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Eravamo 4 amici al bar/ 3 - Mia moglie


di Honeymark
17.02.2021    |    13.088    |    2 9.4
"- Stai tranquillo, – mi disse..."
Continuavo a domandarmi se la vita avrebbe preso una strada diversa adesso che avevo rotto il tabù delle mogli dei miei amici, ora non più intoccabili. Era un modo per tirare in remi in barca e fare tutto in casa? Anche il rapporto era giusto: con due amanti il sesso tradizionale e una con il sadomaso. Le prime erano senza fondo, l’altra aveva bisogno di tempo.
Stavo pianificando i miei tradimenti, quando mia moglie mi invitò a vedere del materiale video al suo computer.
Ovviamente la seguii e mi sedetti al suo fianco. Il monitor era acceso e l’immagine era il simbolo per avviare i filmati.
- Cos’è? – Le chiesi curioso.
- Tranquillo, lo capirai subito.
Avviò il filmato.
E subito raggelai.
Erano riprese delle telecamere fisse disposte per motivi di sicurezza nel mio appartamento. Visto che non ci vado tutti i giorni, le avevo impiantate per precauzione. Costano pochissimo, si avviano quando c’è movimento e mi mandano il filmato nel PC indicato, il mio.
- Stai tranquillo, – mi disse. – Non ho toccato la tua privacy. È stata la tua privacy a venire da me.
Rimasi ammutolito, raggelato, irrigidito. Terrorizzato. Avrei voluto scomparire.
- Avevi sistemato delle telecamere di sorveglianza in un appartamento che hai preso in centro, – continuò. – Per cui non hanno una grande qualità, ma si capisce tutto. Le avevi collegate al tuo PC per essere informato in tempo reale se qualcuno entrava proditoriamente nel tuo pied-à-terre. L’altro giorno avevo bisogno di usare il tuo PC e mi sono imbattuta nell’icona di telecamere che non conoscevo. Mi spiace, ma pur non sapendo cosa fossero, la cliccai. E questo è il contenuto.
I filmati di quattro telecamere si erano avviati in altrettanti riquadri del monitor. Le telecamere erano statiche, ma nell’insieme si vedeva benissimo tutto. In altre parole, documentavano le mie scopate con Caterina, con Lucia, Caterina e Lucia insieme a me, e infine la seduta sadomaso con Laura.
Ero finito.
Non dissi nulla finché non fermò le riprese.
- Allora? – Domandò con tono raggelante e fermando il filmato. – Hai qualcosa da dire?
Non le avevo neanche mai guardate quelle immagini, cazzo!
Il principio in questi casi era di negare sempre anche di fronte all’evidenza. Ma in questo caso si trattava di riprese video, una prova documentale. Restai zitto e attesi che a parlare fosse lei.
- Se i loro mariti sapessero cosa hai fatto – mi disse finalmente, – o meglio che stai facendo, si rovinerebbero quattro amicizie e probabilmente quattro famiglie.
Quattro famiglie? Mi domandai. Aveva incluso anche la nostra...
Mi guardò severamente.
- Dimmi qualcosa, Cristo! – Gridò. – Credo di essere la moglie che più ha scopato con suo marito in questi ultimi anni, quindi non venirmi a dire che ti mancava il sesso!
Abbassai gli occhi pensando. Lei si alzò per dare maggiore enfasi alle sue parole.
- E io non ti ho mai negato usa serata libera tutte le settimane! – Continuò. – A volte ho chiuso un occhio, a volte ne ho chiusi due! E adesso stai devastando otto persone, quattro famiglie con i loro bambini. Inclusa la tua.
Mantenni il silenzio.
- Non sei mai stato capace di tenere l’uccello dentro i pantaloni, cazzo! – Disse, con il tono di un giudice che sta per pronunciare la sentenza. - Quindi ho preso una decisione.
