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Gay & Bisex

Le nuove leve - parte 2


di Difficilissimo
17.03.2017    |    6.152    |    4 9.5
"Lui rientrò proprio assieme a Matteo, facendo coincidere abilmente l'orario di fine esercizi..."
Tra me e Fabietto procedeva tutto abbastanza bene, mi era bastato poco per capire che forse non era un ragazzo per farci una storia. Probabilmente non lo voleva nemmeno lui ma comunque era ancora un bambino su alcuni aspetti. Ci piaceva stare insieme, ci piaceva soddisfarci ma poco altro. Contemporaneamente non persi mai il contatto con Mario. Ero troppo legato a lui e soprattutto troppo attratto dal suo corpo. Ed evidentemente era la stessa cosa anche per lui. Come vi ho detto nella prima parte del racconto, anche Mario aveva avuto uno sbandata per un altro ragazzo. Ma andiamo con ordine: tutto ebbe inizio all'incirca durante il mese di Novembre. Mario decise di iscriversi in palestra, la stessa che frequentavo anche io. Impegnati soprattutto con il calcio, ci capitava di andare là un paio di volte a settimana, solitamente negli stessi giorni e ad orari abbastanza standard. Qui facemmo la conoscenza di un ragazzo chiaramente effemminato nei modi ma veramente molto bello: Matteo! Costui aveva 20 anni ed era semplicemente bellissimo. Alto circa 1,83-84, con un bellissimo fisico strutturato, addominali e pettorali pronunciati ma comunque molto magro. Carnagione un po' olivastra, belle spalle larghe e gambe muscolose. Anche di viso era davvero bello, con dei lineamenti molto particolari: occhi da cerbiatto marroni, naso delicato, labbra carnose e dei bellissimi boccoli castani. Ci capitò diverse volte di vederlo sotto la doccia e oltre a tutta la descrizione fisica fatta, notammo anche il sedere sodo e muscoloso e il bellissimo cazzone. Tuttavia Matteo, come detto, era chiaramente effemminato, nei modi, nel parlare e negli sguardi che ci regala. Mario perse presto la testa, me lo confidò quando la mia passione per Fabietto gli era già nota. Iniziai a farci caso con maggiore attenzione e lo vedevo davvero voglioso di quel ragazzo. Cercava spesso di fare in modo di far coincidere la doccia per poterlo osservare. Con noi, trovandoci praticamente sempre a fare palestra insieme, Matteo strinse un minimo di rapporto. Mario lo bramava sempre più e mi chiedeva spesso consiglio. Quando tra me e lui arrivò lo stop alla storia, iniziai a spingerlo sempre più in direzione di Matteo. Lo convinsi a tentarlo, a vedere la sua reazione, a capire se potesse essere interessato. Così che, un giorno, Mario attese più del dovuto nella sala attrezzi rispetto al solito. Io rientrai prima e mi feci la doccia in fretta e furia. Lui rientrò proprio assieme a Matteo, facendo coincidere abilmente l'orario di fine esercizi. A quell'ora la palestra era piuttosto vuota e i due si ritrovarono a far la doccia da soli. Dalla mia postazione, mentre terminavo di vestirmi, riuscivo a vedere solamente Matteo. Inizialmente era sulle sue, lo vedevo insaponarsi, ogni tanto parlare con Mario ma comunque sembrava distaccato da qualsiasi situazione. Probabilmente lo stesso Mario non aveva ancora agito. Poco dopo, invece, iniziai chiaramente a percepire del disagio in Matteo, gettava lo sguardo con sempre più frequenza dalle parti di Mario fino a non distoglierlo più. Poco dopo lo vidi uscire di corsa dalla doccia, quasi a scappare da quella situazione. Notai chiaramente il suo cazzo, decisamente arrapato. Era meraviglioso, di marmo, sembrava pronto a esplodere. Matteo si affrettò a infilarsi l'accappatoio, coprendo la sua erezione. Qualche istante dopo vidi uscire anche Mario dalla doccia, a sua volta arrapato ma per nulla intenzionato a nascondersi. Con il suo cazzetto in tiro, si mise proprio di fronte a Matteo e cominciò a parlarmi. Senza problemi, iniziò lentamente ad asciugarsi, sempre mostrando il suo cazzo a Matteo. Poi si piegò a novanta, dandogli il suo perfetto culo mentre si asciugava accuratamente i piedi. Matteo era in grossa difficoltà, lo guardava ma non sembrava affatto a suo agio e, appena pronto, ci salutò al volo e scappò via. Mario mi chiese l'impressione che avevo avuto e gli raccontai del fatto che era scappato dalla doccia per nascondere la sua erezione, poi gli domandai cosa aveva fatto e mi disse che aveva cominciato a insaponarsi in modo strano, quasi a massaggiarsi il corpo, soffermandosi