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Il servizio fotografico Capitolo 5


di Honeymark
27.01.2018    |    7.278    |    1 9.7
"Non ero in grado né di avvisarla né di impedirmelo..."
Questo è il link del capitolo 4:
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Il servizio fotografico.

5



Qualche giorno dopo ci furono importanti novità.
La mattina, parlando con la Mamma di Jasmine, Laura, valutammo l’idea di presentare la sua prossima collezione con l’intervento di Sonia e Margie in veste di modelle. In effetti, per Natale sarebbe uscito il servizio che io e sua figlia avevamo fatto e la loro popolarità sarebbe cresciuta di molto. L’idea mi pareva interessante e promisi di sentirle appena possibile.
Poi Laura mi piaceva. Avrà una quarantina d’anni o poco più. Non ci ho mai provato, anche se è divorziata da una vita. Ma quella mattina, guardandola, mi era sembrato di vedere Jasmine. Sì, era bella.
- A proposito, – mi disse prima di lasciarmi. – So di te e Jasmine…
- Dannazione! – Protestai. – Ma non è capace di tenere la bocca chiusa!?
- Beh, – commentò Laura con un certo sarcasmo. – Mi pare che non ti dispiaccia affatto che tenga la bocca aperta…
- O cazzo…!
- Esatto.
- Laura…
- Volevo dirti questo. – Aggiunse prima che io dicessi altro. – Falla divertire. Divertiti anche tu. Rivoltala pure come un calzino. Però mi raccomando, non confondere la sua passionalità per amore. Il suo moroso è Michele, punto basta.
- Laura… – ripetei. Non sapevo cosa dire o cosa fare per uscire da quella situazione imbarazzante.
- Jasmine – continuò – svezzerà Michele grazie all’esperienza che sta facendo con te, OK? «Vedila» così.
- Laura… – Dissi per la terza volta. – Lo accetti un invito a cena?
La battuta mi era uscita da sola. Spesso, per chiudere un diverbio, propongo una cena conviviale. Stavolta era del tutto inopportuno.
- Cos’è, – commentò tornando verso di me. – Ti piacciono anche il mio culo e la mia bocca?
- Laura no. Cioè sì: Scusa. Sei più bella di Jasmine… Cioè volevo dire…
- Beh, – concluse sorridendo, forse per salvare la nostra relazione. – Farò la fila. Quando avrai finito con Jasmine, mi farò avanti io.

Incontrai Sonia a mezzogiorno per l’aperitivo dell’indomani. Per i giornalisti le mattinate si consumano nelle conferenze stampa, nel pomeriggio si scrive, in serata si pubblica.
Le spiegai la proposta nata con Laura.
- Vale per tutte due, te e Margie, ovviamente. – Precisai. – Che ne dici?
- Direi che sia il caso di parlarne a tre. – Rispose, dopo averci pensato un po’.
Prese il telefonino e chiamò l’amica. Parlarono senza che io comprendessi nulla, poi chiuse la comunicazione.
- Veniamo venerdì sera nel tuo studio, se a te sta bene. – Disse. – Siamo libere entrambe.
- Sì certo, – risposi senza conoscere la mia agenda. – A che ora?