Mi preparai al peggio. Nella migliore delle ipotesi, quella sera avrei dovuto trasferirmi nel mio appartamento.
- Non dirò un cazzo a nessuno, – disse invece perentoria. – E non voglio disfare neanche la nostra famiglia. Nostro figlio non merita di vivere nella merda per colpa tua.
Apprezzai il pensiero, dato che mio figlio era la cosa che mi scottava di più.
- Ma poiché non intendo perdonarti – proseguì, – ho deciso che te la farò pagare nella stessa misura, forse di più. Pan per focaccia. Anzi, focaccia per pane.
In qualche modo mi sentii sollevato, ma cosa aveva inteso dire?
- Mi scoperò i tuoi tre amici! – Disse dopo un ponderato silenzio, studiando rabbiosa la mia reazione.
Sobbalzai sulla sedia.
- Che cazzo dici?
- Mi sono già mossa, perché quegli stronzi di «amici» non vedrebbero l’ora di mettermi le mani addosso. Tutti tre ci stanno provando da quando hai organizzato i bigliettini quella serata alla baita di Ugo. Loro non scopano praticamente più con le loro mogli e sono affamati come lucci!
La ascoltai semi paralizzato.
- Naturalmente non intendo raccontare loro delle tue maialerie con quelle due troie Caterina e Lucia. Ancora meno parlerò di quella insana relazione sadomaso che hai intessuto con Laura... Lei non è una troia, ma non so come definirla.
Pensò un attimo come andare avanti, poi parlò.
- Devo dire che non mi sarei mai aspettato che Laura fosse sadomaso... E in questo riconosco che sei stato bravo. Sai lavorarti le donne, porco. Per tutti noi, compreso suo marito, Laura è un pezzo di ghiaccio impenetrabile. Ma me la pagherete lo stesso.
- Ma, – intervenni, – Io...
- Zitto! – Urlò. – Non ho finito!
Riabbassai la testa.
- Non dirò nulla a loro, così come loro non diranno nulla del sesso che io farò con loro.
- Ma sei sicura di quello che dici? – Domandai con voce stridula.
- Certo come il sorgere del sole! Se però tu vuoi lasciarmi, quella è la porta.
- Volevo dire... – Farfugliai, – Sei sicura che loro accettino tutti tre di scopare con te? Non danno l’impressione di essere dei vulcani a letto...
- Mi hanno già detto di sì, – rispose incazzata nera. – E forse non hai capito. Non me li scoperò uno alla volta, ma tutti tre insieme!
- Ma cosa dici? Non è possibile! E per farlo insieme ci vuole affiatamento, complicità, voglia di fare sesso...
- Non sei sveglio solo tu in famiglia, amore mio... – disse sardonica. – Anche io ho saputo come prenderli.
- Vuoi dire che è già tutto deciso???
- E ho concordato il tutto, – disse guardandomi feroce. – Il prossimo mercoledì sera saranno le loro mogli ad andare tutte tre alla cena di beneficienza. Io invece andrò a letto con loro. Con tutti tre, insieme.
Ero spaventato e allibito. Mi sentivo le farfalle nello stomaco, come ai tempi dell’università se facevo un esame quando non ero preparato.
- Una cosa è certa, non hanno più voglia di scopare con le loro mogli. – Ammise per darmi fastidio. – E allora devono avere una carica erotica esplosiva potente... Dirompente. Mi rivolteranno come un calzino, non credi?
Mi parlava così per generare dentro di me quella stessa rabbia di gelosia che le avevo fatto provare io con le mie riprese.
- Ma non mi basta. – Proseguì.
Ostia, voleva farsi anche il postino? Il tosaerbe? Il caldaista? Lo spazzacamino?
- Voglio che tu assista mentre i tre uomini mi montano.
Studiò attentamente le mie espressioni, cercando di capire se mi aveva ferito nel mio amor proprio.
- E chiudi quella bocca, prima che entri una mosca! – Aggiunse.
