Prime Esperienze

Nora e io 01


di Difficilissimo
13.03.2014    |    7.857    |    0 8.7
"Ci siamo conosciuti praticamente da bimbi piccoli, forse attorno ai 3 anni all’asilo..."
Mi scuso con chi ama leggere i miei racconti e mi ha scritto in privato se non ho portato al termine i miei ultimi scritto a cui avevo preannunciato un seguito. Purtroppo negli ultimi mesi ho avuto tanti impegni e il tempo per stare al pc scarseggiava così come, non lo nascondo, anche la voglia di buttar giù i seguiti. Ora proverò a tornare a scrivere circa le mie esperienze, sperando che ottengano consensi e qualche commento in più rispetto agli ultimi, cosa che fa sempre piacere e dà un ulteriore imput per continuare con i seguenti!! Premetto che ultimamente ho avuto soprattutto esperienze etero, quindi mi concentrerò ora su queste. La storia che vado a raccontare, totalmente accaduta e del quale cambierò soltanto i nomi e alcuni luoghi per ovvie ragioni, mi è tornata alla mente con veemenza qualche giorno fa. Mi trovavo, durante il lavoro, a passare dinanzi ad un bar quando ho sentito uno voce chiamarmi. Prontamente mi sono girato e mi sono trovato dinanzi una ragazza che inizialmente faticavo a riconoscere, tant’era cambiata e, detto sinceramente, peggiorata!! Mi ci sono voluti alcuni istanti in cui lei probabilmente si è resa conto del mio attimo di imbarazzo, poi osservandola bene in faccia l’ho riconosciuta!! Era Nora!! Si tratta di una ragazza, mia coetanea (ha qualche mese in meno di me) che per me ha rappresentato veramente tanto in passato. Ci siamo conosciuti praticamente da bimbi piccoli, forse attorno ai 3 anni all’asilo. Complice la forte amicizia delle nostre famiglie ci ritrovammo spesso a passare del tempo insieme e diventò, presto, la mia migliore amica. Erano parecchi anni che non la vedevo, visto che, durante l’università (che frequentava a Roma), decise di cambiare vita e si trasferì definitivamente a Londra, dove proseguì gli studi e, successivamente, trovò lavoro. Da allora non l’avevo più incontrata, inizialmente ci eravamo sentiti con buona frequenza sui social network, poi aveva un attimino intraprese delle strade di pensiero diverse tanto da cancellarsi totalmente da qualunque fonte comunicativa sul web. Era diventata una mezza punk o qualcosa del genere, vegetariana, animalista, contro ogni forma di violenza e tanti altri ideali che non vi sto a riferire. Il primo periodo domandai tante volte ai genitori come stesse e notizie nuove ma ogni volta mi dicevano che stava benissimo e tessevano lodi alla figlia senza darmi, in termine pratico, novità sostanziali tant’è che presto intuì che lei i genitori li sentiva giusto per comunicare che era viva e quindi ogni mai domanda risultava superflua. Appena l’ho riconosciuta, comunque, non ho perso tempo e le ho dato due baci sulla guancia e un forte abbraccio e lei mi ha invitato ripetutamente a prendere qualcosa al tavolo con lei e alcuni suoi amici inglesi ma ho dovuto fermamente rifiutare visto che ero in orario lavorativo. Tuttavia ci siamo dati appuntamento al pomeriggio sempre in quel bar per un’aperitivo insieme. Sono state un paio di ore insieme davvero piacevoli, in cui ci siamo raccontati molte cose di ciò che ci era accaduto in questi 4-5, forse 6 anni, di lontananza. Per capire bene cosa rappresentasse per me Nora, però, devo fare un bel salto indietro nel tempo!! Io e Nora, detto chiaramente, ci siamo sempre piaciuti tantissimo, forse fin da bambini. Eppure, nonostante stessimo sempre insieme, eravamo già all’epoca destinati a non stare insieme visto che i nostri genitori ci avevamo ripetutamente detto che eravamo come fratelli e che non avremmo mai dovuto rovinare tutto con l’amore tra noi due! Non che li ascoltassimo poi davvero, specialmente in età più adulta, eppure, tirando le somme, era maledettamente vero che io e Nora eravamo rimasti soltanto una grossa bolla di sapone poi esplosa come possibile coppia. I primi ”segnali” della nostra attrazione, pur forse ancora inconsapevoli, si iniziarono a manifestare già ai tempi delle elementari, quando, passando spesso i pomeriggi insieme visto che i nostri genitori lavoravano e avevano piacere a lasciarci in reciproca compagnia, ci inventavamo una moltitudine di giochi. Alcuni di questi li ricordo con