Quel venerdì arrivarono insieme alle 20. Erano bellissime, si erano truccate come se avessero dovuto posare per un servizio.
- Siete bellissime. – Sorrisi. – Volete che vi fotografi ancora?
- Grazie, no. Niente foto stasera.
Le feci accomodare.
- Eccoci, – dissi. – Avete valutato la proposta di Laura Federici?
- Sì, – disse Sonia. – Siamo interessate. Però dobbiamo chiedere un compenso.
- Mi pare giusto, – dissi.
- Lo chiediamo perché avremo da discutere con l’Ordine dei giornalisti. – Spiegò Margie. – Lo sai che non possiamo fare pubblicità in quanto giornaliste, no?
- Non potete fare da testimonial, – precisai. – Posare per un servizio è diverso.
- Lo sappiamo, – disse Sonia. – Per questo accettiamo. Ma proprio perché ci sarà da discutere vogliamo qualcosa.
- Io ho sempre pagato le mie modelle.
- Da te vogliamo un’altra cosa.
- Ohibò, – mi sfuggì. – E cosa?
- Vogliamo venire a letto con te. – Disse Margie.
- Cosa?
- Tutte due, adesso, qui, con te. – Concluse Sonia.
Rimasi senza parole. Ma sapevo benone che in questi casi è meglio non dire niente e stare al gioco. Erano bellissime e se avevo qualche domanda da fare era meglio farla… dopo.
Mi alzai e loro fecero lo stesso. Le precedetti nella camera da letto, dove per fortuna era tutto pulito e a posto. Puro culo: non abito lì e la donna delle pulizie viene una volta in settimana. Accesi la luce schermata, avviai una musica di sottofondo e mi girai a guardarle. Si stavano spogliando, quindi feci la stessa cosa anch’io. D’un tratto eravamo tutti tre in piedi ignudi, pronti per l’uso. La mia erezione era bene in vista e sapevo di fare bella figura. Mi avvicinai a loro per mettermi in mezzo.
Le abbracciai in modo che fossero loro a godersi il mio corpo. Il mio cazzo era al centro delle loro attenzioni e le lasciai fare. Una mi si mise dietro e l’altra davanti. Il loro calore era inebriante. Iniziarono a baciarmi e a leccarmi, scendendo dall’alto al basso. Quando arrivarono al cazzo allargai un po’ le gambe per stare meglio in equilibrio e per consentire loro di frugarmi a piacere.
Dietro avevo Margie e davanti Sonia. La nera mi infilò il naso tra le natiche aiutandosi con le mani come per cercare il buco del culo. La bionda giocò con labbra e naso attorno all’uccello. Poi iniziarono a usare la lingua, volevano attizzarmi.
Quando mi parve il momento, le feci alzare. Rimasi in mezzo per godermi le loro rotondità, una col mento sulla spalla sinistra, l’altra col mento su quella destra. Le loro tette mi gongolavano di gioia, ma decisi lo stesso di abbassarmi anch’io per godermi il pelo delle loro fighe sulle mie guance stringendole a me con le mani sui loro culi. Fu una sensazione bellissima. Le mani frugavano tra le natiche e il pelo sfrigolava attorno al mio viso.
D’un tratto mi parve che fossero più intenzionate a baciarsi tra loro che a giocare con me. Mi sfilai piano e le lasciai giocare abbracciate, per poi condurle piano al letto. Sempre lasciandole abbracciate con passione, le feci sdraiare tenendomi di lato. Erano così belle che era un delitto fermarle.
Margie stava sopra e pian piano si portò a baciare le tette di Sonia, che mugolava come un gatto. La vidi scendere fino a portarsi col viso sul basso ventre dell’amica. Sonia continuava ad accarezzarle la guancia, ma poi allargò le gambe e sollevò le ginocchia in modo che l’altra potesse baciarle la figa. E così fece, o almeno raggiunse il pelo e cominciò a leccarne gli inguini.
Sonia cercò la mia mano e io gliela strinsi stando sdraiato al suo fianco. Allora Margie cambiò registro. Mise la mano sinistra sulla figa di Sonia e si portò inaspettatamente col viso sul mio cazzo. Lo annusò senza smettere di accarezzare l’interno della coscia dell’amica, poi con la mano libera mi abbassò il prepuzio. Mi baciò il glande e quindi, senza esitazione, se lo prese in bocca. Si godette le mie dimensioni infilandoselo fin dove riusciva.
A quel punto Sonia si raccolse e venne a portarsi su di me. Prima mi baciò a lungo lingua-lingua e poi, con calma studiata si portò a cavalcioni sul mio viso girata verso Margie, in modo che la figa andasse ad appoggiarsi alla mia bocca.
