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Una nuova coppia cuck


di Honeymark
07.11.2020    |    23.811    |    14 9.7
"– Ci pare che a te sia piaciuta, di certo per noi è la realizzazione di un sogno che accarezzavamo da tempo..."
1.


Una mattina una mia ex venne a trovarmi in ufficio e la ricevetti immediatamente.
Si chiamava Sara, era stata con me 10 anni prima. Ci eravamo lasciati senza drammi. Io ci avevo provato ancora, ma mi aveva sempre detto di no. Era sposata e felice.
La sua visita mi sorprese
- Sara… – Le dissi baciandola sulle guance. – Qual buon vento ti porta?
- Posso mettermi comoda? – Disse dirigendosi alle mie due poltroncine.
- Ma certo!
Una volta accomodati, parlammo del più e del meno per aggiornarci, poi venne al punto.
- Sono venuta a chiederti un favore.
- Sono qua, chiedi tutto quello che vuoi.
- Non è così semplice, ma ti dico tutto. Poi mi darai la risposta che vuoi.
- Ma certo!
- Saresti disposto a venire a casa mia a farmi delle iniezioni?
- Come hai detto, scusa?
Domanda era decisamente inaspettata.
- La mia infermiera è via, – spiegò. – Ma devo farmi una scatola di iniezioni come tutti gli anni in questa stagione.
- E lo chiedi a me? – Dissi meravigliato. – Ci saranno decine di persone disponibili e...
- Quali decine di persone? – Commentò. – Non basta che le sappiano fare, ammesso che le sappiano fare. Insomma, abbiamo scartato tutti e siamo arrivai a decidere per te.
- Avete? Tu e chi?
- Sì, – disse sicura di sé. – Io e mio marito abbiamo pensato a te.
- Ohibò! – Esclamai. – Raccontami come siete arrivati a me...
- Sei l’unico ad avere le caratteristiche che volevamo noi.
- Dimmele, così gonfio il mio ego!
- So che non sei un vanaglorioso, – rispose. – Ma, anzitutto sei già stato con me...
- E al marito questo sta bene
- Pensiamo che tu non sia assatanato come diciamo, uno sconosciuto.
- E comunque, anche se lo fossi, – aggiunsi, – so controllarmi.
- Esatto. Poi sai fare le iniezioni.
- Come fai a saperlo?
- Me lo hanno detto Laura e Lucia.
- Ti hanno detto che gli ho fatto delle iniezioni? – Domandai sorpreso.
- Sì, e mi hanno detto anche che te le sei fatte tutte due.
- Dannazione che stronze! – Esclamai. – Ma non potevano stare zitte?
- Sono state zitte, – mi rispose ridendo. – Però tu adesso hai confermato il mio sospetto... he he
Cambiai discorso.
- Altre caratteristiche?
- Sì, – confermò. – Non sei possessivo. So che alla fine te ne andrai senza problemi.
- Anche questo è vero. – Ammisi. – Ora ti faccio io qualche domanda.
- Prego.
- Perché non te le fa tuo marito?
- Perché non sa farle e anzi gli fa senso l’idea.
- E perché non hai pensato alle tue amiche?
- Ci ho pensato, – rispose. – E le ho scartate personalmente una per una.
Ci pensai un attimo, poi feci un’altra domanda.
- Come avverrebbe? Lui lo sa?
- Certo. Ti ho detto che lo abbiamo deciso insieme.
- Giusto.
- Verresti a casa nostra verso le 19? Mi faresti l’iniezione e via.
- Tuo marito ci sarà?
- Certo, ma ci lascerà soli.
- Preferisco che sia presente.
- Perché?
- Perché poco o tanto è una situazione di intimità e preferisco che lui sia presente.
- Ha detto che gli fa senso, ma glielo chiedo. Mi sembra lodevole la tua richiesta.
- Vuoi che te le faccia mentre stai in piedi o mentre stai sdraiata.
- A me piace da sdraiata, mi rilasso di più.
- Va bene, – dissi allora. – Di’ a tuo marito che accetto, ma preferisco che lui assista.
- D’accordo, ti telefono per metterci d’accordo.
Si alzò, ci baciammo le guance e se ne andò. Mentre usciva le guardai il culo. Provai un insano piacere all’idea di guardarle nuovamente il culo da vicino, ma lo scacciai subito.

Mi telefonò nel pomeriggio.
- OK allora, – mi disse Sara. – A lui sta bene. Puoi venire già oggi?
- È per sei sere di seguito, vero?
- Si, sempre alla stessa ora, alle 19.
- D’accordo, – confermai. – Hai l’occorrente?
- Sì, grazie.

Lei aveva 30 anni, io 50. Lui, credo, 40, l’età che avevo quando Sara veniva a letto con me. Suonai al cancello della loro villa alle 19. Mi aprirono ed entrai. Mi presentò a suo marito.
