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VACANZA OBBLIGATA


di gioviaf
12.10.2016    |    79.690    |    11 9.6
"Vado a bere e poi cerchiamo di dormire..."
Questo racconto non è farina del mio sacco ma è un’esperienza di una mia carissima amica vedova e lo scrivo come lei me lo ha raccontato.

Alcuni anni fa avevo dovuto fare eseguire dei lavori in casa e per lasciare l’appartamento libero mi ero recata al mare con mio figlio per di un breve periodo di vacanza. Essendo ancora un periodo di bassa stagione non tutti gli alberghi erano aperti e avevamo dovuto accontentarci di un piccolo alberghetto dove, peraltro, l’unica camera libera era una matrimoniale e pur essendo abituati a dormire ognuno nella propria stanza, accettammo la situazione.

Quella stessa sera io e mio figlio Pino, andammo a fare una passeggiata sulla spiaggia fra le cabine vuote e io mi sentivo un po’ strana pensando a quella stanza dove mi sarei ritrovata sola con mio figlio e a dormire nello stesso letto. Fino a quel momento non avevamo mai parlato di certe cose e d’improvviso fra noi due si stava per stabilire una grande intimità.

Mentre passeggiando ero assorta in questi pensieri quasi inciampammo su di una coppia allacciata. La donna aveva la gonna alzata ed era supina a gambe larghe mentre l’uomo con i pantaloni alle caviglie era sdraiato su di lei. Ne fui così emozionata che per qualche centinaio di metri non potemmo pronunciare parola. Poco dopo, rientrammo nel nostro piccolo albergo e salimmo in camera.

Dopo un primo momento di incertezza, presi l’occorrente e mi recai in bagno per prepararmi per la notte. Quando ebbi finito tornai in camera e mi misi a letto mentre mio figlio andava in bagno.

Quando mi raggiunse spensi la luce e, al chiarore del lampione stradale, restammo immobili ciascuno sul bordo del letto, distanti l’uno dall’altra e senza toccarci ma la situazione era tale che nessuno dei due riusciva ad addormentarsi.
- Non riesci a dormire? -
- No mamma e nemmeno tu? -
- Non so cos’ho… o piuttosto… a casa noi abbiamo ciascuno la sua stanza… è così diverso… E’ la prima volta che siamo costretti a dividere lo stesso letto… io non sono abituata… non mi piace ma… ho caldo… la mia camicia da notter mi fa sudare… tu devi aver caldo col tuo pigiama… A casa spesso mi tolgo tutto per andare a letto… qui invece non lo posso fare con decenza… adoro stare a letto nuda. -
- Mamma, perché non segui le tue abitudini? Non ci sono che io in camera… nessuno saprà. -

Presi una decisione. Tanto peggio se lui mi avesse vista. Lasciai il letto. Senza pensare al male e senza badare alla luce che entrava dalla finestra, mi tolsi la camicia da notte che mi dava noia e tornai a letto di nuovo sul bordo.
- Ma tu… il tuo pigiama? -
A sua volta anche lui uscì dal letto; io lo guardavo sorniona intravvedendolo nella semioscurità. Prima tolse la giacca e vidi il suo busto piatto e imberbe di ragazzo quasi diciannovenne, infine si tolse i pantaloni del pigiama e in uno squarcio di luce vidi le sue gambe, le sue natiche quasi femminili. Quando passò davanti alla finestra scorsi il suo sesso drizzato. Tornò a letto anche lui sul bordo.

La visione di mio figlio chiaramente eccitato dalla situazione sapendomi nuda vicino a lui mi vece andare il sangue in ebollizione e una mia mano era nascosta tra le mie cosce sul mio sesso che tormentavo dolcemente con una deliziosa perversità che mi era impossibile reprimere… era bello, troppo bello… mi stavo masturbando accanto a mio figlio e questo mi eccitava da morire.

Senza dubbio feci un movimento troppo brusco e lui mi chiese
- Cosa fai, mamma? -
- Niente, mio caro, niente… dormi che è tardi. -
- Non riesco… -
- A cosa pensi caro? -
- A quella coppia tra le cabine… credevano di essere soli e noi li abbiamo sorpresi. -
- Anche noi siamo soli ora… come loro. La porta è chiusa e nessuno ci può sorprendere. Vado a bere e poi cerchiamo di dormire. -

Scesi dal letto, aprii la porta del bagno accendendo la luce e, lasciando la porta aperta, bevvi senza fretta lasciando in mostra la schiena e il sedere poi, lentamente e lasciando sempre la luce accesa, mi voltai per uscire lasciandogli vedere bene il mio seno e il triangolo di pelo che nascondeva le mie parti intime. Mio figlio ebbe tutta la possibilità di guardare bene le mie nudità che io generosamente gli mostravo prima di spegnere la luce per raggiungerlo a letto.