Si mosse anche Margie, che fece la stessa cosa, ma sedendosi sul mio cazzo. Se lo puntò piano, con attenzione, la poi se lo infilò in figa del tutto.
Entrambe si misero comode e cominciarono ad agitarsi per godere l’una della mia lingua e l’altra del mio cazzo. A sentire i movimenti, però, capii che stavano anche giocando tra loro. Sicuramente si palpavano le tette e poi certamente si baciarono.
Pur stando così, io lavoravo il più possibile di faccia e di bacino, cercando di collaborare. Ma, ad un certo punto, la stretta che Margie aveva dato alla figa per godere di più, iniziò a farmi venire.
Non ero in grado né di avvisarla né di impedirmelo. E mi lasciai andare. Venni a profusione come non mi era mai capitato. Lo sperma usciva a getti e Margie cercò di godersi il momento, sbattendosi sfrenata sul cazzo.
Quando il cazzo fu placato, le due si staccarono da me e si misero una sopra l’altra a giocare nuovamente da sole.
Dopo un po’, si portarono a me che stavo riprendendomi pancia in su, una a destra e l’altra a sinistra. Riposammo un po’, poi Margie - la nera - mi ringraziò.
- Non dovete ringraziarmi, – le dissi. – Per me è stata una situazione senza precedenti. Ho toccato il cielo con un dito.
- Me siamo felici, – disse piano Sonia. – Ma devi sapere che non siamo lesbiche…
- Non dovete spiegarmi niente, – la fermai.
- Beh, ascolta lo stesso, – continuò.
- Ascoltala – insisté Maggie.
- Posando per te ci siamo sentite immediatamente attratte in un modo irrefrenabile, – continuò Sonia. – Il calore del corpo di Margie mi aveva quasi fatto venire…
- Stessa cosa per me, – aggiunse Margie. – Desiderai subito di baciarla, accarezzarla. Dappertutto.
- Ho visto… – Dissi piano.
- Nei giorni successivi abbiamo provato ad andare a tetto io e lei. – Continuò Sonia. – Ma non è stata la stessa cosa. Non ci attiravamo più come quella volta con te e dopo qualche minuto ci siamo fermate del tutto.
- Ragionandoci – riprese Margie, – abbiamo capito che ci mancava la presenza di un uomo. Abbiamo pensato a te, perché la situazione era nostra.
- Non siamo lesbiche, – ripeté Sonia. – Ma ci attiriamo da morire.
- Come hai visto, la tua presenza ci ha fatto scattare di nuovo la passione.
Questa ultima parola fu come un segnale per loro. Margie si dispose sdraiata pancia in su, Sonia le si portò sopra e si baciarono appassionatamente. Si palparono in tutti i modi, finché Sonia non decise di girarsi e portare la testa al sesso di Margie e la figa sulla bocca della compagna. Fecero un sessantanove scatenato, tanto che in breve il mio cazzo si riportò in posizione di lavoro. E allora decisi di soddisfare anche Sonia, che finora non aveva avuto né il mio cazzo né lo sperma.
Mi portai sopra di lei e cercai di penetrarla da dietro, col cazzo che cercava di prendere il posto della lingua di Margie. La quale capì al volo e mi aiutò a infilarlo in figa di Sonia. Sonia gridò di piacere e Margie, come per ringraziarmi di quello che provocavo all’amica, cominciò a leccarmi i coglioni.
Stavolta mi controllavo e decisi di venire solo quando sentii che a Sonia stava iniziando l’orgasmo.
Inondai di sperma in grande quantità anche la figa di lei, mentre Margie si godeva il tutto con la sua instancabile bocca.
- Sì, – disse poi Sonia in pieno relax. – Ci piace il cazzo. Ma ci piacciamo anche noi.
- Perché non vi comperate un cazzo artificiale?
- È un’idea, – commentò Margie ridendo. – Però ci serve comunque la presenza di un uomo.
- Margie, – Dissi allora. – Mettiti a quattro zampe e leccala a Sonia. Ti inculo.
- Ha ha! Vacci piano con quel cazzo lì. – Rispose. – Mi metto in posizione ma mi prendi alla pecorina.
- Ce lo metterai anche nel culo, – confermò Sonia. – Ma con calma. Faremo un po’ di sesso a due, una volta io, una volta lei. Ti va di diventare il nostro «sopamico»?
- Cazzo se mi va! Siete bellissime e ci siete con la testa!
- Ottimo, – sorrise Margie. – Perché era da un anno che non scopavamo…
- Forse è stato per questo che ci siamo così sentite attratte l’un l’altra al contatto della pelle… – Sospirò Sonia.
- Con me vi rifarete, – promisi. – Io ci sono sempre.

Continua.
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