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Io e Andrea - Il carnevale estivo


di Difficilissimo
21.08.2012    |    11.031    |    0 9.8
"Feci in modo di accucciarmi a novanta e mentre glielo succhiavo gli portai una mano sul mio sedere..."
Torno a scrivere le mie esperienze personali dopo un periodo in cui sono stato un po’ lontano dal sito per mancanza sia di tempo che di vicende da narrare. Da circa tre mesi mi sono rimesso con Pier, il ragazzo di cui vi ho raccontato spesso nelle mie storie anche se devo dire che un po’ di cose sono cambiate. Nella nostra prima esperienza insieme molti di voi nei commenti si sono accorti di come, alla fine della storia, quello che ci stava realmente sotto e provava sentimento ero io e per tanti di voi Pier era stato un po’ stronzo. Allo stato attuale delle cose forse le carte in tavola sono cambiate, io con lui sto benissimo ma sto prendendo la storia in maniera un po’ più “aperta” di quanto facessi prima mentre Pier sembra essere diventato veramente succube del sottoscritto. Non che mi importi di meno, gli voglio un bene dell’anima ma purtroppo io ho un grande difetto, che è quello di non riuscire a rimanere insensibile di fronte alle opportunità che mi si creano lungo il cammino. Ed è proprio dell’unica grande opportunità che ho avuto in questi mesi che vi vado a raccontare. Inizio Agosto, dalle nostre parti si festeggiava il Carnevale estivo, un evento che viene ormai ripetuto da qualche anno visto il grande flusso di gente che richiamava. Anche io e i miei amici decidemmo, come ogni anno, di recarci lì, seppur non propriamente mascherati, se non per un po’ di vernice lavabile spalmata qua e là sul corpo. Iniziammo a bere fin dal preserata e continuammo per tutta la durata del Carnevale. Inutile ribadire quale fosse il nostro stato, così che decisi di andare a salutare il mio Pier, che si trovava anche lui là in zona ma con i suoi amici. Non feci molta fatica a trovarlo, era in spiaggia ma notai presto che le sue condizioni erano di gran lunga peggiori delle mie e stava buttato come uno straccio nella sabbia a dormire. Un po’ alterato nel vederlo in quello stato, mi limitai a chiedere agli amici che mi sembravano più sani di non farlo più bere e di salutarmelo appena possibile (ovviamente non sapevano di noi come coppia, questo è chiaro). Proseguì il divertimento della serata assieme ai miei amici, poi ad una certa io e Andrea prendemmo le nostre bici e iniziammo a tornare verso il nostro paese, visto che gli altri avevano intenzione di fare nottata. Andrea è uno dei miei amici più cari, lo conosco ormai da tre anni e abbiamo legato moltissimo fin dall’inizio. Ci conoscemmo giocando a pallone insieme e da là è entrato nel mio gruppo di amici e non vi è mai più uscito. Chiariamo subito, tra me e lui non era mai successo nulla se non qualche sega insieme (per conto proprio) e qualche capatina a puttane. Andrea ha 19 anni e sinceramente non posso definirlo un bel ragazzo anche se per lui ho sempre avuto un debole, mi ha sempre dato una carica sessuale non indifferente del quale non riesco a darmene una spiegazione. Fisicamente è il trionfo della banalità, un ragazzo come se ne vedono tantissimi, statura media, di poco sotto al metro e ottanta, molto magro, viso non particolarmente bello con un naso un po’ schiacciato e grande e delle labbra sottili anche se ha lineamenti piuttosto da ragazzino e abbastanza dolci. Ha i capelli corti castani, begli occhi verdi anche se un po’ coperti da uno sguardo perennemente addormentato e soprattutto, anche se per molti è una cosa un po’ insignificante, ha dei piedi veramente meravigliosi, maschili ma di una perfezione difficilmente riscontrabile. Sarà per il suo aspetto da ragazzino, per la sua perversione mai nascosta verso il fetish, la trasgressione e il pissing o per un qualcosa che come detto non mi sono mai riuscito a spiegare, ma sta di fatto che fin dal primo momento che l’ho conosciuto mi sono fatto sogni erotici su di lui. Andrea non sapeva direttamente della mia bisessualità anche se non gliel’avevo mai negata e avevo tentato di farglielo capire tramite battutine e commenti di vario genere, anche se ormai ero giunto alla conclusione che lui la pensasse semplicemente in maniera