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Gay & Bisex

Litigi, confronti, ritorni, perversioni


di Difficilissimo
17.05.2016    |    3.473    |    0 9.9
"Certo che il difetto della permalosità non gli è passato nonostante i miei discorsi ma da nell'ultimo mese stiamo andando d'accordo..."
Eccomi di ritorno con un nuovo racconto; terminata la parentesi fantasy sulle vicende di Manu, torno a narrare di episodi reali, come solitamente preferisco fare. Vi avevo accennato proprio nell'ultimo racconto scritto che sarei tornato con un racconto basato su fatti veri proprio perchè ciò di cui andrò a raccontare è avvenuto in quei giorni in cui scrivevo di Manu. Pertanto possiamo collare il tutto al mese di Aprile, che è stato un periodo davvero incasinato per me per vari fattori e questo fatto è andato ulteriormente a scombussolare la mia già movimentata esistenza!! Come vi ho in passato detto sono attualmente impegnato con un ragazzo quasi 18enne di nome Mario, un mio compagno di squadra col quale è scattata la scintilla verso la fine di Ottobre. Non ci siamo mai realmente fidanzati, un po' perchè nessuno dei due è dichiarato per ciò che riguarda il proprio lato gay e un po' perchè non ne abbiamo nemmeno mai parlato, visto che la trovo una cosa da ragazzini chiedersi di mettersi insieme. Tra me e lui le cose sono andate sempre in crescendo, soprattutto dal punto di vista sessuale. Mario all'inizio non era un appassionato di sesso ma pian piano sono riuscito sempre più a coinvolgerlo e sbloccarlo e da là è diventato un bel porcellone. Come vi avevo già accennato, i problemi principali della nostra storia sono fondamentalmente due: il primo è che lui non solo non è dichiarato, ma soprattutto ha una paura fottuta di essere scoperto, in primis dai genitori e per questo si concede, ogni tanto, delle scappate con ragazze facendo in modo di essere visto così da fugare ogni dubbio. In tal senso sono riuscito presto a superare la cosa e a capirne le motivazioni. Il secondo problema, invece, è secondo me di ben altra consistenza: la permalosità davvero sovrumana di questo ragazzo. Io di carattere sono uno a cui piace scherzare, fare battute, fare a volte lo scemo. Con lui spesso sono costretto a frenarmi perchè ha un orgoglio smisurato e prende tutto sul personale, si scalda presto, mette il muso e inizia a rispondere con arroganza e a volte con cattiveria. Ho provato anche a parlargli di questo lato del suo carattere che mi irrita ma anche in questo caso ho ottenuto l'effetto di farlo offendere senza risolvere nulla. Proprio da questa cosa parte il racconto che sto scrivendo: poco più di un mese fa, negli spogliatoi del campo di allenamento, dove nessuno sa di noi e quindi dove ci comportiamo da normalissimi amici, i “veterani” della squadra iniziarono a sfottere Mario per il suo poco coraggio sul terreno di gioco. Loro è da inizio anno che sguazzano a meraviglia nella sua permalosità e lui non è mai riuscito a capire che più si mostra infastidito e più loro prendono coraggio. Anche in questa occasione iniziarono a tartassarlo senza troppo tatto e Mario, dopo aver provato a rispondere, finì per incupirsi e iniziò a borbottare a lungo tra sé e sé. In tutto questo, un nostro compagno mi coinvolse nella presa in giro chiedendomi un parere. Il punto era che avrei anche potuto glissare sull'argomento ed evitare di partecipare allo scherzo, ma era un atteggiamento che avevo spesso e più volte mi avevano preso in giro a mia volta perchè lo difendevo sempre. Siccome rischiavo di attirare inutili attenzioni su di me, decisi di rispondere alla richiesta di intervento con una battutina su Mario. La sua reazione fu immediatamente scomposta, mi lanciò un'occhiata di fuoco e mi disse una parolaccia di fronte a tutti, per poi andare a farsi la doccia in silenzio e senza dare confidenza a nessuno. Fece tutto in fretta e furia tant'è che quando finì di asciugarmi e di vestirmi anche io e mi recai alla mia auto, lui era già andato via (di solito ero io a riaccompagnarlo). La sera tentai per messaggio di chiarirci ma ricevetti, in cambio, soltanto un altro paio di insulti e di rispostacce. Tutto questo accadde di Venerdì; il giorno seguente, il Sabato, avevamo tutti un compleanno di un nostro compagno di squadra che compiva 18 anni. Raramente accadeva che i ragazzi che