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Lorenzo l'approfittatore, parte 3 (finale)


di Difficilissimo
28.06.2019    |    6.335    |    1 9.0
"Rimasi perplesso, soprattutto dopo che lo poggiò vicino alla mia tazzina..."
Nei giorni successivi, mi martoriai il cervello nel tentativo di trovare qualcuno che potesse “sostituirmi” nel letto di Lorenzo. Non era assolutamente un compito facile ma lo facevo per due principali motivi: per aiutarlo a superare un momento complicato della sua vita e per evitare qualsiasi forma di coinvolgimento nella vicenda di Fabietto. Ero terrorizzato dall'idea che il mio ragazzo potesse rispolverare la sua vecchia e rinomata passione per Lorenzo e magari finirci a letto o, peggio ancora, lasciarmi a suo favore. E’che, in fondo, di Lorenzo non mi fidavo molto. Gli anni di allontanamento tra noi avevano inciso in questa mia sfiducia nei suoi confronti e in più consideravo il suo carattere, autoritario ed egoista. L’avrei dovuto aiutare, e l’avrei fatto nel migliore dei modi, trovando un mio degno sostituto. L’aspetto principale è che doveva essere un ragazzo con un bel culo, passivo e del quale Lorenzo avrebbe potuto fidarsi. Pensai a tutti i miei ex partner: fidanzati, scopamici, occasionali. Ogni qual volta pensavo di aver individuato quello giusto, poi veniva fuori un qualcosa che mi impediva di contattarlo. Alcuni non li sentivo da troppo tempo, altri erano fidanzati oppure avevano abbandonato la loro passione omosessuale per sistemarsi con la fidanzata di turno. In altri casi non volevo mettere il soggetto in quella situazione, soprattutto perché nutrivo affetto nei suoi confronti e sapevo che Lorenzo gli avrebbe succhiato pure il midollo e lo avrebbe reso la sua troia per chissà quanto tempo, costringendolo ad appagarlo ogni mattina. Era, ad esempio, il caso di Josif, il giovane ragazzino albanese che mi ero scopato la scorsa estate su desiderio di Fabietto. Lui si sarebbe certamente prestato al ruolo, avrebbe concesso tutto il suo corpo a Lorenzo ma non riuscivo ad accettare il fatto di mettere un ragazzino che non aveva ancora compiuto 18 anni in una simile situazione. Alla fine optai per una chiacchierata col mio ex ragazzo Mario. Da quando ci eravamo lasciati, Mario era diventato il confidente ufficiale di me e Fabietto. Era praticamente l’unico, tra i nostri amici, a conoscere della nostra storia e aveva assistito a qualsiasi cosa, perfino a momenti intimi. Di Mario ci fidavamo entrambi, era un ragazzo d’oro che conosceva benissimo i nostri caratteri e sapeva come prenderci. Era capitato, in alcune circostanze, che fosse intervenuto lui in prima persona per porre rimedio ad alcune incomprensioni tra me e Fabietto. Lui, in questo periodo in cui non eravamo più stati insieme, aveva avuto una storia con un altro ragazzo. Erano stati insieme alcuni mesi in cui Mario mi era sembrato molto preso, direi innamorato. Poi qualcosa si era rotto e l’altro ragazzo lo aveva lasciato. Mario aveva reagito anche male, finendo a farsi qualche canna di troppo e bere troppo ma negli ultimissimi tempi sembrava in ripresa. Gli chiesi di vederci e mi raccomandai di non dire nulla a Fabietto, almeno per ora. All'ora prestabilita, Mario giunse a casa mia, dove era ormai un habitué. Era meraviglioso, come sempre: alto 1.83, bel fisico scolpito, carnagione olivastra, capelli neri e occhi magnetici. Dopo esserci salutati, ci recammo in camera mia, dove Mario non perse tempo a togliersi le scarpe e buttarsi sul letto. Gli iniziai immediatamente a raccontare ogni cosa, sia riguardante il mio rapporto recente con Fabietto e sia ciò che era successo con Lorenzo. L’argomentazione iniziò ad eccitare Mario, che senza farsi alcun problema verso di me, si sbottonò i pantaloni e iniziò a massaggiarsi il pacco. Dopo una decina di minuti, tolse i jeans e tirò fuori il cazzo. Mentre io parlavo lui si stava masturbando e la cosa mi stava eccitando da morire. Rispondeva con voci tremante, tipica sua ogni qual volta era arrapato. Alla fine decisi di fargli compagnia, mi tirai fuori il cazzo a mia volta e mi stesi affianco a lui. Iniziammo a segarci i cazzi a mille, poi lui mi guardò e mi chiese:
“Ce lo seghiamo a vicenda? Che dici?”