- Ma.... – Dissi piano. – E perché vuoi che io assista?
- Per fartela pagare. Voglio dimostrarti che non occorre essere la Maga Circe per trasformare gli uomini in maiali.

Il mercoledì venne subito. Io avevo passato il più brutto periodo della mia vita. Nessuno di noi due voleva sfasciare la famiglia, ma mi stava chiedendo troppo. In effetti, non era poco neanche quello che avevo fatto io, a ben vedere. E lei aveva visto tutto. Quelle maledette telecamere...!
Guidò l’auto mia moglie fino a casa di Ugo, il marito di Laura. Era un modo per ricordarmi che era lei a dirigere il gioco.
- Guai a te se tiri fuori le tue avventure con le loro mogli, OK? – Si raccomandò mentre eravamo diretti alla porta. – Devi ingoiare la tua umiliazione.
- Non preoccuparti, cazzo! – Gridai.
- Ah, un ultimo dettaglio.
- Sentiamo. – Dissi.
- Ti devo mettere il cappuccio.
- Che cosa?
Tirò fuori dalla borsetta un telo nero con un elastico alla base e mi ci infilò la testa.
- Sei impazzita? – Urlai dentro il cappuccio.
- Zitto, o devo anche imbavagliarti.
Non dissi più nulla. Cercai di farmi coraggio, tutto sarebbe presto passato.
- Metti le mani dietro la schiena, – aggiunse.
Me le prese e me legò dietro. Ormai ero pronto a tutto.
Suonò alla porta e il cuore mi andò a battere all’impazzata. Vennero ad aprire. Si scambiarono i convenevoli, ma dovette fare segni di azzittire perché abbassarono i volumi fino a bisbigliare. Era evidente che dovevano aver concordato il tutto nei dettagli, ma la realtà presenta sempre degli imprevisti. Comunque restai passivo e attesi.
Poco dopo infatti mi accompagnarono in una stanza e mi fecero sedere su una specie di puff. A quel punto mia moglie venne da me e mi tolse il cappuccio, ma prima che potessi dire qualcosa, mi mise un grosso adesivo sulla bocca. Mi aveva imbavagliato.
Qualcuno accese una musichetta di sottofondo e qualcun altro abbassò le luci diffuse e lasciò quelle che illuminavano il letto. Vidi mia moglie e notai che aveva indossato un vestito svolazzante, il che non mi lasciava molte speranze.
Mi avevano sistemato ai piedi del letto, in modo che vedessi tutto. Mia moglie si portò davanti a me e i tre amici si avvicinarono a lei con eleganza ma anche con determinazione. Mi domandai cosa avrei provato, ma non ebbi tempo di pensare. Vidi mia moglie che si muoveva in mezzo a loro camminando con passo quasi di danza, sollevando col palmo delle mani il vestito in modo da mostrare sempre più le cosce. Una danza erotica per invogliare gli uomini che le stavano intorno. Con me non lo aveva mai fatto. Troia. Eppure, con quelle mosse stava attizzando anche me...
Poi uno ebbe il coraggio di avvicinarsi alla schiena di lei e le afferrò la lampo del vestito. La abbassò. In un baleno lasciò cadere il vestito a terra e Emma si coprì istintivamente il seno, ma con malizia. Gli altri due si spogliarono in fretta e si inginocchiarono davanti a lei e iniziarono ad accarezzarle le cosce. Si spogliò anche il terzo, che da dietro le tolse il reggiseno e le prese le tette in mano. Mia moglie gradì le carezze al seno e si lasciò andare tra le sue braccia. Poi uno dei due inginocchiati le sfilò le mutandine e lei lo agevolò. L’amico dietro andò ad appoggiarle il cazzo al culo. Adesso erano nudi tutti quattro e io dovevo star lì a vedere cosa sarebbe accaduto.