diventavano maggiorenni ci invitassero anche a noi più “adulti” ma in questo caso il festeggiato aveva esteso l'invito all'intera rosa. Da giorni ero d'accordo di passare a prendere con la mia auto un gruppetto di ragazzi della squadra che non guidavano perchè ancora sprovvisti di patente, tra questi anche Mario. Solo che tentai in tutti i modi di contattarlo ma non ci fu verso, non mi diede la conferma e non mi rispose mai, tant'è che all'ora prefissata passai giusto per scrupolo sotto casa sua ma non si fece trovare. Assieme agli altri raggiunsi il locale dove si svolgeva la festa di compleanno e iniziammo a divertirci tutti in gruppo, da squadra molto unita quale eravamo quest'anno. In netto ritardo, improvvisamente, vedemmo arrivare Mario, addirittura in bicicletta nonostante il locale non fosse proprio vicino a casa sua (direi almeno 20 minuti). La cosa che mi lasciò di stucco, e sono sincero nel dirlo, era la sua trascuratezza quella sera, davvero insolita: devo ammetterlo, a vederlo così era veramente irriconoscibile e stava malissimo di aspetto. Il capello, solitamente sempre ordinato anche se di natura mosso, era oscenamente trascurato, appena lavato e asciugato ma lasciato completamente alla sua natura, senza gel, senza pettinatura, una massa di riccetti neri che gli scendevano dal viso e andavano in ogni direzione senza un criterio logico. Anche di viso, forse per l'aria presa in faccia con la bici, lo trovai decisamente male con tutti gli occhi rossi e lacrimanti, quasi da drogato e, essendo anche raffreddato, aveva il naso e gli occhi stessi gonfi e abbottati, con le labbra screpolate. Ma la cosa oscena era la maniera in cui si era vestito, che mi lasciò veramente sorpreso visto che di solito era un piccolo modello, sempre alla moda e sempre curato. Indossava un orrendo jeans nero con il risvoltino per mettere il risalto la caviglia ma con una scarpa a stivaletto veramente inguardabile. Sopra indossava una camicia bruttissima che nemmeno mio nonno avrebbe mai messo addosso ma soprattutto aveva un cappotto, simile ad un k-way, di un'indecenza più unica che rara. Ovvio che presto, con cattiveria, qualcuno si spinse a prenderlo in giro e, come al solito e in modo davvero fastidioso, lui iniziò a incupirsi, offeso e totalmente privo di auto ironia. Stavolta me ne rimasi al mio posto, evitai di intervenire ma allo stesso modo evitai lui, così infantile in quel suo unico ma enorme difetto. Fu Mario stesso, ma parecchio dopo, ad avvicinarsi e sembrò essersi leggermente calmato. Parlammo un po' e mi disse se dopo la festa ci saremmo voluti vedere e io accettai. E così facemmo, lui tornò con la bici e io poi lo passai a prendere, andammo nel garage di casa mia (ormai il nostro posto per eccellenza) e scopammo ma devo ammettere che non mi piacque assolutamente farlo con lui quella sera. Evidentemente Mario se ne accorse e iniziammo a discutere, finendo nuovamente per litigare. Esasperato ormai da un po' per la sua permalosità e soprattutto per gli ultimi due giorni, gli chiesi un periodo di riflessione e lui, probabilmente spinto dal suo orgoglio, si manifestò completamente in accordo con me e quasi felice di questa pausa. Destino volle che pochi giorni dopo, quando ancora io e Mario non avevamo chiarito l'accaduto (anche se ci parlavamo normale all'allenamento), entrando su Facebook durante la pausa pranzo del lavoro, scoprì dalla Home che quella mattina si era appena laureto il mio ex ragazzo Pier. Per chi non si ricordasse di lui ci sono diversi racconti che lo citano, ho avuto tre periodi di relazione con lui e tutto sommato gli ho voluto veramente bene anche se da quando ci eravamo lasciati l'ultima volta non lo avevo più visto né sentito. Tramite Facebook avevo saputo che si era fidanzato con una stangona molto carina, ben più alta di lui. La stessa ragazza era presente anche nelle suddette foto di laurea, le guardai tutte e poi misi un mi piace, come si suol fare, al suo stato che per l'appunto parlava del traguardo raggiunto. Per tutto il giorno la sua bacheca e, di conseguenza la mia home, furono invase da frasi di auguri di amici, da foto pubblicate della Laurea e della festa e da alcuni suoi stati di ringraziamento. Il giorno seguente lo vidi online e decisi di scrivergli in chat per gli auguri:
"Auguri dottore! Complimenti eh!"
