tradimenti
tra due .....07 Scegliere

01.06.2025 |
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"Per anni aveva accettato il suo posto accanto a Leo, senza mai chiedersi se fosse sufficiente..."
ScegliereIl respiro di Mila si spezzò contro quello di Bruno, un battito dopo l’altro, troppo veloce, troppo irregolare.
Non c’erano logica, né prudenza.
Solo un istinto primordiale, troppo potente per essere ignorato.
Le sue mani cercarono le forme di lui, non con esitazione, ma con la fame di chi ha negato troppo a lungo ciò che voleva davvero.
Neppure Bruno si trattenne.
Il confine tra lo scontro e l’abbandono si dissolse in un solo movimento, mentre le dita di lui si serravano su di lei come se ella fosse l’unico appiglio possibile.
I pensieri si frantumarono.
Non esistevano più parole.
Solo il suono dei respiri uniti e mescolati; delle dita che esploravano confini che non avrebbero dovuto esistere.
La tensione che li aveva consumati per troppo tempo divenne il loro unico linguaggio.
Il respiro di Mila si era fatto più lento, più profondo, come se finalmente fosse tornata a se stessa.
Bruno rimase immobile per qualche istante, la fronte contro la sua, lasciando che il silenzio parlasse al posto loro.
Non c’erano più tensioni, solo quel calore sottile che non aveva bisogno di parole per esistere.
Le dita di lui scivolarono lungo il braccio di Mila, senza fretta, senza urgenza.
Solo un gesto naturale, come se quel tocco fosse sempre stato lì, in attesa di essere effettuato
Lei chiuse gli occhi, lasciandosi andare per un istante a quella quiete.
Non era bisogno; non era ricerca: era riconoscimento.
Bruno le passò una mano tra i capelli, un movimento lento, come se volesse imprimersi ogni suo dettaglio nella memoria.
Non c’era più il peso del passato.
Non c’era più il pensiero del futuro.
Solo il presente, fatto di respiri intrecciati, di pelle calda, di piccoli gesti che parlavano più di qualsiasi parola.
Solo loro esistevano in quell’istante sospeso.
Il mondo sembrava distante.
Mila si accorse che lo stesso silenzio cambiava attorno a loro.
Non era più quello sospeso, carico di tensione.
Ora era quello delle scelte definitive.
Bruno si scostò.
I suoi movimenti ora non mostravano esitazione ne rabbia; ma questa volta, una determinazione assoluta.
Quando parlò, la sua voce non aveva più incertezze.
— Basta, Mila.
Lei lo guardò, il cuore accelerato, già sapendo che questa volta il gioco era terminato per davvero.
— Non voglio più restare in sospeso.
Bruno la strinse, ma senza il solito istinto di possesso.
Non c’era più rabbia.
Non c’era più seduzione.
Solo la necessità di un punto fermo.
— Questa volta devi scegliere, Mila.
— Senza più strategie.
— Senza bugie.
— Devi decidere: o me o lui.
Mila inspirò profondamente, le gambe quasi deboli, ma sapeva che non poteva più sfuggire.
Questa volta le parole non sarebbero bastate.
Bruno si passò una mano sul viso, come se volesse cancellare ogni esitazione rimasta.
Poi sollevò lo sguardo su Mila, e questa volta, non c’era alcuna esitazione nei suoi occhi:
— Basta giochi.
— Basta ambiguità.
Mila sentì il peso di quelle parole più forte di qualsiasi carezza, più nette di qualsiasi scontro.
Bruno terminò con una certezza assoluta.
— O me, o Leo.
— Scegli ma fallo ora.
L’aria tra loro si fece più pesante, come se l’universo intero stesse trattenendo il fiato.
Questa volta la sua scelta avrebbe dovuto essere definitiva.
Mila sentì il peso dello sguardo di Bruno, troppo fermo, troppo sicuro.
Questa volta non poteva sfuggire con un sorriso, con un bacio tattico, con un silenzio strategico.
L’aria attorno a loro si era fatta tesa, come se l’universo intero trattenesse il fiato.
Bruno non aveva più dubbi.
Non aveva più pazienza.
— O me, o Leo.
— Basta ambiguità.
Le parole erano definitive, chiare, impossibili da aggirare.
Mila aprì la bocca per rispondere, ma si fermò.
Non era pronta.
Non ancora.
Bruno notò l’esitazione e qualcosa nel suo sguardo cambiò appena, un’ombra di consapevolezza che gli fece capire che non avrebbe ottenuto quella risposta oggi.
Lei abbassò lo sguardo, il respiro ancora irregolare.
— Non posso darti una risposta ora.
Non era una scusa.
Non era una bugia.
Era l’unica verità che poteva offrirgli.
