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VIAGGIO A ROMA - 3 (marito cuckold e porcello)


di gioviaf
06.08.2019    |    16.419    |    5 9.0
"Suo marito che incapace per una ragione fisiologica di approfittare dei diritto di sposo, tentava forse di identificarsi con lo sconosciuto il cui vigore la..."
VIAGGIO A ROMA - 3 (marito cuckold e porcello)

Segue il racconto di Rita:

Una sera mentre si trovavano nel ristorante di un albergo di Nizza, Piero non tardò ad accorgersi dell’attenzione che dimostrava verso sua moglie uno sconosciuto seduto ad un tavolo vicino.

“Ho l’impressione” disse Piero a Rita, “che questa sera tu conoscerai dei piaceri fuori del comune”. Poi, già pronto ad allontanarsi, aggiunse “Io ti lascio a questo ragazzo che non tarderà certo a farsi avanti. Accetta un appuntamento nella nostra stanza, poi liberati con una scusa e raggiungimi. Aspettando l’arrivo di questo seduttore troverò io il modo di renderti l’attesa non penosa, ti farò pazientare con piacere”.

Una volta toltosi dalla scena il marito, Rita si portò sulla terrazza, si appoggiò alla balaustra e cominciò a respirare con voluttà una dolce brezza profumata di mare. Una brezza malandrina che come una carezza di un tenero amante le inturgidì i capezzoli.

Ben presto lo sconosciuto che non le aveva tolto di dosso uno sguardo ardente per tutta la cena, venne a sottrarla alla sua solitudine. Dopo uno scambio più che formale di convenevoli e di complimenti, l’abbracciò e sulle sue labbra affamate d’amore impose un bacio lungo, appassionato e lascivo. Rita senza sprecare tempo in indugi l’autorizzò a farle visita in stanza. “Mio marito questa sera è occupato e rimarrà fuori fino a tardi quindi posso riceverla, non abbiamo nulla da temere”.

Dopo un altro bacio che le mise il fuoco nelle vene fino a farle sentire un primo brivido in mezzo alle gambe, Rita guadagnò velocemente la stanza dove Piero l’attendeva. Lui iniziò subito ad accarezzarle per tutto il corpo. “Ti piace?” chiedeva di tanto in tanto senza smettere di accarezzargliela con la mano fremente. “Oh sì mi piace… lo sai che mi piace”. “Ancora un po’ con me e fra poco sarai pronta a farti infilare dentro il cazzo di quel tipo. Pazienta ancora un poco…”. “Godrò tanto, mio caro. Godrò tanto anche con lui”. “Hai desiderio del suo cazzo?”, “Sì, ho semplicemente desiderio di un cazzo…”.

Piero la masturbava sempre più velocemente “Cara, ho desiderio soprattutto che tu sia felice”, “Lo so, caro”. “Desidero che tu sia felice anche deve essere un altro che ti dona il piacere”, “Qualsiasi piacere io riceva è a te che lo devo, amore mio”. “Cara, devo chiederti una cosa. Questa sera voglio essere testimone del piacere che riceverai. Mi nasconderò nel bagno e il tuo amico non sospetterà la mia presenza; desidero vedere la tua bella fica quando riceve dentro quello che io non posso darti. Dimmi… mi consenti anche questo?”. Travolta da una sensualità morbosa Rita non ebbe il coraggio di rifiutare.

Piero l’aveva così definitivamente eccitata con le mani e con la lingua che quando lo sconosciuto bussò discretamente alla porta, quella che gli aprì non era più una donna ma un’ossessa scatenata.

Subito si inginocchiò sul bordo del letto con le reni inarcate e il ventre teso offrendosi alla chiavata con gemiti di desiderio. Mentre il cazzo del suo partner si piantava nella sua fica aperta, lei cominciò a immaginare suo marito in ginocchio davanti alla porta, l’occhio incollato al buco della serratura, il viso stravolto dai tic. Suo marito che con lampi di follia negli occhi non doveva togliere un attimo lo sguardo dalla verga vigorosa che si affondava nel ventre della sua sposa. Suo marito che incapace per una ragione fisiologica di approfittare dei diritto di sposo, tentava forse di identificarsi con lo sconosciuto il cui vigore la ripagava della sua debolezza.

“Da allora” continuò la giovane, “mio marito desidera sempre di più assistere agli incontri che io ho con i miei partner. A lui piace ancora creare in me con i suoi mezzi perversi dei desideri e delle voglie terribili che poi i miei amanti realizzano in pieno. Questa sera, prima di farmi uscire con te, per la pretesa seduta di footing, mi ha intrattenuto nella nostra camera da letto solo per cominciare ad eccitarmi”.

Compresi allora lo smarrimento che avevo letto sul volto della ragazza quando era ricomparsa nella stanza. Compresi ugualmente la causa dell’impazienza eccessiva che aveva mostrato Rita appena ci eravamo trovati soli. “Lui mi ha masturbato meravigliosamente, poi mentre noi ci allontanavamo ci ha seguiti e sicuramente ci ha spiati mentre noi chiavavamo. Ora è di certo dietro a qualche cespuglio”.

