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Prime Esperienze

MIKY E LE GEMELLE 4


di gioviaf
06.10.2013    |    11.511    |    0 9.4
"Le gemelle allora decisero che domani saremmo andate alla spiaggia invece di fermarci sulla terrazza..."
Aprii il telone sul terrazzo e ci mettemmo a tavola all’ombra. Le gemelle vollero che io e Anna sedessimo comode che loro ci avrebbero servito. “Se vorrete premiarci per avervi servito bene potrete farci una carezza caso contrario desideriamo essere punite magari con sculaccioni”. Iniziarono a mettere a tovaglia e stendendola approfittavano per appoggiarsi a noi sfiorandoci con le anche o approfittando per appoggiate le loro tettine sulle nostre spalle. Da parte nostra non perdevamo occasione per palpare le loro chiappette sode che ogni tanto ci divertivamo a pizzicare strappando loro urletti di sorpresa e di piacere. Il divertimento andò avanti per tutto lo spuntino dandoci la possibilità di premiarle o punirle a nostro piacere e alla fine avevano i loro sederini belli rossi dagli sculaccioni ricevuti. Finito di mangiare ci sistemammo sulle poltroncine e loro ci vennero in braccio per farsi coccolare e consolare dalle punizioni ricevute con baci e carezze.

La domenica dopo, durante il nostro appuntamento telematico, Anna diede la grande notizia: aveva fatto l’amore con Aldo. Quel pomeriggio non si erano limitati a farsi godere con le mani e la bocca ma lei aveva ceduto e si era fatta finalmente scopare. Lui aveva saputo insistere così bene che lei aveva ceduto la sua verginità. Raccontò che era successo nella sua casa in riviera dove l’aveva portata per passare insieme la domenica pomeriggio e che lui aveva incominciato a toccarla in mezzo alle gambe appena saliti in auto sapendo quanto lei si eccitasse a farsi accarezzare in luoghi non appartati col rischio di potere essere visti.

Quando arrivarono a casa di lui Anna era già eccitata e la sua patatina gemeva il suo nettare. Appena entrati lui la prese fra le braccia per infilare la sua lingua in profondità nella bocca di lei e intanto aveva infilato le mani sotto la mini accarezzandole il sedere e mettendogliele sotto lo slippino. Lei si sentiva presa fra due fuochi : uno dietro costituito dalle mani di lui che palpavano a nudo il suo sedere e l’altro rappresentato dal suo uccello duro che le premeva sul pancino. Aggrappata a lui e sollevata da terra dalle sue mani che le tenevano le natiche, si sentiva la testa leggera e una voglia che le faceva distillare succhi di fica in continuazione. Ormai era un laghetto e lui, sentendola così bagnata, tenendola sempre coi piedi sollevati da terra, la portò nella sua camera da letto. Appena arrivati lui iniziò a spogliarla e lei, sempre più impaziente, spogliava lui approfittando entrambi per toccarsi le parti intime; lui la palpava tutta soffermandosi sulle tettine, di cui strizzava i capezzoli, e sulle chiappette, che separava per arrivare a titillare il buchino, per poi passare davanti a infilare due dita nella fessurina grondante umori. Lei teneva in mano quel meraviglioso cazzone duro e lo menava lentamente tirando giù la pelle fino a fare uscire la grossa cappella rossa e già umida.

Entrambi erano ormai nudi e le loro mani e le loro bocche erano impegnate ad esplorare a fondo i corpi eccitati che reclamavano un godimento più completo. Stavano facendo un sessantanove, lui gliela leccava infilandole dentro la punta della lingua portandola vicino all’orgasmo per poi fermarsi e poi nuovamente riprendere a leccare e succhiare fino a farla godere per poi fermarsi; lei allora aveva preso la sua testa spingendola sulla fica pregandolo di farla finalmente godere e lui aveva risposto “Se vuoi veramente godere dobbiamo fare l’amore fino in fondo. Questi sono solo piccoli godimenti da ragazzine che si accontentano di masturbarsi. Adesso devi dimostrarmi che sei una donna e che vuoi godere e farmi godere completamente”. Allora lei, volendo dimostrare di non essere la solita ragazzina, acconsentì a fare il passo finale.

Lui la preparò a lungo con baci e tenerezze che la facevano bagnare abbondantemente poi si stese supino sul letto e la fece mettere a cavalcioni sul suo ventre inserendo la cappella umida fra le labbra della fica bagnate “Adesso scendi lentamente, fermati quando senti dolore e poi prosegui. Devi fare tutto tu perché io non vorrei farti male”. Lei seguì le sue parole comportandosi come lui le suggeriva e, dopo solo un piccolo dolore causato da una lacerazione interna, si ritrovò con il suo paletto tutto dentro. Superato il momento iniziale, affondato completamente dentro di lei, lui capovolse la situazione mettendosi sopra e iniziò ad andare su e giù dolcemente e senza fretta. Lei raccontò che le era sembrato bellissimo e che sentirsi la fica piena era appagante e meraviglioso. Lui le fece raggiungere il suo primo orgasmo di donna poi si sfilò da lei per bagnare le sue tette con una quantità di crema calda e densa.

