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Il servizio fotografico - Capitoli 6 e 7


di Honeymark
28.01.2018    |    7.172    |    0 9.8
"- Cioè – osservai, – adesso devi fare sesso tu? - Esatto, capo! – Rispose spogliandosi..."
Il link al capitolo 5 è il seguente:
https://www.annunci69.it/racconti-erotici/trio/Il-servizio-fotografico-Capitolo-5_83207.html
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6.



Il servizio fotografico di Natale fu un grande successo e i rapporti personali proseguirono bene. Io divenni il loro scopamico e circa un volta in settimana andavo a letto con l’una o con l’altra o con tutte due. Loro se la godevano da morire e, francamente, anche io ero felicissimo di quella incredibile relazione a tre.
Con Jasmine le cose andarono anche meglio ne senso che, per eccitarmi di più quando facevo servizi fotografici, trovava sempre una scusa per spogliare le modelle. Inoltre, e questa fu una trovata generata dalla sua femminilità, lei mi faceva da assistente fotografa con un vestitino corto e senza le mutandine. Ovviamente faceva in modo di mostrarsi solo a me e si lasciava accarezzare sotto la gonna con una complicità irripetibile. Nessuno se ne accorgeva perché nessuno aveva mai fatto caso alla sua presenza mentre facevo foto…
Laura, la mamma di Jasmine, si concentrò sul servizio fotografico della sua nuova collezione e non mi parlò più della figlia. Però quando fu il momento di fare il suo servizio fotografico con Margie e Sonia, si accorse che tra noi quattro c’era del feeling che andava ben oltre il rapporto di lavoro. Le due modelle stavano quasi sempre nude tra un vestito da indossare e l’altro. E probabilmente sapeva che la figlia non portava le mutandine quando faceva l’aiuto fotografa. Ma visto che tutto questo portava ottimi risultati alla sua collezione, non ebbe nulla da obiettare.
Quel nuovo servizio fotografico con la giornalista bionda e la giornalista nera però ebbe un’evoluzione ancora più intrigante, anche perché richiese tre settimane. I capi della collezione erano 32 e le ragazze erano disponibili due ore ogni tre giorni. L’ambiente si era fatto particolarmente intrigante e non era insolito vedermi vestito parlare con le due completamente nude. Jasmine era felice a pensarmi in erezione a guardarle, anche se ovviamente era una pia illusione. Certo, però, alla fine di ogni servizio fotografico io e Jasmine scopavamo come ricci. Stava diventando la nostra firma.
Il tutto comunque si stava evolvendo in maniera piuttosto rapida. Le due giornaliste ricevevano inviti da tutti. Volevano assolutamente uscire con loro i migliori maschi della città. Questo accadeva anche prima, ma non avevano mai trovato la persona giusta per impostare una relazione. Sapevo che adesso sarebbe stata solo questione di tempo.
Non solo. Anche per lavoro ricevevano richieste da fotografi nazionali ben più importanti di me. Anche lì, prima o poi sarebbe arrivata la proposta giusta e io sarei rimasto da solo.
Solo Jasmine sembrava vedere solo me. E il suo ragazzo Michele, voglio dire. Ma anche con lei, sapevo che prima o poi chi impara a volare spicca il volo.
Per questo quando mi si presentò l’occasione la colsi al volo.

Accadde che una sera, al termine del lavoro, Sonia e Margie mi chiesero brutalmente se mi scopavo la giovane aiutante. Non sapevo cosa rispondere, ma il mio silenzio fu come una conferma. D’altronde eravamo tutti quattro di un affiatamento tale che andava ben oltre al lavoro. Come ho detto, la fotografia è un grande catalizzatore dell’erotismo.
- Te lo abbiamo chiesto perché non ci spiacerebbe fare ancora delle «foto ricordo». – Disse Sonia.
- Pensi che sarebbe gelosa se fotografasse noi tre a letto? – Azzardò Margie.
- No. – Risposi incerto. – Perché dovrebbe esserlo?
- Perché ti ama.
- Ma non dite cazzate! – Protestai. – Non dovete confondere la passionalità per amore.
- Ah, dunque lo ammetti che scopate! Ha ha!
- Ma no, cosa avete capito, io…
- Noi siamo libere la sera dopo le 23, – aggiunse Sonia. – Sentila e facci sapere.
- Cosa vorreste esattamente?
- L’ideale sarebbe che tu la istruissi a darci ordini per farci mettere in posa, – sorrise maliziosamente Margie.
- Sai, – aggiunse Sonia. – Del tipo «mettiti così, fai questo, fai quello, infilaglielo lì, prendiglielo in bocca, leccagli il…»
- Ovviamente darà ordini a tutti tre. – Precisò Margie.
- Ci rendiamo conto di chiedere troppo… he he – proseguì Sonia. – Sappiamo che potresti fare tutto tu. Puoi dirci come metterci, saltare a letto e fare foto col telecomando. Ma non sarebbe la stessa cosa.
- Insomma – precisò alla fine Margie. – Dovrebbe fare le foto ricordo che ci avevano intrigato. Ricordi?
- Gliene parlo e vi faccio sapere. – Risposi. – Dopo le 23 avete detto?
- Sì. Quando abbiamo finito di lavorare.

