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ALINA – Il mio vizio eterno


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
12.05.2025    |    39    |    0 6.0
"Ma non credere che io diventi una santa…» Mi si avvicinò, si strinse al mio petto, le mani già sotto la maglietta..."
Prefazione

Certe donne non passano.
Ti restano sotto pelle.
Ti risalgono nei sogni, nella pelle, nel respiro.
Alina era una di quelle.
E quando tornava… non lo faceva per poco.
Lo faceva per bruciarti vivo.



Capitolo 1 – La prima volta

Era l’estate più calda degli ultimi anni. E la mia nuova vicina era troppo giovane, troppo sensuale, troppo sfacciata per lasciarmi tranquillo.

Alina. Vent’anni. Bucarest negli occhi, Milano sulla pelle.

La incontravo ogni giorno sul pianerottolo. Si fermava a parlare. Sempre più vicina. Sempre meno vestita. E io… la desideravo ogni maledetto minuto.

Poi, una sera. Tre colpi leggeri alla porta.
Canottiera nera, niente reggiseno. Shorts trasparenti.
«Il mio freezer è morto. Hai del ghiaccio?»
Ma la verità era che voleva fuoco.

Entrò. Si sedette sul divano.
«Fa caldo. Posso togliermi qualcosa?»

E senza aspettare risposta, si spogliò.
Nuda. Bellissima.
Mi si mise sopra, a cavalcioni, sfregandosi contro di me, sussurrando:
«Guardami come se fossi tua.»

La portai in camera, la stesi sul letto, e la presi lentamente, profondamente, con fame.
Lei gemeva, si apriva, mi voleva ovunque.
E io non mi trattenni.
La presi tutta.
E la lasciai tremante, stremata, sorridente.

«Ora il ghiaccio non serve più», disse, abbracciandomi nuda.



Capitolo 2 – Il colpo finale

Cinque anni dopo.
Un messaggio:
“Stanotte. Vieni. Tutto.”

Aprii la porta. E la vidi.

Alina. Tacchi. Trench. Nulla sotto.
Più donna. Più sicura. Più troia.

«L’ho lasciato, Adrian. Perché non mi ha mai fatta godere come te.
Sono tornata per una cosa sola: farmi distruggere.
Dietro. Forte. Come l’ultima volta. Ma peggio.
Come se non ci fosse un domani.»

Mi si inginocchiò davanti, si prese tutto con la bocca, gemendo come se aspettasse quel sapore da anni.
Poi si voltò, si chinò, aprì le gambe.
«Ora prendimi. E lasciami il ricordo sotto pelle.»

La presi senza grazia. Senza parole.
Le unghie affondate nella mia schiena, i suoi gemiti veri, profondi, inarrestabili.
La volli più forte. Più sporca.
E lei lo fu.

Crollammo insieme, nudi, sfiniti, ma vivi.
Nel suo sguardo… nessun rimpianto.

«Sei il mio vizio, Adrian.
E io voglio essere la tua rovina. Sempre.»



Capitolo 3 – Il segreto

Quando mi svegliai, era ancora lì.
Ma con qualcosa in più negli occhi.

«Posso dirti una cosa?
Quella mattina, cinque anni fa… ero incinta.
Tuo.
L’ho perso.
Ma da allora… ti ho portato dentro. Sempre.»

Mi mancò il fiato.

«E ora sono tornata. Non solo per scopare.
Stavolta… voglio che tu resti in me.
Per sempre.»

La notte cominciò di nuovo. Ma era diversa.

Lei si offrì tutta.
Ogni centimetro del suo corpo, ogni respiro, era un invito a fecondarla.
A marchiarla.
A restare.

«Dentro. Vieni dentro, Adrian.
Lasciami qualcosa di tuo che non possa più uscire.»

Le mani nelle mie.
Le gambe aperte.
Il respiro che esplodeva.
E quando venne, forte, vibrante, urlando il mio nome…
io mi persi in lei. Del tutto.



Capitolo 4 – La notte delle meraviglie

Nuda tra le lenzuola, mi guardò.

«Adesso ci sei. Dentro.
E se sarà… sarà nostro.
Sporco.
Meraviglioso.
Vivo.»

La baciai.
Forte.
Sapendo che, quella notte, non avevamo fatto solo l’amore.
Avevamo fatto destino.



Epilogo – Sempre pronta

Era passata qualche settimana da quella notte.
Poi, una mattina.
Tre colpi alla porta.
Non serviva chiedere chi fosse.

Quando aprii, era lì.
Più radiosa che mai.
I capelli sciolti, la pelle luminosa, un vestito aderente che lasciava intuire la pancia, appena accennata.
Gravida. Di me.

«Non torno per una notte.
Torno per stare.
Qui.
Con te.
Con noi.»

Alle sue spalle, una sola valigia.
Dentro c’era tutto quello che le serviva: un po’ di vestiti…
e tutta la voglia di vivere, scopare, ridere e impazzire con me.

«E il bambino?»
«Lo voglio crescere con te.
Ma non credere che io diventi una santa…»

Mi si avvicinò, si strinse al mio petto, le mani già sotto la maglietta.

«Incinta o no… io per te sarò sempre pronta.
Anche nuda in cucina.
Anche al mattino.
Anche con il pancione.»

E mantenne la promessa.
Ogni notte.
Ogni giorno.
Ogni angolo della casa diventava nostro.

La mia giovane, bellissima Alina.
La mia viziosa, la mia amante, la mia futura madre.
Tutta. Sempre. Con me.
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