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FAMIGLIA CON PADRE CUCKOLD - intermezzo


di gioviaf
27.07.2018    |    32.141    |    8 9.3
"Intanto con Miky stavamo studiando per trovare il sistema migliore di introdurre padre e figlio in futuri incontri coi nostri vicini..."
Un sabato mattina ci eravamo appena alzati e, ancora nudi, stavamo facendo colazione quando suonò il telefono. Andai a rispondere, era la cugina di Miky che dopo i saluti d’obbligo, mi chiese di mia moglie; naturalmente gliela passai e dopo una breve conversazione Miky mi chiese di accompagnarla da sua cugina. “Abbi pazienza ma mi sembrava un po’ agitata e deve parlarmi di cose importanti”, “Ma non poteva dirti tutto per telefono?”, “Gliel’ho detto ma ha risposto che è un discorso lungo e preferisce farlo di persona. Allora mi puoi accompagnare?”. “Certo, il tempo di vestirci e andiamo. Piuttosto a che ora devo venirti a prendere?”, “Vedi tu, tieni presente che loro si mettono a tavola alla mezza”, “D’accordo, alla mezza suono dal citofono e tu scendi, se mai noi ce ne andiamo a mangiare da qualche parte”.

Mentre ci vestivamo lei mi chiese “Tu dove vai per fare passare quel paio d’ore?”, “Me ne vado al cine, se sono fortunato trovo qualcuno simpatico e ci divertiamo insieme”. “Solita sega reciproca?”, “Sì e magari, se il tipo mi piace, anche un pompino”. “Sei sempre il solito porco ma non ti cambierei con nessuno al mondo”. “Anche io ti amo da morire”.

Uscimmo e l’accompagnai da sua cugina poi tornai in centro, posteggiai l’auto e mi infilai nel solito cine a luci rosse. Quando gli occhi si abituarono alla penombra mi guardai in giro e intanto, come mia abitudine mi appoggiai alla parete dietro l‘ultima fina di poltroncine. Aprii la camicia, abbassai la zippo dei pantaloni e mi presi in mano l’uccello che iniziò a dare segni di vivacità quando una mano mi accarezzò il petto e due dita mi strizzarono un capezzolo.

“Ti ho visto entrare e sapendo cosa ti piace ho approfittato dei tuoi capezzoli”. Dalla voce riconobbi un amico col quale mi ero divertito già altre volte e col quale avevamo goduto con più di un pompino reciproco e ci eravamo anche baciati in bocca. “Ciao come ti va?”, e intanto allungai una mano e gli presi il cazzo già fuori dai pantaloni e ormai duro. “Non troppo bene. Mia moglie mi ha lasciato per tornare dai suoi; ma lasciamo perdere, ora pensiamo a divertirci”. Ci tenemmo in mano i rispettivi cazzi duri ma senza segare, li tenevamo in mano solo stringendoli.

“Se per te non è troppo doloroso, raccontami com’è andata”. “E’ tutto molto semplice. Sai che sono bisex ma quello che non sai è che anche mio figlio segue le mie inclinazioni. Un pomeriggio io e lui eravamo a casa soli e stavamo facendo sesso quando mia moglie è arrivata in anticipo. Ci ha visti che stavamo facendo un 69 sul divano e si è messa a urlare come un’ossessa “Brutto maiale frocio, non ti accontenti di fare le porcherie per conto tuo ma adesso hai anche coinvolto nostro figlio”. “Mamma, guarda che anche io ho tendenze bisex come papà, lui non ha dovuto faticare per convincermi a fare sesso con lui. Sono io che gliel’ho chiesto”.

“Non bastava il marito, devo avere anche il figlio frocio. Ormai avete colmato la misura me ne vado. Ritorno a casa dai miei”. Detto e fatto, è uscita di casa e ci ha lasciati soli. Dopo un paio di giorni di silenzi è arrivata una telefonata da mio suocero che mi comunicava che mia moglie aveva contattato un avvocato divorzista e che intanto lui sarebbe venuto a casa mia per portare via la roba di mia moglie. Beh adesso sai come mi sta andando”.