soprattutto sul culetto e sul pisello. Proprio mentre si insaponava il cazzo, se l'era fatto venire duro e aveva continuato a toccarselo, quasi a segarselo osservando Matteo e sorridendogli. Compreso il motivo di tanto turbamento di Matteo e soprattutto captata la tecnica di seduzione di Mario stesso, tentai di spronarlo a giocarsi le sue carte. Mario, sempre molto restio solitamente a sbilanciarsi sulla sua omosessualità, stavolta sembrava davvero troppo voglioso per giocarsi l'opportunità. Così decise di fidarsi dei miei consigli e della mia sensazione secondo il quale Matteo era un obiettivo davvero semplice. Dissi chiaramente a Mario che se non ci fosse stata questa situazione con lui e quella tra me e Fabietto in ballo, probabilmente ci avrei provato io stesso con Matteo. A dirla tutta non era propriamente la verità, trovavo Matteo un ragazzo meraviglioso ma non era il mio tipo, tuttavia lo affermai per dargli quella spinta del quale aveva bisogno. Ero stufo di vederlo reprimersi e volevo ricambiare la comprensione che aveva avuto lui per Fabietto. Così Mario si decise e qualche giorno dopo chiese a Matteo se potesse riaccompagnarlo a casa dopo la palestra, inventandosi un mio improvviso impegno per giustificare il fatto che non tornasse con me. Per stare al gioco, andai via quasi subito. Vi confesso che quel pomeriggio ebbi una sorta di pentimento. Forse fu la gelosia ma l'idea di aver lasciato Mario ad un altro mi fece del male e rimasi con il groppo alla gola per tutto il tempo, fino a che finalmente non mi scrisse. All'incirca accadde questo: Mario in doccia rifece nuovamente lo scemo, in maniera ancora più spinta della volta precedente. Praticamente arrivò quasi a segarsi sotto lo sguardo voglioso di Matteo, poi per insaponarsi il culo si piegò a pecora e mostrò il suo buchino. Matteo ancora una volta uscì dalla doccia, tentando di placare la situazione. Quando fecero per raggiungere l'auto, Mario gli chiese di potersi fermare a parlare un po' da qualche parte, inventandosi una serie di problematiche a casa che lo spingevano a ritardare il suo rientro. Matteo tentò di protestare vanamente e senza convinzione, d'altronde anche lui voleva stare da solo con Mario. Raggiunsero un posto abbastanza isolato dove ci era capitato di fare qualche cosa in auto a me e Mario. Qui, quest'ultimo, aveva preso coraggio e si era praticamente dichiarato a Matteo. Tra i due si arrivò subito al bacio, molto profondo e lungo. Con delicatezza, Matteo gli domandò cosa preferisse fare e se volesse restare in auto. Mario era troppo eccitato e lo supplicò chiaramente di scoparlo in culo. Si misero nei sedili posteriori e si continuarono a baciare. Fuori era buio e quasi non c'erano lampioni. A fatica riuscivano a vedersi. Iniziarono a denudarsi: Mario restò in calzini, Matteo si tolse tutto. Rimasti completamente nudi iniziarono a baciarsi ovunque, a leccarsi, a palparsi. Si desideravano, Matteo glielo confidò, lo trovava attraente da tempo ma non era convinto delle tendenze di Mario e quando lo aveva visto tentare di sedurlo aveva pensato che volesse semplicemente umiliarlo e prenderlo in giro per il suo essere effemminato. Dopo essersi soddisfatti a vicenda con un lungo sesso orale, sborrandosi nelle rispettive bocche, Matteo finalmente penetrò Mario. Lo fece utilizzando un preservativo che Mario stesso aveva nel portafoglio. Il cazzo di Matteo era grosso, di almeno 19-20 centimetri, bello largo e nodoso. Mario lo bramava da tempo, desiderava essere scopato duramente e glielo disse. Matteo lo penetrò con un colpo secco e, dandosi slancio con un piede, iniziò a dare un ritmo notevole alla scopata. Mario se ne stava a missionaria, a gambe aperte con Matteo posizionato tra i sedili anteriori e quelli posteriori. Mario si muoveva a ritmo e con le mani accarezzava le chiappe di Matteo mentre gemeva con la sua tipica espressione, osservando il partner a bocca aperta e con una sorta di sorriso stampato sul volto. Mentre Matteo lo chiavava senza sosta, Mario iniziò a segarsi l'uccello furiosamente. Non ci mise molto a sborrare ed ebbe un orgasmo violentissimo. Iniziò a gemere ancora più forte, ebbe quasi degli spasmi e poi schizzò sperma ovunque. La visione della sborrata eccitò tantissimo Matteo, che iniziò a spingere ancora più forte, poi sentì salire a sua volta l'orgasmo e si svuotò totalmente dentro al preservativo. I due