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Gay & Bisex

Chiappe da urlo - La sfrontatezza del ragazzino


di Difficilissimo
29.03.2012    |    32.477    |    5 9.7
"Mi si mise affianco e, spingendomi dal petto, mi fece adagiare sul suo letto, poi mi salì sopra e mi infilò la lingua in bocca..."
La volta seguente decisi di non andare in palestra appositamente, volevo innanzitutto dare ad Alessio l’idea che non fossi io quello che ci stava provando e, allo stesso tempo, rendermi conto di come si sarebbe comportato. E Alessio anche questa volta mi sorprese, infatti la sera trovai una sua richiesta di amicizia su facebook, la accettai e bastarono pochi secondi perché fosse proprio lui a contattarmi:
- Ei, come mai non sei venuto oggi in palestra?
- Avevo degli impegni, non ho fatto in tempo
- Ah ok…volevo rifare la sauna
- Vabbè la potevi fare anche senza di me!
- Eh no vabbè da solo non mi va!!! Vieni Venerdì??
- Si penso di si
E infatti venerdì scorso sono effettivamente andato in palestra ma avevo in mente nuovamente di stuzzicare un po’ Alessio. Lui sembrò subito felice di vedermi, mi girava attorno raccontandomi le sue cose, chiedendomi delle mie partite e altre cose del genere fino a che non arrivò il momento della sauna. Nelle mie idee iniziali avevo pensato di evitare oggi di farcela ma i suoi occhi carichi di speranza e voglia mi avevano convinto. Alessio prese iniziativa fin da subito, l’avevo detto dall’inizio che era un ragazzino sveglio e infatti non perse tempo, si aprì l’asciugamano e aveva già l’enorme cazzo in tiro, poi si accomodò praticamente appiccicato a me e iniziò da subito a strusciare la gamba su di me e a guardarmi. Feci finta di niente, anche se il mio uccello non era rimasto insensibile alla situazione ma pensai di tenerlo a bada dentro all’asciugamano, senza mostrarlo. Lui continuava il suo compito di corteggiamento, addirittura mi poggiò una mano sulla coscia e iniziò a massaggiarmela poi quando si rese conto che io stavo facendo muro sbottò, sorprendendomi un po’ per la schiettezza con il quale mi riprese:
- Oh dillo chiaramente che non vuoi rifare quello dell’altra volta, non mi far perdere tempo capito?
- Alè calmati, non è il caso di prenderci questa abitudine, qua c’è gente dai..
- Ma io voglio rifarlo, dai! Mi è piaciuto e pure a te!
- Guarda che ci siamo fatti solo una sega, niente di particolare
- Solo una sega perché stiamo qua.. – e girò la testa, come ad intendere che il luogo ci aveva limitato.
Quando uscimmo Alessio era un po’ offeso e non sembrava degnarmi di molte attenzioni, poi si voltò nuovamente verso di me e mi chiese se l’avrei potuto riaccompagnare a casa
- Ma non stai in bici?
- Si ma non mi va di tornare in bici, fa freddo a quest’ora e sono stanco
- Ma non si arrabbia tua madre che la lasci qua?
- No perché domani quando torno da scuola scendo alla fermata qua davanti e torno a casa in bici
Niente da dire, mi aveva fregato, era furbo e aveva studiato tutto nel dettaglio quindi fui costretto a riaccompagnarlo. Lo feci salire in macchina e sembrava un bimbo che vede per la prima volta qualcosa di nuovo, era felicissimo e iniziò subito a trafficare con la radio in cerca di qualcosa che gradisse. Poco dopo che partimmo mi domandò “Non mi va di tornare a casa, dove ci andiamo a divertire??” gli spiegai che non potevo, che mi aspettavano i miei amici ma lui non sembrò desistere e mi chiese di portarlo con me. Mi vergognavo sinceramente di presentarmi a loro con lui, dimostrava 14 anni ed era un ragazzino troppo vispo per evitare di fare brutte figure per cui gli provai a dire di no ma non gradì affatto la mia risposta e si mise piagnucolante con il viso verso il finestrino, senza rivolgermi la parola. “Vabbè Alè dai, ti porto un po’ con i miei amici ma gli dici che sei mio cugino chiaro? Di secondo grado”. Annuì con la testa e già immaginavo la situazione che si sarebbe venuta a creare e infatti non mi sbagliai minimamente. Alessio prese subito confidenza con tutti, i miei amici al bar, iniziò a sparare cavolate a ripetizione e non si accorgeva minimamente di come stava facendo ridere tutti col suo comportamento da bambino. Addirittura, quando tornai dal bagno, lo trovai che beveva birra e provai, inutilmente, a richiamarlo, ottenendo solo un suo “ma che vuoi? Fammi fare!”. Quando mi accorsi che stava esagerando in tutto, sia nell’umorismo idiota, sia nella confidenza e sia nella birra, decisi di portarlo via e con una scusa liquidai tutti e lo riportai in macchina. Eravamo partiti da poco quando sentì una sua mano poggiarsi sulla mia coscia e iniziare a massaggiare. Non dissi nulla fino a che la mano non si spostò sul pacco, a quel punto accostai e gli spostai di scatto la mano, riprendendolo con voce e sguardo severo:
- Che stai facendo? Me lo spieghi?
