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Gay & Bisex

Chiusa una porta si apre un portone, parte 2


di Difficilissimo
26.01.2016    |    5.856    |    1 9.3
"Qualche giorno dopo c'era un programma una cena di squadra dopo l'allenamento, al Giovedì, al fine di festeggiare un'importante vittoria che ci aveva tirato..."
Mi scuso per la lunghissima attesa nella pubblicazione di questa seconda parte del racconto ma non ho davvero avuto tempo per poterlo ultimare, anche se la maggior parte del racconto era già stata scritta pochi giorni dopo che sono avvenuti i fatti narrati. Spero vi piaccia:

Tra me e Mario procedeva sicuramente bene, il nostro era un rapporto strano ma che probabilmente soddisfava entrambi senza creare troppe complicazioni. Nella vita di tutti i giorni eravamo amici e compagni di squadra, due ragazzi con una discreta differenza di età ma che avevano tante cose in comune e parlavano di tutto senza problemi, capaci di stare tra la gente senza far trapelare nulla. Nell'intimità riuscivamo a provare coinvolgimento e passione, trascorrere attimi di dolcezza e di libidine. Non avevamo mai realmente stabilito se stavamo insieme o meno, sta di fatto che il rapporto creato ci piaceva. A letto si proseguiva sulla falsa riga del nostro primo incontro intimo, lui preferiva il ruolo da passivo e non aveva mai voluto provare altro, così come non aveva mai rinunciato al volere rapporti protetti. Quando era il momento, per lui, di giungere all'orgasmo, amava venire con un bel pompino e sborrarmi in bocca ma di scoparmi il culo ancora non ne aveva voluto sapere. Io invece non mi tiravo certamente indietro quando c'era da lavorargli il suo buchetto anche se il sesso, come mi aveva chiaramente detto all'inizio della vicenda, non era al centro della nostra storia. Facevamo sesso quando capitava e comunque difficilmente più di 2-3 volte a settimana. Attorno a metà Novembre ci fu forse la prima difficoltà del primo mese insieme in quanto Mario, durante uno school party in discoteca, scopò nei bagni con una ragazza. Non mi diede fastidio il gesto in sé, quanto il fatto che lo venni a sapere un paio di giorni dopo dentro lo spogliatoio da un nostro compagno di squadra della sua età, presente alla festa che tirò fuori l'aneddoto di fronte a tutti come a voler lodare Mario e le sue conquiste. Appena rimasti soli mi rispiegò nuovamente che lo faceva appositamente per farsi vedere dagli altri e fugare dubbi sul suo orientamento e che era stato a scopare per circa un'ora perchè non riusciva a venire, non provando piacere vero in ciò che faceva, mentre con me, mi ribadì, giungeva sempre ad orgasmi molto veloci. Il che era anche vero, ma restava il fatto che avrei gradito maggiormente sincerità da parte sua quindi a mia volta mi sentì libero verso altre persone e consumai un nuovo rapporto sessuale con il mio grande amico Fabio, che da parecchi giorni mi pressava al fine di scopare nuovamente (era all'oscuro di Mario e quindi non capiva il motivo per cui lo avevo, sessualmente parlando, allontanato). Non dissi nulla a Mario di questa scappatella ma decisi comunque di non creare altre situazioni particolari con Fabio. Qualche giorno dopo c'era un programma una cena di squadra dopo l'allenamento, al Giovedì, al fine di festeggiare un'importante vittoria che ci aveva tirato un po' fuori da un periodo di risultati difficili. Come capitava spesso a queste cene, il gruppo dei veterani iniziò a mettere a giro i ragazzini della squadra con birra e vino, al fine di farsi due risate. Tra questi, ovviamente, anche Mario, il quale non era certamente un grande bevitore, anzi a dirla tutta non amava per nulla l'alcol e infatti, in poco tempo, sembrò subito partire di testa. Trascorsi il resto della serata col timore che la sbronza potesse portarlo a dire qualcosa di fuoriluogo su di noi ma fortunatamente seppe resistere. A fine serata, come spesso accadeva anche agli allenamenti, riaccompagnai a casa 3 ragazzi (tra cui Mario) che ancora non avevano la patente. La strategia che solitamente usavamo io e Mario, visto che lui era il primo a scendere nel