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Gay & Bisex

Io e Andrea - La paura del giorno dopo


di Difficilissimo
22.08.2012    |    7.934    |    2 9.8
"Mentre pomiciavano stesi sul lettino, abbracciati e complici come due fidanzatini, con la mano gli cercai il pacco e iniziai ad esercitare pressione su di..."
Il pomeriggio seguente lo trascorsi a casa del mio ragazzo Pier e ovviamente finimmo in camera sua a fare l’amore. Peccato che il mio unico pensiero fosse per quello che era successo la sera prima con Andrea; non che mi fossi infatuato e volessi lasciare Pier, ma ovviamente dovevo ancora un attimo assorbire il colpo di ciò che era successo, mettermi nell’ordine di idee che aveva tradito il mio ragazzo e soprattutto attendere quella che sarebbe stata la reazione dello stesso Andrea, che ancora non avevo né visto né sentito. Mi stavo facendo scopare senza alcun coinvolgimento da Pier, limitandomi a stare a gattoni sul suo letto mentre lui da dietro rantolava di piacere reggendosi per i miei fianchi e si sfiancava in un lavoro di passione che in quel momento non riuscivo a sostenere. Pier si accorse chiaramente che qualcosa non andava, non ero mai stato così passivo e immobile, così che si fermò nella spinta e mi ringhiò contro
- Ma si può sapere che cazzo c’hai???
- Niente…perché? – risposi io con faccia tosta, cercando di negare l’evidenza
- Ma vaffanculo su, se mi scopavo un tronco di legno si muoveva più di te, dimmi che c’hai
- Ma no amore niente, ero un attimo pensieroso, dai ti prego continua
- Sarà…. – e riprese, un po’ scocciato, a pomparmi da dietro
Finsi di provare un maggiore interesse per quello che stavamo facendo, anche se sinceramente non stavo sentendo un grande piacere, sta di fatto che quasi non ero nemmeno arrapato e attesi, con qualche teatrale urletto di contorno, che il mio Pier raggiunse il suo orgasmo. Ora arrivava il difficile, dovevo passare io nella parte dell’attivo, pur non avendo alcuna voglia ma non potevo farlo insospettire, per cui ci scambiammo la posizione e mi misi io alle sue spalle a scoparlo. Cercai di pensare alla sera prima per trovare uno stimolo, mi immaginavo il bel sedere (seppur peloso) di Andrea e finsi per tutto il tempo di scopare con lui. Il mio orgasmo fu violento e intenso e per poco non mi scappò il nome di “Andrea” durante la spermata. Terminato di scopare, rimanemmo un po’ abbracciati sul letto e Pier mi chiese rassicurazioni sul nostro amore, che non tardai a fornirgli. Era un po’ cambiato il mio Pier in questi mesi, aveva messo su qualche chiletto che non rendevano più il suo fisichetto scolpito come un tempo ma un po’ più normale, soprattutto aveva messo qualche rotondità nello stomaco, nei fianchi e nel sedere. Oltretutto anche di look era nuovamente cambiato, portava i capelli un po’ più lunghi, quasi a caschetto, e si era lasciato un baffetto a mio avviso un po’ comico ma al quale teneva molto. Complessivamente era leggermente imbruttito, se prima per me era 99 ora era 95. Quando abbandonai la sua abitazione, non prima di una lunga doccia insieme e di un dolce bacio passionale sulla porta, tornai nei miei pensieri e soprattutto all’idea che tra poche ore avrei rivisto Andrea e avrei finalmente visto con i miei occhi quale sarebbe stato il suo comportamento. Mi sembrava veramente strano esserci riuscito a scopare, io e lui ormai uscivamo da tre anni e non avevo mai avuto l’occasione giusta per provarci. Avevo sempre creduto fosse un ragazzo pervertito ma comunque non disposto ad un esperienza gay e quello che avevamo fatto mi aveva tolto anche questa certezza.

