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trio

Il servizio fotografico, 2° e 3° capitolo


di Honeymark
25.01.2018    |    9.777    |    1 9.8
"Io desideravo… fare mille porcherie e l’unico con cui riuscivo sognare di farle eri tu..."
Il servizio fotografico

2.



Spolverati i piatti della pizza, chiesi a Jasmine che ne pensasse del servizio fotografico.
- È stata una faticata – rispose, – ma anche una figata. Credo che ne abbia valso la pena.
- Sì, – convenni. – Dopo guardiamo il materiale, ma ce n’è abbastanza per fare un bel lavoro. Inoltre l’idea di fare altri servizi così, per divertirci… Mi attizza.
- Beh, credo che ti abbia attizzato anche il servizio appena fatto.
- Perché? – Sorrisi. – Ti ho dato l’impressione che mi sia eccitato?
- Non hai dato l’impressione, – rispose impertinente. – Ti sei eccitato alla grande.
La osservai domandandomi se e come proseguire il discorso.
- Senti, Jasmine, te l’ho detto più di una volta. Anche tu mi attizzi, ma sei minorenne. Cambiamo argomento?
- E tu sei sempre ligio alla legge, vero? Le minorenni non le tocchi…
- Rispetto la legge e in questo caso ne condivido il pensiero. Trovo giusto che una minorenne se la faccia solo con un altro minorenne. Tu vai benone con il tuo moroso Michele che ha la tua età.
- Mentre se io fossi maggiorenne mi salteresti addosso?
- Ha ha! Non dire stupidaggini. Hai visto come mi comporto. Non ho mai fatto nulla senza il pieno accordo della donna.
- Vero. – Aggiunse. – Se io fossi maggiorenne e ti chiedessi di… giocare con me, lo faresti?
- Se fossi maggiorenne sì. Che scoperte!
- Quindi mi trovi carina?
- Ti trovo bellissima, la migliore.
- Cos’è che ti piace di più di me?
- Risponderò solo a questa domanda, poi cambiamo discorso. – Risposi. – Il viso e… il culo.
- Cioè, me lo metteresti sia in culo che in bocca?
- Jasine! – Esclamai alzandomi. – Andiamo a lavorare che è meglio.
Lei se la rideva dalla grossa. Si divertiva ad attizzarmi sapendo che non avrei fatto nulla. La stronza…
Pagai il conto e andammo alla macchina, cercando di cambiare discorso. Il servizio fotografico mi aveva eccitato e, in effetti, lo avrei messo in culo e in bocca alla mia amichetta. Scacciai il pensiero.
- Ti sei accorto che quando fai foto cerco di eccitarti esponendo le tue modelle in maniera volutamente erotica?
Anche questa domanda mi stava sconvolgendo più del necessario.
- Smettila per favore Jasmine. Dobbiamo guardare le foto e dobbiamo farlo serenamente…
- Le mie foto ti ecciteranno da morire.
- E perché le tue dovrebbero essere più erotiche delle mie?
Mi spiacque di averle risposto.
- Perché le ho scattate apposta per fartelo rizzare.
- Jasmine, cristo! Vuoi smetterla? Non provare a intortarmi. Non ci casco. Io ho 40 anni e tu… E tu quanti ne hai adesso, 17?
- Ti ricordi quando abbiamo cominciato a far foto insieme?
- Sì, un paio di anni fa.
- No caro, quattro anni fa. Avevo 16 anni, quindi oggi ne ho quasi venti!
Se non stavo attento uscivo di strada. Come avevo fatto a non capirlo? Non volevo accorgermi che fosse cresciuta come una donna…
Mi mise la mano su una gamba. Riuscii a tenere la guida.
- Se ti dico una cosa, prometti di non dirlo né al mio moroso né alla mia mamma?
- Sei impazzita? Io non parlo mai con nessuno di certe cose!
- Te lo chiedo perché io amo il mio moroso e non voglio perderlo. E mia madre sa che ho un debole per te.
Mi girai a guardarla allibito.
- Cosa hai detto a tua madre?
- Che ho un debole per te. Fin dall’inizio, da quando ero minorenne.
- Ma se hai detto che ami il tuo moroso!
- Infatti, ma lui a letto è un bamboccione e allora… Ne ho parlato con la mamma.