- No dai su ora non mi sgridare – mi disse quasi piangendo
- Alè cosa ti sei messo in mente? Hai bevuto mi spieghi che vuoi fare?
- Io so fare una cosa bene con la bocca, ti va di provare? – rimasi sconvolto dalla risposta datami, ok essere chiari ma non mi sarei mai aspettato una roba del genere
- Alessio ascoltami, hai 16 anni, io ne ho 24, ho 8 anni più di te lo sai che non posso fare niente?
- Si tu non puoi fare niente ma io a te si! Poi 16 anni li ho compiuti, è l’età del consenso
- Dimmi la verità Alè, sei gay? O vuoi solo provare?
- Sono gay… -
Ci fu qualche secondo di silenzio, io mi passai le mani nei capelli, ero perplesso, mi ero andato a cacciare in un altro guaio e non sapevo ora che cosa fare. Il mio cazzo mi chiedeva di accettare la sua offerta ma ragionandoci sopra sapevo che non avrei mai dovuto farlo quindi gli dissi, pensando di cavarmela, che in macchina non era il caso visto che era pieno giorno e quindi avremmo dovuto rinunciare. Ma Alessio non sembrava desistere e mi chiese di andare a casa sua, che tanto i genitori tornavano tardi dal lavoro e lui stava tutto il giorno da solo. Non riuscì più a controbattere nulla, andammo da lui, in una bella villetta a schiera un po’ fuori dal centro della cittadina. Mi fece entrare, era rampante di gioia e mi condusse verso la sua camera da letto, che sembrava la stanza di un bambino di 10 anni se non fosse stato per alcuni poster di cantanti rock sulle pareti. C’era imbarazzo, per lo meno in me e non avrei preso alcuna iniziativa, era una situazione che mi stava mettendo in forte disagio, non tanto per i 16 anni di Alessio quanto per il suo aspetto da ragazzino quindi mi sedetti sul letto senza fare nulla. Lui invece mi dimostrò subito di essere assai più a proprio agio di me, si tolse le scarpe e la maglia, mettendo a nudo il suo torso totalmente privo di peli, magro e leggermente scolpito. Aveva una piccola rientranza all’altezza del petto e qualche neo in più della norma ma era un bel ragazzino, anche se non riuscivo a capire perché tenesse i capelli così corti, quasi rasati a zero. Mi si mise affianco e, spingendomi dal petto, mi fece adagiare sul suo letto, poi mi salì sopra e mi infilò la lingua in bocca. Rimasi inizialmente immobile lasciandolo fare, poi pian piano risposi a mia volta al bacio che si fece presto furioso e passionale. Aveva un buon sapore il suo fiato e oltretutto era anche bravino, sicuramente non era la prima volta così come avevo già intuito dalla sua frase “io so fare una cosa bene con la bocca”. Cercai con la mano il culo di Alessio e, visto che aveva la cerniera sbottonata, gli feci scivolare via i jeans, poi infilai la mano dentro alle mutande da dietro, arrivando a toccare quel magnifico culetto da sogno. Era una sensazione fantastica accarezzarglielo, tutto liscio, sporgente e in carne, un culo da favola di quelli che non trovi nemmeno in tante donne così perfetto. Non sembrava voler perdere molto tempo, forse sapeva che anche se i genitori tornavano tardi era comunque meglio fare prima possibile, oppure aveva semplicemente troppa voglia, tant’è che mi iniziò a denudare lui stesso, mi sfilò le scarpe e poi jeans e maglietta. Mi baciò il collo, poi scese sul petto e arrivò alla pancia, fermandosi sull’orlo delle mutande. Alzò lo sguardo verso di me e mi chiese “vado avanti?”, annuì con la testa e lo lasciai fare. Mi tirò via i boxer e il mio cazzo scattò immediatamente su, già bagnato da qualche gocciolina di pre sperma e quasi subito sentì la bocca di Alessio baciarmelo. Era una sensazione fantastica, mi stava dando