- Piacere, sono Lorenzo. – Mi disse stringendomi la mano.
- Piacere, sono Matteo.
- Ecco, le fiale sono queste, – mi disse Sara dandomi la scatola.
Lessi che cosa contenevano e confermai la mia disponibilità.
- Se vieni in camera, trovi la siringa, il cotone e l’alcol. – Mi disse.
Si avviò per farmi strada. Il marito, non ci seguì. Tornai a prenderlo.
- Venga, – dissi al marito. – Trovo opportuno che lei sia presente.
- Mi fa una certa impressone... – Rispose. – E non vorrei creare imbarazzo.
- Guardi altrove quando la faccio, se vuole, ma preferisco che sia presente proprio per evitare imbarazzi di sorta. Almeno la prima volta.
Lui, incerto, mi seguì.
Aprii una fialetta, aspirai il contenuto con la siringa e presi il batuffolo di cotone imbevuto di alcol.
- Sono pronto. – Dissi mostrando cosa avevo in mano.
Sara salì con le ginocchia sul letto, si sdraiò in avanti, abbassò leggermente pantaloni e mutandine. Il marito ci stava guardando. Aveva scoperto troppo poco, quindi le alzai di più la maglietta e le abbassai le mutandine fino a scoprire del tutto il culetto. Ma non il sesso.
Le disinfettai la parte superiore destra del culo, alzai la mano e infilai d’un colpo l’ago. Così si fa, se non vuoi far male. Le natiche vibrarono un po’. Mollai lo stantuffo per vedere se avevo preso una venetta, poi lo premetti per iniettare il liquido. Finito il tutto, portai il cotone alla siringa e sfilai l’ago. Quindi massaggiai la puntura per far assorbire il liquido. Le natiche vibrarono più di prima, generando un certo piacere visivo.
- Ecco fatto. – Dissi, alzando un po’ le mutandine e andando a depositare la siringa.
- Sei stato bravissimo, – disse Sara alzandosi e sistemandosi mutandine e pantaloni. – Hai una mano davvero felice.
Poi andò a baciare il marito sulla guancia.
- Hai visto che bravo che è?
- È vero, – rispose soddisfatto. – Complimenti.
- Me ne vado, – dissi soddisfatto anche io. – Ci vediamo domani sera alla stessa ora.
Quando dopo cena accesi il portatile, trovai una mail di Sara. Chissà come avevano vissuto la cosa. Aprii in fretta la mail.
- Lorenzo è rimasto folgorato, – aveva scritto. – Si è eccitato da morire, prima a vederti appoggiare la mano libera alla natica di sinistra. Poi col massaggio facevi ballare le natiche, scoprendo “la fessura e il buco del culo”. Parole sue. Abbiamo scopato subito come ricci. E penso che stanotte lo faremo ancora.
Non ricordavo di averle appoggiato la mano sulla natica, né di averle visto il buco del culo mentre le massaggiavo dove l’avevo fatta. Ma l’idea che lui avesse avuto un’erezione mentre facevo l’iniezione, la fece venire anche a me per simpatia.

La sera dopo ripetei l’operazione sulla natica sinistra, quindi non potevo appoggiare la mano sulla natica destra, però la massaggiai a lungo.
- Il liquido si deve assorbire bene, – spiegai al marito.
Lui annuì soddisfatto.
Quella sera altra mail di incoraggiamento da parte di Sara.
- Gli piaci proprio mentre giochi con il mio sedere... he he – Aveva scritto. – Se vuoi denudarmi di più il culetto, puoi farlo! Gli piace.
A dir la verità glielo scoprivo già del tutto. Quando abbassavo le mutandine, rimaneva coperta solo la figa. Mi riproposi di scoprirla.
- A te piace? – Domandai.
- Da morire. – Rispose. – Insieme voi due mi fate impazzire. E a te?
- Lo sai che mi piace il culo...
- Dicevo se ti piace la situazione.
- Insolita, – risposi. – Ma devo dire che la sua presenza e la tua disponibilità sono decisamente arrapanti. Se a lui stesse bene, io andrei avanti tutta la vita...
Per ora le feci per tutta la settimana, finché non venne l’ultimo giorno, il sabato.
Quella volta tirai tutto un po’ per le lunghe per tenere scoperto il culo di Sara il più possibile, ma alla fine dovetti lasciarla alzare.
- Ho finito, – le dissi, mostrando la scatola vuota.
- Lo so, – disse Sara. – Però c’è un’altra cosa che devo chiederti.
Guardò il marito, che la incoraggiò a parlare annuendo.
- Dimmi pure, – risposi.
Non ne avevamo parlato, chissà cosa voleva dirmi.
- Queste fiale generano una piccola reazione indesiderata, – cominciò. – La stipsi.
