole e mi lasciai guidare dall'istinto, tirando fuori il cazzo e iniziandomi a segare. Quasi subito mi misi le mutande di Fabietto in faccia e un calzino sul mio cazzo, segandomi con esso. La sensazione fu magnifica e in poco tempo ebbi un bellissimo orgasmo, sparando un mare di sborra dentro al calzino. Restai qualche minuto là a pensare a Fabietto, poi presi il secondo calzino e ricominciai nuovamente a segarmi. Ormai avevo fatto 30, tanto valeva fare 31. Sborrai copiosamente anche all'interno del secondo. Ero sinceramente convinto che non se ne sarebbe mai accorto, tanto la biancheria gliel'avrei data il giorno seguente, a sperma essiccato e sarebbe finita tutta in lavatrice. Ed effettivamente non mi disse nulla, quindi ero sicuro di essermela scampata. Nei mesi seguenti il rapporto tra me e Fabietto si fece sempre più profondo, capitava di trascorrere del tempo insieme, di giocare alla playstation e sembrava nascere sempre più feeling. Quel feeling che era venuto ormai meno con Mario, che nel frattempo era a sua volta impegnato in un altra vicenda che vi dirò nel prossimo racconto. Giunti, ormai, a Febbraio di quest'anno, con Fabietto finalmente maggiorenne e con la storia tra me e Mario chiusa in quanto a fidanzamento, ci ritrovammo ad una classica pizza di squadra del giovedì. Destino volle che Fabietto quel giorno non si era venuto ad allenare per problemi di studio e quindi giunse in pizzeria un po' in ritardo, quando noi tutti eravamo già là. Non essendoci più posto, fummo costretti a stringerci e lui si venne a sedere proprio a fianco a me, su una panca. Praticamente chiudevamo la fila ed eravamo abbastanza protetti dal muro. Come capitava spesso a queste serate, i veterani iniziarono a far bere tutti i più piccoli, tra cui Fabietto, che un po' si riusciva a mantenere per via della mia vicinanza (lo controllavo) mentre dall'altra parte del tavolo gli altri, tra cui Mario, stavano mandando giù un mare di birra. Forse gli bastò quel poco in più che bevve rispetto al suo solito ma fatto sta che pian piano Fabietto si fece propositivo nei miei confronti. Più volte strusciò la sua coscia sulla mia, un paio di volte poggiò anche la sua mano sulla mia gamba. Mi parlava fitto raccontandomi un sacco di cose di lui, lo vedevo davvero aperto. A fine serata mi domandò se potevo riaccompagnarlo e Mario, che stava anche in auto con me, capì subito la situazione e nonostante lui sarebbe dovuto scendere successivamente rispetto a Fabietto, con una scusa si fece riportare per primo, al fine di lasciarci da soli. Quando, finalmente, fummo solo io e Fabietto, mi domandò se poteva fumarsi una sigaretta prima di tornare a casa e io annuì. Ci fermammo in un parcheggio molto ampio, dove solitamente l'inverno non c'era mai nessuno, visto che era circondato da palazzine abitate solo nel periodo estivo. Io in ogni modo avevo deciso di non fare alcun passo, non volevo rischiare di compromettermi senza certezze. Proprio quest'ultime non tardarono ad arrivare: Fabietto pretese che mi stendessi con la testa sulle sue gambe. Data la presenza del cambio dell'auto che dava non poco fastidio, presto ci trasferimmo sui sedili posteriori. Mentre me ne stavo steso lui mi accarezzava dolcemente i capelli e il viso. Improvvisamente mi domandò se poteva chiedermi una cosa e io ovviamente annuì:
“Senti, ma perchè a Settembre ti sei segato con la mia biancheria intima sporca?”.
Mi sentì gelare il sangue e balbettai qualcosa di poco sensato, quasi a voler negare l'evidenza ma Fabietto sembrò decisamente scaltro e preparato all'argomento:
“Guarda che ho controllato subito, te le avevo lasciate apposta là”.