Neanche risposi, presi il suo pene non particolarmente grosso nella mia mano mentre lui prese il mio nella sua e ricominciammo a segarci. Sborrammo quasi in simultanea, imbrattandoci le mani di sperma. Dopo esserci dati una sistemata, Mario si fece finalmente serio. Analizzammo a 360 gradi tutta la vicenda, poi mi chiese alcune foto di Lorenzo da visionare. Dopo aver constatato che Lorenzo fosse di suo gradimento, mi spiegò che la cosa migliore fosse optare per lui stesso. Era di fiducia assoluta, aveva voglia di scopare, non si sarebbe fatto problemi a concedere il culo quotidianamente a Lorenzo e inoltre, conoscendo perfettamente tutto di me e Fabietto, avrebbe potuto eventualmente intervenire nel caso in cui il mio ragazzo si fosse messo in mente qualcosa di strano. Dopo essermi accertato che Mario era convinto di ciò che diceva, chiamai Lorenzo e gli dissi di aver finalmente trovato il prescelto. Li feci incontrare in un bar, di fronte ad un caffè e parlammo per un po'. Quando vidi che tra i due era scattato presto un buon feeling, mi alzai e li lascia da soli. Da qui in poi, racconterò il loro incontro, seguendo ciò che Mario mi ha riportato: Lorenzo lo trovò meraviglioso, d’altra parte gli avevo realmente messo tra le mani un autentico gioiellino. Mario stesso era reduce da un periodo difficile e per questo, adesso, aveva solo voglia di lasciarsi i problemi alle spalle e di godersela un po'. Incontrare Lorenzo, farci del buon sesso senza dover avere complicazioni particolari, era una soluzione che lo allettava parecchio. Sapeva, tramite ciò che gli avevo detto io, che Lorenzo non era particolarmente dotato ma d'altronde non lo era neanche Mario e i due si sarebbero sicuramente divertiti comunque. Dopo aver parlato ancora un po' al bar da soli, Lorenzo propose di andare in uno dei suoi appartamenti, dove avrebbero potuto stare in pace. Mario non se lo fece ripetere due volte e già in auto, mentre Lorenzo guidava, si fece molesto, allungando le mani e facendo chiaramente capire le sue intenzioni. Arrivarono al portone, vi entrarono e, rimasti soli, iniziarono a pomiciare furiosamente. Mario sapeva essere troia e aveva deciso di esserlo in pieno, mettendo sul piatto tutte le sue qualità. Mentre si baciavano, Mario alzò il ginocchio e iniziò a strusciarlo sul pacco di Lorenzo, che era già molto pronunciato. Allungò la mano, slacciò il bottone e abbassò la cerniera, facendo poi scendere i jeans a terra. Lorenzo scalciò via le scarpe e si sfilò i pantaloni. In quel momento, Mario gli tolse anche lo slip, poi si accucciò e prese il pene in bocca. Sapeva perfettamente come succhiare, era abile e adorava farlo, per cui si concentrò su quel cazzo con una voglia pazzesca. Spazzolò tutta la superficie, poi si concentrò sui coglioni. Dopo averli leccati, mordicchiati, palpati, si spinse anche più dietro e arrivò a leccare attorno al buco del culo di Lorenzo. Era pronto a ritrattare la scelta qualora il suo partner occasionale si fosse irrigidito ma Lorenzo non aveva problemi in tal senso, avendo in passato già sperimentato il ruolo da passivo. A quel punto Mario affondò il colpo e spinse la sua lingua fino al culetto di Lorenzo, il quale si stava rilassando sempre più, anche se presto si accorse che quella posizione non era l’ideale e che le gambe gli si stavano appesantendo. Prese Mario per un braccio e lo trascinò in camera da letto, si finì di denudare togliendo anche i calzini e la maglietta e si tuffò sul materasso allargando le cosce. Mario, con più tranquillità, iniziò a togliersi i vestiti a sua volta, restando però inizialmente in mutande. Lorenzo ne osservò con la bava alla bocca il meraviglioso corpo, prima di vederlo ancora una volta rannicchiarsi tra le sue gambe e riprendere a leccare il buco del culo. I colpi di lingua di Mario erano ben calibrati e stavano portando Lorenzo al più totale piacere, tanto che prese a segarsi il suo piccolo cazzo. Dopo quel meraviglioso preliminare, Mario si sfilò le mutande, mettendo a nudo, oltre al suo cazzo non particolarmente grande, anche il suo fantastico culo. Si posizionò sopra a Lorenzo, gli infilò la lingua in bocca e poi iniziò a strusciare le chiappe sul pene del suo partner per poi impugnarglielo a dirigerlo verso il suo forellino. Durante questa pratica, Mario aveva già preso ad ansimare come la troia che sapevo benissimo essere. Non ebbe difficoltà