"Eiii grazie, non me lo aspettavo proprio sai?"
"Non potevo mancare dai, almeno negli auguri, so quanto ci tenevi"
"Si infatti non potevi mancare :) Anzi ci saresti dovuto essere anche alla festa sai?"
"Beh non mi hai invitato, mica potevo venire, manco lo sapevo!!"
"Hai ragione, ma non pensavo saresti mai voluto venire"
"Non è che abbiamo mai litigato in fondo, perchè non sarei dovuto venire?"
Si, stavo facendo il coglione o il piacione come si dice a Roma, sinceramente non me ne fregava nulla delle conseguenze e mentre chattavo devo ammettere che provai una forte erezione, che probabilmente mi diede ulteriore spinta per conversare con lui. Tant'è che continuammo a fare battutine per un po' sul mio mancato invito, alcune simpatiche e altre chiaramente ad alludere del nostro passato insieme. Fatto sta che Pier, dopo un po' mi sorprese un po', visto che non immaginavo mai potesse essere lui a fare il passo stavolta:
"Se sono ancora in tempo posso sempre rimediare, ti va se ti offro qualcosa?"
Obiettivamente non me ne fregava nulla di una sua eventuale reazione, devo essere sincero e dire che volevo scoparci. Scopare con Pier per due motivi essenziali: avevo una gran voglia di quel corpo ma soprattutto volevo vedere che effetto mi faceva andare con lui proprio in questi giorni di pausa da Mario. Da là avrei capito che intenzioni avevo con quel ragazzo, se Pier mi riaccendeva totalmente e interamente le fantasie evidentemente era inutile stare appresso a Mario, in caso contrario, se anche solo avessi sentito nostalgia di qualcosa di lui, allora era giusto interrompere questo periodo di riflessione. Con fare molto diretto risposi su per giù così:
"Si dai , mi farebbe piacere, ma preferirei a casa tua se non ti scoccia, mi mancano gli alcolici da collezione di tuo padre e quel bel divano" – o mi avrebbe mandato a cagare oppure avrebbe accettato, fece la seconda!