- Te la senti? – Chiesi a Jessica dopo averle spiegato di massima la cosa.
- Se me la sento? Ma è quello che ho sempre sognato!
- Non sei gelosa a vedermi scopare con loro due?
- No, se alla fine scopi anche me.
- Ostia…
- Dicevi che riesci a venire anche quattro volte, se la donna ci sa fare… he he
- Cioè ti comporteresti come se fosse un servizio fotografico come un altro?
- Un servizio fotografico normale direi proprio di no… ha ha!
- Sì, scusa. Volevo dire…
- Ho capito cosa vuoi dire. – Tagliò corto. – Sì, mi eccita farti eccitare e l’idea di dare ordini a voi tre mi intriga già adesso. Purché alla fine ci sia io.
- Ci sarai alla fine, – la rassicurai arrapato. – Anzi, spogliati che mi porto avanti con i lavori.



7.



Ovviamente organizzai il tutto nella mia sala di posa, dove io e Jasmine avevamo sistemato il letto che di solito sta in camera. Sembrava proprio il set di un film pornografico e in un certo qual modo lo era, anche se il tutto sarebbe restato rigorosamente tra noi. Avrei fatto solo tre copie del tutto, escludendo quindi anche la stessa Jasmine. Fu d’accordo che potevano possederne una copia solo quelli che, nel caso di diffusione del materiale iconico, sarebbero stati fortemente danneggiati. D’altronde, le foto erano una scusa per fare sesso come ci piaceva in quell’occasione.
Per Jasmine fu comunque un momento di gloria perché era lei il direttore di fotografia. Sarebbe stata lei a farci mettere in posa, a darci ordini e a scattare le foto.

