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Gay & Bisex

"Torre del Lago,1988" 4


di SERSEX
02.05.2025    |    412    |    4 9.3
"Io non riesco nemmeno a guardarti quando mi sorridi..."
Il cuore non fa rumore quando si spezza. Ma lo senti comunque.

Giò non si mosse per un po’. Rimase fuori dalla tenda, con la sabbia fredda incollata alla pelle nuda, le ginocchia abbracciate al petto, gli occhi spalancati verso il cielo. Le prime luci dell’alba tagliavano le dune con un silenzio tagliente. Il mare era calmo. Ma dentro di lui c’era tempesta.
Si rivestì in silenzio. Jeans, felpa, lo zaino buttato a caso con dentro poche cose. Entrò nella tenda solo per un secondo. Leo dormiva ancora, disteso a pancia in giù, mentre Davide gli teneva un braccio sul fianco. Il respiro di entrambi era calmo, indifferente.
Giò li guardò. E capì.
Non era gelosia. Non era rabbia. Era la certezza assoluta che non sarebbe mai stato abbastanza per Davide. Non nel modo giusto. Non nel modo in cui sperava. Non nel modo in cui amava lui.
Fece due passi indietro. Poi corse. Corse via da tutto.
La spiaggia era deserta. Il Mamamia chiuso. Il bar della pineta ancora con le sedie sui tavoli. Nessuno, solo lui. Si sedette su una panchina di legno, tirò fuori un pacchetto di sigarette, lo aprì, lo richiuse. Non ne accese nemmeno una.
Lo trovò lì, due ore dopo.
Davide.
Aveva i capelli spettinati, una maglietta stropicciata, lo sguardo perso.
«Te ne sei andato» disse.
Giò non rispose.
«Non ho capito se ti sei incazzato per ieri, o per Leo, o…»
«No. Non sono incazzato.»
«Allora?»
«Sono triste.»
Davide si sedette accanto a lui.
«Non devi esserlo.»
«Lo sono lo stesso.»

Silenzio.

«Io non sono fatto per certe cose, Giò» mormorò Davide. «Non so tenere nessuno. Non so amare bene.»
Giò lo guardò. Gli occhi pieni di una tenerezza che bruciava.
«Io ti ho amato bene. Ma da solo.»
«Non volevo farti male.»
«Lo so. È questo il problema.»
Davide abbassò la testa.
«Tu sei troppo puro, Giò. Troppo… vero. Io non riesco nemmeno a guardarti quando mi sorridi. Mi fai sentire sporco.»
«Non sono puro. Non più. Ma ti volevo. Davvero. Anche così.»
Un silenzio pesante cadde tra loro. Davide lo ruppe con un filo di voce.
«Vuoi tornare con me?»
Giò scosse la testa.
«No. Non voglio più rincorrere qualcuno che non ha mai voluto essere raggiunto.»
«Mi mancherai.»
«E io ti ricorderò ogni volta che qualcuno mi guarderà con metà della fame con cui lo facevi tu. Ma con il doppio del coraggio.»
Si alzò. Davide rimase seduto.
«Addio, Davide.»
Giò si incamminò. Non si voltò mai. Nemmeno una volta.

Quella sera, Davide tornò solo alla tenda. Leo non c’era più. Aveva lasciato un biglietto: “Non cercarmi. Io non voglio briciole.”
Davide rimase in piedi per ore. Davanti al mare. In silenzio. Pensando a quel ragazzo che aveva avuto il coraggio di amarlo, e la forza di andarsene. Solo allora capì davvero cosa aveva perso.

Si inginocchiò nella sabbia. E, per la prima volta, pianse.
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