diversa. Tornando al racconto, io e Andrea stavamo tornando in bicicletta verso casa e lui, complice la sbornia, parlava a macchinetta, cosa che solitamente non gli si vedeva fare, visto che era un tipo piuttosto taciturno e riservato. Iniziò a lamentarsi del fatto che non potesse tornare a casa sporco di vernice e io, tra il serioso e lo scherzoso, provai a proporgli un’idiozia che ero straconvinto rifiutasse: farci il bagno di notte al mare. E invece non rimase affatto insensibile alla mia proposta e insieme ci recammo verso una spiaggia libera in fondo al paese, piuttosto isolata e non visibile dal lungomare. Arrivati in riva approfittammo della presenza di un pattino per poggiare i vestiti e ci iniziammo a spogliare. Non avevamo specificato se il bagno lo avremmo fatto nudi o meno e io rimasi in attesa di vedere quale fosse il suo comportamento, rimanendo un po’ deluso dal fatto che avesse deciso di mantenere i boxer e si stesse incamminando verso l’acqua con questi addosso. Con lo spirito garibaldino che mi aveva fornito l’alcool provai a giocarmi le mie residue chance e gli dissi che io avrei tolto le mutande in modo da tornare a casa asciutto. Sfilai i miei boxer e li poggiai sul pattino, cercando di coprire la mia evidente erezione, poi corsi in acqua superandolo e gettandomi dentro. Andrea inizialmente non sembrò recepire la mia proposta e arrivò a bagnarsi fino al ginocchio, poi tornò indietro, tolse i boxer e mi raggiunse in acqua. Entrambi nudi nuotammo fino alla prima secca, io non perdevo occasione per lanciargli un occhio addosso. Non era molto dotato come misure anche se comunque rientrava nella norma e aveva un bel sedere, anche se molto peloso. Tuttavia non sapevo proprio come fare ad andare oltre il solo guardarlo quando ebbi l’idea di tentare con le mosse di wrestling. Senza pensarci molto mi avventai sui di lui e iniziammo a giocare in acqua come due ragazzini e i nostri cazzi entrarono più volta in contatto con i rispettivi corpi. Mi accorsi che anche lui ce l’aveva duro e, durante una delle tante prese che gli feci, visto che ero più grosso e forte di lui, mi giocai il tutto per tutto e impugnai con la mano il suo cazzo arrapato, di circa 16-17 cm. Andrea sorrise e mi chiese cosa stessi facendo e io per tutta risposta gli schiaffai la lingua in bocca. Rimase i primi istanti immobile e io sentì il mio cuore battere a mille, in ansia totale per quella che sarebbe stata la sua reazione, che non tardò ad arrivare quando a sua volta mi afferrò il cazzo e rispose con passione al mio bacio. Limonammo per diversi istanti mentre con le mani ci segavamo i rispettivi cazzi e Andrea mi sembrava chiaramente a proprio agio nella situazione così decisi di andare oltre. Mi staccai dalla sua bocca e mi inginocchiai davanti al suo cazzo, lui provò, senza alcuna convinzione, a fermarmi ma non mi sarei mai fatto sfuggire una simile occasione, erano tre anni che sognavo quel momento e ora me lo sarei goduto ad ogni costo. Assaggiai con la lingua la sua verga e lui ebbe un sussulto, a quel punto capì che ero intenzionato a succhiarglielo e rinunciò al fermarmi, anzi mi prese la testa e me la spinse con delicatezza verso di lui. Non voleva perdere tempo, per cui lo accontentai e me lo feci entrare nella bocca. Lo impugnavo con la mano destra, così da poterlo contemporaneamente segare e nel frattempo serravo bene le labbra attorno alla sua carne senza tuttavia stringerlo con i denti. Insomma stavo mettendoci tutta la mia abilità per farlo impazzire di piacere e infatti quando alzai lo sguardo per vedere la sua espressione me lo trovai a occhi chiusi che si leccava le labbra in evidenza godimento, anche se non emetteva né respiri profondi né urletti. Credo che se qualcuno ci avesse visto si sarebbe ritrovato davanti una scena niente male, io in ginocchio che spompinavo da oscar e lui che mi reggeva, senza forza, per la testa e accompagnava il movimento del mio bocchino con il bacino, entrambi illuminati solo dal filo di luna che ci colpiva. Afferrai improvvisamente Andrea per le sode chiappe pelose e aumentai ancor di più il ritmo, ora spompinavo a mille e qui udì un piccolo gemito di piacere del mio amico, poi però, dopo un minuto circa, mi fermò e si allontanò ansimando.
