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Gay & Bisex

“Torre del Lago, 1988”


di SERSEX
02.05.2025    |    1.294    |    3 9.5
"Il corpo di Davide gli pesava sopra, caldo, potente..."
La primavera era solo una scusa. Giò aveva quasi 20 anni, un corpo che stava scoprendo di possedere davvero, e una voglia di vivere che non si accontentava più di teorie aristoteliche. Bologna era diventata stretta, troppo densa di desideri repressi e letti sbagliati. Così, una mattina di metà aprile, Giò prese il treno per la Toscana.
Torre del Lago lo accolse con il profumo della pineta, quel misto di resina, sale e corpi già sudati. Era ancora bassa stagione, ma nell’aria c’era già l’eccitazione dei giorni che si allungano. Aveva sentito parlare di quel posto — uomini che si cercavano negli occhi, tra le tende, dietro ai cespugli. Ma non sapeva cosa aspettarsi. Era lì per fuggire, e forse per trovarsi.
Indossava jeans chiari attillati, una maglietta sdrucita dei The Smiths e le scarpe da ginnastica bianche che si portava sempre dietro nei giorni in cui sentiva di dover cambiare qualcosa. Non aveva prenotato nulla. Aveva solo voglia di lasciarsi andare.
Noleggiò una bici e cominciò a pedalare lungo la pineta. I raggi filtravano tra gli alberi, disegnando ombre sensuali sul sentiero. Era sudato, ma non voleva fermarsi. Finché non vide lui.
Davide.
Era fermo accanto a una canadese color senape, una radio portatile appoggiata su una cassa di birre e il corpo sdraiato al sole, con addosso solo un paio di boxer neri. Aveva i capelli neri, mossi, e una barba di tre giorni. Stava leggendo un giornale porno gay, senza alcuna vergogna. Quando alzò gli occhi e vide Giò, non disse nulla. Sorrise appena.
Quel sorriso bastò a Giò per sentire un brivido tra le scapole.
"Ti sei perso?" chiese Davide, con voce roca, mentre si sollevava appoggiandosi al gomito.
"Forse. O forse no", — rispose Giò, fissandogli il petto. "Sto cercando un posto dove dormire".
Davide lo squadrò da capo a piedi, poi fece un gesto vago verso la sua tenda.
"Io sto solo. Ma non garantisco sul silenzio".
Giò sorrise. Si avvicinò. Aveva già deciso che non avrebbe dormito da solo.
La notte calò lentamente, con il suono lontano di qualche motorino e l’odore del mare portato dal vento. Dentro la tenda, il piccolo mondo di tela diventava il centro dell’universo.
Davide si era spogliato senza pudore. Il suo corpo era virile, muscoloso, con una peluria scura che lo incorniciava come un quadro. Giò si sentiva osservato, desiderato, e quella sensazione gli toglieva il fiato.
Si sedettero uno di fronte all’altro, gambe incrociate, le ginocchia che si toccavano appena.
"Hai mai fatto sesso con un uomo più grande?" chiese Davide.
"Ho fatto sesso con uomini che non sapevano cosa stavano facendo." rispose Giò. "Mi piacerebbe provarlo con uno che sa esattamente cosa vuole".

Davide lo guardò. Poi si chinò e gli prese il viso tra le mani. Lo baciò lentamente, con lingua, con fame. Era un bacio che non chiedeva permesso. Giò gli si aggrappò al collo, si fece spingere indietro sul materassino, con le ginocchia che si aprivano istintivamente. Il corpo di Davide gli pesava sopra, caldo, potente.
Si spogliarono senza fretta. Le mani si cercavano ovunque. Le bocche mordevano e leccavano ogni centimetro di pelle. Il sesso di Giò era già duro da minuti, umido in punta, e Davide se lo prese in bocca con decisione, tenendolo per i fianchi mentre lo succhiava fino a farlo gemere.
Giò si contorceva sotto di lui, lo implorava senza parole. Quando Davide si girò e gli offrì il suo, Giò non si tirò indietro. Lo prese tra le labbra, lo assaggiò, lo leccò lentamente, guardandolo negli occhi. Voleva fargli capire che era lì, che voleva imparare, e anche dominare. Voleva diventare parte di lui.
Si penetrarono poco dopo, con lentezza e desiderio feroce. Davide lo prese da dietro, baciandogli la schiena, sussurrando oscenità dolci all’orecchio. Il respiro diventava affanno. I gemiti si confondevano con il rumore del mare in lontananza. Quando vennero, fu insieme, sporchi di sudore, saliva e sperma. Una cosa sola.
Quella fu solo la prima notte.

Ma Giò non sapeva ancora che nessuna delle notti seguenti sarebbe stata come quella.

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