- Sì, – ammisi. – L’ho letto negli “effetti indesiderati” delle fiale. È un problema di sempre, – aggiunse. – Anche con l’infermiera che di solito mi faceva le iniezioni.
- E cosa ti ha consigliato di fare? – Domandai, chiedendomi dove stava andando a parare.
- Mi ha sconsigliato di prendere lassativi e di farmi invece una... una peretta.
- Ha ragione – dissi. – I metodi naturali sono sempre preferibili.
Feci per andarmene.
- Dove vai? – Mi domandò. – Ti ho appena detto che ho bisogno del tuo aiuto.
- Per cosa? – Domandai.
- Per la peretta. – Rispose. – Te l’ho appena detto.
- Cosa? – Esclamai. – Ma no, può fartela tuo marito. Non è affatto difficile e...
- A me fa senso, – intervenne Lorenzo spiaciuto. – Capisco che la cosa possa darle fastidio, ma sono disposto a pagarla per questo servizio.
- Non dica sciocchezze, – protestai. – Non sono un infermiere e lo sapete. Sono qua solo per fare un favore a Sara e...
Stavo per dire «e a lei»...
- Allora ci faccia quest’ultimo favore! – Mi pregò.
- Dai...! – Insistette lei quasi implorandomi.
- Hai l’occorrente? – Domandai a Sara un po’ sul seccato.
Sara mi abbracciò e il marito mi ringraziò.
- Lei è una persona comprensiva, – mi disse.
- Hai anche il liquido apposta?
- No, – rispose Sara. – L’infermiera diceva sempre che la cosa migliore era l’acqua tiepida.
- La penso anch’io così. – Ammisi.
Mi rimboccai le maniche della camicia e mi misi a disposizione.
2.


Sara andò a prendere un clistere ancora incartato nel naylon della confezione e me lo porse. Era azzurro e con la cannula piuttosto grossa, forse 2 centimetri, con la base leggermente più stretta e lunga una spanna. Più da sex shop che da farmacia, pensai. Ma in farmacia ormai si trovano solo i microclismi preconfezionati.
- È Nuovo, – disse Sara. – Ogni anno poi lo butto via.
- E fai bene.
- Riempilo, – mi disse indicandomi il bagno del marito. – Io vado a prepararmi.
Mi sentivo quasi di casa e andai in bagno. Feci scorrere l’acqua e, una volta a temperatura, riempii la pera. Mi sentivo elettrizzato. È da sempre che mi piace fare i clisteri, ma non vado a cercarli. Le occasioni devono presentarsi da sole, come questa. L’uccello non era in erezione, ma riconoscevo il formicolio inguinale che mi accompagna in questi piccoli divertimenti.
Quando tornai in camera, Sara uscì dal suo bagno in accappatoio. Il marito osservava la scena in evidente stato di eccitazione.
- Se volete che esca... – Disse.
- No, – risposi, sarebbe stato un delitto. – Preferisco che rimanga con noi. È meno imbarazzante.
- Non si imbarazzi, la prego. – Mi disse. – Lei ci sta facendo un favore...
- Dimmi quando sei pronto. – Intervenne Sara.
- Lo sono, – risposi. – Spogliati e mettiti giù.
Averle potuto dire quella frase davanti al marito mi dava un certo senso di potere erotico.
Mise un asciugamano sul letto, si sfilò l’accappatoio e lo diede al marito. Era completamente nuda. Sentii l’erezione prendere corpo.
- Come devo mettermi? – Chiese.
- Io preferisco che ti metti in ginocchio con la testa abbassata e che allarghi bene le gambe. Ma se vi sembra una posizione sconcia, puoi stare sdraiata.
- Lei faccia il suo lavoro in tutta libertà. – Disse Lorenzo. – Non si preoccupi per noi.
Ma aveva la voce strozzata dall’eccitazione.
- Grazie, – risposi. – Posso avere un asciugamano piccolo? O una salvietta?
- Certo, – disse il marito.
Andò in bagno, lo prese e me lo porse.
Intanto Sara si era piegata in avanti e aveva allargato le gambe, mostrandomi le sue intimità. Per un attimo rimasi come ipnotizzato da quella vista. Infine mi decisi di cominciare.
- Prima ti accarezzo un po’, – l’avvisai. – Se socializziamo un attimo riceverai meglio la cannula, che è un po’ grossa.
- Ho trovato solo questa, – rispose, con la testa già in basso.
Le accarezzai le natiche col palmo della mano e la base del culo con il dorso. Le lisciai l’interno delle cosce e risalii fino a raggiungere il culo. Poi mi portai alla fessura del culo con l’indice e mi fermai all’ano. Sara ebbe un leggero fremito. Sapevo che le piaceva e piaceva anche a me. Al marito ancora di più.
Premetti un po’ la pera e feci uscire qualche goccia di acqua, che lasciai scorrere sulla cannula per renderla scivolosa.