- Aspetta aspetta, sennò me ne vengo subito e dopo non riesco a farti niente, fammi fare a me -
Non potevo credere alle mie orecchie, non voleva solo fare l’attivo ma avrebbe pensato lui stesso a me!! Così che, abbastanza incuriosito, mi avvicinai a lui e aspettai che si accucciasse ai miei piedi, invertendo le posizioni precedenti. Se ne stava là, di fronte al mio cazzo, più grosso del suo, come un bambino incuriosito, lo guardava, lo annusava e lo toccava, sembrava quasi non sapesse cosa fare, poi prese coraggio e con la lingua lo assaggiò una, due, tre volte, provò anche a farlo entrare in bocca, poi mi guardò sorridendo e mi disse “E’ buono sai?”. Perfetto, il suo primo pompino aveva avuto una reazione positiva e poteva essere una buona base da cui ripartire, per cui con la stessa dolcezza con cui l’aveva fatto prima lui con me, gli presi la testa e gliela riportai sul mio cazzo. Iniziò goffamente a spompinarlo, si vedeva chiaramente che era il suo primo pompino ma nella poca dimestichezza dei movimenti riuscì comunque a darmi un certo piacere, soprattutto perché diligentemente usava molto la lingua e, anche in maniera un po’ eccessiva, me lo stava inumidendo tutto di saliva, il che a me piaceva. A mio volta accompagnavo il suo pompino con un adeguato movimento di bacino, non disdegnando di accarezzargli la testa e i capelli mentre me lo succhiava. Non durai molto, più per l’idea di ciò che stavamo facendo e per averlo sognato da tempo che per la sua reale bravura, lo avvisai del mio orgasmo ma non sembrò nemmeno sentirmi e gli scaricai una quantità notevole di sborra in bocca. Tossì un paio di volte, era rosso in viso e mi sorrise, poi mi disse nuovamente che era buona ma che ora dovevo finirgli io il lavoro. Cercai fugacemente la sua bocca per stampargli un altro bacio ma la sua risposta fu breve e mi esortò con un “dai, dai” e con una mano sulla spalla a tirarmi verso il basso a riprendere il mio compito. Tornato in posizione mi impegnai a succhiarglielo come meglio non potessi e lui si lasciò andare al piacere, chiudendo gli occhi e roteando la testa all’indietro, ormai perso nel più immenso godimento, che esplose nel suo culmine all’orgasmo, quando senza nemmeno avvertirmi, forse dando per scontato che avendolo fatto lui a me l’avrei dovuto fare anche io a lui, mi spermò tutto in bocca. La notevole quantità di sborra mi colse impreparato visto che non mi aveva avvisato e gran parte del buon liquido bianco mi finì sul viso. Mi tuffai in acqua per pulirmi bene, poi mi accorsi che Andrea stava per rimettersi in nuoto verso la riva ma avevo ancora voglia di lui, per la precisione pretendevo che me lo mettesse nel culo visto che non potevo sapere se questa tanto sognata scopata potesse avere un seguito, per cui lo presi per il braccio e lo tirai nuovamente a me, spiegandogli che ancora aveva qualcosa da fare. Andrea aveva una particolarità che avevo scoperto durante le seghe in compagnia e nelle avventure a puttane, ossia quella di riuscire ad avere più orgasmi ravvicinati, con la capacità invidiabile di farsi riarrapare il cazzo in pochi istanti. Mi bastarono pochi colpi di lingua per riportarglielo in erezione, ora dovevo solo trovare il modo di chiedergli di mettermelo nel culo, visto che teoricamente lui