Passò ancora del tempo e il sonno non arrivava. Eravamo entrambi svegli. Mi girai dalla sua parte…
- Anche tu non riesci a dormire? Io non conosco che un mezzo per dormire. Noi siamo eccitati, è vero mio caro? Per causa di quella coppia o forse perché tu mi hai vista nuda… confesso di essere anch’io un po’ nervosa… prima quella coppia… poi essere qui noi due soli… anch’io ti ho visto quando ti sei tolto il pigiama… -.
- Ma questo mezzo mamma? -
- Noi ci consoliamo… Io ho l’abitudine, nella mia stanza… so che anche tu… per una volta lo faremo fianco a fianco perché non c’e’ mezzo di fare diversamente. Lo faremo con discrezione, ognuno per conto suo sul bordo del letto… Io ho già incominciato -

Accanto a me il lenzuolo si muoveva. Senza dubbio mio figlio si stava masturbando e questa situazione mi eccitava da matti… lui si stava segando perché io gliel’avevo consigliato mentre io mi facevo un ditalino. Ma quella sera in me c’era qualcosa di diabolico. Non mi riconoscevo e tutto mi spingeva verso qualche cosa di ineluttabile e che doveva arrivare.
- Certamente avrai già visto donne nude. -
La sua mano si fermò e io non mossi più il mio dito.
- Ti ho visto prima alla luce della finestra e poi… quando sei andata in bagna a bere ho potuto vederti a lungo tutta quanta davanti e dietro. -
- Ti spiace di avermi vista nuda? -
- Oh no, tu sei bella… mamma -
- Mi vedrai sovente durante questi giorni a causa della nostra forzata intimità e anch’io ti vedrò spesso. E’ inevitabile. Anch’io ti ho visto mentre ti toglievi il pigiama. Sei un bel ragazzo.-

Continuammo a toccarci in silenzio ognuno per conto suo ma questo non mi bastava. Gli volevo fare dire quello che faceva e anch’io volevo dirgli come erano occupate le mie dita per darmi piacere.
- Pensi a cosa stiamo facendo qui insieme e in silenzio? -
- Ma mamma… sono cose delle quali non si dovrebbe parlare. -
- Non posso farci niente. io devo parlarne… è troppo bello. Non te la prendere sono contenta per quello che stiamo facendo insieme e ho voglia di mostrarmi… a te… solo a te caro. -

Mi tolsi bruscamente le coperte e mi mostrai con la mano fra le cosce mentre il dito mi dava piacere. Dapprima non osò girare la testa, poi voltò il viso verso di me e allora aprii ancora di più le gambe per mostrare la mia mano che si muoveva sul mio pube.

- Adoro masturbarmi con le gambe ben allargate , e sentire le dita dentro il mio sesso bagnato. Anche tu, tesoro, mostrati alla tua mamma e fammi vedere come ti dai piacere. -

Nella penombra si girò completamente verso di me. Avevo il suo viso sopra il mio e mentre continuavo ad accarezzarmela vedevo il movimento della sua mano che impugnava il suo cazzo menandolo sempre con più forza.

- Tesoro mio! Sapessi quanto godo a masturbarmi con te… dai… lasciati andare e godiamo insieme. Nella mia camera avevo l’abitudine di soddisfarmi lentamente e di fare durare il piacere a lungo prima di abbandonarmi al godimento ma questa volta non mi posso dominare. -

La mia eccitazione aveva superato di gran lunga il mio sangue freddo. L’orgasmo che provai fu brutale e folgorante. Gridai, mi gettai a destra e a sinistra, urtai Pino nello stesso istante in cui stava godendo ed ebbi parte del suo sperma sul dorso della mano. Leccai il godimento di mio figlio e poi, distrutta mi addormentai.

Mi svegliai l’indomani verso le dieci. Nella notte ci eravamo coperti. Mio figlio dormiva ancora, scesi dal letto, alzai le imposte ma non del tutto per creare una piacevole penombra e nuda com’ero andai in bagno. Quando uscii Pino era sveglio e mi guardava compiaciuto.

- Mio bel complice… -
Andai verso di lui, mi piegai su di lui sfiorandogli il petto con i miei seni e lo baciai sulle labbra. Lasciò la sua bocca sotto la mia finche mi misi ritta. Accarezzai il suo petto liscio poi mi scostai leggermente, allargai discretamente le cosce affinchè potesse guardarmi il basso ventre.

- Ormai non abbiamo più segreti l‘uno verso l‘altra, mio caro. -
Lui si mise a sedere sul letto, si scoprì e vidi il suo membro ergersi tutto eccitato per me. I miei seni divennero duri con i capezzoli grandi in mezzo alle areole color marrone. Fui ragionevole, mi vestii e lo mandai in bagno a prepararsi per la colazione.

Dopo la colazione facemmo una passeggiata sulla spiaggia deserta tenendoci per mano come due innamorati dicendo sciocchezze e guardandoci negli occhi come due innamorati.