- Madonna, penserà che io ci ho provato!
- No, le ho sempre detto che tu non ci hai mai provato.
- Ossignore…! E lei cosa ha detto?
- Mi ha messo in guardia…
- Meno male… Cioè cosa ti ha detto?
- Che se ci fossi stata me lo avresti messo in bocca e nel culo.
Feci una brutta sbandata, ma non uscii di strada. E non parlammo più fino al mio studio.
Una volta arrivati, preparai in silenzio il computer portatile e caricai le foto. Lo collegai a un videoproiettore, ci mettemmo comodi sul divano e lo avviai col telecomando.
Le foto erano bellissime. In tutto me ne sarebbero servite solo una ventina, per cui potevo scegliere davvero il meglio. L’erotismo offerto da certe immagini era di una pulizia eccezionale. Sicuramente intrigavano, ma non offrivano assolutamente nulla di volgare. Era come se avessimo voluto suggerire al mondo di non fare la guerra ma l’amore e senza distinzione di razze. La malizia era mascherata da innocenza, come se le due ragazze non trovassero nulla di male in quello che facevano. Erano donne, punto e basta.
Fatto il primo screening isolando un centinaio di foto che avremmo mostrato alle ragazze, avviammo lo slide-show delle foto di scena scattate da Jasmine.
Forse la chiacchierata di poco prima aveva modificato il mio atteggiamento critico e comportamentale nei suoi confronti, ma trovai subito una fortissima carica erotica in quasi tutte le foto di Jasmine.
Quando le ragazze si erano tolte i collant, lei le aveva riprese nelle situazioni più intime e, direi, volutamente volgari. Lei, contrariamente a quello che avevo pensato fin lì, era brava a fare foto, solo che cercava bel altro rispetto a quello che volevo io. Tutti i dettagli che aveva ripreso li aveva scelti per intrigare me. Non ci volevo credere, ma l’uccello si mise in posizione di lavoro.
- Allora, – domandò Jasmine. – Sono riuscita a farti eccitare?
Non risposi. Poi, quando vidi le ragazze che si erano sedute con le autoreggenti, invece che l’«Angelo Azzurro» che avevo voluto ricreare io, lei aveva tirato fuori il «Diavolo bianco e nero»…
Alla fine, le «foto ricordo» erano l’inno all’erotismo puro. Aveva fatto un primo piano dove si vedeva la mia faccia estasiata stretta tra il pube di una donna bianca e il culo di una donna di colore, incorniciata dai mantelli rossi di Babbo Natale. Non me ne ero accorto, ma ad un certo punto avevo tirato a me i due fianchi portandoli attaccati al viso. Può sembrare assurdo ma, guardando la foto, la scena mi stava creando un’erezione fantastica che mentre «posavo» neanche mi aveva sfiorato. Provai il desiderio di rifare la scena…
- Allora? – Disse. – Che te ne pare? Te lo sto facendo rizzare?
- Tu cosa dici?
Non la consideravo già più una minorenne…
- Che ti è diventato enorme… – Rispose soddisfatta, – Ha ha!
- Ti sfileresti i jeans?
- Vuoi farmi una foto?
- Voglio vederti il culo. Porti i collant?
- No.
- Allora sfilati tutto.
Si alzò e in un baleno si tolse i jeans e le mutandine. Si mostrò davanti e dietro, facendomi estasiare con la figa e sognare con il culo, quindi corse da me e si sedette a cavalcioni, un ginocchio per parte.
- Tu resti vestito?
In un attimo mi spogliai anch’io restando seduto e lei cercò subito di infilarselo.
- È vero quello che si dice… – Bofonchiò abbracciandomi, mentre armeggiava il cazzo con la figa. – Ce l’hai proprio grosso.
Si godette la mia dimensione sistemandosi su di me, mentre io l’aiutavo tenendola per il culo. Aveva davvero le più belle natiche del mondo. Muoveva il bacino per godersi il cazzo che la penetrava e la lasciai fare.