"Casa mia è sempre aperta per te, se vuoi venire con i miei là puoi farlo anche domani, se preferisci che stiamo soli loro come sempre sabato vanno in montagna e sono libero :)"
Ovviamente non vi sto nemmeno a specificare quale fu la mia scelta; il sabato pomeriggio mi docciai per bene, mi pettinai, mi improfumai come piaceva a Pier, mi vestì con cura e mi recai a casa sua. Mi fece effetto vederlo sulla porta, era passati circa tre anni dall'ultima volta che ci eravamo lasciati. Lo trovai decisamente bene: Pier per chi non se lo ricordasse o non avesse letto i racconti che lo coinvolgevano, è tipicamente il tipo di ragazzo che a grandi linee rientra nei miei canoni di piacere. Ora ha 24 anni ma continua a dimostrarne meno, decisamente meno, anzi direi che praticamente sembra non crescere mai. Il suo bel viso da ragazzino, un po' tondo ma veramente molto regolare e delicato, con quei fantastici occhioni neri, quelle caratteristiche fossette bellissime sulle guance e quelle meravigliosa labbra carnose, è messo decisamente in risalto da un taglio di capelli (color castani) diverso rispetto a quello del passato ma che a mio avviso gli dona molto: una sorta di caschetto ordinatissimo, con una frangia davanti, probabilmente un po' stirati con la piastra. Dal punto di vista fisico è 1,68, caratteristica carnagione olivastra (che mi fa impazzire), corpo magro ma ben scolpito e tonificato. Rispetto all'ultimo periodo in cui stavamo insieme, quando era leggermente ingrassato, lo trovai subito in piena forma e mi spiegò quasi subito che aveva ripreso, seppur a livelli bassini, a giocare a pallone dopo un periodo di stop. Casa sua era sempre bellissima, mi fece spazio e mi fece accomodare su quel divano in pelle dove avevamo scopato innumerevoli volte. Iniziammo a sorseggiare un bel bicchiere di rinomato rum preso dalla collezione del padre, sicuramente all'oscuro del tutto. Nel mentre parlammo a lungo, mi raccontò tutto quello che aveva fatto in questo periodo e a mia volta feci lo stesso. In questo pensai subito che avevo un feeling simile a quello con Mario, avevamo tanti argomenti di cui parlare e insieme difficilmente ci annoiavamo. Cosa che invece sicuramente accomunava i due era la permalosità, anche se in forma diversa: quella di Pier era conseguenza del fatto che era maledettamente viziato, abituato a stare sempre al centro dell'attenzione, ad avere tutto, a sentirsi importante, ricco, bravo, intelligente, coccolato; Mario invece ci stava proprio male da dentro, si sentiva ferito seppur a sproposito e questo denotava sicuramente la sua insicurezza, a mio avviso esasperata dalla sua omosessualità nascosta verso tutti e dalla grossa severità dei genitori, che gli avevano sempre abbastanza tarpato le ali. Qui certamente preferivo le insicurezze e le paure di Mario all'arroganza e la spacconeria di Pier, che anche durante questa chiacchierata non perdeva comunque occasione per ostentare il suo modo di essere, i suoi averi, i suoi vizi. Fu così che alla lunga il carattere di Pier prese il sopravvento e il discorso iniziò a scivolare un po' nel patetico, con lui che si vantava di ogni cosa. Decisi a questo punto di giocarmi le mie carte definitivamente, se accettava bene altrimenti me ne sarei tornato a casa. Senza girarci troppo attorno tirai fuori l'argomento erotico tra noi due, gli chiesi se avesse più avuto una simile intesa a letto con qualcuno, lui non sembrò imbarazzato dal discorso e ammise che dopotutto tra me e lui c'era un gran sesso e che, pur avendo avuto molte esperienze, non gli era più capitato di provare tanto piacere e spingersi tanto oltre. Senza peli sulla lingua gli domandai semmai avesse voluto riprovare a farlo. Gli avevo raccontato di Mario ma gli avevo anche detto che eravamo in pausa, anche se comunque, conoscendo Pier non si sarebbe fatto in ogni modo problemi. Senza dire nulla poggiò il bicchiere sul tavolino e venne vicino a me, mi guardò e iniziò a baciarmi. Risposi immediatamente al suo