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tradimenti

Ultimo atto 6


di iltiralatte
23.05.2025    |    466    |    21 6.9
"Eppure, quella sera, sarei stata lì per lui, accogliendolo come avevo sempre fatto … ma il momento delle confessioni si avvicinava Eccolo! Lo vidi dal..."
Capitolo 6

Sara
Sapevo quanto amasse quelle acque e quanto le montagne dell’isola lo avessero sempre affascinato.
Avrebbe osservato le vette lontane, avvolte dalla foschia, con la stessa meraviglia di sempre, pensando che nulla fosse cambiato.
Ogni nostra conversazione telefonica era stata colma di affetto, di parole cariche di amore e di speranza.
Gli avevo trasmesso sicurezza, gioia, come sempre e lui aveva accolto tutto con fiducia.
Non c’era motivo di sospetti, non c’era ragione di dubitare della mia premura.
Ora lo avrei rivisto, con il suo sorriso aperto e sincero, certo di ritrovare tutto esattamente come lo aveva lasciato.
Io, invece, sapevo che molto era cambiato.
Eppure, quella sera, sarei stata lì per lui, accogliendolo come avevo sempre fatto … ma il momento delle confessioni si avvicinava

Eccolo!
Lo vidi dal ponte dell’imbarcazione mentre mi salutava.
Il battello attraccò.
Ancora pochi attimi e fu tra le mie braccia stretto in un abbraccio senza fine-
I nostri nasi si scontrarono, le nostre labbra si cercarono ed infine si congiunsero in un lungo bacio d’amore.
— Mi sei mancato tanto, sai?

— Anche tu Sara, non vedevo l’ora di rivederti

Dora, presente, non attese più del dovuto ed interloquì’ acida:
— Ma Sara, ti sembra il caso?
La guardai freddamente:
— Vai tu da Elio e stasera non tornare a casa: Aldo ed io avremo molto di cui parlare.
— Avvisalo pure che stasera non andrò da lui.
Aldo, sentendomi parlare, era sbiancato in volto ma io, senza apparentemente badargli, lo presi per mano e lo trascinai a casa,
Una volta giunti a casa lo tentai:
— Ho molto da dirti ma ricordati che ti amo per cui, qualsiasi sia ciò di cui ti informerò, voglio che tu mi prometta che, sino al termine del nostro incontro, mi accarezzerai, mi bacerai e mi rifornirai di tutte quelle coccole che mi sono mancate

— Promesso Sara, sul mio onore,
Il letto era il posto migliore per affrontare quella discussione, per cui, mentre gustavo le sue carezze, esordii:
— Anzitutto devi sapere che ti ho tradito e che ti sono stata infedele.
Avvertii le sue mani arrestarsi un attimo mentre mi accarezzavano, per poi riprendere i loro stupendi tragitti.
— La mamma non ti ha mai visto bene, questo lo sai, come pure sai quanto sia abile nel manipolare la gente.
— Tu eri partito ed ella ha cominciato la sua offensiva cercando di convincermi a cedere alle avances di Elio: l’ortopedico che mi aveva curato la caviglia.
— Io un po’ ho resistito ma alla fine ho ceduto; sono diventata la sua amante.

— Quel maiale!
— E Dora la sua degna compagna.
— Ma ora ci sono io vicino a te: ti giuro che ti vendicherò dovesse essere l’ultima azione della mia vita!
Io insorsi:
— O no, così ti perderei definitivamente ed io non voglio che succeda.
Gli diedi un bacio:
— Ho già pensato io come vendicarci ma mi serve che tu approvi le mie azioni; non vivrei se tu non lo facessi.
Per un istante scosse la mia capigliatura, prima di ricominciare ad accarezzarmi:
— Avevo ceduto per stanchezza sotto l’assalto continuo di mia madre.
— Il mattino successivo ero distrutta, completamente sfasata ed incapace di accettare mentalmente una situazione che io non avevo voluto.
— Dora se ne accorse e, come rimedio, mi suggerì di divenire l’amante fissa di Elio.
— Fu allora che mi venne l’idea: avrei potuto punire entrambi seguendo le leggi del contrappasso. esattamente come faceva Dante nella sua Divina Commedia.
— Contrappasso per analogia: ho condannati Elio a tre rapporti quotidiani esattamente come ha fatto la notte in cui mi ha violato e lui ha accettato.
— Questo, alla lunga, servirà anche per punizione alla mamma che, invecchiando, si vedrò circondata da nipotini e dovrà provvedere lei stessa alla loro cura ed educazione.

