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I MIEI SOGNI 7


di gioviaf
22.08.2012    |    27.326    |    1 7.2
"Vidi Tina che dntrava nella stanza di sua figlia lasciando scivolare ancora una volta il suo vestito ed esibendo a Berta la sua nudita' formosa..."
Appena fui a letto, dopo la serata con mia suocera Tina, la mia immaginazione prese a galoppare. Mi sembrava impossibile che Berta non si fosse accorta di cio' che stava accadendo a due passi da lei mentre era nella sua camera. Era perfino scesa a vedere cosa stesse facendo sua madre..
E l'immaginazione galoppava. Vidi Tina che dntrava nella stanza di sua figlia lasciando scivolare ancora una volta il suo vestito ed esibendo a Berta la sua nudita' formosa. "E' andato via?. "Si'". "E tu lo hai calmato?".
"Si'" . "Sai non voglia che tu ci prenda troppo piacere, mamma. Voglio sposare Roberto e diventare la sua donna. Sono d'accordo sul fatto che devi calmarlo di tanto in tanto ma non desidero che la cosa assuma le proporzioni di una passione tra voi due".
Ecco lo scenario che mi imbastivo, con gli occhi aperti, nell'oscurita' della mia camera, il cazzo palpitante a causa delle immagini che facevo nascere. Una specie di cinema. E continuavo facendo delle due donne, due creature svergognate, senza pudore, lascive e lussuriose come delle Messaline. E tuttavia ero del tutto svuotato. Avevo gia' sborrato due volte e non mi sentivo la voglia di fare una terza ripresa. Ma il divertimento su questo tema mi eccitava oltre ogni dire.
Avevo gia' immaginao la mia fidanzata a letto con un uomo e ora la obbligavo a delle parole scorrette con sua madre completamente nuda e con la fica piena ancora delle mie sborrate.
Tuttavia Berta non era cosi'. Avevo potuto constatarlo bene dato il tempo che la frequentavo. Non c'era la piu' piccola parte di sensualita' in lei. Partorendola Tina aveva messo da parte tutta la sua sensualita' per me.
Ma nel pensiero mi piaceva svergognare Berta, insozzarla della mia impudicizia. Volevo farle commettere gli atti e i gesti che sua madre compiva con tanta gradevole facilita'. La obbligavo a chiedere a sua madre "Cosa avete fatto?". E Tina sedendosi sul bordo del letto raccontava con abbondanza di particolari quello che era accaduto tra di noi. Aggiungendo perfino qualcosa con la sua fantasia dato che aveva dell'inventiva.
E mentre parlava, vedevo le punte delle sue tette che si indurivano e diventavano provocanti mentre si fregava le sosce l'una contro l'altra.
"Quando sei venuta nella tua camera gliel'ho tirato fuori dai pantaloni.. ". "Era duro?" . "Molto". "Com'e' il suo cazzo?". "Lungo, molto grosso, con una cappella ben sviluppata... Ma non e' tanto la grossezza che conta, E' la maniera di servirsena. Quando si mena un cazzo se ne prende piacere senza preoccuparsi della sua forma, della sua lunghezza e del resto. Ci si diverte e ci si eccita per il gesto osceno, dell'effetto che la sega fa sull'uomo".
"Roberto e' caldo?" . "Si', Gli piace e ne approfitta. Quando sarai sposata, dovrai usare tutte le tue arti per tenertelo solo per te". "Sapro' tenermelo perche' faro' tutto cio' che serve a trattenerlo". "Con la madre che hai mi meraviglierei del contrario. Una madre che si sacrifica fino al punto di svuotare il fidanzato di sua figlia".
"E' proprio un grosso sacrificio, mamma?". "No, hai ragione, mi piace farlo". "Ma non innamorarti di Roberto, hai capito?". "No, ma se non fosse il tuo fidanzato...". "Sei gentile mamma e ti voglio tanto bene".
Si sollevava sul letto e baciava sua madre. Ma il lenzuolo scivolava e scopriva le sue tette nude.
"Tu dormi nuda adesso?" . "Si, aspettando il tuo arrivo". E le obbligavo a tacere, a fare dei gesti che dettavo loro. Tina si chinava sulle tette di sua figlia, ne accarezzava i capezzoli con le labbra e con la lingua. Berta gemeva di piacere e attirava ben presto sua madre nel letto. Le vedevo mentre si cavalcavano in silenzio sotto il chiarore diffuso dell'abatjour, le chiappe di Tina si scuotevano ben sollevate mentre Berta tendeva il suo ventre impudicamente. Miomavano la chiavata, bocca contro bocca, le mani febbrili, gli occhi profondamente cerchiati. Facevano rivivere quei Sabbat delle streghe, erano due diavolesse che non si ritraevano di fronte al peccato.
Tina si metteva di fianco e la sua mano slargava dolcemente le cosce di Berta. Un ginocchio in aria, costei offriva la vista della sua fica aperta e la mano di Berta si comportava ugualmente tra le cowsce della madre, fino a quando le mani delle due donne non si muovevano all'unisono in un ditalino reciproco.
Le obbligavo a cio'. Era appassionante e nello stesso tempo soffrivo come un dannato. Perche' ero forzato ad immaginare delle cose cosi' malsane? Tina, malgrado la sua disposizione alla lussuria, era una donna normale, non amava certo le relazioni contro natura. Berta era troppo pura per averci mai pensato.
Ma le immagini erano la' davanti ai miei occhi. Vedevo Tina che tendeva a Berta il bicchierino in cui tremavano le gocce della mia sborra. Lo portava alle labbra della figlia dicendo "Bevi, ingoia tutto... e' un ricostituente"




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