bacio, dopo tutto quel tempo sentivo nuovamente la sua lingua attorcigliarsi alla mia, respiravo ancora il suo forte profumo e mi gustavo il suo intenso respiro. Pier era sempre stato una troietta, una lurida puttanella, una cagna...e da zoccoletta quel era mi venne sopra a cavalcioni, senza smettere di baciarmi ma iniziandosi a strusciare sul mio pacco. La situazione si stava facendo davvero calda, Pier si strusciava a me con erotismo e abilità, lui nel sedurre era sensazionale. Gli sfilai via la maglia, poi la canotta, mettendo a nudo il suo petto magro e scolpito, totalmente glabro. Iniziai a mordicchiarli i capezzoli, a leccarglieli, a baciarglieli, a stimolarglieli con dita, labbra e lingua e lui ansimava deciso. Mi piaceva da morire il suo modo di eccitarsi, era differente rispetto a quello di Mario ma entrambi mi coinvolgevano molto: Pier ti osservava con uno sguardo perverso, aveva una sorta di sorriso vizioso in faccia e lo manteneva costante anche mentre gemeva( cosa che faceva molto forte), spesso si leccava le labbra e poi amava molto incoraggiarti durante il rapporto; al contrario Mario aveva un'espressione completamente diversa, ti guardava restando a bocca spalancata e ansimava, sembrava quasi supplicarti con quello sguardo di fotterlo più forte. Mentre, preso dai miei pensieri e dai miei confronti su lui e Mario, proseguivo comunque nel leccargli i capezzoli, lui aveva già provveduto a sbottonarmi a jeans. Ero talmente eccitato che praticamente mi ero già mezzo sborrato addosso e lui trovò le mutande imbrattate di sperma, cosa che lo fece sorridere. Capendo che mezzo orgasmo lo avevo già avuto e restava solo da farmi svuotare l'altra parte (e sarebbe stata veloce come cosa), scivolò ai miei piedi, senza mai togliersi dal volto quel sorrisetto accattivante da porcellino. In ginocchio di fronte a me, mi tolse le scarpe e le lanciò via, fece lo stesso con le calze e poi mi tolse assieme jeans e mutande, scaraventandole a loro volta lontano. Prese subito a succhiarmelo, senza girarci molto attorno e io mi liberai anche dell'ultimo indumento rimastomi, la maglia. Wow, forse non avevo del tutto in mente il ricordo di come quel ragazzo sbocchinava. Era sempre stato bravissimo nei pompini, adoravo il suo modo di succhiarmelo perchè non mi provocava nessun fastidio, non era una cosa violenta ma nemmeno troppo “tranquilla”. Lui spazzolava continuamente il cazzo con la lingua ma allo stesso modo era abilissimo a farsi valere anche di labbra. Anche qui mi venne in mente il confronto con Mario, che a sua volta era un mago con la bocca, anzi posso dire che avevano una maniera molto simile di eseguire il gesto! Come ampiamente prevedibile durai davvero un'inezia e in men che non si dica gli inondai la bocca di caldissima e densa sborra, che lui mandò giù di gusto per poi osservarmi, sempre col solito sorriso in volto, mentre si leccava di gusto le labbra. Poi tornò in piedi e senza dire nulla iniziò a sua volta a spogliarsi. Io, ancora ansimante e affaticato dal violento orgasmo, me ne rimasi là comodo a osservare lo spettacolo. Pier sapeva muoversi veramente da puttanella, anche quando si spogliava. In passato capitava spesso che mettesse della musica di sottofondo e improvvisasse sensualissimi spogliarelli per me. Stavolta si limitò, seppur con molta lentezza ed erotismo, soltanto a denudarsi. Rimase completamente nudo di fronte a me e io continuai a pensare che era veramente bello nonostante quel minuscolo cazzetto di 12-13 centimetri. Mi venne da pensare come riuscisse a far godere una simile cavalla come l'attuale fidanzata ma scacciai presto via il pensiero, non erano affari miei e non mi interessava nulla! Afferrai Pier per il braccio e lo tirai verso di me, me lo feci tornare sopra e riprendemmo a baciarci, nel mentre gli avevo afferrato quel cazzettino arrapato e glielo stavo segando, praticamente con due dita. Lentamente lo feci stendere sul divano, lo tirai verso il bordo e gli allargai le cosce, poi