Giunse finalmente la sera e mi recai allo chalet dove solitamente passavamo le serata con il gruppo di amici a bere birra e sparare cazzate e lui era là, seduto tra gli altri e con il viso un po’ imbronciato, come gli capitava spesso. Non mi preoccupai perché era una sua espressione tipica che gli costernava spesso il viso, per cui gli passai affianco e lo salutai poggiando una mano sulla sua spalla, senza ottenere risposta se non un accenno, molto abbozzato, di sorriso. Ecco che subito la mia mente fu colta dai soliti enigmi negativi, tuttavia evitai di destare sospetti e presi posto al tavolo, cercando di non soffermarmi troppo su Andrea e di trascorrere una piacevole serata. Tuttavia ogni sforzo si rivelò inutile perché per quanto provassi ad allontanare il pensiero, mi era inevitabile prestare un eccessiva attenzione ai suoi comportamenti e continuai ad avere l’idea che mi stesse chiaramente ignorando o, quantomeno, che fosse particolarmente freddo. Non che solitamente fosse il tipo da baci e abbracci o da grandi chiacchiere, anzi, però verso di me era sempre un po’ più disponibile al dialogo e alla battuta rispetto agli altri della comitiva, ma stasera sembrava davvero infastidito dalla mia presenza. La serata trascorse così, tra qualche risata e molti dubbi del sottoscritto fino a che non mi accorsi che era quasi ora di tornare a casa. Non era tardi ma non aveva senso prolungare di più la mia presenza in quella tavolata, visto che il mio unico pensiero andava ad Andrea che continuava a ignorarmi e oltretutto Pier continuava a mandarmi sms sdolcinati che mi stavano facendo l’effetto contrario di indispormi, visto che sapeva benissimo che non doveva mandarmi messaggi quando stavo in giro, dal momento che qualcuno avrebbe potuto leggerli sul mio cellulare. Avvisai il gruppo che entro pochi minuti sarei andato via e offrì l’ultima bottiglia di birra, poi feci un altro, ennesimo tentativo, di cercare lo sguardo di Andrea, che nel frattempo aveva tirato indietro la sua sedia rispetto al resto del tavolo e quindi era quasi isolato dietro di noi a giocare col cellulare. Stavolta mi alzò lo sguardo, mi guardò per alcuni istanti e mi sorrise, poi si guardò attorno e, certo che nessuno ci stesse guardando, gonfiò la guancia come a simulare la presenza di qualcosa dentro e con la mano mi fece il gesto del pompino, poi con la testa mi indicò la spiaggia e sorrise di nuovo. Era un chiaro invito ad allontanarci dalla comitiva e andare un po’ in spiaggia a fare qualcosa, ovviamente non là vicino, e io mi limitai ad un si con la testa poi salutammo tutti con la scusa di fare la strada insieme e ci incamminammo in direzione delle nostre case con le biciclette. Arrivammo all’incirca nella zona dove avevamo fatto il bagno e scopato la sera prima, limitandoci a qualche scambio di parole sul calcio e nulla più, poi legammo le biciclette e le nascondemmo dietro ad un muretto, evitando così che i nostri amici potessero insospettirsi se eventualmente passavano di là. Giunti in spiaggia, ci andammo a sedere su un lettino e io ne approfittai, prima di iniziare a fare qualsiasi cosa, per chiarire:
- Andrè ma allora non ti sei pentito di quello che è successo ieri?
- No..perchè dovevo pentirmi scusa?
- E che ne so, ti ho visto freddo tutta la sera, pensavo te la fossi presa
- E che dovevo fare? Baciarti in bocca davanti a tutti? Comunque sto arrapato, dai su non perdiamo tempo!!! E’ tutta la sera che aspetto questo momento
- Io è da ieri che l’aspetto – aggiunsi, prima di cercare con la bocca le sue labbra. Mentre pomiciavano stesi sul lettino, abbracciati e complici come due fidanzatini, con la mano gli cercai il pacco e iniziai ad esercitare pressione su di esso. Trovandolo subito duro e in canna ,decisi di non perdere troppo tempo e slacciai la cerniera e il bottone, facendolo schizzare subito fuori dall’orlo delle mutande, in tutta la sua bellezza. Aveva un gran bel cazzo, non particolarmente grosso, anzi direi nella media, ma era fatto veramente bene, proporzionato e succoso come piaceva a me e oggi finalmente potevo assaggiarlo nel suo vero sapore, visto che la sera prima era comunque coperto dal sale dell’acqua di mare. Mi abbassai fino ai suoi piedi , gli feci scendere i jeans e le mutande fino alle caviglie e iniziai a leccarlo con cura e avidità, aveva proprio un buon sapore di cazzo. Andrea mi prese nuovamente per la testa, come aveva fatto la sera prima, e iniziò a rilassare i muscoli di tutto il corpo, pronto a godere del mio speciale trattamento. Passai