- Pronta? – Domandai ancora.
- Vai.
Presi l’asciugamanino e lo portai alla figa, sia per tenermi che per evitare che un po’ d’acqua cadesse sul letto.
Poggiai e premetti la cannula sull’ano, il quale cedette in fretta. Mi godetti la vista del buco del culo che si allargava per far posto alla cannula. Sapevo che cosa provava Sara in quel momento, ma non sapevo cosa provasse il marito. Pensando a noi, spinsi dentro la cannula che, pian piano, scivolò dentro. Spinsi con forza l’ultimo tratto e, quando la pera andò a sbattere sull’ano, esclamai «Ecco!»
Sara, sicuramente delusa che la cannula avesse finito la sua corsa, tenne la testa sul letto, sbatté il piede destro, mugugnò come una scolaretta, si predispose a ricevere il liquido.
«Sei mia!» – Pensai, tenendola per il culo col clistere. – Ma non dissi niente, cercando di essere professionista più che mai.
Presi con due mani la pera e cominciai a stringerla per far scivolare il liquido nel retto.
Sentendo il liquido che scivolava dentro, Sara gemette nuovamente. Il marito mi guardava premere con tutte le mie forze sulla pera, affascinato, con la bocca aperta.
- Respira a fondo! – Ordinai a Sara. – Fai respiri profondi, così il liquido si diffonde in tutto il colon.
Mi meravigliai per la mia serietà infermieristica.
Lei cominciò a fare lunghe respirate. La pancia si gonfiava e sgonfiava, il culo seguiva il mio clistere. Sembrava che le stessi facendo fare una danza erotica stupenda tenendola ferma per di là.
Feci durare a lungo l’immissione di acqua, ma ad un certo punto finì. Allentai la pressione e liberai le mani per godermi la scena del clistere azzurro conficcato nel culo. Diedi anche qualche colpetto alla pera per sentire dal rumore se era vuoto.
- Fatto, – dissi. – Ora lo sfilo.
Presi l’asciugamanino e lo portai nuovamente alla figa per impedire perdite di umori vaginali e di gocce del clistere. Lei, a sentire la presa alla figa, non riuscì a controllare un paio di colpi di bacino, come se stesse per venire. Ma poi si placò. Tenendomi per la figa, sfilai piano la cannula e lei automaticamente strinse le chiappe come se volesse impedirne l’uscita. Ma era una reazione involontaria. Quando uscì l’ultima parte della cannula spostai l’asciugamani al buco del culo che si stava chiudendo. Sara fece altri colpetti incontrollati col bacino.
- Tranquilla, – dissi. – Ho finito.
- Peccato, – le sfuggì di dire. – Stavo così bene...
- Tra un po’ starai ancora meglio. – Affermai. – Ora puoi alzarti.
Allungai la mano al marito, il quale mi passò l’accappatoio. Lo aprii e lei se lo infilò.
- Attendi un attimo, – le suggerii. – Fai qualche passo qui nella stanza prima di andare in bagno.
- Un bel lavoro! – Commentò il marito, col sudore sulla fronte. – Venga, lasciamola sola. Le preparo qualcosa da bere.
Mi accompagnò in salotto e mi portò al mobile bar.
- È ora di cena, – osservò. – Lo gradisce uno spumantino?
- Sì, grazie.
Stappò, riempì tre bicchieri e poi alzammo i nostri in segno della salute.
- È bravo, – convenne. – Ha fatto tutto in un modo...
- Lo faccio da tempo. – Risposi, senza dirgli che era la mia passione. – Ma Sara è stupenda.
- Tutto l’insieme... – provò a dire. – Lei mi comprenderà... Mi perdonerà... Tra uomini possiamo dirlo, ma... Mi ha eccitato da morire.
- Più che comprensibile. Ma perché non lo ha fatto lei? – Gli ho domandai. – È bello fare i clisteri.
- Confesso che vederlo fare a mia moglie da un altro mi fa inebriare... Mille volte di più che se lo facessi io. Sono pervertito, vero?
- Mavalà...! E a me che piace farli? – Osservai.
- E a mia moglie che piace subirli? – Aggiunse.
Dunque i coniugi ne avevano parlato ed erano giunti alla decisione suprema di farmelo fare. Gran prova di carattere.
- Fantastico! – Esclamai, brindando ancora con lui. – Direi che ci siamo trovati.
Forse la mia battuta era fuori luogo, ma Sara ci raggiunse in accappatoio.
- Come è andata? – Le domandai, mentre il marito le porgeva il calice di spumante. – Ti ho fatto male?
- No, anzi, mi è piaciuto da morire! Sei stato bravissimo.
Mi sentii arrossire, mentre il marito era soddisfatto.