mi inginocchiai a mia volta, come aveva fatto lui poco prima, e iniziai a ciucciarglielo. Sentivo la sua pelle scorrermi in bocca, cercavo di lavorarlo al meglio delle mie possibilità aiutandomi insistentemente con la lingua e lui evidentemente apprezzava, visto che lo sentivo ansimare e gemere con sempre più vigore. Sapendo che avrebbe gradito e conoscendo i suoi gusti, iniziai a stimolargli con un dito il buchino del sedere. Lasciai per un istante il suo cazzo e passai un po' la lingua nel culo, lui impazzì e iniziò a muoversi a ritmo. Quando il suo buchino mi sembrò discretamente pronto, smisi di stimolarglielo dall'esterno e spinsi il dito all'interno così da poter riprendere il lavoro di bocca sul suo pene. Il binomio dito in culo e cazzo in bocca era sempre stato uno dei favoriti di Pier e in pochissimo tempo lo vidi letteralmente impazzire, si muoveva come un drogato sul divano, aveva quasi gli spasmi, gemeva e mi incitava a succhiarglielo, poi si lasciò andare ad un urletto deciso e mi venne cospicuamente in bocca. Senza dire nulla mi stesi al suo fianco, proprio sul bordo del divano, appoggiai la schiena sull'angolo e tirai Pier verso di me, lui poggiò dolcemente la testa sul mio petto e rimanemmo a lungo in quella posizione. Con una mano accarezzavo la sua testa e con l'altra i suoi meravigliosi piedini, delicatissimi e femminili come sempre. In tutto quel lasso di tempo non proferimmo una sola parola, lui aveva ancora quella tipica espressione di ragazzina innamorata che mi faceva impazzire ai tempi in cui stavamo insieme. Mi faceva tenerezza in quei momenti, si trasformava in un ragazzo dolcissimo e lo vedevo mentre aveva sul volto quella classica espressione di chi stava davvero a proprio agio con una persona mentre a sua volta continuava a massaggiarmi il petto. In questo Pier sinceramente dava la paga senza alcun dubbio a Mario, riusciva a essere dolce e spontaneo molto più del mio attuale ragazzo, che sembrava sempre un po' frenato anche quando provava a sciogliersi. In quella posizione trascorremmo quasi mezzora, mezzora di coccole e di silenzio, mezzora di riflessione, mezzora per ricaricare anche le energie e far si che i due cazzi riprendessero vigore. Siccome Pier era un vero maialino perverso ma anche uno capace di portarti al piacere, si ricordò subito della mia passione innata per i piedi e mi iniziò di fatto a fare un bel footjob. Io stavo immensamente godendo, ero capace di venire anche in pochissimo tempo se qualcuno con un bel piedino riusciva a trovare il giusto ritmo e il giusto “attrito” con la pelle. E lui sapeva farlo alla perfezione, soprattutto considerando che assieme a me era già stato in tre diversi periodi e quindi conosceva tutto ciò che adoravo. Fui costretto a fermarlo ondevitare di venire una seconda volta senza averlo ancora scopato, lo feci mettere nuovamente sul bordo del divano e gli allargai nuovamente le gambe ponendole ai miei fianchi, poi mi misi di fronte a lui e tirandolo su per il bacino, lo penetrai da dietro. Lui sbarrò gli occhi dal piacere e, secondo me, inizialmente anche da un po' di dolore, poi prese ad abituarsi e moderò un po' di più le sue reazioni. In volto gli tornò quella tipica espressione perversa che mi faceva impazzire, mi sorrideva e si leccava le labbra, ansimava e poco dopo mi chiedeva di fotterlo più forte, poi cercava la mia bocca e un attimo dopo era sulla mia spalla a mordicchiarla. Pier era uno stantuffo che non si stancava mai, era uno che non trovava mai pace mentre scopava! Intanto gli feci alzare le gambe fino alle mie spalle e presi a scoparlo più forte e più veloce. Lui aumentò i decibel dei gemiti e anche la frequenza degli incoraggiamenti. Sentivo le sue mani afferrarmi il culo, alternava momenti in cui me lo accarezzava dolcemente ad altri in cui se lo tirava verso di se, quasi a volermi chiedere di scoparlo ancora più a fondo. Devo ammettere che durai molto ma quando giunsi all'orgasmo provai un piacere immenso. Spinsi il