tradimenti
Tra due corsie 02 trovarsi 2

29.05.2025 |
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"Il violinista continuava a suonare..."
TrovarsiLeo si sistemò meglio sul lettino, stirando le gambe per rilassarsi.
Il sole era caldo, la compagnia piacevole, e la conversazione scorreva naturale.
Dopo un istante, guardò Mila con curiosità.
— Che tipo di lavoro stai cercando?
Domandò con tono interessato.
Mila sospirò, incrociando le braccia:
— Ho un diploma da segretaria.
— Ho avuto qualche esperienza, ma ora sono ferma da un po’.
— Sto cercando un lavoro stabile.
Leo annuì lentamente, riflettendo.
Poi un sorriso gli sfiorò le labbra:
— Io sto cercando proprio una segretaria.
Mila lo fissò, sorpresa:
— Sul serio?
— Sul serio.
Leo giocherellò con il bordo del suo asciugamani:
— Mi serve qualcuno che gestisca le mille cose che mi sfuggono.
— Il mio lavoro è totalizzante, e spesso non ho il tempo di occuparmi della parte organizzativa.
Mila lo osservò con espressione divertita:
— Quindi la piscina ti ha portato una potenziale segretaria?
Leo fece spallucce:
— A quanto pare, sì.
— Dipende da te.
— Se vorrai, potrai raggiungermi domani nel mio studio verso le 9
— Ci siederemo e vedremo se la cosa può funzionare.
La piscina brillava sotto il sole del tramonto, con riflessi dorati che tremolavano sulla superficie dell’acqua.
Leo e Mila erano ancora lì, rilassati sul lettino, mentre la conversazione procedeva fluida.
A un certo punto, Leo si girò verso di lei con naturalezza:
— Che ne dici di continuare la serata a cena?
Mila sollevò lo sguardo, un po’ sorpresa:
— A cena?
— Sì, niente di complicato.
— Voglio farmi perdonare per averti rubato il posto a bordo vasca.
Mila sorrise.
L’idea non le dispiaceva affatto:
— Va bene, accetto l’invito.
Leo annuì, soddisfatto, e si alzò senza fretta:
— Perfetto.
— Vado a prendere la macchina.
Quando Mila lo seguì fuori dalla piscina, il suo passo rallentò di colpo.
Davanti a lei, lucida ed imponente, c’era una Ferrari Roma rossa che sembrava appena uscita da una rivista patinata.
Mila sbarrò gli occhi:
— Questa è la tua macchina?"
Leo, divertito dalla sua reazione, si appoggiò al tetto dell’auto con un sorriso:
— Sì, perché?
— Ti intimorisce forse?
Mila scosse la testa, ridendo piano:
— Non so … mi attendevo qualche cosa … di più discreto."
— Discreto e noioso.
Leo aprì la portiera per lei:
— Vieni, ti porto in un posto speciale.
Mila entrò, osservando l’interno impeccabile dell’auto.
Stava già preparandosi mentalmente a qualcosa di straordinario.
Arrivarono davanti al ristorante ed il suo stupore fu ancora maggiore: si trattava del locale più elegante della città, il tipo di posto che si vede nei film.
Lampadari scintillanti, tavoli perfettamente apparecchiati, un’atmosfera che trasudava raffinatezza.
Mila si fermò per un momento davanti all’ingresso.:
— Leo … questo è il miglior ristorante della città.
— Non sono vestita adeguatamente!
— Indosso solo uno straccetto.
Leo si toccò uno zigomo con naturalezza_
— Dovevo fare le cose per bene.
— "Mila, fidati … la classe non dipende dai vestiti, ma da chi li indossa.
— Tu sei perfetta così.
Mila lo guardò con un sorriso quasi incredulo, poi accettò la mano che lui le porgeva.
Quella serata, senza dubbio, sarebbe stata indimenticabile.
Le luci soffuse e il profumo delicato del vino creavano l’atmosfera perfetta. Voleva che quella serata fosse speciale.
Mila, seduta di fronte a lui,in un separé si godeva l’ambiente con un sorriso leggero.
Non era abituata a tanta attenzione, e la galanteria di Leo iniziava a farle piacere più del previsto.
Leo, impeccabile nei modi, non perdeva occasione per dimostrarsi premuroso: le serviva il vino con naturalezza, attento a ogni dettaglio; le domandava di sé; ascoltandola con sincero interesse; di tanto in tanto, le faceva piccoli complimenti, mai invadenti, ma sottili ed eleganti.
Mila rispondeva a quei gesti con sorrisi sempre più lunghi e con sguardi che si soffermavano un istante in più del necessario.
L’aria tra loro stava rapidamente cambiando.
A un certo punto, ella poggiò le mani sul bordo del tavolo e lo osservò con curiosità:
— Dimmi sei sposato?
Domandò con naturalezza.
— Secondo te?
Controinterrogò Leo
Mila guardò le sue mani.
Mani da chirurgo, lisce, accurate, senza un solo segno ma i chirurghi spesso non portano anelli che potrebbero ostacolare la loro azione.
Scosse la testa vinta:
— Non saprei proprio ma dal tuo comportamento sembri decisamente libero.
Leo sorrise:
— Invece ho un harem: un gineceo tutto mio
A questo punto Mila si confessò:
— Sto innamorandomi di te.
— Anche se tu avessi veramente un harem vorrei farne parte.
Leo fece un sorriso di lato, scuotendo appena la testa.:
— Con i miei turni massacranti, non ho mai avuto il tempo di conquistarmi una donna.
Mila lo studiò per un istante, poi abbassò lo sguardo sul bicchiere, come riflettendo.
— Be’, direi che ora stai recuperando bene.
Leo si permise un piccolo sorriso:
— Dici?
— Lo confermo
Mila sollevò il calice in un gesto spontaneo:
— A questa cena perfetta.
Leo brindò con lei.
Il bicchiere sfiorò quello di lei in un leggero tintinnio.
Poi accadde qualcosa di magico.
Un violinista tzigano, che vagava tra i tavoli, si fermò proprio accanto al loro.
Il suono si diffuse morbido e avvolgente con una melodia intensa, quasi ipnotica.
Leo e Mila si guardarono, come catturati da quel momento.
Senza bisogno di parole, Mila sorrise in un modo che non lasciava adito a dubbi.
Leo allungò una mano verso la sua.
Lei la afferrò, senza esitazione.
Le loro dita si strinsero piano, come sigillo di una nuova promessa.
Decidere di vivere insieme fu naturale.
Non c’era bisogno di gesti teatrali, di grandi dichiarazioni.
Lo sapevano entrambi.
Il violinista continuava a suonare.
Tra le note, una nuova canzone aveva preso vita.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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