- Gli stavo dicendo che la cosa mi ha eccitato moltissimo. – Aggiunse Lorenzo, che la prese sotto braccio. – Ha capito benissimo che la mia è una reazione normale. Vuoi che lo facciamo venire ancora?
- Direi di sì. Ma magari ne parliamo io e te.
- Certo.
- Potete considerarmi a vostra disposizione, – dissi alzando il bicchiere.
Dopo un ultimo cin-cin li salutai e me ne andai.

Quando rientrai a casa e aprii la posta elettronica, c’era già un messaggio di Sara.
- È stata una bomba! – Aveva scritto entusiasta. – Eccitato come non so cosa, Lorenzo mi ha scopata e rivoltata come un calzino. E questo grazie a te. Mi ha chiesto di negoziare con te alcune cose. Fammi un segno quando puoi chattare con me.
Aprii WhatsUpp.
- Ci sono. – Digitai.
Dopo qualche minuto rispose.
- Ci sono anch’io.
- Non mi avevi detto niente del clistere prima che venissi da voi! – Protestai.
- Non eravamo sicuri di fartelo fare finché non ci siamo trovati lì per lì.
- Capisco…
- Ti sei divertito? – Mi chiese poi.
- Sì, – risposi. – Ma io non ho scopato. Anzi, non sono venuto per niente...
- Mi spiace, ma ti rifarai.
- Presto?
- No.
- Ah... bene! E cosa volevi chiedermi?
- Promettimi di non incazzarti?
- Promesso.
- Vuole... Vorrebbe che tu mi facessi un clistere mentre... mentre lo monto!
- Eh? Cosa? Ma non ho mai fatto una cosa del genere! Non so neanche se...
- Sì che lo sai. Lui sta sul letto nudo pancia in su, io mi porto sopra e mi siedo sul cazzo infilandomelo, poi mi piego in avanti e tu...
- E io dovrei farti un clistere in quella posizione?
Mi finsi allibito, quando in realtà sarei andato a farglielo anche subito. Questa si chiama creatività! Ma volevo negoziare.
- Sì, – rispose timidamente. – Non ti va?
- Senti, – dissi. – Ho voglia di scopare.
- Non ti mancano le donne.
- Voglio scopare te, – Risposi. – Quindi ti pongo una condizione. Io ti faccio questo incredibile clistere, ma la volta dopo ti inculo.
- E come penseresti di fare per la precisione?
Era in apprensione perché poteva perdere capra e cavoli. E anche io speravo di non perdere l’occasione di stare con loro.
- Come quando vengo a farti il clistere, mentre sei su di lui. Io arrivo da dietro e inculo. Lo prendi da lui davanti e da me nel culo.
- Non so se accetta. – Rispose.
- Chiediglielo.
Anche lei lo desiderava da morire, la conoscevo bene. Ma l’incognita era Lorenzo, di cui sapevo troppo poco. La situazione era decisamente fuori dall’ordinario. Se avevo capito il suo erotismo, ci sarebbe stato. Altrimenti, il tutto finiva lì. E sarebbe stato un peccato.
Sara non mi scrisse per cinque minuti buoni. Era evidente che stava discutendo con lui, ma se andava troppo per le lunghe significava che lui era contrario.
Poi rispose.
- Ci sei?
- Ci sono.
- Accetta – scrisse, – ma a una condizione.
La risposta mi fece avere una erezione sul nascere con tanto di formicolio, ma poi chiesi spiegazioni.
- Qual è la condizione?
- Vuole che la volta dopo ancora tu faccia un clistere a lui.
Attesi anch’io prima di rispondere. La domanda mi aveva preso alla sprovvista. Io ho rapporti con quattro coppie. La loro sarebbe stata la quinta. Ovviamente col tempo i rapporti si erano affievoliti con le altre coppie, ma non erano mai scomparsi del tutto.
Con una coppia, peraltro di età più vecchia della loro, io ero il dominante sadomaso. Con una coppia di giovani io ero amato da entrambi, una sorta di triangolo perfetto; e al giovane avevo anche fatto un pompino. Ma si sono trasferiti in altra città.
Anche la terza coppia era lontana, in Sicilia. Un peccato.
La quarta coppia viveva nella città vicina. Ma con tutte ero d’accordo che sarebbero stati loro a chiamarmi, non io a chiedere a loro
Con Sara e Lorenzo ci sarebbe stato un rilancio della mia passione per cuckolding. E, a quanto capivo, sarei stato il dominante, sia pure dipendente da loro.
- Ci sei? – Mi domandò. – Hai una risposta per me?
- La risposta è affermativa, – dissi sicuro di me.
- Grande!
- Si sta formando una relazione a tre, – scrissi ancora. – Ti piace l’idea?
- Sì, ma è presto per dirlo. Spero di non rovinare tutto.
- Lo fai perché piace a lui, vero?
- Piace moltissimo anche a me!
- Anche a me… – Confermai. – Quando pensavate di farmi venire a casa vostra?