rimasero abbracciati per un po', ancora nudi, a baciarsi e a coccolarsi, con Mario che accarezzò a lungo i bellissimi capelli ricci di Matteo. Quando Mario me lo raccontò ero felice per lui, eppure una parte di me era combattuta per via della gelosia. Per qualche giorno i due continuarono a vedersi, poi Mario mi chiamò. La sua voce era delusa, affranta, sembrava colpito da qualcosa. Mi chiese di vederci e io lo andai a prendere, per portarlo a casa mia, fortunatamente libera. Qui Mario scoppiò in lacrime e mi raccontò di un brutto litigio avuto con Matteo. Quest'ultimo, purtroppo per Mario, era gay dichiarato e cercò di spingere Mario stesso ad ufficializzare a tutti un loro rapporto. Chiaramente lui si rifiutò, come sempre terrorizzato dal giudizio degli altri, specialmente dei genitori. Matteo lo minacciò di sputtanarlo, finirono per litigare e smisero di vedersi. Mario era terrorizzato, aveva una paura matta che Matteo parlasse e che tutto il mondo che si era creato, un mondo comunque falso, in cui lui si era finto un playboy da strapazzo, potesse crollargli addosso. Gli accarezzai il viso, era da un po' di settimane che non avevamo intimità. Io mi sentivo preso da Fabietto ma Mario non l'avevo mai voluto mettere in disparte. Lui era quasi in lacrime, osservava la stanza con lo sguardo perso nel vuoto. Avvicinai le mie labbra e lui inizialmente non rispose. Rimase immobile mentre le mie labbra continuavano dolcemente a premere sulle sue. Dopo poco spostai il bacio alle guance, al collo, alle spalle. Tornai nuovamente verso la sua bocca e stavolta finalmente rispose. Inizialmente soltanto con un bacetto a stampo, poi tirò fuori la lingua e iniziammo a pomiciare. Ci denudammo completamente e lo buttai sul letto. Gli baciai il petto e poi scesi fino al cazzo, che accolsi nella mia bocca. Lo spompinai con gusto, con impegno, con determinazione. Lui rimase a occhi chiusi ma aiutandosi col bacino fino all'orgasmo, che ebbe totalmente nella mia bocca. Non smisi di succhiarglielo anche dopo la sborrata, d'altronde lui non me lo chiese e restò immobile a farselo fare. Feci in modo che gli tornasse duro, poi stimolai un po' il suo buchino con lingua e dita e finalmente lo penetrai. Mario ebbe un forte sussulto di piacere e mi sibilò all'orecchio di scoparlo con forza. Portò i piedi attorno al mio culo, quasi a stringerlo per tirarsi il mio cazzo ancora più dentro di sé. Poi mi buttò le braccia attorno al collo e mi iniziò ad accarezzare la schiena, la testa, il collo stesso. Tentavo più volte di cambiare il ritmo, a volte andavo con movimenti circolari, altre con botte forti e decise, altre rallentando. A lui stava piacendo e come al solito iniziò a segarsi. Venni prima io e lo feci copiosamente, svuotandomi completamente nel suo culetto. Quando iniziai a spruzzare sperma, lui mi strinse fortissimo con i piedi e mi tirò verso di lui, infilandomi la lingua in bocca. Rimasi alcuni istanti con il cazzo ancora dentro al suo culo, a far uscire ogni singola goccia, anche se poi il tanto sperma funse da lubrificante aggiuntivo e me lo fece schizzare fuori da solo, tra l'altro sporcando le lenzuola. Mario rimase in quella posizione a segarsi. Non feci altro che avvicinare la mia bocca al suo cazzo e riprenderlo dentro. Lui mi afferrò la testa quasi a immobilizzarmela là e iniziò a venir su col bacino, sempre più scatenato. Durò pochissimo, notai i suoi muscoli contrarsi, si fermò con il bacino inarcato e mi svuotò tutto in bocca. Finito di scopare scoppiò in lacrime per la situazione che si era creata con Matteo. Mi disse che aveva sbagliato a seguire le sue voglie, che l'errore più grande era stato quello di lasciarmi a Fabietto. Lo tranquillizzai e lo riaccompagnai a casa. Fortunatamente con Matteo chiarì la situazione già il giorno seguente ma decisero di rimanere amici e di troncare là ogni proseguo della loro storia. Matteo gli confidò di averlo minacciato solo per rabbia e che capiva perfettamente la posizione di Mario, visto che lui stesso aveva sofferto da morire quando si era dovuto dichiarare ad amici e famiglia. Mario tornò da me il pomeriggio stesso e facemmo ancora l'amore. Mi domandò di Fabietto e gli dissi che non c'erano stati sostanziali passi in avanti, eravamo arrivati al sesso orale e si proseguiva su quella strada. Per ora di scopare non se ne parlava...
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