- Per essere una ragazzina sei davvero brava! – Le dissi per farle un complimento.
- Non sono una ragazzina, ma non ho esperienza. Sto solo facendo quello che ho voglia di fare. Fotterti.
- A proposito, a fecondità come stai?
- Non preoccuparti. Mia madre mi fa prendere la pillola.
Subito mi diedi da fare a ruota libera.
- Scusa, – sussurrai poi. – Non sapevo di ingelosirti facendoti fare foto di scena… E le foto ricordo…
- Non mi ingelosisce affatto. – Rispose godendosi il cazzo in corpo. – Anzi, mi eccita proprio fare quello che facciamo. Fartelo rizzare mi ha fatto sognare di essere tua.
- Quindi il farmi coprire i culi con le mani era una scusa per farmele toccare?
- Ci sei arrivato finalmente…
- Ma ti basta davvero eccitarmi da morire?
- No, ti ho detto. Alla fine voglio fotterti.
- Cioè ti piace spogliarmi le donne che fotografo per poi goderti tu l’erezione?
- Esatto.
- Fantastico…!
Le toccai il buco del culo con un dito. Sentire le sue natiche che si sistemavano attorno alla mia mano mi fece sospirare.
- Vuoi già mettermelo in bocca e nel culo? – Disse infilandomi la lingua nell’orecchio.
- Perché no? – Sorrisi malizioso.
- No, hai il cazzo troppo grosso per il culo. Dovrai abituarmi un po’ alla volta.
- Beh, in bocca credo che ci stia… he he
- Prometti di non dire nulla a mia madre e al mio moroso!
- Ancora! Ma la vuoi piantare? Non ci penso neppure.
- Semmai glielo dico io…
- Dici cosa? E a chi?
- A chi… Alla mia mamma, no?
- Ossignore…
- Adesso taci e lavora.
Decisi di fotterla per bene, quindi la presi in braccio e la portai nel letto che tengo nell’altra stanza. Appena sopra la penetrai da davanti in maniera classica, che è il modo migliore per «sentire» il corpo di una donna. Il petto che schiaccia le tette, le cosce attorno alla vita, la mano dietro al culo sino a toccare l’ano, lei che ti si fa intorno mentre la penetri.
Poi, saltando le altre posizioni, la girai sdraiata pancia sotto per godermi il suo culo fantastico.
- Non preoccuparti – le sussurrai, – non ti inculo. Ti chiavo da dietro per godermi le tue natiche che sbattono sul mio basso ventre.
Allora si adoperò per farmi godere scuotendo il culo in sintonia con il mio cazzo. Dopo qualche battuta sentii che il suo bacino stava sbattendo incontrollato e capii che era il momento di farla venire. Quindi aumentai sempre di più le mosse finché non la sentii urlare e allora mi lasciai andare anch’io. Venni a getti come un animale dentro di lei. Prenderla così mi aveva caricato il corpo come se fosse stata la prima volta che scopavo. E in un certo senso lo era.
- Ti piace proprio il mio culo, eh? – Mi chiese quando si placò, rimanendo pancia sotto con me sopra.
- Sì, – ammisi. – Ma mi piace anche il pompino.
- La mamma dice che piace a tutti.
- E smettila di parlare di tua madre! – Protestai. – Dimmi invece cosa piace a te.
- Oltre alla scopata come quella che abbiamo fatto adesso?
- Sì.
- Prometti di non dirlo a nessuno.
- Ostia… Promesso!
- Mi piace… lo sperma
- Valà? In che senso?
- Mi piace… essere riempita come hai fatto adesso…
- Ottimo!
- Guarda che hai promesso…
- Sì, lo so e lo confermo.
- Lo sperma i piace dappertutto… Dietro, davanti, in bocca…!
- Wow!
- Dentro… e fuori!
Rimasi perplesso.
- Anche fuori? Cioè?
- Se fai l’interruptus, venendomi sul pancino, mi faresti impazzire…
- Davvero?
- Sì. E anche sulla schiena se mi prendi da dietro… E sulle tette… E più su…
- Più su… cosa?
- Guarda che hai promesso.
- Smettila.
- Prometti di non considerarmi una troia.
- Ha ha! Ognuno ha diritto di essere quello che è.
- Insomma – disse vincendo un notevole imbarazzo, – mi piace… lo sperma in faccia!