- Sempre di sabato sera, o almeno il venerdì sera.
- E da dove cominciamo?
- Mi fai il clistere mentre lo monto.
- La volta dopo... ti inculo. – Le ricordai.
- E la settimana successiva gli fai il clistere. OK?
- OK.


3.


Fu deciso per il venerdì, forse perché il sabato erano impegnati oppure perché hanno voluto accorciare i tempi dell’attesa.
Suonai alla loro porta alle 19 precise e venne ad aprirmi lei.
- Che bella che sei! – Esclamai vedendola.
Si era messa in ghingheri. Dietro di lei venne Lorenzo, elegante anche lui.
- Scusate, – dissi. – Io non mi sono cambiato prima di venire da voi.
- No – disse lui. – Noi abbiamo voluto vestirci così perché per noi è come se fosse un’altra festa di nozze.
- Wow... che bel pensiero.
- Ti stiamo facendo entrare nella nostra vita…
- Mi rendo conto, – dissi. – Cercherò di non deludervi.
Quelle poche parole modificarono l’atteggiamento di tutti tre.
- Vieni, – disse Sara. – Ti spieghiamo come vorremmo che funzionasse.
Li seguii direttamente in camera da letto.
- Tu vai in bagno, – cominciò Sara. – Noi ci spogliamo e ci mettiamo sul letto. Dopo cinque minuti, non prima, spegni la luce del bagno, apri la porta, esci con il clistere in mano, che avrai opportunamente riempito di acqua tiepida. Poi il resto lo conosci.
- Perfetto. – Risposi.
Andai nel bagno di Lorenzo e chiusi la porta. Guardai l’orologio. Feci scorrere l’acqua finché non si mise a temperatura, qualche grado in più di quella del corpo umano. Poi la aspirai con la pera. Presi un asciugamanino. Guardai nuovamente l’orologio. Attesi un po’, quindi spensi la luce e uscii dal bagno. Avevano messo una piacevole musica di sottofondo.
I due coniugi erano sul letto, nudi. Lui pancia in su, lei a quattro zampe intenta a fargli un pompino. La scena era illuminata da un faretto che non avevo visto le altre volte, come se fosse una luce di palcoscenico. Nel cono di luce vedevo solo loro. Mi portai dietro e li guardai allupato.
Lei, sentendo che ero uscito dal bagno, smise il pompino - che evidentemente serviva per tenerglielo ritto - e con calma studiata andò a portarsi con la figa al cazzo del marito. Lo cercò e piano se lo infilò sedendosi.
Si presentava a me la scena superba di un culo femminile che si alzava e abbassava in modo che accarezzasse la verga con la vagina. Il buco del culo era il mio richiamo, si muoveva in su e in giù come per dirmi di sì… Sapevo quello che dovevo fare.
Però in quella posizione il culo di lei era troppo lontano dal bordo del letto. E non era il caso di chiedere al marito di spostarsi verso di me e uscire dal letto con le gambe, in quel momento avrebbe rovinato la carica erotica. Allora salii anche io sul letto con le ginocchia e le poggiai attorno alle gambe di lui. Adesso ero nella giusta posizione.
Prima la accarezzai per prepararla e, già che c’ero, accarezzai anche le palle di Lorenzo, che gradì. Lei continuava a salire e scendere sul cazzo. Lui teneva le gambe strette e lei aveva posto le ginocchia ai lati del corpo. Presi il clistere e appoggiai la cannula al buco del culo di Sara. La quale strinse un attimo le natiche e smise di montarlo. Quindi le rilassò per farmi strada.
Non potevo prendere in mano la figa, dato che si sbatteva il cazzo del marito, quindi decisi di iniziar di spingere la cannula entro il culo. Lo feci con forza e vidi che lei si inarcò indietro dal piacere, per poi piegarsi in avanti sul petto di lui. Spinsi con orgoglio la cannula nel retto e gemettero entrambi. Aveva sentito anche lui la cannula che scivolava nel culo della moglie, trasmettendo la presenza al suo cazzo nella vagina.
Mi resi conto che la scena era fantastica e lasciai che l’erezione si impadronisse del mio uccello. Portai le mani alla pera e iniziai a premere. I due si agitavano insieme come se entrambi sentissero il liquido scivolare dentro. Probabilmente era così. Lei cominciò a respirare con profondità senza che glielo avessi chiesto io e anche lui ansimò godendosi il ventre di lei che si muoveva sul suo.
Ero quasi alla fine dell’acqua della pera, quando lei iniziò ad avere qualche colpo di bacino. Stava per venire e stavolta non se lo impedì. Si lasciò andare a sbattere e a gemere, trascinando con sé anche il marito. Stava trascinando anche me trattenendo il clistere col culo e li assecondai. Poi però sfilai la cannula e loro cominciarono a venire da soli come scolaretti.