E subito accadde qualcosa che mi lasciò basito. I due si erano alzati e mia moglie inginocchiata: in quella maniera prima baciò i loro cazzi, in perfetta erezione, e poi li prese in bocca. Riusciva a prenderli entrambi... Il terzo le aveva messo una mano al culo e con le dita cercava di raggiungere le intimità. Poi i due si alzarono e il terzo salì sul letto, sdraiandosi pancia in su, con il cazzo tenuto in mano perché mantenesse l’erezione. Mia moglie se ne accorse e allora salì sul letto anche lei, si inginocchiò davanti a lui e si piegò in avanti per prenderglielo in bocca. In quella maniera mi mostrava il buco del culo e la figa. Mi eccitai, perché non l’avevo mai vista così, da lontano, da dietro. Quando il cazzo dell’amico tornò in resta, lei si portò avanti sulle ginocchia e si sedette piano sul cazzo che aveva portato in erezione. Lo imboccò con la figa e dolcemente se lo infilò. Io, da dietro, avevo visto tutto. E vedevo ancora le palle del mio amico alla base della vulva. Ero come ipnotizzato da tanta vista.
Ma poi salì sul letto anche il secondo, che si di divertì ad accarezzare la fessura del culo di Emma e, già che c’era, le palle dell’amico. Si avvicinò al culo di mia moglie portandosi con le ginocchia ai lati delle gambe dell’altro. Si sistemò in posizione comoda e abbassò il cazzo per portarlo all’altezza del buco del culo di Emma. Io ero inspiegabilmente eccitato come un verro e desiderai vedere il cazzo del mio amico che scivolava nel culo di mia moglie. Anche se non fossi stato legato e imbavagliato, sarei rimasto fisso a guardare la scena. E quando il secondo cazzo entrò nel suo culo, mi sentii inebriare di piacere. Dio sa perché... Scena che era formidabile, con mia moglie penetrata sia davanti che dietro, con le sole quattro palle che restavano fuori.
A quel punto il terzo salì sul letto, si inginocchiò e si portò col culo alla faccia di quello che stava sotto, attirò a sé il viso di mia moglie e se lo fece prendere in bocca. Provai un senso malvagio di gioia masochista nel vedere mia moglie penetrata dai tre.
- Forza, ragazzi. – Disse a fatica quello che la inculava. – Se siete pronti, la sodomizzo sbattendola e voi cercate di venire insieme a me.
Emma allora cercò di impegnarsi di più col cazzo che aveva in bocca per aiutarlo a venire per tempo, ma quando l’inculatore prese il ritmo, dovette lasciarsi andare.
I due che vedevo da dietro vennero insieme, lo capii dalle contrazioni che avevano i cazzi e dalle urla che non riuscivano a frenare. Poco dopo venne anche mia moglie, con il bacino che sbatteva da solo, fuori controllo. Capii che le venne in bocca anche il terzo quando i suoi gridolini suonarono impastati dallo sperma.
Si sdraiarono spossati e io mi tenni l’incomprensibile erezione inusitata che avevo.
Non so quanto tempo passò, ma quando mia moglie, vestita, mi tolse l’adesivo dalla bocca e mi mise il cappuccio sulla testa, la mia erezione era ancora attiva.
Mi slegò le mani e, sempre incappucciato, mi riportò alla macchina. Non salutò nessuno. Non appena usciti dal giardino e avviati verso casa, mi autorizzò a togliermi il cappuccio.
Salimmo in macchina e partimmo. Non fiatammo per una decina di minuti.
- Niente commenti. – Disse a un certo punto.
E chi voleva farli?
- Perché mi hai legato le mani e imbavagliato? – Le domandai più tardi, come per dire assurdamente che tutto il resto non era un problema.
La cosa la lasciò perplessa, non si aspettava una mia assunzione filosofica della problematica.
- Te lo dico subito, – disse allora. – Luca voleva mettertelo in bocca, Ugo voleva mettertelo in culo, Luigi voleva fare qualcos’altro...
