Intrecci particolari - Capitolo 6

I giorni passavano e stava finendo anche Ottobre senza che Mauro fosse tornato da me, Lothar aveva provato a parlarci, a prendere il discorso in qualche modo ma la risposta del diciassettenne era sempre la stessa "i veri motivi li sappiamo noi". Io intanto continuavo, quando capitava, a sfogarmi con Lothar nel suo garage ed era l'unica cosa che mi aiutava a non pensare a Mauro e a quello che era successo. Lui l'avevo incontrato una sola volta, ad un compleanno ma si rifiutò anche soltanto di salutarmi e mi ignorò chiaramente per tutta la serata. Le speranze di risolvere questa fottutissima situazione erano ormai appese solamente alle parole di speranza che mi forniva Lothar. E feci bene ad appendermi ad esse perchè un giorno, quando meno me lo aspettavo, Lothar mi chiamò al telefono e mi disse di andare nel suo garage. Mi aspettava là davanti e mi disse di entrare che mi avrebbe raggiunto subito, io eseguì l'ordine e mi ritrovai davanti Mauro seduto sulla poltrona. Aveva detto la stessa cosa anche a lui e sentimmo chiuderci da fuori a chiave, costretti pertanto a stare da soli là dentro. I primi minuti furono di imbarazzo totale, scambiammo qualche parola sul più e sul meno poi decisi di sfruttare l'occasione e gli chiesi il perchè di tutto questo. Fece un sospiro e mi guardò poi finalmente si aprì "Marco io ho avuto paura, lo so mi sono comportato da verme ma non sono pronto o almeno credo ad avere una storia con un ragazzo. Io non so bene cosa sono, cosa mi piace ma tu mi piacevi e tanto e mi sono accorto che la cosa stava diventando importante e sono sparito". Mi confessò (ovviamente già sapevo) di Lothar dicendo che anche per lui, come era per me, si trattava di uno sfogo e che il fatto che non ci fosse alcuna complicazioni di tipo sentimentale con il suo amico lo aveva aiutato. Mi avvicinai a lui e lo baciai, rimase fermo per alcuni istanti poi scoppiò a piangere ma io continuai ad accarezzarlo, a baciarlo e a stringerlo a me e dopo un pò rispose anche lui alle mie effusioni. Rimanemmo attaccati a limonare per diversi minuti, poi mi trascinò sul letto e mi denudò. Attesi che lui stesso fosse nudo, poi ci avvinchiammo tra di noi, iniziai a leccarlo dalla testa ai piedi, finalmente riavevo quel corpo che era stato mio e che avevo sempre sognato. Poi lo penetrai e lui gemeva con quel suo modo femminile che mi faceva impazzire. Era steso a pancia in su e io sdraiato sopra, ci baciavamo e lui mi ripetè più volte "ti amo". Gli venni alla grande nel sedere, poi ci scambiammo e lui stesso giunse presto all'orgasmo. Dopo alcuni momenti in cui eravamo nudi sul letto abbracciati, a coccolarci, si aprì la porta del garage, facemmo giusto in tempo a metterci un lenzuolo sulle parti intime ma fortunatamente era Lothar. Sorridendo e massaggiandosi il pacco di guardò e ci disse "Tesori, io sono rimasto tutto il tempo qua fuori e sto scoppiando di voglia, non è che c'è posto anche per me??". Mauro si alzò e lo andò a prendere, una volta nudo si mise tra di noi, lo baciammo, lo leccammo. Eravamo le sue puttane, era solo grazie a lui se io e Mauro eravamo tornati ad avere un rapporto e ora meritava un premio. Gli facemmo di tutto e lui da maiale qual era non si tirò mai indietro, lo prese nel culo, ce lo mise, fece sesso orale da attivo e da passivo e giocammo anche con i piedi. CI accorgemmo di aver passato l'intero pomeriggio a letto e di aver goduto come non mai, ora si trattava solo di stabilire i rapporti veri tra di noi. Di storie ufficiali io e Mauro decidemmo di non averne, avevamo troppa paura dei giudizi altrui, Lothar rimase fidanzato con Giada ma passava più tempo con noi che con lei e pertanto fondammo una sorta di piccola società a tre in cui lo scopo del gruppo era fare sesso ogni qual volta uscissimo e ne avessimo voglia. Non mi sembrava vero, avevo l'occasione di farmi ripetutamente due dei ragazzi più belli che conoscessi, due dei miei sogni insieme. Non avrei mai potuto ringraziare Lothar abbastanza di quanto fatto per me...