Ci rimasi male e non sapevo più come comportarmi con lui. “Mi spiace. A proposito io sono Gio”, “Io Pino e mio figlio è Lele”. “Dov’è tuo figlio adesso?”, “Alla spiaggia coi suoi amici”.
“Allora per oggi, se non hai altri impegni, potresti venire a mangiare con me e mia moglie”. “Tua moglie? Non mi sembra il caso. Cosa le diresti di me? Come ci siamo conosciuti? Non saprei come comportarmi”. “Non ti preoccupare che lei non si stupisce di nulla e poi sa che sono bisex e cosa vengo a fare al cinema. A proposito anche lei è bisex ed è anche una gran porcellina ”. “In tal caso accetto volentieri, sarà un piacere conoscere una donna con la mentalità aperta”.

Ci mettemmo appartati a parlare di noi e delle nostre famiglie e intanto le nostre mani non stavano inoperose sui nostri cazzi ormai duri e ogni tanto interrompevamo il dialogo per darci una succhiata ai capezzoli o un bacio in bocca. Venne l’ora di andare e non avevamo ancora goduto. Ci ricomponemmo e uscimmo per ricuperare l’auto. Quando mia moglie scese trovò me e Pino che l’attendevamo dal portone. Guardò lui e poi guarda me con sguardo interrogativo, “Ciao tesoro, ti presento Pino, è lui il mio amico del cinema e, per motivi che poi ti spiegheremo, oggi l’ho invitato a pranzo con noi”.

Lui si presentò “Sono molto lieto di fare la sua conoscenza, signora. Il mio nome è Pino e ho conosciuto suo marito nel cine a luci rosse che entrambi frequentiamo. Suo marito mi ha detto che a lei non nasconde nulla e questo mi fa pensare che lei sarà sicuramente al corrente delle mie tendenze sessuali”. “Piacere, Pino io sono Miky e sì, mio marito mi ha raccontato dei vostri incontri al cinema a luci rosse e di come vi siete divertiti. Non mi scandalizzo certamente a sapere che anche lei è bisex in quanto pure io la sono e non ho remore a fare sesso con maschi o femmine”.

“Bene, adesso che vi siete presentati cosa ne dite se andiamo a metterci a tavola? Avrei voglia di un bel piatto di pesce, voi che ne dite?”. Fummo tutti d’accordo e prenotai per tre presso un ristorantino vicino al porto antico che io e mia moglie conoscevamo bene. A tavola si mangiò e si parlò. Pino raccontò con maggiori dettagli l’increscioso incidente tra lui e la moglie quando lo aveva sorpreso a fare sesso col figlio. Io facevo domande per avere maggiori dettagli e lui si accorse che la mia intenzione era di eccitare maggiormente gli animi e ci raccontò per filo e per segno come aveva iniziato il rapporto sessuale col figlio.

“Mio figlio Lele è anche lui bisex. Ce ne siamo accorto un giorno che io ero sotto la doccia e lui entrò in bagno per fare pipì. Naturalmente ero nudo e lui, dopo averla fatta, si voltò verso la doccia soffermandosi a guardarmi. Io finii di sciacquarmi davanti a lui e quando finii aprii le ante della doccia e gli chiesi di porgermi l’accappatoio. Lui si voltò e mi porse quanto richiesto e a questo punto mi accorsi che aveva ancora l’uccello di fuori. Lui mi guardava fissando le mie parti basse e io mi accorsi che il suo uccello stava reagendo. A quella vista mi toccai il cazzo e notai che anche lui stava diventando duro. Ci mettemmo a ridere e, sempre ridendo, ci abbracciammo. Quello fu il nostro primo incontro al quale seguirono molti altri durante i quali facemmo sesso a trecentosessanta gradi utilizzando mani, bocche e culetti per darci reciproco piacere. Tutto questo andava avanti ed eravamo tranquilli che essendo mio figlio ormai diciottenne nessuno avrebbe potuto tacciarmi di pedofilia; eravamo in pieno incesto ma questo ci sembrava il male minore”.

L’interesse di Miky per tutta la vicenda e per i personaggi coinvolti era chiaro e fu lei a proporre che venissero da noi sia lui che il figlio per un aperitivo sul terrazzo. Finito di pranzare salimmo in auto per accompagnare Pino nel posteggio e salendo lei approfittò per fare salire bene la gonna mostrando le cosce fino al perizoma trasparente, poi si chinò per mostrare le sue splendide tette che, libere dal reggiseno, erano in vista fino alle areole. Giunti al posteggio ci salutammo e mia moglie trovò naturale baciare il nuovo amico con un bacio a stampo sulle labbra mentre io approfittai della portiera aperta per dargli una tastata al pacco dove trovai il cazzo in piena erezione.