- E tu hai impedito che mi profanassero, vero?
- Esatto.
- Dai, dimmi come è nata questa follia. – Aggiunsi. – È evidente che era da tempo che avevate organizzato tutto. Da prima che tu vedessi i miei filmati. E loro non mi sembrano tipi da avere iniziative…
- Come no! – Rispose con enfasi. – Dopo quella serata a casa di Luigi, quando ci hai suggerito di scrivere i nostri sogni erotici, tutti tre hanno provato a portarmi a letto.
- Ah, begli amici!
- Senti chi parla...
Non commentai.
- Beh, io ovviamente ho detto di no, – continuò. – Molti ci provano con me e ho imparato da tempo a tenerli a bada.
- E allora?
- Allora, un giorno ho visto le riprese delle tue telecamere e prima di farti un culo così ho deciso di organizzare la grande vendetta.
- E il grande piacere, – aggiunsi.
- Subito hanno detto di no, – continuò. – Ognuno voleva montarmi da solo, in piena privacy. Ma poi ho detto che volevo che tu fossi presente e allora tutti hanno detto di sì.
- Maiali...
- Senti chi parla. – Ripeté.
- Ed eri così scura che io avrei accettato pur di non rompere il matrimonio?
- Quasi certa.
- Cosa te lo faceva pensare?
- Avevo capito che eri stato tu a scrivere il bigliettino «Vorrei vedere mia moglie scopata da tre uomini». – Disse dopo una certa pausa.
- E come avresti fatto a capirlo?
- Dalla tua calligrafia.
- Affanculo! – Brontolai.
- Il culo, come hai visto, l’ho dato via. – Commentò soddisfatta di sé. – Contento?
Non raccolsi.
- Ho visto che ti è piaciuto. – Disse guardandomi.
- Non dire puttanate! – Risposi.
- E quell’erezione incommensurabile che hai da quando sei entrato in casa? – Mi toccò l’uccello con due dita. – E che hai ancora…
- Un riflesso condizionato. – Tagliai corto
- Dillo a tuo nonno! Ah ah!
- Beh, non ti avevo mai vista nuda da lontano... – Ammisi sotto voce. – E mi sarebbe sempre piaciuto guardarmi mentre te lo mettevo da qualche parte, magai filmandoci. Avevo pensato che mi avresti detto di no, dandomi del pervertito.
- Puoi sempre guardarti le riprese delle telecamere... – Commentò sarcastica. – Si vede benissimo quando lo metti da... da qualche parte, come dici tu.
Mi toccò nuovamente il pene con due dita. Era sempre gonfio.
- E cos’è che ti ha eccitato di più, maiale?
- Eccitato...? – Protestai. – Diciamo che mi è piaciuto di più vederti il culo all’opera. Le natiche che sbattevano di qua e di là, con i loro cazzi solitamente penduli e invece improvvisamente famelici
- Lo sapevo. – Disse soddisfatta. – Mi muovevo così tra i due pensando a te.
- Maiala.
- Esatto, proprio così.
- Adesso è finita? – Domandai.
- Scordatelo, – rispose. – La vendetta non è finita. Laura merita una soluzione a parte.
La guardai senza dire nulla, domandandomi cosa avesse per la testa.
- Ma... con i tre mariti, – domandai. – È finita?
- Neanche per idea. – Rispose risoluta. – Adesso che so che ti piace...
- Non è vero! – Protestai. – Non mi piace!
- Adesso che so che ti piace... – insisté – lo farò di nuovo, ma con te nudo, senza bende né bavagli. Li lascio divertire un po’ anche con te.
- Sei una troia.
- Ma a un patto. – Aggiunse.
- Sentiamo.
- Guai se dici a qualcuno di loro che monti le loro mogli, o che vai a dire alle mogli che io e te ci facciamo i loro mariti.

(Continua domani)
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