Il servizio fotografico

3.



Confesso che Jasmine mi aveva sorpreso per la seconda volta nel giro di pochissimo tempo. Prima con l’età che mi era sfuggita completamente e adesso con…
Più di una volta avevo trovato qualche donna che amava masturbarmi con le tette fino a farmi venire. Poi con le mani si spalmavano lo sperma sul petto. Ma non ero sicuro che piacesse anche a loro. Stavolta la mia giovane amica aveva fatto un passo ben più avanti. E aveva trovato il coraggio di parlarmene. All’età di soli 20 anni.
- Hai capito perché ho un debole per te? – Continuò riprendendo la sua confessione.
- No. – Risposi sinceramente.
- Sei maturo, hai il doppio della mia età. – Proseguì. – Io amo il mio moroso, che però è uno gnocco a letto. Io desideravo… fare mille porcherie e l’unico con cui riuscivo sognare di farle eri tu. Dapprincipio era sesso ludico, solo pensieri che facevo masturbandomi. Poi ho sognato di dirtelo. Quindi l’ho detto a mia madre. E alla fine ho avuto il coraggio di parlartene, sperando che un giorno tu…
- Hai confessato davvero tutto questo a tua madre?
- No.
- Grazie a Dio…
- Sa solo che desideravo farti un pompino.
- Ostia!
Mi stava venendo mal di testa.
- Senti, facciamo un patto? – Disse.
- Dimmi.
- Io continuo a farti eccitare con tue modelle, che non sospettano la mia complicità, però alla fine mi…
- Continua.
- Quante volte riesci a venire in una scopata? – Mi chiese lì per lì.
- Prometti di non dirlo a nessuno? – Dissi imitandola.
Sorrise e alzò la mano. – Promesso.
- Posso venire mediamente tre volte. Se la donna merita e ci sa fare, anche quattro.
- È quello che pensava anche la mia mamma.
- Jasmine, – gridai. – Sei una incommensurabile stronza!
- Quindi sei in grado di montarmi e di venirmi in faccia in una stessa serata?
- Jasmine… – Dissi stringendomi la fronte con le mani. – Fino a due ore fa per me eri una innocente ragazza minorenne. E adesso vuoi addirittura che…
Si strinse a me.
- Te lo lascio mettere dove vuoi, – disse quasi con tenerezza. – Ma poi mi vieni anche in faccia.

Come si riesce a cambiare Velocemente a questo mondo…
- Che dici, sono stata brava con le foto? Ti ho fatto eccitare? Mi sono meritata la doppia monta? – Mi domandò Jasmine mettendomi una mano sull’uccello che era tornato in resta. – Credo di averti eccitato al punto giusto.
- Vieni, – dissi a Jasmine. – Inginocchiati e siediti sulle caviglie.
Lo fece e io mi portai a lei con in cazzo in mano.
- Apri la bocca. – Dissi, appoggiando il cazzo alle labbra.
La aprì chiudendo gli occhi e lasciò che il mio cazzo le scorresse tra lingua e palato. Lei mise le mano sotto i coglioni praticamente lasciandosi fare. La sbattei così, forzando un po’ il pompino che lei mi stava facendo passivamente.
Quando sentii che stavo per venire nuovamente, le dissi cosa fare.
- Vado avanti io, tu masturbati pure.
Portò le mani alla figa e lasciò che io facessi il mio lavoro. Presi il cazzo con la mano destra e proseguii la sega che, da masturbazione assistita (il pompino) era divenuta manuale per consentire a lei di toccarsi. Venni presto e copiosamente.
Il primo getto fu corto e finì nella sua bocca, Il secondo fu più potente e la raggiunse a un occhio, da dove scese sulla guancia. Il terzo fu ancora più lungo e finì sui capelli, filando verso il basso. Poi ebbi altri getti convulsi che finirono un po’ su tutto il viso.
Lei aveva cominciato a venire non appena sentito il primo getto di sperma dissolversi in bocca. E quando la sborra le impiastrò la faccia sembrava entrare in trance.
Poi, andando avanti con la mano sul proprio sesso, con l’altra si rese uniforme lo sperma su tutta la faccia e rimase così finché non si placò. Solo alla fine si alzò e andò in bagno felice.

2 e 3 di 8 Continua.
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