Bruno chiuse gli occhi per un istante.
— Allora trovala, Mila.
Non la incalzò più.
Adesso, era lei che doveva trovare la sua strada.
Mila inspirò, cercando di rallentare il battito frenetico nel petto.
Non poteva scegliere in un impeto.
Non poteva spezzare tutto con un solo gesto.
Bruno attendeva.
Non aveva rabbia, né fretta, ma non avrebbe accettato un altro rinvio.
Leo, invece, non sapeva ancora cosa stava accadendo.
Mila sentì il peso di quella verità.
Non poteva abbandonarlo così, su due piedi, come se tutto ciò che avevano costruito assieme non fosse mai esistito.
Ma il fuoco che sentiva dentro, ogni volta che era con Bruno, non poteva più essere ignorato.
Doveva trovare un modo per chiudere senza distruggere.
Un modo per non spezzare Leo con la stessa crudezza con cui aveva ignorato Bruno.
Questa volta, voleva essere giusta.
Si alzò e si rivesti.
Con un ultimo bacio lasciò l’amante, ancora in sospeso:
— Ti amo Bruno, sono certa della mia scelta ma non voglio fare male a Leo.
— Lui è sempre stato buono ed onesto con me.
— Si merita certo più di una moglie infedele e di poter continuare a svolgere la sua missione.
— Devi darmi il tempo per fargli accettare serenamente la situazione.
Mila camminava senza una direzione precisa, solo cercando di mettere ordine nei suoi pensieri.
Le parole di Bruno riecheggiavano nella sua mente.
“O me, o Leo.”
Un ultimatum.
Una scelta senza ritorno.
Il suo respiro si fece irregolare.
Non era mai stata capace di scegliere.
Aveva sempre trovato un modo per muoversi tra le emozioni, senza mai fermarcisi davvero.
Ma ora, per la prima volta, non aveva vie di fuga.
Leo era sicurezza.
Bruno era fuoco.
Chiunque dei due scegliesse, avrebbe perso qualcosa.
Mila si fermò, lo sguardo fisso nel vuoto.
Per la prima volta, la paura non era quella di sbagliare, ma quella di perdere; che entrambe le strade portassero a un errore; che qualunque scelta avesse fatto, nulla sarebbe più stato come prima.
Leo!
Le loro risate leggere, le serate tranquille, il modo in cui lui le parlava senza mai cercare di cambiarla.
Era sempre stato una presenza tranquilla quando era presente: sempre disposto a darle tempo, a lasciarle spazio.
Per la prima volta, Mila iniziò a vedere con chiarezza qualcosa che aveva sempre ignorato.
Non era solo la sua sicurezza a tenerla legata a lui.
Non era solo la stabilità.
Era il modo in cui la guardava senza domandare nulla in cambio.
Il modo in cui la proteggeva senza possederla.
Con Bruno, tutto era un incendio, una corsa senza freni, un brivido costante.
Con Leo, tutto era un porto sicuro.
Un luogo che aveva sempre avuto, ma che forse non aveva mai veramente compreso.
Perché solo ora tutto le appariva così chiaro?
Era sempre stato davanti a lei.
Eppure aveva dovuto perderlo per scoprirlo davvero.
Mila ripercorse ogni istante della sua vita con Leo.
Ogni conversazione, ogni sorriso, ogni notte in cui lo aveva cercato e lui c’era.
Ma solo fino a un certo punto: la Sala Operatoria poteva in ogni istante interrompere ogni loro momento di intimità.
Non era mai il primo a prendere l’iniziativa.
Non era mai quello che spingeva oltre il confine della comodità.
Il lavoro prima di tutto.
Le passioni personali avevano la precedenza.
Lei non era mai stata la sua priorità assoluta.
Per lungo tempo, aveva finto di non accorgersene.
Aveva accettato quel ruolo senza domande, senza pretese.
Ora, però, la verità era chiara come non lo era mai stata.
Leo era presente, sì.
Ma mai veramente nella loro storia.
Mai abbastanza da rischiare di perdere il controllo, di metterla sopra ogni altra cosa.
Mai come Bruno, che invece era disposto a bruciare per lei, a perdere tutto, a pretendere ogni sua parte.
Mila strinse le mani attorno a una tazza di tè ormai fredda.
Era questo che voleva?
Una presenza rassicurante, ma distante?
Oppure quel caos che la faceva sentire viva?
Il dubbio non la abbandonava più.
Mila abbassò lo sguardo, le mani tese sulle ginocchia, come se stesse cercando un punto fermo.
Non serviva più cercare scuse.
Non serviva più fingere.
Era sempre stata lei a inseguire Leo.
Sempre lei a cercare di adattarsi ai suoi ritmi.
Ai suoi orari.
Ai suoi spazi.