particolare “eccitamento”: spesso impersonificavamo i personaggi del telefilm Baywatch, quello sui bagnini, simulando anche i salvataggi e le rianimazioni, con tanto di baci. Simulavamo anche le storie d’amore del telefilm e tutto quello che vedevamo nella puntata, che ovviamente ci guastavamo insieme. Un’altra vicenda che prendemmo, successivamente, come spunto per i nostri giochi, fu l’inizio della storia d’amore tra il calciatore David Beckham, che ovviamente interpretavo io, e la cantante delle Spice Victoria Adams, che era un po’ la sua idola. Qui ci spingemmo un po’ oltre visto che facevamo quasi finta di fare l’amore, pur con la concezione che avevamo all’epoca, piuttosto vaga, su come si facesse sesso. Ci mettevamo, in mutande, nel suo letto e qui ci baciavamo a stampo sulle labbra toccandoci i corpi. Il problema era che io all’epoca avevo già sviluppato e quindi la mia erezione iniziava a essere reale e fastidiosa da sopportare! Poi per qualche anno non successe più nulla. Attorno ai 14 invece lei iniziava a farsi sempre più bella e io ero sempre più attratto, in segreto, da lei tanto da iniziarmi a masturbare con frequenza al suo solo pensiero. Quando poi mi toccava passare i pomeriggi con lei era sempre un supplizio in quanto avrei voluto baciarla ma ormai quei giochi non li facevamo più e lei sembrava non essere interessata (e invece mi sbagliavo) per cui spesso chiedevo di andare in bagno e mi masturbavo sul water con le mutandine sporche che trovavo nella cesta, a volte probabilmente anche della madre. A “complicare” ulteriormente le possibilità di vedere una storia tra me e Nora ci si misero altre figure, fondamentali nella vicenda che vi racconterò. Un mio compagno di classe, Antonio, mi abitava a pochissimi metri e così diciamo che fu uno dei ragazzini con il quale crebbi. Mi capitava spesso di giocare con lui e con un altro nostro compagno di scuola, tale Alex. Quest’ultimo meriterebbe, tant’è complessa e perversa come figura, una serie di racconti tutta dedicata a lui quindi, per non spaziare troppo, mi limiterò soltanto a spiegarvi chi fosse. Alex era, già da ragazzino, un vero pervertito, era considerato il ragazzino più bello della scuola e questo gli permetteva di fare facili conquiste. Soltanto che ad Alex non piacevano soltanto le ragazze, a lui piaceva qualsiasi cosa di decente che si muovesse, così ci coinvolse presto in un giro di masturbate a tre reciproche. Furono le prime esperienze che mi indirizzarono verso la bisessualità e che quindi ricordo sempre perfettamente. Solitamente la nostra pratica avveniva proprio a casa di Antonio nella sua camera da letto, che ricordo ancora benissimo pur non andandoci da tanti anni. Era una cameretta con due letti (l’altro era della sorella) molto piccola e buia, poiché aveva solo una finestrella spesso e volentieri chiusa. La cosa che mi faceva sempre pensare era come in una casa meravigliosa come la loro (erano molto ricchi di famiglia), grande e lussuosa, i due fratelli fossero relegati in una cameretta tanto brutta e piccola. Alex ci faceva andare là dentro e ci segavamo anche per interi pomeriggi, rigorosamente a vicenda!! Lo stesso Alex fu anche il primo di noi a perdere la verginità, attorno ai 13 anni, e iniziò a pressarci per spingerci a fare lo stesso. Così sia io che Antonio forzammo le nostre prime volte. Antonio la consumò a 15 anni con la sorella di Alex, di 13 (nel periodo in cui lo stesso Alex si scopava la sorella di Antonio, Viola, anch’essa di 13) mentre io lo anticipai di un anno. Era l’anno degli esami di terza media quando, verso fine secondo quadrimestre, iniziai a sentirmi con una mia compagna di classe, tale Alessia. In fondo a me piaceva sempre Nora ma la vedevo irraggiungibile, per cui presi a frequentarmi con questa ragazzina, che era abbastanza carina. Molto magra, forse troppo (e quindi senza forme alcune) ma alta e con un bel viso, occhi scuri e bei capelli biondo scuro lisci e lunghi. Alessia a dirla tutta era anche fidanzata con un ragazzo di Milano che veniva solo l’estate, quindi mi aveva messo subito in guardia del fatto che ci saremmo potuti vedere fino a inizio Luglio perché poi arrivava il suo tipo e io sarei diventato di troppo. Io e Alessia inizialmente ci vedevamo il pomeriggio dietro la scuola media, dove