la mia lingua lungo tutta l’asta, succhiai le palle e poi risalì nuovamente verso la cappella, che iniziai a baciare e stimolare. A quel punto impugnai con la mano destra tutto il suo cazzo in una presa piuttosto solida, serrai la cappella tra le mie labbra e iniziai a fare su e giù con foga. Andrea ebbe un sussulto notevole di piacere, non si aspettava tanta professionalità nel mio pompino e rispetto alla sera prima notai da subito che era ben più coinvolto e scatenato. Mi afferrò con forza la testa con entrambe le mani per tenermela giù e iniziò a venire all’insù con il bacino, divaricando anche le gambe. Alzai un momento lo sguardo e lo vidi in trance totale, anche se cercava di contenere il godimento, visto che troppa teatralità non faceva parte del suo carattere, poi fui costretto dalla sua spinta delle mani sulla mia testa a ribassare gli occhi sul suo cazzo. Ripresi a pomparlo a mille, alternando ad alcuni momenti in cui lo leccavo con cura maniacale e lo stimolavo con la mano. Dopo circa 5 minuti di pompino eseguito alla perfezione, il respiro di Andrea iniziò a farsi ben più affannoso e intenso, preludio ad un orgasmo imminente che infatti giunse puntuale qualche istante dopo, quando il mio amico 19enne contrò i muscoli del suo corpo per poi scaricare una quantità industriale di sborra calda nella mia bocca. Aveva nuovamente evitato di avvertirmi ma stavolta, essendo anche più lucido e senza il disturbo dell’acqua del mare, mi ero accorto del tutto ed ero riuscito a controllare i forti schizzi. Assaporai con gusto lo sperma, aveva un sapore forte e leggermente acquoso e devo dire che lo trovai assolutamente piacevole. A questo punto Andrea non sembrava volersi alzare per cui continuai un altro po’ a leccarglielo. Mi era nota la sua capacità di “rigenerare” subito il suo cazzo e infatti glielo riportai subito in erezione, poi mi disse di mettermi io al suo posto che voleva ricambiare il favore. Mi abbassai a mia volta jeans e mutande, mettendo a nudo il mio cazzo in tiro che Andrea non tardò a prendere in bocca. Sembrava non aspettasse altro e lo sentimmo quasi mugolare di piacere, come un bambino quando assaggia qualcosa che gli piace tremendamente. Era assetato di cazzo e me lo stava leccando, baciando e succhiando con una voglia e una passione incredibile. Sapevo che avrei retto poco, quindi cercai di godermi al massimo quei pochi minuti non distogliendo mai lo sguardo dal suo viso. Non era bello, questo dovevo ammetterlo, era un ragazzo banalissimo di quelli che si vedono a milioni, con alcuni difetti e che aveva sempre avuto poco successo con le ragazze, anche per via del suo carattere piuttosto introverso e a volte scontroso, però a me piaceva e non poco. Anche nello spompinare lo trovai piuttosto bravo per essere solo la seconda volta che lo faceva e infatti venni poco dopo, avvertendolo al contrario suo ma scaricandogli ugualmente litri di sborra in bocca. Andrea si alzò dal mio cazzo e si stava segando l’uccello, che ora era una mazza durissima dritta di fronte a me. Aveva voglia del secondo orgasmo ma sembrava non avere il coraggio di chiedermi un bis per cui gli chiesi se avesse voglia di scoparmi in culo ma disse che gli andava bene anche un altro pompino per cui lo feci rimanere in piedi e mi sedetti proprio di fronte al suo cazzo. Andrea me lo spinse in bocca e mi iniziò a pompare dentro con ritmo, facendomelo sentire tutto. Come al suo solito mi prese la testa e iniziò a spingermela allo stesso ritmo delle sue spinte di bacino, che erano piuttosto vivaci e intense. Con le mani provai ad accarezzargli il culo, anche se bello era molto bello e sodo e visto che non sembrò creargli alcun problema, tenni la presa sulle sue chiappe. Avevo la tentazione di infilargli un dito nel buchetto ma decisi di desistere, arrivando solo a sfiorarglielo con il massaggio. Giunto al suo secondo orgasmo, stavolta Andrea mi avvisò con un “eccolo” che non mi fece trovare impreparato e accolsi nuovamente il suo sperma in bocca. Poi senza dire nulla o quasi, si risistemò e prese la via di casa, regalandomi un ultimo sorriso non accompagnato da alcuna parola. Facevo fatica a capire il suo comportamento, non riuscivo a comprendere se fossi solo una puttanella per lui o se magari avesse delle intenzioni un po’ più serie, sta di fatto che la mia mente era sempre più costernata di dubbi e di voglie verso quel ragazzino mentre i sensi di colpa verso Pier si facevano sempre più maggiori… CONTINUA
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