Quando arrivarono le due ragazze era tutto pronto. Andarono in bagno a ritoccare il trucco, poi uscirono.
- Pronte? – Domandai sorridendo.
- Prontissime. – Rispose Sonia determinata.
- Da dove cominciamo? – Chiese Margie.
- Spogliandovi. – Era stata Jasmine a parlare dal suo pulpito fotografico.
Ci girammo sorpresi verso di lei, ma non trovammo nulla da ridire e ci spogliammo.
- Abbiamo portato le calze. – Mi informò Sonia. – Le indossiamo?
- Chiedilo a Jasmine, – risposi indicandola.
Il non avere responsabilità creative mi faceva sentire benissimo.
- Sì, – rispose Jasmine che, finalmente responsabile, poteva decidere lei. – Fingete di spogliarvi.
Portò uno sgabello davanti a letto in modo che una si sedesse stando di fianco a mostrare la gamba con la calza, mentre dispose che l’altra stesse in piedi con un piede sul letto.
- Tu, Matteo – mi disse, – Siediti sul letto e guardale.
In effetti era una visione stupenda, perché le ragazze avevano solo le calze. Erano nude. Mi guardai tette, culi e fighe in pieno relax. L’uccello si portò verticale.
Click click click.
- Ora siediti in mezzo a loro, che si metteranno in ginocchio per portare il culo all’altezza della tua faccia.
Le ragazze iniziarono a obbedirle e io lo feci di buon grado perché conosceva i miei gusti.
- Matteo, metti le mani sui loro culi e tirale a te finché le fighe non si appoggiano alle guance.
Sentii nuovamente lo sfrigolare dei peli sulle guance e mi parve di toccare il cielo con un dito. Anzi, con il dito toccai i loro buchi del culo, godendomi le loro natiche che avvolgevano le mani.
- Ora potete togliervi le calze e mettervi ai lati di Matteo. – Proseguì Jasmine. – Sdraiatevi.
Click click click.
Margie si mise alla mia destra e, sdraiata, andò ad accarezzarmi il cazzo. Vederlo così, libero, se ne era appetita subito.
Sonia, alla mia sinistra, si mise in posa per mostrarsi bene alla fotografa.
- Margie, prendiglielo in bocca. – Disse la fotografa, dominante.
Margie si portò al cazzo e con delicatezza lo baciò, le abbassò il prepuzio e se lo infilò in bocca.
Click click click.
- Sonia, bacialo sulla bocca. – Attese che lo facesse. – Ecco, brava; così rende l’idea della beatitudine.
E mi sentivo proprio beato fra le donne.
- Ora, Margie, siediti sopra il cazzo e infilatelo.
Margie non aspettava altro. Se lo sfilò dalla bocca, si sollevò piano e, senza aiutarsi con la mano, se lo imboccò con la vulva e se lo fece entrare in figa in tutta comodità. Le donne nere hanno una vagina più calzante delle bianche.
Click-click-click-click-click.
Aveva fatto una raffica per riprendere la penetrazione in una serie completa. Me la sarei riguardata e riguardata volentieri.
- Sonia, siediti sulla faccia di Matteo.
Sonia venne da me e si sedette in faccia di fronte. Jessica la lasciò per un minuto facendo foto, poi le ordinò di girarsi verso Margie.
- Siediti di culo, Sonia.
Click click click.
- Giocate un po’ così.
Jasmine ci girò intorno e scattò foto in tutte le posizioni, lasciandoci lavorare di nostra iniziativa.
- Fermatevi, – disse poi. – Mettetevi a quattro zampe tutti tre e mostratemi il buco del culo.
«Anche il mio?» – Pensai.
- Anche tu, Matteo, – mi prevenne Jasmine. – Stando in mezzo.
Obbedimmo.
Click click click.
- Adesso – continuò, – con calma, tu Margie ti giri pancia un su. Tu Sonia le vai sopra a quattro zampe, come per fare il 69. Poi tu, Matteo, monti Sonia alla pecorina.
Obbedii e dopo un po’ eravamo messi come ci aveva detto.
- Margie, lecca la figa e le palle.
Click click click.
Messo così, non impiegai molto a venire. Non avevo cercato di impedirmelo, anche perché sentivo che stava venendo anche Sonia. Urlammo come falchi e solo alla fine dell’orgasmo ci buttammo su un lato, spossati.
- Ti ricordo che devi far venire anche Margie… – Disse Jasmine.
- Datti pace! – Risposi sospirando.
- Ti concedo 5 minuti.
- Ti aiuto io, – intervenne Margie. – Vuoi mettermelo nel culo?
All’idea, l’uccello diede subito qualche piccolo segno di approvazione.
- Fatti in là che lo porto a regime. – Disse a Sonia.
Sonia si sdraiò a rilassarsi per far posto all’amica. Margie venne a lavorarmelo di lingua cominciando da tutt’intorno, fino a prenderselo in bocca per intero e a farlo scorrere. Divenne turgido presto.
- Sei pronto. – Osservo alla fine. – Mi giro. Mettimelo nel culo.
Sentirmi dire quello mi portò a regime e mi portai a lei che già si era messa in posizione.
Click click click.
- Aiutalo, Sonia. – Ordinò Jasmine.
Stanca, ma non appagata del tutto, Sonia si portò al culo di Margie. Aveva preso del lubrificante e se lo era messo sul dito. Poi cominciò a lavorarle il buco del culo, finché non introdusse il medio più che poté, muovendolo quasi a farle un ditalino. Margie dimostrava di gradire l’amica da come muoveva il bacino.
Poi Sonia sfilò il dito, mi prese il cazzo e lo appoggiò al buco del culo della nera. Si assicurò che il glande fosse entrato del tutto e infine mi diede un colpetto alla natica.
- Vai! – Disse. – Inculala.
Spinsi dentro e, con mia grande sorpresa, glielo infilai come un coltello caldo nel burro. La donna amava prenderlo in culo. La inculai stantuffando come se la chiavassi, godendomi la presa anulare dell’ano sul cazzo e il possesso del culo che arrivava a toccare il basso ventre.
Click click click.
- Sonia, – ordinò ancora Jasmine. – Metti un dito nel culo a Matteo!
L’ordine mi sorprese non poco, ma Sonia non perse un minuto. Venne da me e, dopo aver messo dell’altro lubrificante sul medio, me lo infilò con calma fino in fondo e cominciò a farmi un lento massaggio anale.
Click click click.
Venni in un baleno, riversando sperma in grande quantità nel retto di Margie.