Non sapendo più cosa dire e ormai di fronte ai fatti, mi scusai mestamente e gli chiesi come mai aveva aspettato tanto a domandarmelo. Fabietto non sembrava per nulla intimorito dalla situazione, anzi prese lui stesso l'iniziativa e, approfittando del fatto che ero ancora steso sulle sue gambe, si rannicchiò con il viso verso di me e mi baciò sulle labbra. Risposi quasi subito al bacio, mi tirai su e gli presi la testa con le due mani, poi spinsi la mia lingua dentro alla sua bocca. Lui baciava senza remore e così gli infilai una mano sotto la maglietta per andargli ad accarezzare il petto. Sentivo la sua pelle liscia e la sua eccessiva magrezza e la cosa iniziò sicuramente ad eccitarlo oltremodo, perchè iniziò ad ansimare per la sola situazione che si era creata. Feci per sbottonargli i jeans ma mi fermò, dicendomi che non era quello il posto giusto. Mi guidò sotto casa sua, mi fece parcheggiare la macchina poco dopo e poi, a piedi, raggiungemmo la sua cantina, posta sotto al piano terra. Entrati dentro c'era un gran disordine ma allo stesso modo anche tantissima tranquillità. Fabietto si mise poggiato su una parete e fece uno strano gesto come ad invitarmi a ribaciarlo. Ripresi a limonarmelo per bene e tentai nuovamente di sbottonargli i jeans, stavolta con successo. Fabietto si tolse le scarpe e scalciò via i jeans, poi gli abbassai le mutande e allontanò anche queste, restando a cazzo nudo. Era decisamente in tiro e lo vidi per la prima volta arrapato. Erano almeno 19 centimetri di cazzo ed ebbi una voglia irrefrenabile di succhiarglielo. Feci per abbassarmi ma mi chiese se potevamo evitare di arrivare così oltre quella sera. Non capì sinceramente il perchè di quel freno ma rispettai la sua richiesta. Lui stesso mi sbottonò e mi abbassò i jeans assieme alle mutande, poi ci impugnammo i rispettivi cazzi e cominciammo a segarci a vicenda, senza mai smettere di baciarci se non per rapidi istanti in cui lui si staccava per ansimare. Il primo a venire fu proprio Fabietto, d'altronde era davvero super eccitato. Quando mi accorsi che era al limite iniziai a segarlo a mille e lui prese ad ansimare molto forte. Amavo il modo diretto in cui godeva e lo spinsi vicino al mio orecchio, per sentirlo meglio. Lui fraintese e iniziò a mordermelo (anche piuttosto forte). Poco dopo mi avvisò dell'orgasmo e tutta la mia mano si riempì di sborra densa e caldissima che non tardai ad assaggiare. Era stremato ma sorridente e allo stesso tempo desideroso di terminare il suo lavoro. Mi prese per mano e mi portò nei pressi di una scrivania, sul quale mi fece sedere e mi chiese di spalancare le cosce. Si mise tra le mie gambe e continuò a segarmi con cura. Mi piaceva tantissimo il modo in cui lo faceva, dava colpi forti ma non particolarmente veloci, così da permettermi di godermi l'intero movimento della sua mano senza provare mai fastidio. Per un attimo avvicinò anche il viso al mio cazzo, sembrava volerlo prendere in bocca ma c'era come qualcosa che lo frenava e non lo fece. Finalmente giunsi all'orgasmo, lo avvisai e lui parò lo spruzzo con la mano per fare in modo di non sporcarci. Così come avevo fatto io poco prima, anche lui si leccò la mano senza problemi e sorrise. Lo baciai e gli domandai se voleva fare qualcos'altro ma mi disse che forse era meglio finirla là per quella sera, visto che si stava facendo anche molto tardi. Lo aiutai a recuperare gli indumenti che aveva lanciato per aria al nostro arrivo, poi ci baciammo ancora e quasi tremando mi chiese avessi voluto rivederlo, intimamente parlando. Lo tranquillizzai e gli dissi che era da mesi che lo desideravo. Sembrò felice di ciò e ci lasciammo con un altro bacio. L'indomani messaggiammo a lungo durante la mattinata, arrivando anche a toccare il tasto della sera precedente. Mi confessò la sua bisessualità, forse più tendente all'omosessualità, mi raccontò di aver avuto una sola ragazza e di essersi spinto, con lei, solo fino al sesso orale. Qualche esperienza in più l'aveva avuta con i maschi, ma anche in questo caso non era andato oltre il sesso orale. Proprio per questo, la sera prima, non aveva voluto bruciare le tappe. Temeva che dandomi subito tutto ciò per cui si sentiva pronto, poi io avrei voluto presto di più. Gli spiegai che non avrebbe dovuto farsi questi problemi perchè avrei rispettato senza affanni i suoi tempi e le sue volontà. Poi gli chiesi di vederci quel giorno perchè avevo bisogno di stare con lui. Così che, dopo l'allenamento lo riportai a casa a cenare, io tornai nel mio appartamento per fare lo stesso e poi andai da lui. Aveva detto ai genitori che andava a casa di un amico a giocare alla playstation e, invece, ci andammo nuovamente a rinchiudere nella sua cantina. Appena entrati fu impossibile resistere, ci lanciammo l'uno sull'altro e iniziammo a pomiciare furiosamente e a spogliarci a vicenda, nonostante il freddo. Ci togliemmo quasi tutto, lanciando gli indumenti per aria. Lui era rimasto praticamente solo in calzini mentre io indossavo, oltre alle calze, anche la canottiera. Dissi