Dopo pranzo iniziò a piovere e ci ritirammo nella nostra camera dove, seduti sul divano ci mettemmo a leggere io una rivista e lui un giallo. Quando alzai gli occhi vidi il suo sguardo fisso su di me.
- A che pensi? -
- A questa notte. -
- Mi serbi rancore? -
- No, affatto. Ora non ho più nulla da temere quando saremo a casa perché so che la nostra vita è cambiata. -

Gli accarezzai i capelli e lui mi prese la mano per baciarmela. Mi sentivo nuovamente molto eccitata e una sorta di fuoco percorse le mie vene.
- Sta continuando a piovere e penso che per oggi non usciremo più. -
- Stiamo bene qui, mamma e ci riposiamo. Mi piace stare qui noi due soli e poi… mi viene in mente quello che abbiamo fatto questa notte e mi vengono in mente tante altre cose da fare insieme. -
- Perché non facciamo una piccola siesta, questa notte non abbiamo dormito molto e magari potremmo fare un riposino. Mi vado a spogliare. Mettiti a tuo agio. -

Dopo essermi levata l’abito mi stesi sul letto e lui, restando in mutande, venne vicino a me. Eravamo di nuovo ciascuno sul suo bordo del letto e rimpiansi l’oscurità della notte precedente. Mi sentivo un delizioso calore fra le cosce ed era nata nuovamente la voglia di toccarmi.

- Pino, si sta facendo scuro come questa notte e l’oscurità mi mette in testa pensieri di cose che vorrei fare. Mi piace questa situazione soprattutto perché la sto vivendo con te. -

Ci mettemmo a parlare di inezie poi gli chiesi di sganciarmi il reggiseno che mi dava noia. Le sue mani accarezzarono la mia schiena, mi baciò sulla nuca procurandomi un fremito. Mi rimisi supina e, sollevando il bacino, abbassai le mutandine.

- Cosa fai? -
- Abbasso le mutandine. L’elastico mi stringe e mi dà fastidio. -
Levai le mutandine e stesi le gambe allargandole leggermente. Chiusi gli occhi e passai la mano sul pube accarezzandomi i peli per poi passare il medio fra le grandi labbra e poi sul clitoride che subito si indurì.

- Cosa stai facendo tesoro? -
- Ti sto guardando e ti trovo bellissima così nuda sembra che tu ti stia preparando per offrirti all’amore. -
- Mi sto preparando per offrirmi a te, tesoro mio. Sono qui solo per te. Sono solo carne e sangue eccitati che bruciano per darti tutto il piacere che vuoi. -

Sorridendo allargai ancora di più le cosce per fargli vedere come mi stavo procurando piacere. Amavo masturbarmi ma farlo davanti a lui mi dava un piacere molto più intenso. Non potevo stare ferma sul posto, mi alzai da letto per mostrargli ancora tutto il mio corpo nudo stando in piedi, mi avvicinai alla finestra per guardare la pioggia ed egli mi raggiunse. Vidi il suo membro rigido, mi venne dietro e lo incollò alle mie natiche. Lo sentii premere nel solco, mi girai e gli offrii la bocca, ci baciammo. Ansante misi una mano tra le cosce e mi penetrai con due dita mentre lui, staccatosi da me, si prese il cazzo in mano iniziando una lenta masturbazione.

- E’ meglio di questa notte. Ci vediamo e possiamo mostrarci a vicenda senza nulla che ci impedisca di guardare bene quello che facciamo. Masturbiamoci e guardiamo mentre ci diamo piacere. -
Mi avvicinai al letto, misi un piede sulla sponda e, tenendo la gamba bene alzata con una mano mi allargai la coscia mentre l’altra era impegnata in un ditalino.

- Guardami, tesoro. Guarda la mamma com’è porcella e depravata a mostrarsi così davanti a suo figlio per eccitarlo al massimo e costringerlo a segarsi davanti a me. -

Mi sedetti sul letto con le gambe allargate al massimo e giocai con la mia fica poi alzai le mani e mi presi i seni, li strinsi fra le mani, mi strizzai i capezzoli e poi li alzai per offrirglieli.

Pino mi guardava eccitato al massimo e continuava a menarselo. Quando mi resi conto che stava per godere mi inginocchiai davanti a lui, gli misi le mani sulle natiche e avvicinai la sua cappella alle mie labbra.

- Vieni… sì… nella mia bocca… tutto nella mia bocca… ti voglio bere… non vedo l’ora di assaggiarti… ecco… ci sei quasi… vedo la prima goccia di sborra. -

Mi appesi letteralmente al suo cazzo quando cominciò a sgorgare. Ebbi da inghiottire varie volte il suo sperma mentre io stessa, senza neppure toccarmi, raggiungevo un orgasmo mai provato prima. Che sconcezza inghiottire lo sperma di mio figlio e nello stesso istante godere un orgasmo indescrivibile.

La breve vacanza ci vide altre volte impegnati in tali attività ma mai andammo oltre a darci piacere usando solo le mani o la bocca. Avevamo deciso che saremmo andati oltre solo nel luogo in cui potevamo sentirci veramente liberi di fare tutto e fino in fondo : a casa nostra.


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