cazzo più a fondo dentro Pier che potessi, quasi smisi di muoverlo e lui, avendo capito che stavo venendo, fece scivolare le gambe dalle mie spalle fino al mio culo, con i piedi lo cinturò e mi spinse verso di lui. Ansimai senza frenarmi troppo e schizzai una quantità mostruosa di sborra nel suo culo. Come accadeva ogni volta che scopavamo su quel divano, la mia sborra scivolò dal suo culo anche sulla pelle del sofà. E come ogni volta, dopo aver ripreso fiato e aver atteso che io finissi di svuotarmi di ogni goccia dentro al suo culo, Pier si alzò e senza scomporsi minimamente prese della carta e pulì il “danno”. Ora era la sua volta di scoparmi, praticamente tra noi accadeva quasi sempre così. Ci girai a pecora, inginocchiandomi sul divano e dandogli il mio culo mentre lui se ne stava in piedi di fronte a me. Prima si accucciò e leccò un po' il buchino, poi si rimise in piedi, mi afferrò per i fianchi e spinse dentro il suo cazzetto. A scopare da attivo Pier non era mai stato molto bravo, sicuramente risentiva delle esigue misure del suo pene ma anche la resistenza non era mai stata il suo forte. Si dava dare fare, si muoveva molto ma i risultati non erano comunque eccezionali, al contrario di quelli che otteneva da passivo. Il confronto a letto con Mario era sicuramente più complesso: Pier si sapeva muovere meglio, era più “scaltro”, più perverso, più maiale e più versatile; Mario invece era soprattutto passivo, era bello scopare con lui ma sicuramente più meccanico, quando capitava che (solo a volte) che fosse lui a scoparmi da attivo invece dimostrava certamente più bravura di Pier sia nella durata che nella presenza in sé del cazzo, di 3-4 centimetri più grosso e un po' più largo. Anche stavolta Pier non smentì la sua etichetta di pistolero veloce e in pochi minuti sparò tutte le sue cartucce e lo vidi lentamente spegnersi sulla mia schiena. Aumentò a dismisura i colpi, gemeva come una puttanella quasi urlando e poi pian piano si accosciò su di me, sparò una quantità mostruosa di sborra nel mio culo e poi restò in quella posizione privo di energie. Era stata la solita scopata molto coinvolgente con Pier, ci facemmo una doccia insieme e ci baciammo a lungo. Si era fatta praticamente sera, mi invitò a dormire da lui ma rifiutai e tornai a casa, non prima di aver chiarito (con lui pienamente d'accordo) che si era trattato solo di un caso isolato. La scopata aveva avuto l'effetto che in fondo speravo, con Pier mi piaceva tanto fare sesso, c'era ancora un feeling particolare che forse non sarebbe mai passato, nemmeno dopo 10 anni. Però il mio presente era Mario, avevo provato quasi pena a pensare alle sue insicurezze, avrei dovuto venirgli incontro, mostrarmi più maturo e spiegargli in un momento di calma che lui non doveva sentirsi inferiore a nessuno e che avrebbe dovuto lavorare sulle sue debolezze, tra cui quell'eccessiva permalosità. Questo lo feci il giorno seguente, io e Mario siamo tornati insieme e gli ho anche confidato di Pier, cosa che ha accettato senza problemi visto che sa che io gli ho spesso perdonato le scappate etero che usa come copertura. Certo che il difetto della permalosità non gli è passato nonostante i miei discorsi ma da nell'ultimo mese stiamo andando d'accordo. E Pier? Pier non è sparito, non ci siamo più rivisti ma ci stiamo sentendo a volte per messaggio, è stato bello ritrovarlo e chissà, magari un giorno ricadrò per la quinta volta diversa nelle sue grinfie di seduzione!

PS: spero vi sia piaciuto questo racconto, ho particolare premura quando si tratta di storie che mi sono realmente accadute perchè scriverle qui mi permette anche di sfogarmi, visto che sono cose che spesso non posso dire in giro. Quando le scrivo cambio alcuni particolari e alcune situazioni (tipo nomi, luoghi, tempi) in modo tale da fugare ogni dubbio qualora qualcuno che mi conosca e magari conosca i personaggi coinvolti, possa capire che si tratti di noi.
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