non sapeva che io non fossi più vergine dietro. Feci in modo di accucciarmi a novanta e mentre glielo succhiavo gli portai una mano sul mio sedere. Lui me lo accarezzò e si complimentò più volte per la mia dotazione, a quel punto gli provai a domandare se voleva usufruirne e lui non si fece pregare due volte. Si posizionò alle mie spalle e mi puntò il suo uccello sul mio buchetto, poi approfittando dell’acqua del mare che aveva funto chiaramente da lubrificante, entrò con un colpo secco. Mi piaceva tremendamente, volevo godermi ogni istante di quella scopata e sapere che alle mie spalle era proprio Andrea a darmi tanto piacere mi mandava in estasi. Era dalla prima volta che lo avevo visto che sognavo quel momento e ogni volta che ci avevo fatto la doccia insieme o che mi ci ero masturbato, o che ci ero andato a puttane o semplicemente che lo avevo visto fare pipì dietro a qualche palma avevo sempre immaginato quello che finalmente stavamo facendo. Andrea si reggeva per i miei fianchi e andava dentro deciso, non sembrava affatto a disagio in quella situazione e i suoi colpi forti e decisi si facevano largo nel mio culetto bagnato e rilassato. Mi sentivo talmente a mio agio che il tempo mi volò via, non ero nemmeno in grado di stabilire quanto Andrea fosse durato, sta di fatto che sentì il mio buco riempirsi del suo caldo nettare bianco e sentì il peso del suo corpo adagiarsi sulla mia schiena. Rimanemmo così per alcuni istanti, poi Andrea si staccò e nuotò verso riva, seguito da me. Non sapevo bene come comportarmi, oltretutto non avevamo nemmeno un asciugamano e quindi ci ritrovammo nudi uno di fronte all’altro, io in evidente erezione visto che non ero venuto durante la seconda botta e lui con l’uccello moscio. Andrea era un ragazzo solitamente di poche parole, piuttosto riservato e capace di tenersi tutto dentro ma quando beveva il suo comportamento riusciva spesso a sorprendermi ed è quello che fece nuovamente, prendendo lui in mano la situazione. Mi guardò, poi mi chiese di seguirlo e mi prese per la mano. Non sapevo dove volesse portarmi, sapevo solo che avevamo lasciato i vestiti là e ci stavamo allontanando nudi sulla riva. Arrivammo fino allo chalet più vicino, poi arrivammo davanti ad un lettino e mi fece stendere al suo fianco. Iniziammo nuovamente a pomiciare, stavolta con passione e Andrea portò la sua mano sul mio cazzo arrapato e iniziò a segarmelo. Bastarono pochi colpi e venni in un violento orgasmo, sporcandogli tutta la mano ma continuammo a baciarci come se nulla fosse e nel frattempo avevo portato a mia volta la mia mano sul suo cazzo moscio per segarglielo. Non appena tornò in erezione mi accucciai tra le sue gambe e lo presi nuovamente in bocca. Succhiai per molti minuti, sembrava quasi non venire più dopo i primi due orgasmi piuttosto ravvicinati e iniziavo a sentire un certo dolore alla mascella per il lungo sforzo quando improvvisamente inarcò un po’ le gambe, mi strinse i capelli con le mani e mi scaricò ancora un po’ della sua sborra in bocca. Eravamo esamini, appagati e sempre più rincoglioniti, per cui tornammo ai vestiti, ci risistemammo e senza dire molto tornammo alle bici, prendendo ognuno la strada di casa propria… CONTINUA
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