a farsi penetrare e iniziò a muoversi sopra Lorenzo. Costui era letteralmente scatenato, avvinghiò Mario per le chiappe e lo spinse verso di lui mentre veniva in su col bacino. Dopo alcuni minuti, i due decisero di cambiare la posizione, con Mario che si mise a pecora e Lorenzo alle spalle a lavorarlo. Mentre se lo scopava, assestando colpi rapidi e decisi, Mario prese a segarsi il cazzo e ad ansimare ancora più forte. Era una sensazione fantastica quella di poter vedere Mario col viso completamente trasformato dal piacere, con la sua tipica espressione di godimento stampata in faccia. Proprio durante la scopata a novanta, Mario sentì giungere l’orgasmo e venne copiosamente nella sua mano, con diversi schizzi che finirono anche sul letto. Ancora più eccitato dalla sborrata del partner, dal suo urlo di piacere e dal suo viso segnato dal godimento, Lorenzo aumentò a dismisura il ritmo. Aveva voglia di baciare Mario, di guardarlo in faccia, di gustarselo tutto. Per questo gli chiese un ultimo cambio di posizione e lo fece stendere a missionaria. Una volta invertita la posizione, Lorenzo gli schiaffò nuovamente la lingua in bocca e continuò a fotterlo come meglio non poteva. Improvvisamente sentì giungere l’orgasmo a sua volta, si staccò dalla bocca di Mario, rovesciò la testa all'indietro e, con gli occhi socchiusi, si lasciò andare ad un piccolo urletto di piacere prima di scaricare una quantità mostruosa di sperma nelle chiappe del ventenne. I due amanti rimasero stesi sul letto senza fiato per diversi minuti, poi si concessero una sigaretta e infine si guardarono nuovamente negli occhi. Bastò quello sguardo per scatenare di nuovo i loro sensi e avvolgerli in un nuovo, peccaminoso abbraccio che diede iniziò ad una relazione (tuttora in corso) di sano e fantastico sesso.
Risolto il problema di Lorenzo, grazie al provvidenziale aiuto di Mario, ebbi modo di tornare a pensare solo e soltanto al mio Fabietto. Eppure continuavo a sentirmi in colpa, per cui, suggerito da Mario stesso, decisi di confidargli tutto ciò che era successo. Gli proposi di andarci a prendere un caffè. Ci recammo nel nostro bar preferito, che aveva due grosse stanze di cui una, quella posteriore, molto poco usata e spesso isolata. Era lì che spesso ci mettevamo, lontano da occhi indiscreti. Non perché ci lasciassimo andare a chissà quali effusioni in pubblico, ma ci piaceva stare soli e poter parlare liberamente. Anche quel pomeriggio ci mettemmo lì, al nostro solito tavolino. Attendemmo l’arrivo dei due caffè e poi gli dissi che avevo una cosa da confidare. Svuotai il sacco, spiegando come la prima volta Lorenzo avesse abusato di me mentre ero ubriaco ma le successive mi ero recato da lui di mia spontanea volontà, trascinato dalla paura ma anche dalla voglia di trasgredire. Mentre raccontai tutto, ebbi la sensazione che Fabietto fosse un po' deluso e iniziai a vagliare l’ipotesi che potesse lasciarmi. E invece, verso la fine del mio discorso, notai una luce diversa nei suoi occhi. Mi sorrise e sembrò felice che mi fossi finalmente confidato. Improvvisamente lo vidi abbassarsi verso il pavimento e, poco dopo, riemerse con un calzino in mano. Rimasi perplesso, soprattutto dopo che lo poggiò vicino alla mia tazzina. Poco dopo lo vidi cambiare posizione sulla sedia e sentì il suo piede avvicinarsi al mio pacco. Abbassai lo sguardo e lo vidi mentre era intento a strusciarsi sul mio cazzo. Rimasi sorpreso e cercai gli occhi di Fabietto. In lui vidi uno sguardo di totale perversione, sembrava completamente fregarsene del fatto che la cameriera o qualche cliente potesse entrare. Lo lasciai fare e in pochi istanti inizia a provare un fortissimo piacere. Fabietto aveva trovato la posizione giusta per stimolare il mio cazzo, che sbatteva sulla coscia e, complice lo strofinamento delle mutande, l’impatto del suo piede e la situazione in sé, mi stava facendo impazzire. Mi rilassai, allargai un po' le cosce e poco dopo sentii giungere l’orgasmo. Cercai di non fare rumore, trattenni ogni verso ma una quantità spaventosa di sborra mi inondò le mutande, tanto da trapassarmele e macchiarmi leggermente anche il jeans. Fabietto continuava ad avere quello sguardo perverso sul volto, si passò la lingua tra le labbra e riprese il suo calzino, lo infilò assieme alla scarpa e poi si alzò sorridendomi…
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