c’era un ampio spiazzale mai frequentato da nessuno se non da qualche coppietta. Là pomiciavamo e ci toccavamo un po’, insomma le classiche cazzatelle che fanno i 14enni alle loro prime esperienze. Solo che lei non era più vergine da qualche mese per cui non mi fu difficile portarla oltre. Dopo qualche sega e ditalino, sempre in quello spiazzale, iniziammo a vederci a casa sua fino a che, in un pomeriggio di fine Maggio, non mi disse di volerlo fare. Eravamo al secondo piano della sua abitazione, in camera sua e pronti per iniziare, io ovviamente molto emozionato e nudo al suo fianco. Lei fu dolce e paziente, mi tranquillizzò e mi guidò alla prima penetrazione, che per me sinceramente non fu affatto dolorosa. Non avevo nemmeno il preservativo e lei mi aveva avvertito di venirle all’esterno, altra fonte di preoccupazione per me, visto che ero convinto di non riuscirmi a tenere. All’inizio fui delicato, volevo come esplorare questa cosa a me nuova e nel mentre le passai le mani lungo il corpo. Aveva una bella liscia e profumata e mi faceva effetto perfino palparle quei minuscoli seni e gustarmi i suoi leggeri gemiti. Quando mi accorsi che non era poi cos’ difficile gestire il mio pisello, presi coraggio e iniziai a spingere ben più forte, prendendo un buon ritmo e notando che Alessia stava decisamente gradendo. Tuttavia la scopata durò veramente poco ma non per colpa del sottoscritto, visto che mi sentivo ancora di lungo corso. Proprio sul più bello udimmo il portone di casa aprirsi e il padre avvertirla che era tornato prima dal lavoro. Alessia diventò di tutti i colori, mi spostò di scatto e iniziò a infilarsi l’intimo, poi accattò tutti i miei vestiti e me li mollò in mano, ordinandomi di sparire sotto il suo letto. Rimasi là non so per quanto, forse un’ora! Pensai che non sarei tornato nemmeno a casa e per fortuna mi ricordai di togliere la suoneria al cellulare perché avrei rischiato di essere scoperto. Unica fortuna fu che riuscì, in quel periodo là sotto, a rivestirmi, così che, non appena lei mi fece cenno di uscire, approfittai del fatto che il padre era sotto la doccia e prima che tornasse la mamma sgattaiolai fuori. Ovviamente l’episodio mi scioccò non poco, tant’è che nei giorni a venire rifiutai sempre i suoi inviti a casa e trovammo un nuovo nido d’amore. Infatti la palestra della nostra scuola aveva la particolarità di una finestra che non si chiudeva bene che immetteva in uno stanzino. Avevano provveduto, per ovviare alla finestra mal funzionante, a chiudere la porta di questo stanzino a chiave ma si trattava di una di quelle serrature che si aprivano con quelle chiavi passpartout, stile cabine degli stabilimenti balneari. Non mi fu quindi difficile acquistare una chiave di quel genere in ferramenta e poter accedere alla palestra. Posizionammo un materasso di quelli da ginnastica in un angolo di nostra scelta e là consumammo ogni pomeriggio i nostri rapporti sessuali, fino a Luglio quando Alessia, come da promessa, improvvisamente troncò la nostra storia per tornare dal suo ragazzo. Quello che mi restava dalla relazione con lei era poco, di fatto solo un po’ di pratica ma anche tanta amarezza. Sognavo la mia prima volta in tutt’altro modo, la sognavo bella, romantica, possibilmente con una ragazza anche lei vergine e invece l’avevo buttata via con una mezza zoccoletta e col rischio di essere anche scoperto dal padre. Anche le successive chiavate in palestra non avevano aggiunto molto di più al nostro rapporto e ai miei ricordi. Probabilmente l’unica ragazza che avrei voluto era Nora e per questo, sinceramente, non considerai nemmeno le mie successiva scopate come vero “fare l’amore”. Avevo provato il sesso, ma l’amore ancora no e nemmeno nelle esperienze alle superiori provai altro che voglia di chiavare. Per questo motivo la mia prima vera volta, pur arrivata con 4 anni di ritardo, la considero quella con Nora. E si perché, senza girarci tanto attorno, alla fine ce la feci a farci l’amore ed è propria questa esperienza che vi andrò a raccontare nel seguito. Mi scuso per tutto questo divagare ma essendo una vicenda a cui tengo tanto vorrei che fosse ben chiara a tutti la situazione! Pubblicherò subito il seguito sperando che vi piaccia! CONTINUA
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