— Ma Sara …

— Lasciami terminare amore poi accetterò qualsiasi tua decisione.

— Ora sono incinta di Elio ma sono e resto tua moglie.
— Quando partorirò tu dovrai intervenire e riconoscere immediatamente il bambino come tuo.
— Dovessi farne dieci o cento per altrettante volte dovrai sostenermi in questo modo,
— Per quanti figli Elio mi faccia fare nessuno lo riconoscerà mai come suo padre e lui passerà alla storia come uno zio che la mamma usava per il suo trastullo personale.
— Tu dovrai pretendere che periodicamente ti porti i bambini per controllare se crescono bene e se sono educati.
— In quelle occasioni io potrò finalmente entrare nel tuo letto e ristorarmi un po’ facendo l’amore con te.
— Le malelingue non avranno nulla da ridire.
— Questa sarà la mostra vendetta Aldo; ci costerà sacrificio ma tu saprai, tutte le notti che ti sentirai solo nel letto, che io ti amo e spiritualmente sono vicina a te anche se fisicamente sono nel letto di un altro che si congiunge con me al tuo posto.

— La mia gelosia invece, come pensi di calmarla?

— Essa non ha semplicemente motivo di esistere Aldo: tu sai che sono tua e che appartengo a te.
— Sto portando a termine una vendetta per conto di entrambi.
— Per quale motivo dovresti essere geloso?