a Fabietto che intendevo leccarlo ovunque, lui ci pensò un attimo e poi mi disse che avrei potuto farlo. Lo feci stendere su quella scrivania sul quale ci eravamo messi il giorno prima, gli sfilai i calzini e presi a leccargli i piedi. Lui sembrava perplesso da questa mia pratica, mi lasciava fare ma non sembrava particolarmente coinvolto. Capì che sicuramente non aveva mai avuto esperienze fetish e forse gli occorreva del tempo per abituarcisi, anche se comunque me lo lasciò fare senza problemi. I suoi piedini, molto delicati e piccoli, nonché molto profumati, furono esplorati centimetro per centimetro dalla mia lingua, poi salì sulle sue gambe fino ad arrivare all'interno coscia. Saltai momentaneamente la zona intima e salì sulla pancia, poi i pettorali, il collo, il viso fino a riscendere nuovamente e fare il percorso inverso. Arrivai nuovamente vicino al cazzo: iniziai a leccargli l'inguine, lui ansimava, stava iniziando a impazzire di piacere. Vedevo il suo cazzo che pulsava, dava colpi in avanti come a supplicarmi col movimento di prenderglielo in bocca. Sembrava più propenso a farlo rispetto alla sera prima ma decisi di chiedergli conferma. Inizialmente mi disse di non farlo, che era meglio di no. Ma io continuai a stimolargli inguine e palle con la lingua e alla fine cedette. Con la lingua assaggiai la punta del suo cazzo e Fabietto ebbe un brivido, un sussulto di piacere. Passai la lingua su tutta l'asta e gliela inumidì per bene, sempre gustandomi i suoi gemiti. Poi finalmente lo presi in bocca. Cercai di fare del mio meglio, facevo scorrere la pelle nella mia bocca e leccavo tutto ciò che mi capitava a tiro, contemporaneamente mi aiutavo con la mano. Fabietto stava perdendo completamente la ragione, alzai lo sguardo e lo vidi a occhi chiusi, il viso era una maschera pazzesca di piacere e gemeva. Aveva un'espressione meravigliosa, sembrava rilassato come non mai e soprattutto felice, con un sorriso stampato in faccia. Lo feci tirare in avanti, facendogli alzare il sedere dal tavolo, così da potergli afferrare le chiappe con le mani. Gliele palpai per bene, erano meravigliose, sode, carnose, lisce. Passai più volte anche il dito attorno al suo buchino ma senza spingerlo mai dentro. Tuttavia la cosa lo stimolò ulteriormente perchè i decibel dei suoi gemiti si stavano facendo sempre più forti. Fui quasi tentato di dirgli che rischiavamo di essere sentiti ma era troppo bello vederlo così coinvolto, per cui attesi fino al suo orgasmo, che arrivò poco dopo. Mi fermò la testa con le mani e mi spinse il cazzo a fondo, poi ansimò un “si” abbastanza forte e mi scaricò un mare di sborra in bocca. Ne era talmente tanta che un po' mi scappò fuori dalle labbra e la riportai dentro la mia bocca con la lingua in un secondo momento. Fabietto era senza fiato, mi guardava spompato ma chiaramente felice. Cercò la mia bocca e poi mi sussurrò di cambiarci di posizione. Si mise in ginocchio a sua volta e tentò di fare quello che avevo fatto io. Un po' goffamente mi tolse i calzini e tentò di leccarmi i piedi ma forse non era una cosa che gli piaceva particolarmente perchè andò quasi subito oltre. Dopo avermi passato la lingua ovunque, facendomi sentire scariche continue di brividi, finalmente iniziò a occuparsi del mio cazzo. Ero molto curioso di vedere come se la cavava. Sembrò impacciato anche là, non come uno che non l'aveva mai fatto ma certamente come uno con pochissima esperienza. Iniziò quasi subito a spompinarmi, senza perdere troppo tempo nella zona circostante. Il suo pompino era un po' meccanico, tentava di usare la lingua ma non sembra era coordinato nel movimento. A volte il mio cazzo gli scappava fuori dalla bocca, altre volte sentivo un po' troppo i denti durante il suo lavoro e provai fastidio. Ecco, probabilmente non era un pompino indimenticabile come esecuzione, ma la situazione mi piaceva troppo e ben presto trovai il modo per godere anche io. Feci in modo che rimase praticamente fermo e iniziai a muovermi io, quasi a scoparmi la sua bocca. Fabietto ogni tanto tentava di dare qualche colpo di lingua ma lasciava a me il grosso del lavoro. Gli dissi di afferrarmi le chiappe e io feci lo stesso con la sua testa, poi iniziai a dare colpi sempre più veloci. Fabietto divenne tutto rosso, probabilmente respirava anche poco ma non fece storie e io aumentai sempre più la velocità e, soprattutto, lo spinsi più a fondo. Quando venni fu entusiasmante, lo avvisai dell'orgasmo, che fu violentissimo, ma lui lo volle tutto in bocca e gli scaricai tutto il mio seme. Fabietto tossì, sembrò quasi strozzarsi ma ingoiò tutto. Mi disse che sapeva di non essere bravo e di avere pazienza, avrebbe voluto imparare con calma da me sperando che i suoi disagi e la sua inesperienza non mi avessero infastidito. Lo tranquillizzai e restammo un po' abbracciati. Per quella sera decisi di non spingermi oltre, sapevo che per avere il suo culetto avrei avuto bisogno di tempo, intanto potevo sicuramente dirmi soddisfatto! .
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