tragitto, era quella di farci un cenno di intesa così che lui mi avrebbe aspettato nelle vicinanze di casa e io, riaccompagnati gli altri due, sarei poi tornato a prenderlo per poter stare assieme. Questa volta non ci fu alcun cenno tra di noi, anche perchè le sue condizioni erano abbastanza penose e trascorse quasi l'intero viaggio a dormicchiare sui sedili posteriori. Ciò nonostante, quasi speranzoso, una volta lasciati anche gli altri due ragazzi, feci il tragitto al contrario tornando verso casa di Mario per vedere se era là ad attendermi. La mia speranza si tramutò presto in realtà perchè, seduto su un muretto, infreddolito e stordito, c'era proprio lui! Salì in macchina sorridendo e mi disse di andare in qualche posto dove potevamo stare soli. Ero consapevole del fatto che lui non avrebbe mai scopato in un parcheggio pubblico o in qualche luogo all'aperto per paura che qualcuno potesse vederci, per cui l'unica soluzione possibile mi sembrò quella di entrare con la macchina dentro il garage di casa mia e chiuderci là dentro. Nel breve tragitto in auto provai a parlare con lui in generale, giusto per tenerlo sveglio ma non riuscì granchè nel mio intento, visto che mi rispondeva a monosillabi e sembrava più morto che vivo. Così capì che la cosa era inutile e senza pensarci troppo allungai la mano sul suo pacco e iniziai a strusciarla. Lui mi iniziò a guardare con un'espressione di puro piacere e si passò più volte la lingua sulle labbra, sibilando anche qualche “si” con voce carica di eccitamento. Giunti al garage, scesi un momento per aprire la serranda e poi schiaffai l'auto dentro, chiudendo nuovamente la serranda alle nostre spalle. A questo punto, a fatica, riuscì a farlo traslocare nei sedili posteriori ma ci accorgemmo subito che eravamo senza profilattici. Glielo feci subito presente, in quanto sapevo della sua riluttanza a farlo senza, ma era talmente ubriaco che mi supplicò di scoparlo lo stesso. Siccome il mio livello di arrapamento era già alle stelle, soddisfai la sua richiesta. Iniziammo a pomiciare e contemporaneamente a spogliarci a vicenda, lanciando via tutti i vestiti. Lo feci spogliare completamente nudo, volevo godermelo al massimo ora che era totalmente disinibito e che non aveva i suoi soliti freni. Iniziai subito a leccarlo, mi gustai ogni centimetro del suo bellissimo corpo, i suoi pettorali appena definiti, gli addominali visibili più dalla sua magrezza che da un lavoro di palestra, il suo cazzo certamente non enorme, le sue bellissime e lunghe gambe lisce e quei bellissimi piedi che mi facevano impazzire. Poi risalì in direzione opposta, passando sulla parte retro e leccandogli anche il buco del culo, profumato e pulito come al solito. Mario intanto non ce la faceva più, lo vedevo veramente scatenato rispetto al solito e mi domandò quasi supplicandomi, di fotterlo. Lo feci mettere girato verso di me, sul sedile posteriore, mentre io scivolai nello spazio che c'era con i sedili anteriori, che avevo preventivamente tirato in avanti. Praticamente lo penetrai in missionaria e lui mi guardava con un'espressione di assoluto godimento, aveva la bocca aperta e ansimava come un porcellino, ogni tanto cercava la mia bocca per slinguazzarmi, altre volte si leccava le labbra e altre mi sorrideva con aria da maiale. Io stavo letteralmente impazzendo di piacere e in pochi minuti esplosi interamente nel suo culo, scaricandogli dentro una quantità mostruosa di sborra, che in parte finì anche sui sedili in pelle della mia auto e che mi costrinsero a pulire subito con un pezzo di carta. Senza permettermi nemmeno di decidere che altro fare, Mario scivolò tra le mie gambe e me lo iniziò a ciucciare con un ritmo indemoniato, voleva assolutamente farmelo tornare subito in tiro e i pompini li sapeva fare in maniera magistrale, per cui ottenne il suo scopo in poco tempo. Mi supplicò ancora di fotterlo ma questa volta me lo ritrovai a pecora e lo penetrai da dietro, reggendolo per i fianchi. Mentre lo scopavo iniziai a segarlo e bastarono pochi movimenti di mano per sentirlo gemere come una cagnetta in calore, quindi aggiunsi