Decisi di dileguarmi, il momento era tutto loro. Lasciai il clistere e con discrezione me ne andai di casa. Non avevo scopato ancora una volta, ma l’esperienza era stata uno spettacolo.

Quando arrivai a casa, Sara mi aveva già inviato un messaggio di due sole parole.
- Uno spettacolo!
Le stesse usate da me per definire l’esperienza.
Non scrisse altro. Ma la l’indomani venne da me a fine della mattinata. La accolsi e la feci accomodare felice della sua presenza.
- Insomma vi è piaciuto... – Dissi soddisfatto.
- Fantastico! – Commentò. – Sai quale è stata la cosa ha caricato di più entrambi?
- No, – sorrisi. – Dimmelo.
- Quando sei salito sul letto per farmi il clistere, abbiamo sentito il tuo peso e ci siamo resi conto per la prima volta che c’era un altro uomo nel nostro letto, nella nostra vita. E ci siamo accorti che questo era quello che volevamo!
- Ne sono lieto, – dissi.
In effetti lo ero davvero, la precisazione mi faceva piacere.
- È giunto il momento, – continuò. – Ormai sei di famiglia. Venerdì vieni a mettermelo nel culo.
Non era una domanda ma un’affermazione.
Non aggiunsi nulla, lei si alzò fiera di sé e se ne andò. Mentre usciva le guardai il culo.

Quel venerdì andai da loro vestito anch’io con giacca e cravatta. Quando mi videro rimasero sorpresi e affascinati.
- Wow, che elegante che sei! – Esclamò Sara.
- Quando comincia una nuova vita – commentai, – mi piace vestirmi bene! È come una festa di nozze... he he
Non era proprio vero, ma avevo voluto adeguarmi alla loro impostazione. Se lo meritavano. Io ero una comparsa, loro i protagonisti.
- Ottimo, – aggiunse Lorenzo. – Allora dopo andiamo a cena da Kinko, che ne dite?
- Ottima idea.
- Prenoto e vengo. – Aggiunse.
Evidentemente volevano parlare con me, dopo.
- Ora come procediamo? – Domandai.
- Andiamo in camera, – spiegò Sara. – A te un bagno e a noi l’altro. Attendi una decina di minuti, poi esci e... fai quello che devi.
Ci fece strada. La seguii e Lorenzo ci raggiunse poco dopo.
Entrato in bagno, trovai l’accappatoio che mi avevano preparato. Mi spogliai e lo indossai. Mi lavai il pene e lo lubrificai con dell’olio fisiologico. Attesi il tempo necessario, quindi uscii. Loro due erano già a letto e, come l’altra volta, lui era pancia in su e lei sopra che lo sbocchinava. Avevano nuovamente avviato una musica di sottofondo adeguata alla circostanza.
Mi portai dietro e lei automaticamente si portò sopra il marito. Come l’altra volta si sedette sul suo pene e lavorò di bacino per trovarlo e infilarselo. Iniziò a montarlo platealmente, sapendo che li stavo guardando.
Io sfilai l’accappatoio, ostentando una superba erezione, che loro non potevano vedere. Lo lasciai cadere in terra e salii sul letto con le ginocchia. Ricordandomi cosa li aveva intrigati, feci anch’io movimenti plateali sul letto per palesare la mia presenza spostando il peso.
Poi lei finalmente rallentò e si piegò in avanti fino a poggiare il petto a quello del marito. Guardai ancora una volta le intimità di Sara in quella posizione spettacolare, lasciando al mio cazzo di andare nella meritata direzione. Mentre mi portavo avanti stando sulle ginocchia che toccavano le gambe di Lorenzo, lui le prese le natiche e le allargò con le mani. Non occorreva, ma era un invito all’azione, un’offerta. Sperai che Sara si fosse lubrificata anche lei come aveva promesso di fare. Lo era.
Appoggiai le mani alle natiche e la accarezzai nel solco ancora prima di prendere il cazzo e portarlo al buco del culo. Volevo che si gustasse i preliminari. E in effetti faticava a contenere la sua eccitazione. Poi finalmente cominciai a incularla.
Spinsi il cazzo e il suo ano si rilassò al punto che, dopo la prima spinta, riuscii a sbatterlo dentro in due mosse. Era morbidissima, come ti aspetti dal culo di una donna che ama essere sodomizzata. Lei tirò indietro la testa e gemette di piacere. Cominciai a sbatterla come se la stessi chiavando. Il cazzo scivolava nel retto con facilità e lasciai che l’ano me lo accarezzasse dolcemente come una piacevole fascia elastica. Lei reagiva in maniera scoordinata, ingombrata come era dai nostri cazzi paralleli. Dovevano alloggiare entrambi e non è una cosa da niente. Ma mi accorsi subito che ero io a masturbare anche la verga di Lorenzo, il quale stava fermo a lasciarsi trastullare da noi due. Stavo chiavando entrambi. Fantastico.