Stavolta si erano fatte dare una copia delle foto in una chiavetta USB a testa, contenente circa 500 foto. In un’altra chiavetta avevo caricato la ripresa di tutta la scena.
Quando se ne andarono ci abbracciammo alla grande. Abbracciarono anche Jasmine, d’altronde era stata parte integrante del gioco.
- Che te ne è parso? – Chiesi a Jas. – Ti sei divertita?
La sua risposta era un’incognita. Avevo fatto ancora sesso a tre, ma mai senza un regista che mi dava ordini e mi riprendeva.
- Un’esperienza unica e forse irripetibile! – Disse entusiasta. – Non credo che avrò mai più esperienze del genere…!
- Ti sei eccitata?
- Da morire. Era proprio il mio modo di fare il sesso preliminare.
- Cioè – osservai, – adesso devi fare sesso tu?
- Esatto, capo! – Rispose spogliandosi. – Voglio che adesso mi monti da dietro e che mi inondi. Poi ci guardiamo foto e riprese e… mi vieni anche in faccia.
Aveva preso alla lettera la mia potenzialità sessuale… Ma non trovai nulla da obiettare, dato che questi erano gli accordi raggiunti dalla prima volta che avevamo scopato. Ero solo un po’, diciamo, spompato, ma lavorandoci…
- Se tra la monta e il getto in faccia – disse con un pragmatismo encomiabile – mettiamo di mezzo la visione erotica delle foto e riprese. Sono convinta che così tu abbia una maggiore produzione di sperma.
E questa era quella ragazzina che fino a qualche settimana prima consideravo minorenne e per questo intoccabile. Direi che con me era maturata in fretta.
Ci spogliammo rapidamente e salimmo sul letto ancora caldo. Lei si mise a quattro zampe per invitarmi a prenderla alla pecorina. Mi portai dietro, le baciai il culo e la schiena e portai il cazzo prima tra le natiche e poi sotto la figa. Si mosse fino a farsi inforcare bene e la sbattei con calma e attenzione per farla godere. Lo facevo più per lei che per me, visto cosa avevo fatto prima, ma poi la spinsi di gusto per godermi ancora le rotondità del suo culo sul ventre.
Continuai così con sempre più veemenza fino a venirle in corpo inondandola con sperma in grande quantità come piaceva a lei. Sentendo i getti del mio liquido seminale aveva urlato nelle lenzuola.
Con calma ci alzammo e andammo a guardare foto e riprese. Ci eccitammo in fretta.
- Che dici, mi sono meritata la doppia monta? – Mi domandò Jasmine mettendomi una mano sull’uccello per farmelo tornare al lavoro. – Ti ho fatto fare quello che ti piace di più?
- Come ti è venuto in mente di farmi mettere un dito nel culo? Le domandai a bruciapelo.
- Facendoti un pompino mi era sembrato che ti piacesse il dito che appoggiavo lì…
- E allora perché non lo hai fatto tu?
- Non volevo rischiare che ti incazzassi… Ha ha!
- Ha ha!
- Beh, è andata bene.
Il cazzo era tornato pronto.
- Vieni, – dissi a Jasmine alzandola. – Siediti sulle caviglie.
Lasciò cadere la copertina e si sedette sulle caviglie, io mi avvicinai a lei con in cazzo in mano. Le appoggiai il glande alle labbra e lei lasciò che il cazzo entrasse le scorresse tra lingua e palato. Stavolta con la mano andò oltre i coglioni e portò il medio al buco del culo. Visto ciò che aveva fatto fare a Sonia, si limitò a fare pressione sul perineo, il tratto che va dall’ano allo scroto. Una cosa che ti fa venire in fretta…
- Vado avanti da solo, – le dissi come sempre. – Tu masturbati pure.
Portò le mani alla figa e lasciò che io facessi il mio lavoro. Presi la testa tra le mani e mi masturbai così nelle sue fauci. Carico come ero, venni presto e copiosamente.
Il primo getto lo lasciai entrare in bocca. Il secondo la raggiunse sulla fronte e calò quasi subito su occhi e naso. Il terzo e il quarto finirono sui capelli e du un occhio, stranamente sparati più forte del primo. Poi la forza e i getti calarono.
Lei aveva avuto un orgasmo per tutta la durata dell’eiaculazione e anche dopo.
Con le mani rese uniforme lo sperma sul viso come la volta precedente e solo dopo una giusta attesa si alzò e andò in bagno.
Restammo a dormire nel letto del mio studio perché erano le 3 di notte. Lei aveva già avvisato casa che sarebbe rimasta fuori.

Continua.
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