Prime Esperienze
“Il mio peccato perfetto – Shara”
di 
Angel1965
12.05.2025 |
8 |
0
"«Fammi godere con la tua lingua, poi scopami come se fossi tua da sempre..."
PrefazioneLa carne non conosce legami.
Quando brucia, brucia. E Shara era fuoco puro.
La sorella della cognata.
Sì.
Troppo vicina per essere lecito. Troppo lontana per essere vietata davvero.
Era apparsa nella mia vita con un corpo da perdere il respiro e uno sguardo che non chiedeva permesso.
Quella notte non c’è stato spazio per la ragione.
Solo sudore, pelle, morsi.
E il suono umido e feroce di due corpi che si prendono, si divorano, si distruggono a letto.
Perché il desiderio, quando è proibito, è ancora più bello.
⸻
Il racconto
Quando mi ha scritto “sono sotto casa tua”, sapevo che sarebbe finita male.
Male… o maledettamente bene.
Le ho aperto in boxer.
Shara è entrata con i tacchi e un trench leggero.
Lo ha aperto con un solo gesto.
Sotto, nulla.
Completamente nuda.
Seni pieni e sodi, capezzoli duri, ventre piatto, fianchi da aggrapparsi.
Il triangolo rasato brillava di voglia già pronta.
«Chiudi la porta. Poi chiudimi le cosce con la tua faccia.»
Mi sono inginocchiato.
E l’ho leccata come se fosse l’unica acqua nel deserto.
Lei si stringeva alla mia testa, muoveva i fianchi, sussurrava oscenità mentre le mie dita la penetravano piano, poi più forte.
«Fammi godere con la tua lingua, poi scopami come se fossi tua da sempre.»
Mi tirò su con forza, si sedette sul tavolo e si aprì davanti a me.
Il cazzo era duro da far male.
Entrai in lei senza esitazione.
Un solo colpo. Pieno. Profondo. Violento.
Le sue unghie si piantarono nelle mie spalle.
«Sì. Così. Tienimi. Scopami. Spaccami.»
La presi di forza.
La sollevai e la portai a letto, senza mai uscire da lei.
Il ritmo diventava una guerra.
I nostri corpi schiaffeggiavano il silenzio della notte.
Ogni spinta era un ruggito.
Ogni colpo di bacino, una richiesta urlata:
«Ancora! Più forte! Più dentro!»
Le girai il corpo, le afferrai i capelli.
Mi guardò da sopra la spalla, sudata, stravolta.
«Mi vuoi tutta? Prendimi anche lì.»
La feci mia ovunque.
Ovunque.
E quando venne, le sue urla furono gemiti spezzati, rauchi, osceni.
Un orgasmo lungo, violento, che sembrava non finire mai.
E poi un altro.
E un altro ancora.
Fino a quando la notte ci lasciò sfiniti, tremanti, l’uno nell’altra.
⸻
Finale – Marchiato da Shara
Shara era piegata sul letto, le mani strette contro la testiera, il culo alto, offerto, spalancato.
«Finiscimi. Scopami forte. Fino a farmi urlare il tuo nome.»
Affondai in lei con tutta la forza che avevo ancora in corpo.
I nostri corpi si scontravano come onde impazzite.
Il suono della carne bagnata, le sue grida sempre più sporche, il letto che tremava sotto di noi.
«Non fermarti. Fammi tua. Fammi venire come non mi è mai successo.»
Le afferrai i capelli, la tirai contro di me, la sentivo stringermi, stringermi sempre più.
Il suo corpo tremava, caldo, in estasi.
Poi gridò.
Un urlo vero, liberatorio, che mi esplose nelle orecchie.
Venimmo insieme.
Lei impazzita, bagnata, devastata.
Io dentro, profondo, mentre la riempivo, ansimando come un animale in gabbia.
Crollammo sfiniti, nudi, incollati dal sudore e dal peccato.
Lei si voltò, mi guardò con quegli occhi accesi:
«Adesso non sei più mio segreto. Sei la mia ossessione.»
Le leccai il collo, le presi i fianchi di nuovo.
E lei sorrise.
«Un’altra. Solo un’altra. E poi puoi uccidermi.»
La presi ancora.
Nel buio.
Nel silenzio.
Nel delirio.
E non ci fu più nulla.
Solo noi.
Soli.
E bruciati.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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