Annunci69.it è una Community rivolta ad un pubblico adulto e maggiorenne.
Puoi accedere solo se hai più di 18 anni.

SONO MAGGIORENNE ESCI
Racconti Erotici > Gay & Bisex > NAPOLI SEMPRE ADOSSO
Gay & Bisex

NAPOLI SEMPRE ADOSSO


di SERSEX
05.05.2025    |    498    |    0 8.5
"Dopo, con la faccia ancora piena di sperma e lacrime, Giò gli chiese: «Tu che vuoi da me, Sà?» E lui rispose: «Tutt’ 'e vas ca tu nun ai mai rat a nisciun..."
Bologna puzzava di pioggia e di vino stantio. Fuori, la città si lavava via, ma dentro casa Giò si stava consumando. Seduto a terra, nudo, la schiena contro il muro freddo, le cuffie nelle orecchie: quella canzone. La canzone. Quella che non riusciva a togliersi dal petto da quando Salvatore l'aveva lasciato. Da quando era sparito, senza nemmeno un messaggio.
Il cuore batteva forte, ma era il cazzo a pulsare più del dolore. Perché Salvatore non se n’era mai andato davvero. Era ancora lì, tra le dita, sulla pelle, nella voce roca che gli sussurrava oscenità in dialetto mentre lo scopava forte in una stanza a Napoli. Quel dialetto che adesso, nelle parole della canzone, gli bruciava dentro più del bisogno.

Famme alluntanà ca se po’ perdere a ragion…

Giò abbassò gli occhi. Il cazzo era duro. Sporco. Caldo. Gonfio di ricordi e rabbia. Iniziò a toccarsi piano, ma senza romanticismo. Voleva farsi male. Voleva sentire ogni spinta, ogni gemito di quelle notti del 2001 in cui Salvatore lo prendeva come se volesse sradicarlo dal mondo.

Aveva trent'anni, Giò. Era appena sceso da un treno all’alba, la camicia sudata sulla schiena e la valigia piena di vestiti troppo seri per l’estate napoletana. Era tornato nella terra natia per due settimane, dalla zia, dopo anni passati a Bologna. Diceva che gli mancava il mare, ma era una bugia. Gli mancava lui. Anche se ancora non sapeva chi fosse.
L’incontro avvenne per caso — o per destino — una sera d’agosto, nel Quartiere Sanità, alla festa di una ragazza che non conosceva. Troppa gente, troppi corpi sudati che ballavano attaccati, troppa birra calda e motorini parcheggiati ovunque.
Giò era uscito sul balcone per fumare. E lo vide lì sotto.
Salvatore.
Stava sdraiato su un motorino, sigaretta in bocca, canottiera bianca sporca di olio e mani unte. Aveva lo sguardo arrogante di chi non chiede permesso per entrare nel cuore di nessuno, ma ci entra lo stesso, con i piedi infangati.
Gli bastò un’occhiata.
Giò lo fissò dall’alto. Salvatore alzò lo sguardo, lentamente, come se sapesse già che l’avrebbe trovato lì. Sorrisero. Nessuno dei due distolse lo sguardo. Salvatore fece un cenno col mento. *Scinn’.
Giò scese.
Aveva il cuore che gli spaccava il petto. Ma era come se l’avesse aspettato da sempre.
Non si dissero niente. Salvatore lo afferrò per il polso e lo portò via. Lo spinse contro il muro della palazzina di fronte, nel buio tra due cassonetti. L’alito sapeva di fumo e Red Bull. Gli mise la bocca sull’orecchio e disse:
«Lo sento, che tremi. Ti piace?»
Giò non rispose. Aveva le gambe molli, il cazzo duro, il cervello in fiamme.
Salvatore lo baciò. Un bacio sporco, carnale, senza dolcezza. Con la lingua già profonda, le mani sulle chiappe, la voglia di sbracarlo lì, tra le lattine e i cartoni. Giò non aveva mai sentito niente di così brutale. E vero.
Fu lì che nacque tutto. In quel vicolo.
La prima volta che lo prese fu tre giorni dopo. In un basso abbandonato, tra un materasso unto e le voci dei bambini che giocavano fuori. Glielo mise dentro piano, ma non per amore: per crudeltà. Perché voleva che lo ricordasse ogni volta che si sedeva, ogni volta che camminava.
Giò strillò. Ma non si tirò mai indietro.
Dopo, con la faccia ancora piena di sperma e lacrime, Giò gli chiese:
«Tu che vuoi da me, Sà?»
E lui rispose:
«Tutt’ 'e vas ca tu nun ai mai rat a nisciun.»

Bologna, 2025

Giò aprì gli occhi di scatto. Si, stava venendo. Forte. Senza nemmeno volerlo. Lo schizzo gli arrivò sul petto, sulla pancia. Un’esplosione di ricordi e desiderio. E subito dopo, il vuoto.
Prese il telefono. WhatsApp. Il nome c’era ancora: Sà.
Lo cancellò.
Poi lo riselezionò.
E gli scrisse:
“Tutt’ 'e vas ca me rat… m’hann scassat l’anima. Vieni. Vieni a finirmi.”

Invio.

Il cuore gli batteva come quando correva per i vicoli per non farsi beccare con Salvatore. Ma stavolta, se tornava… lo avrebbe lasciato squartargli il cuore da dentro.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
8.5
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per NAPOLI SEMPRE ADOSSO:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni