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I MIEI SOGNI 11


di gioviaf
24.09.2012    |    18.521    |    1 8.8
"La baciai sulla bocca e le morsi lingua e labbra..."
Nascosi questa avventura a Berta, quando tornai a casa, lei mi fece domande sulla madre e sui conoscenti del paese e la vita continuo' come al solito condita solamente colorita solamente dalle serate con Berta. Tre settimane piu' tardi Tina telefono' per avvisarci che, avendo venduto la casa, aveva intenzione di trasferirsi in citta' per stare vicino a noi. Naturalmente mi guardai bene da sollevare obiezioni pr l'arrivo di mia suocera e Berta, anche lei, non ne aveva di certo.Un venerdi sera trovai Tina a casa nostra. Ci mettemmo subito al lavoro e due ore dopo sembrava che mia suocera avesse sempre abitato con noi. Evidentemente la sera fu tutto an altro affare; nella nostra camera, quando feci per abbracciare mia moglie, lei mi allontano' dicendo che avremmo dovuto fare attenzione..."Non mi piacerebbe che mia madre sentisse". Per la prima volta, sperando che non accadesse tutte le sere, me ne stetti al mio oposto ripondendo il mio cazzo insoddisfatto nei pantaloni del pigiama. Berta era di colpo ritornata come prima del matrimonio, quando eravamo fidanzati, e la cosa non mi piaceva affatto.
L'indomani pomeriggio dovetti andare in centro per delle compere e al ritorno trovai mia suocera sola in sala "Dov'e' Berta?". "Di la' in camera vostra". Sorrisi, andai verso Tina, la strinsi a me, la baciai sulla bocca. Mia suocera si rannicchio' tutta tra le mie braccia tendendo le tette verso le mie mani. "Che buona idea hai avuto a venire da noi. Spero che avremo l'occasione di...". "Ah! Roberto , se tu sapessi... Dopo la serata nel bosco in casa di papa' Matteo, ho vissuto come un'esaltata. Ci pensavo tutte le sere e ogni volta rivedevo quelle scene lubriche, le porcherie... e ogni volta ero obbligata a mettermi a mio agio, nuda, e...". "E?" "Lo sai benissimo, sporcaccione ma vuoi farmelo dire. Ebbene, ero obbligata a menarmela, a farmi dei ditalini interminabili, a farmi godere da sola pensando al tuo cazzo, rivedendo Marta che leccava Giuliana mentre costei aveva l'enorme cazzone di Matteo in bocca". Mentre Tina parlava sentivo il mio cazzo che serpeggiava dolcemente verso l'alto nello slip. "Ti sta tirando, vero Roberto?". "Certamente, mi sembra di vederti tutta nuda sul tuo letto, nella tua camera che conosco cosi' bene. Oh, quanta voglia ho di te. Pensi che Berta stia dormendo?". "Si', sono andata a vedere qualche minuto fa, dorme coi pugni chiusi".
Strinsi Tina a me e mormorai al suo orecchio "Titrami fuori il cazzo". "Prendimi la fica" mi rispose senza tanti complimenti "ne ho tanta voglia quanto te.. non ho nemmeno le mutandine... guarda". Si allontano' di qualche passo, si alzo' la gonna e vidi il suo bel ventre, la sua foresta di peli neri e ricciuti che nascondevano la sua fica . La spinsi verso una poltrona. "Siediti e allarga le cosce il piu' possibile che ti si possa vedere tutta completamente aperta, si' cosi', vedo la tua fica dall'alto in basso, le belle labbra rigonfie e seminascoste dai peli. Hai una bella fica e un grosso grilletto. Vedo bene anche dentro, ti stai bagnando. Chiudila, si', cosi', e adesso aprila.. Ah come mi piaci. Com'e' eccitante vederti cosi' con la gonna rialzata mentre offri la tua fica schiumosa ai miei occhi". "Sapesso quanto mi piace quello che sto facendo". "E' cosi' che fai quando sei sola?". "Si', per cominciare. Mi piace vedermi la fica sotto la gonna leggermente rialzata. Gia' incomincio a godere, mi sento tutta calda tra le cosce. Quando ho cominciato, quando ho assunto questa posa tutta slargata, so che non posso addormentarmi senza segare, menarmela freneticamente, sborrare all'inverosimile. Quando me la sono ben guardata mi sbottono la camicetta e tiro fuori le tette per divertirmi. Adoro accarezzarle, sono vellutate e cosi' dolci al tatto. I capezzoli si induriscono tra le mie dita. Sento che il calore mi sale dalle cosce e si spande dappertutto. E' cosi' il mio desiderio cresce man mano fino a quando non mi posso piu' trattenere e incomincio a menarmela e la bacia fra le cosce. Mi tese il ventre scivolando verso il davanti della poltrona. "Sii' bacia, e' ancora meglio, leccami tutta, succhia,, fai entrare la lingua, lo fai molto bene Robeerto, un vero leccafica. La lecchi anche a Berta, vero? Pero' adesso la stai leccando a me". Le feci sollevare il culo e misi la testa sotto le chiappe che aprivo con le mani; potei cosi' leccarle anche il buco,il bottone rosa che si apriva come una corolla sotto i miei colpi di lingua. Gemeva e sospirava "Porco, anche il culo, adesso. Se Berta vedesse sua madre e suo marito, adesso... come mi eccita, hai voglia di farmi godere? vuoi che mi sbrodi al punto di scolare fra le cosce?". Mi alzai e mi misi davanti a lei. Mise la mano sui miei pantaloni, li sbottono' e ne fece uscire il cazzo. Presi posto nella poltrona e Tina, in ginocchio, prese in bocca la mia cappella. Mi inarcai subito sotto la sua bocca calda e profonda con la lingua che mi
accarezzava. "Ho gia' il gusto della tua sborra in bocca. E' bello succhiarti. Sei il solo uomo cui l'ho fatto. Ho il tuo cazzo in bocca e la mano fra le cosce. Ti bacio il cazzo e mi tengo la fica con la mano piena".
Ricomincio' a succhiare e dovevo trattenermi per non sborrarle subito in gola. "Adesso voglio infilartelo. Voglio sborrare nel tuo ventre, nella tua fica bagnata". Si alzo' tenendo la gonna sollevata e venne a gambe aperta per cavalcarmi. "Aspetta, caro, me lo faccio scivolare, tutto dentro, ti montero' io per vuotarti i coglioni, senti come mi brucia? Che fica calda che ho?" Mi sentivo afferrato dalla sua fica, stretto come in un guanto umido e bollente. Sii torceva intorno al mio cazzo, sinuosamente intorno al mio batacchio infuocato, duro da scoppiare. Srana danza che faceva intorno al tote.m piantato nella sua fornace infuocata, le sue tettone ondeggiavano le loro punte erette, gli occhi chiusi ansimava. "E' meraviglioso, Roberto, non smetti di ingrossare e gonfiare, hai un cazzo forte e io prendo la tua forza e la succhio con la mia fica innamorata di te. Sono tutta distesa attorno al tuo cazzone duro e pulsante dentro la mia fica innamorata e vogliosa". Uscii col cazzo dalla sua fica e lo spinsi nel solco fra le chiappe. "Ritorna ad entrami in fica. No, non spingere, mi fai troppo male. Se vuoi il mio culo te lo daro' ma un'altra volta; bisogna prepararlo bene prima con la vaselina, sei troppo grosso Roberto. Lo faremo sicuramente,, mi eccita il pensiero che tu possa impalarmi per di dietro, ti appartengo tutta, potrai farlo quando vorrai, ma continuiamo adesso. Tornami in fica". Con la mano fece scivolare il mio cazzo nella sua fica grassa, fu come una scottatura e non potei piu' trattenere le gocce di sborra che cominciavano ad uscire dalla mia cappella. "Stai per venire, lo sento. Vengo anch'io, insieme,e' bello, mi faccio chiavare". Si dimeno' a tal punto che la gonna si apri' del tutto e rimase con le chiappe nude mentre continuavo a chiavarla. Impastai con le mani le sue chiappe e lentamente, a ondate, la sborra mi sgorgo' facendomi quasi sentire il risciacquio di sborra mista a sbroda di fica. La baciai sulla bocca e le morsi lingua e labbra. "Com'e' bello sborrare con te, Roberto. Mi sento una troia con tutta questa sborra in pancia".
Un grido lacero' l'aria. Berta era entrata in sala e ci guardava. "Porci, maiali, lo sapevo". Tre personaggi in un dramma familiare. Berta immobile, Tina si rialzo' da terranuda dalla vita in giu' e io in piedi con i pantaloni alle caviglie.Mi liberai dei pantaloni ormai inutili e avanzai verso Beerta che arretro' verso la porta della camera in cui si vedeva il letto. "Non mi toccare, sporcaccione. Non mi toccare". Come folle di rabbia presi a picchiare. La rabbia moltiplicava le mie forze e la voglia di farle male. Il mio cazzo prese a tirare atrocemente per la sola ragione che picchiavo mia moglie. Berta che amavo tanto. Lei perdeva terreno e la spinsi sul letto. Cadde e mi precipitai su di lei, la presi sotto le cosce e mi gettai sul suo corpo impalandola di colpo, ferocemente.
Esangue, pallida come una morta, non reagi' mentre la chiavavo con violenza penetrandola a fondo e facendomi male al cazzo a furia di spingere. Resto' a lungo immobile, poi i suoi occhi si aprirono, mi tese la bocca, incollo' il suo ventre al mio. "E' bellooo. E' meraviglioso. Oh come mi chiavi che cazzo, non e' mai stato cosi' grosso! Ancora, uccidimi col tuo cazzo, squartami, sfondami tutta, penetra fino in fondo alla mia fica. Sto venendo, godo, sto annegando nella sborra... il tuo bel cazzone... rompimi... rompimi".
Mi svuotai completamente mentre quasi mi sveniva fra le braccia. Ma la mia mente era lucida. Chiamai Tina. Lei venne vicino al letto esitando. "Spogliati. Mettiti tutta nuda ma tieni le calze. Vieni sul letto, mettiti al mio fianco". Ubbidi'. "Sei pazzo Roberto. Qui di fianco a Berta". Si allungo' al mio fianco. La baciai sulla bocca.
"Prendimi il cazzo in mano, fammi una sega, menamelo per bene, cerca di farmelo tirare ancora che voglio chiavarti davanti a tua figlia. Davanti a Berta perche' comprenda che mi appartenete entrambe".
Spinta dalla perversita' mia suocera comincio' a menarlo. Ma invano. Avevo fatto due chiavate che mi avevano svuotato di tutte le mie forze. "Fatti vedere. Mettiti in ginocchio al mio fianco e fatti vedere tutta; slarga bene le cosce". Esito', poi ubbidi'. Spinsi Berta che aveva il viso nascosto sulla mia spalla "Guardala. Vedi come il suo corpo e' eccitante. Metti la tua mano tra le tue cosce, Tina, e anche tu Berta.. E poi no. Incrociate le braccia, Tina afferra la fica di Berta e tu, Berta, fai un ditalino a tua madre".
"Porco, maiale" disse Berta, ma la sua mano si poso' tra le cosce di Tina. "Va bene, io sono un maiale ma fatevi un ditalino a vicenda che possa guardavi, lo spettacolo mi ecciter' al punto da farmelo tirare ancora".
Infatti, appena le due donne iniziarono a menarsi scambievolmente la fica, ritrovai per intero le mie forze e diventai come una freccia d'acciaio. E fu ancora peggio quando vidi madre e figlia che si chinavano una verso l'altra e le loro bocche si unirono mentre il movimento delle mani cominciava a diventare frenetico.
Poi Berta volse gli occhi verso di me. La sua mano libera si impdroni' del mio cazzo ormai duro come marco. Prese a menarmelo con delicatezza.
"Lo sapevi, caro, che lei ed io, ce la menavamo di frequente, prima del nostro matrimonio?".

































































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