Dopo essersi rinfrescati con una doccia, ripresero le loro effusioni con più calma e tenerezza scambiandosi baci affettuosi e carezze dolcissime. Lei si sentiva il bassoventre pesante e la fica indolenzita. In lui l’effetto di tutte quelle coccole non tardò a manifestarsi con una forte erezione che lei, non sentendosi ancora in condizione adatta per riceverlo dentro di sé, provvide a soddisfare con la bocca. Non era la prima volta che gli faceva un pompino ma adesso, fatto ormai il passo supremo del dono della sua verginità e visto che lui non aveva potuto goderle dentro, voleva portare a termine il suo godimento dentro di lei facendosi versare tutto il suo seme in bocca. Prese quindi a spompinarlo facendosi arrivare la cappella fino in gola e pressandogli le palle piene poi, quando lui ormai vicino a godere accennò a sfilarsi dalla sua bocca, portò le mani alle sue natiche per spingere con forza il suo pube sul suo viso e finalmente lui le sgorgò in gola quattro, cinque bordate che lei diligentemente ingoiò sentendosi troia ma anche finalmente in grado di soddisfare tutti i suoi desideri.

Le gemelle erano scatenate e volevano sapere sempre di più facendo domande sulle dimensioni dell’uccello di Aldo, se era vero che si perdeva molto sangue, se si era spalmata la sborra come una crema sulle tette, se era bello farsi sborrare in bocca e via di seguito. Anna disse che ne avremmo parlato l’indomani e ci diede la buona notte adducendo una certa stanchezza e voglia di riposo.

La mattina successiva eravamo tutte e tre in fibrillazione per la voglia di farci raccontare altri particolari ma, soprattutto, per vedere finalmente una fica sverginata e aperta. Anna arrivò a casa mia a metà mattinata, con un’aria soddisfatta ma non ostentando aria di superiorità per essere più avanti di noi in materia sessuale e noi, dopo i soliti abbracci e baci, la subissammo di domande. Le più curiose erano le gemelle che subito vollero vedere da vicino una fica non più vergine come le nostre. Lei acconsentì e allargò bene le gambe per mostrarci la fica bene aperta dove, dopo averla guardata a lungo, le due infilarono subito le dita fino in cima. “E’ come quando ci mettiamo le dita nel culetto. Non c’è niente che le ferma e si può infilare dentro tutto il dito. Anna ho voglia di leccartela, magari adesso sarà diversa di prima. Forse avrà un altro sapore”. Sorridendo lei si abbandonò alle loro voglie mettendo a loro disposizione tutto il suo corpo, fuori e dentro.

Quando le gemelle ebbero finito di levarsi tutte le curiosità, Anna ci raccontò l’emozione ed il piacere di scopare con l’uomo che si amava veramente. “E’ una cosa splendida, un piacere infinito ad abbandonarsi completamente a lui. Quando te lo mette dentro, se lo sa fare bene come il mio Aldo, non provi quasi dolore e poi….. Una goduria da non credere. Ti senti piena e lui sopra di te è un dolce peso che ti conquista e per lui faresti tutto e gli daresti tutta te stessa. Quando sarà il tuo momento, Miky, mi saprai dire”. “Spero che a me tocchi presto e che Gio si decida a farmi delle avances ma ho l‘impressione che lui non mi veda neanche”. “Non te lo credere, mi ha chiesto di te più di una volta e mi ha detto che appena possibile vuole venire al mare con noi. Penso che voglia conoscerti meglio”.

Le gemelle allora decisero che domani saremmo andate alla spiaggia invece di fermarci sulla terrazza. “Così anche noi potremo conoscere questo Gio che ti piace tanto. Speriamo di piacergli anche noi. Non si sa mai…”. “Voi due state buone e comportatevi bene e soprattutto non fate stranezze come vostra abitudine. Domani, se viene anche lui, rigorosamente tutto dentro il costume, niente tettine o culetti di fuori e, soprattutto, niente invadenza. Avete capito bene?”. “Sì, d’accordo, come vuoi tu. Però domani a letto sarai nostra in tutto e per tutto senza limiti”.

La giornata alla spiaggia fu perfetta, Gio arrivò durante l’intervallo di mezzogiorno e mi guardava nel mio costume olimpionico molto sgambato e sottile tanto che appena fuori dall’acqua i miei capezzoli si mostravano duri come chiodini. Anche lui mi piaceva con il suo fisico da pallanuotista e con il costume bagnato e appiccicato che mostrava un bel pacco che prometteva tante belle cosine da fare insieme. Insomma, le mie paure erano infondate e ci risultammo subito simpatici tanto che quando ci lasciò per tornare in ufficio ci demmo un bacino sulla guancia, sì solo sulla guancia ma intanto il ghiaccio era rotto. Noi restammo ancora fino a pomeriggio inoltrato e, naturalmente, l’argomento fu proprio lui. Quanto mi era piaciuto, se avevo notato che bel pacco aveva e se mi ero eccitata guardandolo e via di seguito. Risposi sinceramente a tutte le domande e aggiunsi che speravo di ritrovarci al mare magari per tutta una giornata per avere più tempo a disposizione. Le gemelle chiesero conferma del loro comportamento educato ed alla mia approvazione ribadirono che la sera sarei stata la loro schiavetta. Confermai e a fine pomeriggio tornammo a casa.
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