Aveva appena finito di dire queste parole che Piero comparve con un compiacente sorriso sulle labbra. Io cercai di ricompormi imbarazzato nonostante avessi appena ricevuto le confidenze della donna ma il marito si fece subito premura di rassicurarmi :”Non abbia paura di nulla, ragazzo mio. Io non vi voglio male, anzi la debbo ringraziare per aver reso contenta la mia sposa”. Poi rivolgendosi a Rita che stava ancora sdraiata nell’erba con le gonne sollevate e le cosce aperte, domandò “Hai ben goduto, mia cara?”, “Sì, amore mio”, “Era buona la sua spranga?”, “Meravigliosa… oh sapessi come ha saputo chiavarmi! Come un corsaro!”, “Ha scaricato il suo amore dentro di te?” “Sì, mi ha proprio riempita per bene”.

Io avevo sempre più l’impressione di star facendo uno di quei sogni-incubo che affollano il sonno dei pazzi. Mai avrei solo potuto immaginare che potesse esistere una tale razza di depravati ma non avevo ancora toccato il fondo delle mie sorprese.

Infatti vidi Piero inginocchiarsi tra le cosce della sua sposa e quasi appoggiare la faccia alla fica ancora tutta bagnata dal mio recente godimento. “Cara” sussurrò lui “Ho il desiderio di farim dono dello sperma di questo ragazzo che ti è appena venuto dentro”. “Oh, amore, fai tutto quello che vuoi…”.

Con lenti colpi di lingua, come un cane che beve, Piero cominciò ad assaporare ciò che io avevo versato in quella accogliente vulva. “Oh, mio caro” cominciò a gemere Rita “Bevi tutta la chiavata che mi ha dato Gio. E’ buono? dimmelo”.

Vedere Piero leccare la fica di Rita non mi dispiaceva, anzi, scoprii che mi stava eccitando nuovamente; infatti lo spettacolo ben presto mi procurò una nuova potente erezione, il mio cazzo teso e grosso rispuntò dai pantaloni aperti.

Il mio stato di eccitazione non doveva passare a lungo inosservato, difatti Rita esclamò “Oh il bel cazzo… come è di nuovo grosso. Ha ancora desiderio di me. Che pazzo chiavatore sei Gio, anch’io ne ho ancora desiderio. Tu Piero continua a leccarmela, continua… ma come sarebbe bello se Gio nello stesso tempo…”.

Smettendo per un momento di leccarle la fica Piero sollevò la testa e si dichiarò contento di soddisfare anche questo capriccio della sua sposa. “Io continuo a leccarti la fichetta mentre Gio potrà accuparsi del tuo bel sederino”. Questa nuova iniziativa sembrò rendere folle di gioia Rita “Oh, ma è geniale, è formidabile, non mi sembra vero. Quanto godrò…”

Stesosi con la schiena sull’erba, Piero pregò la donna di mettersi in ginocchio proprio all’altezza della sua faccia. Lei eseguì subito e come ebbe la fica della moglie proprio davanti alla bocca Piero subito ricominciò a baciarla e a succhiarla. Vedevo ora Rita che mi voltava le spalle far ruotare i fianchi, stava dimenando il culo come una ballerina di samba; quanto mi eccitava il suo bel culo pieno e rotondo.

“Mio caro” implorò la donna “non deludermi, ora non puoi proprio sottrarti al gioco”. Era un invito ben preciso e col cazzo terribilmente duro andai ad appoggiarmi al suo culo passando la cappella nello spacco tra le natiche. “Oh sì Gio” gemette lei “Sì, dai, non aspettare più, piantami il tuo bel cazzone nel culo”.

Tenendo il mio arnese con una mano appoggiai la cappella tra le chiappe che lei teneva ben aperte e trovai il buco che doveva già essere stato gagliardamente speronato perché non dovetti fare alcuno sforzo perché il mio arnese le scomparisse in corpo fino alle palle senza alcuna difficoltà.

“Gio” urlava la ragazza “Gio tu mi stai sfondando tutta. Ah che bello essere leccata e inculata insieme, è decisamente delizioso e io divento pazza, pazza di piacere”. Io le stavo letteralmente sfondando il culo dandole dei colpi secchi e profondi “Tieni sporcacciona. Prendilo tutto nel culo. Facciamo contento quel porco di tuo marito!”. “Sì, è contento che tu mi renda fèlice. Lui adora tutto ciò che mi dà piacere”. “Lo eccita leccarti la fica mentre io ti regalo questa bella inculata?”. “Sì questo lo eccita” “Siete due depravati. Siete due porci e lui più di lei che gode a vederla sfondare davanti dietro”. “Sì Gio, dimmi che sono una puttana. Ma tu non puoi capire, noi ci amiamo. Ci amiamo comunque contro tutto e contro tutti”.


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