Ma il piacere durò poco, perché in breve sentii che avrei faticato a frenare l’orgasmo. Per fortuna però, questo valeva anche per loro... I due stavano per venire e decisi che potevamo venire insieme. La sbattei sempre più forte, ansimando anch’io. E quando cominciarono a sobbalzare in preda del piacere supremo, liberai anche la mia eiaculazione. L’uccello pompò sperma per un intero minuto. Lo attendeva da tempo. Quando si placò, venne espulso dall’ano di Sara che voleva riprendere la sua presa originale.
Mi gettai a destra sfinito, Sara si gettò a sinistra, spossata. Lui, in mezzo, si lasciò andare felice come un dio.

Impiegammo un po’ a prepararci perché tutti tre facemmo la doccia. Ma verso le 21 eravamo da Kinko, puntuali come da prenotazione. Ci fecero accomodare a un tavolo che doveva essere quello preferito da Lorenzo, il quale ordinò del riesling ghiacciati con i quali finalmente potemmo rilassarci.
- Brindiamo alla nostra nuova relazione! – Disse a bassa voce Lorenzo con il bicchiere in mano. – Ci pare che a te sia piaciuta, di certo per noi è la realizzazione di un sogno che accarezzavamo da tempo.
- Io amo le coppie, – dissi brevemente. – Mi piace essere il terzo di coppia. E voi siete una grande coppia.
Sara mi strinse il braccio in senso di approvazione.
- Conosco come funziona il cuckolding – aggiunsi, – so che io devo essere un oggetto nelle vostre mani. Siete voi a decidere cosa, come a quando. Ma mi sta benissimo.
- Mi fa piacere sentirti dire questo, – continuò. – La cosa che chiediamo è la più assoluta riservatezza. Sara mi ha rassicurato in tal senso e io ho verificato che sei uno che non parla, che non si vanta, che non sputtana nessuno.
Iniziammo il pranzo, dove lui mi spiegava che lavoro faceva. Io gli ho spiegato il mio e lui ha pensato subito come portare avanti un business comune.
- Così si spiegano come mai stiamo molto insieme. – Aggiunse. – Tu hai una morosa?
Mi colse impreparato, ma fui sincero.
- Sono felicemente sposato. – Risposi.
Sara lo sapeva e mi strinse di nuovo il braccio.
- Mi moglie non è gelosa delle coppie che frequento, – aggiunsi. – Né vuole partecipare.
La risposta gli piacque, non gradivano che tra noi si intromettesse un’altra donna. Per loro il rapporto era esclusivamente a tre, dove il ero il terzo.
Finita la cena e bevuti alcuni bicchieri di troppo, liberammo i nostri freni inibitori e facemmo programmi per i prossimi mesi. Io peraltro parlavo poco perché dovevano essere loro - anzi, lui - a dire cosa.
- Le prossime volte, – spiegò senza chiedermi se ero d’accordo, – farai più meno le stesse cose. Una cosa che mi piacerà fare, sarà quella di stare seduto in poltrona a guardare te mentre inculi mia moglie.
Indicò Sara, che si stringeva a me. Prima degli alcolici finali non avrebbe parlato così.
- Le metterai le candele in culo...
Guardai Sara, che evidentemente gli aveva parlato del mio vizietto.
- Le accenderai, le spegnerai a cinghiate... – Continuò, come se si immaginasse la scena. – Mentre vi guardo.
«Sì – pensai – e mentre i fai una sega.»
- Mi masturberò, – precisò, come se mi avesse letto nel pensiero – ma senza venire. Quello lo farò con voi.
Poi mi guardò interrogativo.
- Me lo farai un pompino? – Domandò.
- Allora ti dico quello che vorrei io da voi. – Lo interruppi. – Farò sempre quello che vorrete voi, ma io chiedo di poter sempre accarezzare Sara sotto le gonne ogni volta che sarà a portata della mia mano e sempre che nessuno la veda. Se porterà le mutandine gliele farò togliere. Se non le porterò le farò un clistere.
Mi lasciò parlare eccitandosi.
- Me la farai massaggiare... – Continuai.
- Sì, certo.
- Saranno massaggi erotici. In qualche caso sadomaso.
- Sadomaso?
Annuiva allupato.
- Sì, gradisco il sadomaso. – Aggiunsi. – E dopo ogni incontro, se non sono venuto, le chiederò di farmi venire lei.
- Però la dominerai davanti a me. – Precisò, approvando. – E un giorno farai un clistere a entrambi. OK?
- Puoi contarci, – sorrisi.
- E ogni tanto te lo faremo noi. – Concluse.
- Orpo... – Questo non l’avevo previsto. – E perché volete farlo?
- Così, per palesare il mio potere.

Fine.
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