tutti piccoli baci lungo l’asta del cazzo e arrivò ai coglioni. Me li mordicchiò con dolcezza, senza farmi male, poi li leccò. Ci sapeva fare, poco da dire e me ne accorsi bene quando iniziò a leccarmi la cappella aiutandosi con una leggera pressione della mano a scappellarmela. Stavo impazzendo e portai la mia mano sulla sua testa rasata, accarezzandogli i pochi capelli che aveva in testa, poi ebbi uno spasimo quando me lo prese tutto in bocca. Lo guardavo mentre succhiava avidamente come un piccolo porcellino con i suoi occhioni svegli e felici che mi osservavano e con un leggero sorriso stampato sul suo volto. Accompagnavo il movimento col bacino verso di lui e, quando sentì giungere l’orgasmo provai ad avvisarlo ma fu inutile perché non si spostò minimamente, prendendo tutto in bocca e bevendo di gusto. Si alzò contento e mi chiese se mi era piaciuto
- Sei bravissimo Alè, ma dove hai imparato a farlo così bene?
- Veramente sono bravo? Ho imparato con un mio amico..ma era un botto che non lo facevo!
- Sei bravissimo piccolo – e lo tirai a me per baciarlo, sentendo ancora il sapore di sperma in bocca.
Lui mi passò i vestiti, sembrava soddisfatto di quanto fatto e voleva mantenere la parola data in macchina secondo il quale avrebbe fatto tutto lui senza che io avessi dovuto toccarlo ma mi sembrava squallido lasciarlo così, aveva il cazzo chiaramente in tiro, pronto a esplodere e soffocato dalla stoffa dei suoi boxer gialli. Per cui lo tirai ancora a me, lo feci stendere sul letto e gli tirai via i boxer. Mi trovai davanti il suo cazzo gigantesco, che sembrava ancora più imponente del solito e mi tuffai su esso. Glielo leccai a lungo, glielo baciai, lo annusai, era fantastico. Mentre glielo presi in bocca e iniziai a succhiarlo con cura e maestria notai che Alessio aveva portato un dito verso il suo buco del culo e si stava iniziando a stimolare l’ano, allora decisi di fare anche io quel lavoro e sostituì il suo dito con il mio. Credo lo avesse fatto anche anale perché mi sembrava un buchetto piuttosto stimolato e ben allargato, tant’è che infilai quasi subito il secondo dito. Intanto Alessio si contergeva per il piacere, mi aveva afferrato per i capelli e si muoveva follemente sul letto, ansimando come una puttanella con il viso trasformato in una maschera di piacere. Non mi disse nulla dell’orgasmo, forse dando per scontato che avendolo bevuto lui avrei dovuto farlo anche io e quindi mi ritrovai la bocca piena dei suoi densi e caldi schizzi di ottimo nettare bianco. Alessio si era contorto talmente tanto che era in un bagno di sudore e rimase steso sul letto a riprendere fiato. Lo guardai, era veramente carino, tutto liscio, non aveva un solo pelo se non qualcuno sul pisello, leggermente scolpito.
- Alè cosa hai fatto con il tuo amico?
- Tutto, anche dietro…mi disse ancora ansimante
- E ti piace?
- Molto…se ti va… lasciando a me la decisione
Tuttavia per oggi poteva bastare, per cui gli spiegai che ne avremmo parlato la prossima volta, poi lo baciai ancora un po’ e gli ricordai di non dire nulla a nessuno di quello che avevamo fatto. Mi rimisi tutti i vestiti mentre Alessio era ancora là in calzini steso sul letto e non sembrava avere intenzione d muoversi da quella posizione, per cui lo salutai con un altro bacio e andai via. In macchina ero perplesso, non ero sicuro di quello che stavo facendo ma non sono in grado di resistere a certi stimoli. Lunedì scorso, 26 Marzo, ho avuto il terzo incontro con Alessio ma ve lo racconterò nel prossimo capitolo. CONTINUA
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