Aldo
Continuando ad accarezzare Sara con gesti quasi meccanici iniziai a riflettere.
“Questa forse è la mia ultima possibilità di conservare almeno una parvenza di dignità.”
Sara si rannicchiò accanto a me nel letto, la luce fioca della stanza disegnava ombre leggere sul suo volto.
I suoi occhi mi cercarono, pieni di qualcosa che andava oltre le parole.
— Ti amo, Aldo
La sua voce era un sussurro, quasi una confessione strappata al silenzio.
Avrei dovuto sentirmi rassicurato, ma quelle parole arrivarono accompagnate da un peso che non riuscivo ad ignorare.
Lei distolse lo sguardo, quasi temendo la mia reazione.
— È il destino che ci obbliga a questo!
Continuò, e in quelle parole c’era tutta la sua resa.
— Non avrei mai voluto che fosse così.
— Non avrei mai voluto accettare le attenzioni di Elio …
Avvertii il gelo dentro di me.
Non parlava di amore per lui, solo di un inevitabile trascinarsi in qualcosa che la sua vita aveva imposto.
— E ora… ora arriveranno figli di Elio, Aldo.
— Tu lo sai.
La sua voce si spezzò appena.
Un frammento di rabbia, di disperazione, mi attraversò.
— È davvero solo il destino?
Sara si spostò appena nel letto, lo sguardo fisso sul soffitto, come se cercasse la forza di dire ciò che doveva.
— Aldo, voglio essere chiara.
La sua voce era calma, ma dentro sentii la distanza, il confine che stava per tracciare.
— Se accetto questa vita con Elio, deve esserlo alle mie condizioni.
— Voglio la mia libertà, completa, senza interferenze.
La guardai, cercando di trovare nei suoi occhi un dubbio, un’incertezza.
Ma non c’era.
— Non voglio che tu intervenga, che tu cerchi di decidere per me
Continuò, con la risoluzione di chi ha ormai scelto.
— Qualunque cosa accada, sarà tra me e lui.
— Tu tornerai a Livorno ed io nel suo letto a spremerlo tutte le notti e non voglio che te ne lamenti.
— Sai che questa sarà la mia vendetta su di lui e non devi fare nulla per impedirmela.
Respirai lentamente, cercando di capire cosa significasse veramente tutto questo.
Non c’era posto per me se non marginale.
Non c’è spazio per le mie parole.
Il mio posto nella sua vita sarebbe divenuto quello di un amante non clandestino ma sporadico..
Ma cosa accadeva a chi accettava un patto senza spazio per sé stesso
Accettare significava arrendersi del tutto.
Lo sentivo scorrere dentro di me, come un peso che non riuscivo a sollevare.
Potevo davvero accettare un patto che mi escludeva, che mi riduceva ad un osservatore silenzioso della mia stessa vita?
Potevo guardare tutto andare avanti senza di me, mentre il mondo mi assegnava un ruolo che non avevo scelto?
Se accettavo, cancellavo la mia volontà.
Diventavo un'ombra senza voce, un nome legato a una storia che non mi apparteneva più.
Eppure, cosa accadeva a chi rifiutava?
Esisteva una via d’uscita che non comportasse la sconfitta?
Oppure era solo un’illusione, un sogno che si spegneva non appena la realtà tornava ad imporsi?
Mi trovavo sospeso tra queste domande, incapace di decidere se la resa fosse davvero l’unica opzione rimasta.
Tutto sarebbe stato perfettamente organizzato, pulito, senza sbavature.
La narrazione pubblica?
La più semplice possibile.
Sara avrebbe vissuto all’Elba, un luogo tranquillo dove crescere i bambini lontano da occhi indiscreti.
Io avrei il ruolo stabilito, quello di padre presente ma distante.
Sara sarebbe periodicamente venuta a Livorno portando i nostri figli con sé.
Così avevamo deciso.
Così sarebbe stato raccontato.
Chiunque avesse osservato dall’esterno avrebbe visto solo ordine, una famiglia composta secondo le regole, senza crepe apparenti. Nessuno avrebbe dovuto sapere quali accordi avevano realmente definito tutto questo.
Livorno: l’Elba.
Due mondi separati.
Due vite che, ufficialmente, scorrevano parallele, senza urti, senza domande.
La mia fedeltà non era solo una questione di apparenza.
Era parte del patto, del disegno preciso che Sara aveva tracciato.
Io dovrò esserle fedele.
Non solo perché tutto è stato costruito in modo che non esista alternativa, ma anche perché la amo, e le altre donne per me sono solo fantasmi.
Quando verrà a Livorno con i bambini, tornerà a essere la mia donna, almeno per qualche giorno.
Una parentesi, un ritorno imposto dalla logica della nostra situazione.
Sara voleva fosse chiaro: nessuna fuga, nessuna distrazione.
Doveva sapere che il mio legame con questa realtà era definitivo.
Niente scappatoie, niente altri desideri.
Io, ho sempre creduto di avere il controllo e mi accorsi che questo era l’unico modo per mantenerlo: assecondare il confine che Sara mi aveva imposto.
Accettai.
Non perché fosse davvero una scelta ma perché ogni altra possibilità era ormai svanita.
La mia vita aveva trovato il suo equilibrio, anche se non l’avevo deciso io.
Non potevo più combattere, non potevo più cercare un’altra strada.
Questo era l’unico modo per non perdere definitivamente tutto.
Forse, in fondo, c’era persino gratitudine per Sara.
Gratitudine per avermi fornito qualcosa a cui aggrapparmi ancora e, per non essere stato completamente estromesso dalla sua vita.
Sara mi aveva imposto delle condizioni, e io le avrei accettate.
Da ora questo sarebbe stato il mio mondo, il mio confine
— Sei diabolica, Sara.
— Vorrei portarti via con me ma questa è sopratutto la tua vendetta.
— Io ti amo e posso solo accettarti come tu vuoi essere.
— Il nostro sacrificio sarà tremendo ma se riusciremo a salvare la faccia, forse vale la pena compierlo.
— Da parte mia ti giuro che attenderò pazientemente che tu termini la tua vendetta:
— Non avrò altre donne all’infuori di te e mi accontenterò di averti quando verrai a portarmi i miei figli.
— Miei anche se concepiti con un altro.
— Spero solo che la tua salute non ne risenta o questa vendetta perderebbe ogni significato.
La abbracciai ancora più strettamente e montai sopra di lei.
— Ora però reclamo questa notte come mia.
— Vuoi avere un amante fisso al punto di generargli figli?
— Io sono tuo marito ed il mio permesso lo pagherai con questa moneta.
Sara non rispose a parole, mi baciò e da quel momento fu Paradiso


CONTINUA ????? .👍

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