Era sempre lei a domandarsi se lui ci fosse davvero.
Se la sua presenza fosse una scelta o solo una comodità.
Leo?
Non la aveva mai rincorsa.
Non aveva mai lottato.
Non aveva mai fatto qualcosa per vincolarla a sé.
Per lui era naturale che Mila fosse lì a disposizione.
Che Mila restasse.
Ora, per la prima volta, Mila si chiese se fosse stata davvero amata o solo accettata.
Quel pensiero fece più male di qualsiasi altra considerazione.
Per anni, la stabilità di Leo era stata una certezza.
Qualcosa di fermo, qualcosa su cui poteva sempre contare.
Non l’aveva mai messo in discussione, perché farlo avrebbe significato guardare oltre la sicurezza, oltre il conforto.
Forse, proprio per questo, non aveva mai visto la verità.
Leo era lì.
Sempre.
Ma non in quel modo totale, travolgente, che non lascia adito a dubbi.
C’era, ma mai completamente coinvolto.
Ora, invece, non poteva più ignorarlo.
L’illusione della stabilità aveva nascosto tutto il resto.
Adesso la certezza non era più rassicurante.
Era solo una gabbia dorata.
Mila si passò una mano sulla fronte, come a voler scacciare la pressione crescente che le serrava il petto.
Leo era sempre stato il suo porto sicuro.
La sua certezza.
La sua roccia-
Ora che Bruno l’aveva costretta a guardare la realtà, quella sicurezza non le dava più sollievo.
Le sembrava un recinto.
Un luogo troppo stretto, troppo prevedibile, in cui non poteva più fingere di sentirsi libera.
Non era Leo a tenerla prigioniera.
Era lei stessa.
Lei che aveva scelto quella stabilità senza mai chiedersi se fosse davvero ciò di cui aveva bisogno.
Ora,la tranquillità si trasformava in una gabbia.
Il desiderio di fuga divenne impossibile da ignorare.
Mila si fermò davanti alla finestra, lo sguardo perso nella città che si stendeva davanti a lei.
Per anni aveva accettato il suo posto accanto a Leo, senza mai chiedersi se fosse sufficiente.
Se fosse giusto.
Leo l’amava?
Sì.
A modo suo.
L’aveva mai messa al primo posto?
Leo l’amava, sì ma ella non era mai stata la sua priorità.
Veniva sempre dopo il lavoro, dopo le sue passioni dopo tutto ciò che, per lui, contava più di lei
Dopo le cose che per lui venivano prima, inevitabilmente.
E lei?
Aveva sempre accettato, senza domande.
Senza protestare.
Ora, per la prima volta, doveva decidere se era disposta a continuare a vivere così.
A essere sempre colei che rincorre.
Sempre colei che aspetta.
Voleva qualcosa di diverso, qualcosa che l’avesse senza riserve.
Mila inspirò profondamente, cercando di trovare un appiglio in mezzo al caos che avvertiva dentro di se.
Leo era il porto sicuro.
Bruno era la fiamma che bruciava senza controllo.
Se entrambi erano una scelta, allora forse la vera libertà era uscire da tutti e due.
Smettere di rincorrere.
Smettere di adattarsi.
Smettere di lasciare che fosse sempre qualcun altro a definire chi era e cosa voleva.
La scelta giusta non era restare con chi la rassicurava, né con chi la consumava.
Forse era quella che la liberava, senza sapere ancora dove l'avrebbe portata
Mila strinse le mani, un fremito percorse il suo corpo.
Era spaventata: eppure per la prima volta, non temeva di essere sola.
Ora Mila aveva superato ogni illusione, ogni gioco, ogni compromesso.
Non si trattava più di Bruno.
Non si trattava più di Leo.
Si trattava di lei stessa.
Di ciò che voleva davvero.
Di ciò che la faceva sentire viva, libera, completa.
Per troppo tempo, aveva vissuto attraverso gli altri, adattandosi, cercando di trovare il suo posto accanto loro.
Ora, però, non voleva più un posto accanto a qualcun altro.
Desiderava il suo posto nel mondo.
Non si trattava di scegliere tra due persone.
Si trattava di scegliere sé stessa.
Mila uscì dalla porta senza voltarsi indietro.
Non perché avesse deciso.
Per la prima volta, non voleva scegliere in mezzo al caos.
Aveva passato anni a rincorrere emozioni, sicurezze, illusioni di stabilità.
Ora voleva silenzio.
Voleva spazio.
Voleva ascoltare quella parte di sé che, fino a quel momento, era rimasta sempre in secondo piano.
Non avrebbe scelto oggi.
Forse neanche domani.
Ma questa volta la scelta sarebbe stata solo sua.
E sarebbe stata definitiva.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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