subito l'altra mano a mo di paraspruzzi e mi trovai tutto il suo getto caldo nel palmo, che prontamente mi portai alla bocca e leccai, gustandomi l'intenso e meraviglioso sapere della sua sborra. Intanto ripresi a fotterlo così come chiedeva e lui, pur essendo appena venuto, sembrava coinvolto sempre al massimo del suo piacere. Con la mano sinistra mi appoggiavo sul suo fianco mentre con la destra esploravo il suo fantastico corpo e la sua morbidissima pelle olivastra, massaggiandogli soprattutto il petto e la pancia. Essendo la mia seconda scopata in poco tempo, stavolta durai decisamente molto e stavo quasi iniziando a perdere le energie per via della posizione non proprio comoda e dell'orgasmo ritardo ma i continui gemiti e gli incitamenti a scopargli il culo a mille di Mario mi davano sempre quella forza di proseguire al massimo nel mio compito. In auto iniziava a fare davvero caldo, i vetri erano appannati e c'era puzza di sesso e sudore, il che rendevano l'atmosfera ancora più hot e piacevole. Ovvio che, considerando la mia lunga prestazione, nel mentre il suo cazzo era tornato in tiro e io ripresi a toccarlo e a stimolarlo ma senza affondare troppo la masturbazione perchè avrei voluto farmelo venire in bocca. Per facilitare il mio orgasmo iniziai a toccargli i piedi, cosa che mi eccitava particolarmente così lui, in preda ancora alla porcaggine da alcol, mi domandò se mi sarebbe piaciuto un bel footjob, cosa che ovviamente accettai. Estrassi il mio cazzo dal suo bellissimo culetto rotondo e morbido e mi misi seduto al suo fianco, lui si girò con il corpo in direzione mia e poggiò il suo piede sul mio pene. Dopo alcuni istanti in cui fece fatica a trovare sia ritmo che posizione giusta, finalmente ingranò nel gesto e rischiai davvero di impazzire di piacere. Al contrario di quanto facevo di solito, mi lasciai andare come stava facendo Mario, al piacere più intenso e iniziai a gemere e ansimare mentre ci guardavamo in faccia e lui mi incitava a venire. Sborrai sul suo piede come un cammello, provando un orgasmo intensissimo e fortissimo. Ora era il mio turno di farlo godere , sapevo della sua passione nel ricevere pompini e, pur dandolo per scontato, gli chiesi in che modo voleva venire. Invece, complice sicuramente l'alcol e l'eccitazione alle stelle, mi implorò di dargli il culo. Mai in questo mese Mario aveva voluto scoparmi da attivo, diceva sempre che a lui non piaceva ma stavolta era davvero deciso. Mi misi a pecora, nella stessa posizione in cui ero io pochi minuti prima. Mario si posizionò alle mie spalle e mi afferrò per i fianchi appena dopo aver fatto, con l'aiuto precedente della lingua e delle dita, in modo che il suo cazzo scivolasse nel mio buco del culo. Poggiò un piede sul sedile quasi a darsi più spinta e iniziò a fottermi con grinta. Scopava abbastanza bene, probabilmente abituato a quando si faceva le ragazze, tuttavie le non eccelse dimensioni del suo cazzo (circa 16 cm)mi permettevano di non provare alcun fastidio durante la penetrazione. Mario godeva e gemeva senza ritegno, non l'avevo mai visto così disinibito e la cosa obiettivamente mi piaceva molto. Il suo orgasmo non tardò ad arrivare, aumentò il ritmo della scopata e l'intensità dei suoi gemiti, poi si lasciò andare ad un urletto di piacere, scaricò tutta la sua sborra nel mio culo e poi si accosciò esausto sulla mia schiena. Rimanemmo poi abbracciati a baciarci e a coccolarci per diverso tempo, fregandocene dell'odore di sudore e di cazzo che c'era nell'ambiente. Solo quando mi accorsi che Mario stava per prendere sonno decisi di accelerare le operazioni per riportarlo a casa, ondevitare che mi si addormentasse nudo in auto. Lo aiutai, con qualche difficoltò, nel ritrovare tutti gli indumenti e nel rivestirsi, poi ci rimettemmo in marcia con la mia auto e lo riportai sotto casa. Era piuttosto tardi, di auto in giro non ce n'erano e quindi si concesse un rapido bacio con la lingua e un “ti amo” che mi permise di andare a dormire con una gioia che stava diventando sempre maggiore assieme a lui...
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