CONSEGNA A DOMICILIO 7

La porta si chiuse alle loro spalle con un tonfo sordo.
Gio e Leo si fissarono per un lungo istante, sospesi, il cuore a martellare in gola.
Non c'era più bisogno di dire nulla.
Leo gli si avvicinò in un attimo, afferrandolo per il viso con entrambe le mani e baciandolo con una fame che Gio sentì arrivargli fin dentro le viscere. Le loro lingue si cercavano, si sfioravano, si afferravano.
Un bacio selvaggio, senza freni, in una fretta disperata. I loro corpi nudi si strinsero, pelle contro pelle, i respiri roventi, i membri duri che si sfregavano tra loro, scivolosi di desiderio.
Leo lo spinse contro la testiera del letto, con una forza che a Gio fece tremare le gambe di eccitazione. Gli prese i polsi e glieli bloccò sopra la testa con una sola mano, mentre con l’altra gli stringeva il fianco, scendendo poi sulla coscia, sollevandola contro il suo fianco con un gesto deciso.
«Ti voglio tutto» ringhiò Leo all’orecchio di Gio, mordicchiandogli il lobo.
Gio annuì, senza fiato, offrendosi completamente, sentendo il suo sesso pulsare tra loro, duro e insaziabile.
Leo si abbassò senza lasciare andare i suoi polsi. Gli baciò l'interno coscia, lo leccò lungo la lunghezza del sesso teso, gli succhiò la punta finché Gio non lanciò un gemito strozzato, incapace di reagire.
Ogni movimento di Leo era un tormento, un piacere che raschiava l’anima.

Quando Gio non ce la fece più, Leo si alzò e lo sollevò di peso, portandolo verso il divano. Aveva deciso che il letto, spettatore di quanto accaduto con il corriere, non fosse adatto al momento d'amore che stava provando.
Lo fece stendere a pancia in giù, mordendogli il collo, la schiena, i fianchi, lasciandogli segni rossi ovunque.
Poi, con una lentezza crudele, si preparò e si spinse dentro di lui.
Gio ansimò forte, serrando le dita contro i cuscini.
Lo sentì profondo, pieno, invadente.
Ogni affondo era una dichiarazione brutale d'amore, ogni movimento lo spezzava e lo ricomponeva.
Leo lo prese a lungo, duro, senza pietà, con il rumore dei corpi che si schiantavano uno contro l'altro nella stanza semibuia. Gio gemeva, mugolava, si lasciava andare completamente sotto di lui, perso nella furia e nella dolcezza di quel momento.
Poi Leo lo girò di scatto, inginocchiandolo sopra di sé.
Gio si calò su di lui, affondando fino in fondo, lanciando un urlo gutturale.
Si mosse sopra di Leo, cavalcandolo con una sensualità disperata, le mani piantate contro il suo petto, le unghie che lasciavano scie rosse.

«Guardami» sussurrò Leo, e Gio obbedì.
Si fissarono negli occhi, mentre Gio si muoveva su di lui, mentre i loro corpi si impastavano, si confondevano.
Leo prese il sesso di Gio in mano e cominciò a masturbarlo, veloce, sporco, mentre dentro di lui continuava a muoversi con forza.
Quando vennero, lo fecero insieme.
Gio urlò il suo nome, gettandosi all’indietro, la schiena arcuata, il corpo che si contorceva in un orgasmo devastante, con lo sperma che gli schizzava sulla pancia e sul petto.
Leo si svuotò dentro di lui un attimo dopo, stringendolo forte contro di sé, quasi volesse fonderli in un'unica creatura.
Rimasero così, sudati, ansimanti, tremanti, avvinghiati.

Dopo lunghi minuti, Gio scivolò di lato, incastrandosi contro di lui, mentre Leo gli accarezzava la schiena lentamente, come a voler imprimere il momento nella memoria della pelle.
«Non ti lascerò mai» mormorò Leo, con la voce rotta.
Gio sorrise, gli baciò il petto, si strinse ancora di più a lui.
Fuori dalla finestra, il primo chiarore dell’alba accarezzava il mondo.
Era finita.
Era cominciata.

E stavolta, sarebbe stato per sempre.

The End