Arrivati a casa commentammo la situazione di Pino programmammo l’aperitivo sperando di fare una conoscenza più approfondita anche col figlio.

A pomeriggio inoltrato arrivarono. Lele era un bel ragazzo alto e snello con un bel fisico dalla muscolatura allungata di chi fa nuovo; aveva un viso simpatico col sorriso sempre pronto e accattivante. Si presentò offrendo un mazzo di fiori a Miky che lo ringraziò baciandolo sulle labbra mentre io e Pino ci abbracciavamo baciandoci, poi toccò a me abbracciare il figlio e anche noi due ci baciammo sulla bocca.

“Bene, andiamo sul terrazzo che e si sta già tira un’arietta fresca e si sta bene. Uscimmo e ci accomodammo sulle poltroncine, io e Miky su una e loro due sull’altra. Mia moglie indossava un abitino abbottonato davanti e sapevo che sotto non avena nulla, io con la mia tuta estiva con calzoncini corto e giacchino tenuto aperto. Loro erano in jeans leggeri e polo.

Miky appena seduta lasciò salire l’abitino fino oltre metà coscia e la scollatura mostrava con generosità una buona metà delle sue belle tette. Lele, seduto davanti a lei, non riusciva a staccare gli occhi da tutte quelle grazie esposte e anche Pino pareva molto interessato alla vista.

“Vi piace mia moglie? Da come la conosco anche voi piacete a lei. Io vado a preparare gli aperitivi intanto voi approfondite la vostra conoscenza”. Li lasciai per una diecina di minuti e quando tornai lei era a gambe larghe con Lele inginocchiato davanti a lei con la testa sul suo pube che stava leccando mentre lei si godeva in bocca il cazzo duro di Pino.

Facevo la parte del cuckold ma questo non mi turbava. Mi avvicinai al trio e abbracciato Pino lo baciai ficcandogli la lingua in bocca. Ci baciammo per un po’, poi lo lasciai e mi avvicinai a Lele inginocchiato davanti a mia moglie, gli slacciai la cinghia dei pantaloni, li abbassai assieme al perizoma che indossava e, aiutato da lui glie li sfilai mettendo a nudo un bel culetto tondo e sodo che palpeggiai a lungo prima di passare con la mano davanti per prendere in mano il suo cazzo ormai duro come marmo.

Lo masturbai un poco e poi mi misi supino tra le sue gambe per prenderlo in bocca e praticargli un pompino mentre con un dito gli titillavo il buchino. Il nostro gruppo sembrava cristallizzato e ognuno si prendeva e donava il piacere a secondo del ruolo svolto. Pino soffiava sotto il lavoro di bocca di Miky che gemeva sotto la lingua di Lele che mugulava per il pompino che gli stavo praticando. Ero l’unico a non beneficiare di altrui attenzioni per cui Pino, una volta goduto nella bocca di mia moglie, si inginocchiò col capo sul pio pube, prese in mano il mio cazzo durissimo e lo fagocitò fino ai coglioni che mi strizzava sapendo quanto questo aumentasse il mio piacere.

Finalmente anche io godetti riversando nella bocca di Pino un certo numero di bordate di sperma caldo e denso mentre ricevevo in bocca tutta la sborrata di Lele che intanto stava provocando un ulteriore orgasmi a mia moglie.

Eravamo appagati e rilassati. Lele ci raccontò quanto accaduto con suo padre e quanto fosse bello per lui, quel rapporto. Confessò che aveva gradito moltissimo ricevere in bocca i succhi degli orgasmi di mia moglie e si augurò di poter ripetere l’incontro sperando di poterla penetrare ovunque e a lungo. “Tesoro, tutte le volte che vorrai sarò a tua disposizione per farti godere a tuo piacere e dove vorrai: in bocca, in fica o in culo”. Noi gli confermammo che la nostra intenzione era quella di ritrovarci ancora insieme per approfondire la nostra conoscenza.

Ormai era arrivata l’ora di cena e a malincuore dovemmo lasciarli andare dopo esserci scambiati numeri dei cellulari per i prossimi incontri. Intanto con Miky stavamo studiando per trovare il sistema migliore di introdurre padre e figlio in futuri incontri coi nostri vicini.

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